Certificati di investimento - Cap. 5

Stato
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E mentre ce la cantiamo e ce la suoniamo...


La Russia sta vendendo in Asia il petrolio che prima destinava all’Europa, la produzione è rimasta alta in questi mesi, lo ha detto il segretario generale dell’Opec+ ieri nel corso di un evento.
Si sa il prezzo?
... Sul fronte delle entrate è lo stesso ministero delle Finanze russo a riconoscere che il problema è il crollo del 46 per cento su base annua (cioè rispetto ai primi due mesi del 2022) delle entrate dalle esportazioni di gas naturale e petrolio. Ciò è dovuto al calo delle quotazioni del greggio degli Urali e alla riduzione dell’export di gas, con il petrolio che paga le conseguenze dall’entrata in vigore dell’embargo dell’Unione europea e del price cap del G7, e il gas che perde volumi di export a causa della chiusura dei rubinetti decisa dal Cremlino e dal disimpegno europeo dalle importazioni russe. Si tratta di un dato che rileva una contrazione rispetto a gennaio e febbraio, gli ultimi due mesi del periodo pre-bellico, quando i prezzi globali di gas e petrolio non erano ancora aumentati vertiginosamente a causa dell’invasione...
 
Ultima modifica:
Germania...

Industrial Output MM*

Attuale 3.5 %
Atteso 1.4 %
Precedente -3.1 %

Retail Sales MM Real*

Attuale -0.3 %
Atteso 2.0 %
Precedente -5.3 %
 
Tutto giustissimo, ma si dimentica sempre che la questione nasce da lontano e che per troppi anni andava bene così per chi ora parla di principi...

Dal tuo link:
La guerra del Donbass è un conflitto iniziato nel 2014 tra forze separatiste del Donbass ucraino, truppe russe con le insegne coperte dotate di mezzi blindati, carri armati ed artiglierie appoggiate dalla Russia, e forze governative ucraine. Il conflitto ha inizio il 6 aprile 2014, quando manifestanti armati coadiuvati da truppe russe con le insegne coperte occuparono alcuni palazzi governativi nell'Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donec'k, Luhans'k e Charkiv.[9][10][11][12] Queste manifestazioni facevano parte di più ampi moti di protesta anti-governativi che si svilupparono in concomitanza con l'annessione alla Federazione Russa della Crimea.[13]

Colpa degli americani anche qui??
 
I commenti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno spinto i mercati a prezzare la prospettiva di un aumento dei tassi di 50 punti base nella riunione del 22 marzo, rispetto ai 25 pb di febbraio, secondo Cmc Markets. "Naturalmente, dobbiamo ancora valutare il report sui non farm payroll degli Stati Uniti di venerdi' e i dati sull'inflazione della prossima settimana, che potrebbero invertire il trend". Nel breve termine "probabilmente significa che le azioni devono scendere ancora un po'", aggiungono da Spartan Capital Securities.
 
(Reuters) - Uno sguardo alla giornata di Wayne Cole
Ehi Jay, perché non dici quello che pensi davvero? Questa è stata la reazione dei mercati asiatici all'audizione del governatore della Fed in cui ha messo in guardia su rialzi più rapidi e tassi più elevati.
I rendimenti dei Treasuries a due anni hanno accelerato portandosi a 5,07%, ovvero 107 punti base oltre il tasso del 10 anni e verso la soglia psicologica dei 100 punti base per la prima volta dal 1981.
Stando ai manuali questo dovrebbe essere il segnale di massima allerta per la recessione, ma i listini non sono del tutto convinti e i futures sull'S&P 500 non si sono mossi molto.
I futures sui Fed fund ora prezzano una possibilità del 70% che la Fed alzi i tassi di 50 punti base questo mese, rispetto al 9% di un mese fa. Il picco ora si attesta a 5,50-5,75%, ma potrebbe essere addirittura più alto.
Goldman ha prontamente aggiornato le proprie stime sul picco di 25 punti base portandolo a 5,5-5,75% e prevede che anche il Fomc farà lo stesso nei dot plot.
Jp Morgan sottolinea come l'attenzione di Powell alla "totalità" dei dati attribuisca maggior importanza a quelli sui payroll di venerdì e sull'inflazione della prossima settimana.
"Ora che Powell ha aperto la porta a un rialzo dal 50 punti base la situazione è cambiata: i dati di febbraio dovranno raffreddare la robustezza di quelli di gennaio per restare nell'orbita di un rialzo da 25 punti base", osservano gli analisti di Jp Morgan. E se questo mese verrà varato un rialzo da 50 punti, questa potrebbe diventare la nuova normalità per maggio e giugno.
Da sottolineare come i dati sull'inflazione giungano durante il periodo di silenzio della Fed, il che rende più complicata la reazione del mercato.
Tutta questa speculazione ha rafforzato il dollaro che sullo yen ha toccato 137,49.
L'euro si è portato a 1,0538 sulla divisa Usa dopo aver registrato negli scambi notturni il maggior calo in una singola seduta negli ultimi cinque mesi.
Il dollaro australiano è stato zavorrato dalle affermazioni del numero uno della Rba Lowe sulla possibilità di una "pausa" nella stretta monetaria in corso da 10 mesi.
La Banca del Canada potrebbe anch'essa prendere pausa al meeting odierno anche se potrebbe ricorrre a toni 'hawkish' per cercare di limitare le ripercussioni sulla divisa locale.
La valuta canadese scambia sui minimi di quattro mesi a 1,3766 per dollaro e il peggio deve ancora venire secondo lo strategist macro di Deutsche Bank, Alan Ruskin.
"Se la Fed alza i tassi di 50 punti base a marzo e la Banca del Canada schiaccerà il tasto 'pausa', è coerente con il gap sui tassi che il cross dollaro Usa/dollaro canadese di porti a 1,40 o anche un po' oltre", dice Ruskin.
Fondamentalmente, il costo di non tenere il passo con la Fed può tradursi in una divisa molto più debole e in un rischio maggiore di inflazione importata. Grazie ancora, Jay.
 
