percefal
Utente Old Style
Forza @NoWay, questo messaggio io lo interpreto come segnale di pace.In primis mi dispiace per la sua situazione complicata, spero che non riduca la sua vita, o dei suoi cari, a un "per intervalla insaniae", fisica o intellettuale.
Tale situazione rientra anche nelle differenze individuali stigmatizzate da Argema - non metto la @ perché a senso credo che gli abbiamo rotto abbastanza i coglioni - , cioè nel considerare utopistico che tutti reagiscano, sempre e con filosofia, agli attacchi personali.
Altrettanto utopistico, però, è pensare che tutti, sempre, utilizzino modi gentili in ogni istante della propria vita.
Quando ero alle dipendenze a volte sono stato trattato come una "pezza da piedi", una volta persino "umiliato" davanti a tutti, da persone che s'approfittavano del vincolo del "do ut des".
Non credo di essere il primo.
Allora penso ad Argema quando afferma che non ci si può difendere da soli perché siamo "in virtuale".
Ma il "virtuale" non è un vincolo come il "do ut des", che impedisce di difendersi. Ad esempio si litigava, e ancora si fa, con lettere a distanza. Conoscere nome e cognome del proprio interlocutore rendeva al tempo gli scontri epistolari soltanto più aspri, come fra Calvino e Scalfari, che, leggendo i carteggi rimasti, altro che accuse di post inutili (E mi viene in mente: "ne ferisce più la penna della spada", che trattandosi di Calvino e Scalfari ci puoi scommettere).
Lei mi pare abbia scelto la sua strategia difensiva molto bene, con gli strumenti che ha ritenuto più idonei (pubblico, Argema), che trovo assolutamente leciti.
E ha anche ricevuto un'ottima risposta, che le suggerisco personalmente di accettare, unitamente alla mia promessa di usare più tatto.
Se proprio non riesce a digerire la composizione, usi scioglierla a discrezione in un contesto più ampio, quello della vita.
Happy Sunday a tutti.
Sotterrate l´ascia di guerra e fumate il calumet