Ragazzi, scrivo qui il mio modesto parere, frutto di anni di trading a breve, e a medio termine: ogni operazione posta in essere deve rispecchiare il nostro io interiore, il nostro sentiment e come viviamo sulla nostra "pelle" il grado di rischio che affrontiamo: vi è quindi da "far di conto" con l'aspetto razionale del rischio/rendimento e con l'aspetto personale e più intimistico di "noi stessi".
Poi c'è il lato pratico: la selezione degli strumenti finanziari (io oramai opero solo con certificati, qualche rara azione e una decina di etf...sempre quelli), la scelta degli Isin, la determinazione della scadenza media dei certificati e del rischio/opportunità, nonché del trend di mercato (uno può fare il briciolaio sui certificati quasi a zero rischio e accontentarsi del 4% netto annuo o alzare via via l'asticella...e mischiare le opportunità).
Di una cosa sono estremamente convinto: qualsiasi operazione effettuata non deve lasciare strascichi mentali, fastidi e rimpianti...è la somma che fa il totale e non una operazione top che fa la differenza dell'anno; l'unico pensiero che deve rimanere è la crescita esperienziale che ogni operazione ci lascia (al di là del gain o dello stop loss) nella nostra sensibilità, nel nostro animo per permettere soprattutto di individuare timing più azzeccati di entrata/uscita, o scovare opportunità apparentemente nascoste...