Certificati di investimento - Cap. 4 (18 lettori)

[skolem]

Io comincio a preoccuparmi quando un sottostante scende sotto il 40% di margine sulla barriera e cerco di venderlo alla prima occasione. Ora il certificato peggiore che ho in portafoglio è DE000UH3NKK1 con EDF tracollata ed ora con un buffer residuo del 28% soltanto. Se nelle prossime settimane non accenna a riprendersi, mi toglierò il dente (con dolore).

E questo non è uno stop loss?

 

[plastica]

Io comincio a preoccuparmi quando un sottostante scende sotto il 40% di margine sulla barriera e cerco di venderlo alla prima occasione. Ora il certificato peggiore che ho in portafoglio è DE000UH3NKK1 con EDF tracollata ed ora con un buffer residuo del 28% soltanto. Se nelle prossime settimane non accenna a riprendersi, mi toglierò il dente (con dolore).

se questo è il peggiore sei messo abbastanza bene

 

[Joe Silver]

se questo è il peggiore sei messo abbastanza bene

Lo ero. Il cigno nero EDF ora mi costringe a complicate manovre di switch su altri certificati comparabili per costo ma con barriere più salde (al momento). Operazione non impossibile ma dagli esiti futuri incerti perché non ci sono certificati solidi a prezzi di saldo. Come sempre per scamparla ci vuole un po' di

 

[maratoneta]

Dopo pochi mesi nel mondo dei certificati, da neofita quale sono, esprimo anch'io la mia opinione.

Opinione che esprimerò sintetizzando e che, credo, risulterà eretica per molti:
1. ritengo che barriere più o meno lontane, airbag e quant'altro spesso siano poco significative in quanto già scontate nel prezzo del certificato
2. scelgo i certificati cercando quelli con sottostanti monosettoriali
3. per quanto vi siano molteplici esempi di azioni che crescono in modo continuativo da decenni, tendo ad optare per certificati con sottostanti che non abbiano avuto crescite vertiginose negli ultimi anni
4. last but not least, preferisco certificati con scadenza il più lontano possibile

Forse ho sintetizzato troppo ma credo che la mia view risulti chiara.
Aggiungo solo di non dare importanza all'analisi grafica, a curve, linee ed altre forme geometriche.

Buona domenica a tutti.

 

[Charly1]

Buonasera a Tutti, stavo valutando il XS2059597851 che potrebbe andare in autocall il 31/1.Acquistando 10 pezzi lunedì all'ultimo prezzo di 112,49 andando in autocall incasserei il premio di rimborso di 20,3 euro x 10=203 euro a cui dovrei sottrarre la differenza tra acquisto e valore nominale per euro 124,9 e il costo della commissione FINECO minima di 2,50 per un incasso totale di euro di 75,60 euro su 1000 investiti su un periodo di 16gg. E' giusto il ragionamento ? Grazie.

 

[CarloConti]

Ho notato il fatto che alcuni hanno segnalato che i certificate con titoli americani stanno sottoperformando rispetto a quelli con titoli italiani.
Una mia riflessione: la maggior parte dei certificati con sottostanti italiani usano i titoli più importanti del FTSE MIB, i vari enel, eni, generali, intesa, unicredit. Se uno cerca sottostanti con i big del listino italiano ne trova quanti ne vuole e può scegliere liberamente. Se invece cerco certificate che contengano i big americani, ci sono pochissimi certificate che hanno come sottostanti i vari Apple, Mastercard, Johnson & Johnson, Microsoft, Cisco, Chevron, Pepsi. La maggior parte di essi contiene titoli che non sono certo di primo livello. Secondo me troppi certificates con titoli americani hanno azioni troppo di nicchia che molto spesso si muovono in controtendenza rispetto al listino principale o che comunque sono troppo volatili. Se il FTSE MIB sale, enel, eni, generali, intesa, unicredit probabilmente ne seguiranno l'andamento anche se non sono certo 100% correlate fra loro, mentre se il nasdaq o il Dow Jones salgono, non è assolutamente detto che i vari Beyond Meat, nio o paypal lo seguano.

La mancanza delle big del listino principale dai certificates con azioni americane secondo me è molto penalizzante per chi vuole investire sul mercato americano. Sicuramente quando si creano le strutture dei certificates è più facile offrire rendimenti elevati con titoli al alta volatilità però non penso che la volatilità sia mancata anche sul titoli maggiori. Magari bisogna tenere in considerazione che quando collocano questi certificati il pubblico retail italiano è più interessato a quelli che hanno titoli italiani rispetto a quelli con titoli stranieri (il cosiddetto home bias), tuttavia non ne sono così sicuro. Comunque è un aspetto che andrebbe tenuto più in considerazione.

E quando ci sono i big, poi nel basket c’è sempre il Palantir di turno. Stupidi noi a caderci, è un tranello. Del resto qualcuno di questi va bene, ma su 10 certificati che vanno bene ne basta uno solo per mangiarsi tutto il guadagno.
Per cui regola ferrea!! Almeno io non comprerò ctf con sottostanti ad alta volatilità americani, tranne reali occasioni di rimborso anticipato o con una serie di paracaduti collaterali tipo auirbag e barriere sui minimi a 5 anni.

 

[NoWay]

Buonasera a Tutti, stavo valutando il XS2059597851 che potrebbe andare in autocall il 31/1.Acquistando 10 pezzi lunedì all'ultimo prezzo di 112,49 andando in autocall incasserei il premio di rimborso di 20,3 euro x 10=203 euro a cui dovrei sottrarre la differenza tra acquisto e valore nominale per euro 124,9 e il costo della commissione FINECO minima di 2,50 per un incasso totale di euro di 75,60 euro su 1000 investiti su un periodo di 16gg. E' giusto il ragionamento ? Grazie.

Devi togliere anche il capital gain...

 

[Charly1]

Devi togliere anche il capital gain...

Si, giusto, ragionavo senza togliere il 26%. Ma secondo Te conviene ?

 

[CarloConti]

Oramai abbiamo imparato bene anche la differenza tra titoli growth e titoli value. Che poi vai a stabilire chi appartiene a questa o quella categoria. Si potrebbe anche dire old economy e new economy, ma poi ci sono le eccezioni. Titoli a grande potenziale (appunto potenziale) crescita e titoli ad andamento costante. Alta volatilità e bassa volatilità.
Ma Nio a che categoria appartiene? È growth?

 

[Jsvmax79]

Citigroup’s Quarterly Profit Falls 26%

The bank has been shedding many international consumer operations in an attempt to simplify its business and boost profitability.

www.wsj.com