“Ha senso immaginare tutto quello che è possibile, in parte lo abbiamo già fatto in parte dovremo farlo, se la situazione si protrae nel tempo per cercare di aiutare i settori e gli imprenditori che sono stati danneggiati da decisioni politiche di ordine superiore che impattano anche sulla sopravvivenza di queste realtà”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico a margine del meeting nazionale della Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e Province Autonome a Senigallia, rispondendo ad una domanda sulle difficoltà delle imprese di fronte ad nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia. Il ministro, che durante i lavori ha incontrato una delegazione di calzaturieri marchigiani, ha ricordato che “qualcosa abbiamo fatto con il decreto legge approvato la scorsa settimana. Probabilmente non è sufficiente, anzi sicuramente non è sufficiente: Così procediamo giorno per giorno, ascoltando la voce degli imprenditori dei territori e cerchiamo di far fronte”.
Alla fine ce l'abbiamo fatta ad ammettere la verità...
per semplificare: TUTTI sanno che le sanzioni indirettamente danneggiano l'economia europea e le aziende europee (se si vuole essere ancora più "patriottici", sostituire europee con italiane). Questo è un dato di fatto ACCLARATO, non vi è discussione.
Dopo vengono le visioni personali legate alla propria indole che determinano le priorità che, semplificando, si dividono in due grandi macrogruppi:
Ordine di priorità Gruppo A) Primo posto aziende italiane ed economia europea - Secondo posto aiutare concretamente l'Ucraina a difendersi dall'invasore attraverso pressione economica (sanzioni) e supporto di armi al fine di non far mai più accadere in Europa l'invasione di uno Stato in un'altro Stato salvaguardando i confini degli stessi;
Ordine di priorità Gruppo B) Primo posto aiutare concretamente l'Ucraina a difendersi dall'invasore attraverso pressione economica (sanzioni) e supporto di armi al fine di non far mai più accadere in Europa l'invasione di uno Stato in un'altro Stato salvaguardando i confini degli stessi - Secondo posto aziende italiane ed economia europea.
E' talmente lapalissiano che chi sta decidendo conosce benissimo quello che sta facendo e le sue conseguenze, quindi evidentemente hanno scelto determinate priorità ritenendole alla lunga più importanti di altre. Per cui si può discutere se sia giusto o sbagliato ma non che chi sta decidendo non sa quello che sta facendo.
Sul giusto o sbagliato si può discutere all'infinito, ma rimane una propria visione delle priorità.