Secondo una indagine condotta da Bank of America, gli investitori istituzionali hanno raggiunto sulla Borsa di Wall Street il livello di sottopeso più basso dal 2005, poiché preferiscono dirottare l'interesse verso aree geografiche considerate più economiche.
Il dato emerge da un sondaggio condotto dal 6 al 12 gennaio tra 253 gestori di fondi con 710 miliardi di dollari di asset in gestione.
Gli strateghi guidati da Michael Hartnett hanno scritto in una nota che i partecipanti al sondaggio di gennaio sono "molto meno ribassisti" rispetto al sondaggio condotto nel quarto trimestre e manifestano una preferenza per i mercati emergenti, l'Europa e le azioni cicliche, ma una certa ritrosia nei confronti di farmaceutici, tecnologia e Stati Uniti.
L'allocazione sulle azioni statunitensi è "crollata" durante il primo mese del 2023, con gli investitori che hanno raggiunto un 39% di sottopeso su questa asset class, un dato che supera il 15% di sottopeso del Regno Unito.
Sia gli investitori che alcuni dei migliori strateghi si stanno scaldando sui mercati azionari a livello globale grazie all'ottimismo generato dal raffreddamento dell'inflazione e dalla riapertura della Cina. Lo stesso Hartnett ha detto di "comprare a livello globale" prima di questo mese.
Le azioni europee stanno estendendo la loro sovraperformance rispetto agli Stati Uniti a fronte di valutazioni convenienti,
mentre quest'anno i mercati emergenti hanno superato l'S&P500, entrando in un bull market, a seguito del rally delle azioni cinesi.
A dire il vero, però, i gestori di fondi continuano a sottopesare le azioni globali alla luce dei persistenti rischi per la crescita economica, mentre restano in sovrapeso di liquidità e obbligazioni con la prospettiva che l'aver raggiunto il picco dell'inflazione possa spingere verso il basso i tassi nel breve termine.
I partecipanti al sondaggio hanno anche affermato per la prima volta da marzo 2020 che la politica monetaria è troppo restrittiva. Si aspettano che la Federal Reserve porti i tassi a un livello di picco del 5% nel secondo trimestre.
Anche se il 50% degli intervistati si aspetta ancora una economia più debole nei prossimi 12 mesi, l'outlook sulle prospettive di crescita globale è ora il meno pessimista da un anno grazie all'abbandono da parte della Cina della sua politica zero Covid.