Certificati di investimento - Cap. 5

Stato
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CHINA'S TOP POLITICAL CONSULTATIVE BODY STARTS CONFERENCE ON PROMOTING THE SUSTAINABLE AND HEALTHY DEVELOPMENT OF THE DIGITAL ECONOMY - STATE MEDIA

C’è il dietrofront sui tech cinesi di JP Morgan, un settore che gli analisti della banca d’affari due mesi fa definivano “non investibile”, ieri sono arrivate promozioni e incrementi del target price.
 
forse forse
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Scambiare poste di attivo con controparti locali non sanzionate per neutralizzare il rischio di tasso su un arco temporale che potrebbe andare da qualche mese a un anno. Sarebbe questa la pista principale battuta da Unicredit per gestire l'esposizione alla Russia in attesa che la crisi scatenata dalla guerra all'Ucraina si stabilizzi. Un'operazione di finanza strutturata analoga sarebbe al vaglio anche dell'americana Citi, altro istituto pesantemente esposto verso Mosca. Un'operazione comunque complessa da mettere a terra, come spiegato ieri da MF-DowJones. Per quanto riguarda Unicredit, scrive MF, l'altra strada praticabile resta quella della cessione. Come emerso la scorsa settimana, alla finestra ci sarebbero istituzioni finanziarie e societa' non sottoposte a sanzioni e interessate a ottenere una licenza bancaria all'interno del Paese. Sembra pero' che Piazza Gae Aulenti abbia gia' respinto qualche avance tra cui quella di Interros Capital, la societa' di investimento che fa riferimento all'oligarca Vladimir Potanin. Potanin ha appena acquisito da SocGen l'intera quota in Rosbank e nelle filiali assicurative. Peraltro l'istituto francese e' stato l'unico ad aver sinora annunciato un dietrofront a tutti gli effetti da Mosca.
 
(Reuters) - Il gruppo francese dell'energia Engie ha reso noto di essere in trattativa con Gazprom per modificare le modalità di pagamento delle forniture di gas russo, oltre a registrare un aumento dei utili del primo trimestre e a rivedere al rialzo la propria guidance finanziaria per il 2022.
"Engie ha avuto colloqui con Gazprom in merito alla richiesta russa di modificare lo schema di pagamento per la fornitura di gas. Il gruppo ha adottato le misure necessarie per essere pronto ad adempiere ai propri obblighi di pagamento, purché ciò sia conforme al quadro delle sanzioni europee e non comporti rischi non previsti per Engie", si legge in un comunicato dell'azienda.
 
La Ue corre ai ripari con un piano di investimenti stimato attorno ai 195 miliardi di euro, per accelerare la transizione verso le rinnovabili e fatto anche di piu' consistenti tagli ai consumi. La cifra e' la stessa della riserva da 200 miliardi di risorse del Recovery Fund su cui la Ue conta di fare affidamento contro i rincari. Maggiori dettagli sulla distribuzione si avranno dopo giugno e di conseguenza anche i piani nazionali potrebbero subire alcuni accorgimenti. Di questi fondi, tuttavia, circa 70 miliardi dovrebbero essere richiesti dalla Spagna, che per ragioni di contenimento del debito aveva deciso di fare a meno della parte prestiti del Recovery, tornando ora sui suoi passi. E anche la Polonia e' pronta a richiedere la propria parte in una cifra che Gentiloni ha ricordato aggirarsi attorno ai 25 miliardi.


Quindi cifre e piani da iniziare a valutare a giugno e tagli ai consumi. Confermo la mia opinione. Questi non si rendono conto...
 


E' tornato zio Silvio...

Direi che ha perso un'occasione per stare zitto. Dice delle cose ovvie e demagogiche e non da alcun contributo reale.
E' vero che nella situazione attuale di stallo occorrerebbe una iniziativa di tipo nuovo ma è estremamente difficile individuarne una, specie dopo che si è capito qual è il punto di vista della Russia di Putin, che ritiene tuttora di essere la potenza mondiale del 1945 e di avere dei presunti diritti di 'influenza' sull'Europa dell'est ex Unione Sovietica.
E' chiaro che l'Occidente ha sottovalutato gravemente la situazione dopo la prima 'guerra' in DonBAss del 2014 e gli accordi insufficiente di Minsk, e che le 2 presidenze di Obama e peggio ancora di Trump hanno sviato l'attenzione da questo problema verso altri lidi. Oggi siamo arrivati di colpo a renderci conto che siamo in una situazione peggiore della guerra fredda degli anni 50 e 60 e abbiamo a che fare con uno stato totalitario con un regime più pericoloso di quello di Kruschov e Breznev.
 
Direi che ha perso un'occasione per stare zitto. Dice delle cose ovvie e demagogiche e non da alcun contributo reale.
E' vero che nella situazione attuale di stallo occorrerebbe una iniziativa di tipo nuovo ma è estremamente difficile individuarne una, specie dopo che si è capito qual è il punto di vista della Russia di Putin, che ritiene tuttora di essere la potenza mondiale del 1945 e di avere dei presunti diritti di 'influenza' sull'Europa dell'est ex Unione Sovietica.
E' chiaro che l'Occidente ha sottovalutato gravemente la situazione dopo la prima 'guerra' in DonBAss del 2014 e gli accordi insufficiente di Minsk, e che le 2 presidenze di Obama e peggio ancora di Trump hanno sviato l'attenzione da questo problema verso altri lidi. Oggi siamo arrivati di colpo a renderci conto che siamo in una situazione peggiore della guerra fredda degli anni 50 e 60 e abbiamo a che fare con uno stato totalitario con un regime più pericoloso di quello di Kruschov e Breznev.

In pratica tutti quelli che criticano la presunta "via maestra" dovrebbero stare zitti... :d:
 
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