(Reuters) - Uno sguardo alla giornata di Wayne Cole
Ehi Jay, perché non dici quello che pensi davvero? Questa è stata la reazione dei mercati asiatici all'audizione del governatore della Fed in cui ha messo in guardia su rialzi più rapidi e tassi più elevati.
I rendimenti dei Treasuries a due anni hanno accelerato portandosi a 5,07%, ovvero 107 punti base oltre il tasso del 10 anni e verso la soglia psicologica dei 100 punti base per la prima volta dal 1981.
Stando ai manuali questo dovrebbe essere il segnale di massima allerta per la recessione, ma i listini non sono del tutto convinti e i futures sull'S&P 500 non si sono mossi molto.
I futures sui Fed fund ora prezzano una possibilità del 70% che la Fed alzi i tassi di 50 punti base questo mese, rispetto al 9% di un mese fa. Il picco ora si attesta a 5,50-5,75%, ma potrebbe essere addirittura più alto.
Goldman ha prontamente aggiornato le proprie stime sul picco di 25 punti base portandolo a 5,5-5,75% e prevede che anche il Fomc farà lo stesso nei dot plot.
Jp Morgan sottolinea come l'attenzione di Powell alla "totalità" dei dati attribuisca maggior importanza a quelli sui payroll di venerdì e sull'inflazione della prossima settimana.
"Ora che Powell ha aperto la porta a un rialzo dal 50 punti base la situazione è cambiata: i dati di febbraio dovranno raffreddare la robustezza di quelli di gennaio per restare nell'orbita di un rialzo da 25 punti base", osservano gli analisti di Jp Morgan. E se questo mese verrà varato un rialzo da 50 punti, questa potrebbe diventare la nuova normalità per maggio e giugno.
Da sottolineare come i dati sull'inflazione giungano durante il periodo di silenzio della Fed, il che rende più complicata la reazione del mercato.
Tutta questa speculazione ha rafforzato il dollaro che sullo yen ha toccato 137,49.
L'euro si è portato a 1,0538 sulla divisa Usa dopo aver registrato negli scambi notturni il maggior calo in una singola seduta negli ultimi cinque mesi.
Il dollaro australiano è stato zavorrato dalle affermazioni del numero uno della Rba Lowe sulla possibilità di una "pausa" nella stretta monetaria in corso da 10 mesi.
La Banca del Canada potrebbe anch'essa prendere pausa al meeting odierno anche se potrebbe ricorrre a toni 'hawkish' per cercare di limitare le ripercussioni sulla divisa locale.
La valuta canadese scambia sui minimi di quattro mesi a 1,3766 per dollaro e il peggio deve ancora venire secondo lo strategist macro di Deutsche Bank, Alan Ruskin.
"Se la Fed alza i tassi di 50 punti base a marzo e la Banca del Canada schiaccerà il tasto 'pausa', è coerente con il gap sui tassi che il cross dollaro Usa/dollaro canadese di porti a 1,40 o anche un po' oltre", dice Ruskin.
Fondamentalmente, il costo di non tenere il passo con la Fed può tradursi in una divisa molto più debole e in un rischio maggiore di inflazione importata. Grazie ancora, Jay.
Sui mercati asiatici qui la raccontano un pò diversa:
UBS segnalava stanotte in un una nota della sua capo economista Wang Tao, che l’uscita dalla stagione dei lockdown non è stata accompagnata da un aumento delle importazioni, anzi, queste ultime, a suo avviso sono state relativamente deboli, con l’eccezione delle materie prime per il settore costruzioni, rame ed acciaio.
 
Stato
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