Certificati di investimento - Cap. 5

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(Reuters) - Il costo per assicurarsi contro il rischio di default delle maggiori banche europee è in calo, dato che gli investitori ritengono meno probabile lo scenario di una crisi diffusa nel settore.
I credit default swap a cinque anni di Deutsche Bank, che sono stati al centro delle turbolenze di venerdì, oggi scendono a 166 punti base, dai 177 punti base della chiusura precedente, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence.
La settimana scorsa i cds di Deutsche erano saliti oltre i 220 punti base, con gli investitori che, preoccupati, erano corsi ad assicurarsi in vista del fine settimana.
I Cds a cinque anni di Ubs scendono a 122 pb da 128 bp, mentre quelli di UniCredit vanno a 113 bp da 121 bp.
Le banche britanniche non sono state colpite dalla volatilità dei mercati della scorsa settimana come gli istituti di credito della zona euro, ma anche loro hanno visto aumentare i propri Cds.
Il Cds quinquennale di Barclays oggi scende a 131 bp dai 141 bp di ieri, dopo aver chiuso a 146 bp lunedì.
Nel complesso, i segnali di stress del mercato si sono attenuati. L'indice iTRaxx Crossover, che misura il costo dell'assicurazione contro il rischio di default sui junk bond europei, scende di 12 bp a 450 bp, ai minimi dal 13 marzo.
 
In questo tipo di pacchetti creati dal MM si può pensare che le opzioni acquistate dal gestore vengano rinnovate di periodo in periodo e quindi il MM non rimborsa finché il bilancio costi-ricavi è a lui favorevole. Se il gioco dura poco anche l'investitore può averne vantaggio dall'incasso cedole, in quanto il rimborso provoca comunque la ricerca di un nuovo titolo che potrebbe anche costare di più. Se però il gioco dura troppo a lungo si rischia che cambino le condizioni di mercato e il titolo potrebbe anche andare sotto barriera e perdere valore per l'investitore, mentre il MM non ne risentirebbe comunque. In ogni caso il rimborso non garantito va a diminuire il valore del certificato, visto anche che il mercato si rivolge, in alta percentuale, verso l'investimento a breve termine rispetto al medio-lungo.
quindi chi come me e ricordo molti altri hanno fatto la corsa all'acquisto sopra i 1.000 euro hanno fatto male i conti o i ragionamenti. Io, cmq, ho incrementato a prezzi più bassi nei giorni scorsi.
 
In mattinata venduti gli ultimi pezzi di XS2448823158 sui 100 euro: passata per il momento la paura del grande crollo si può vendere anche un airbag che ormai rende forse un 9%lordo.
 
quindi chi come me e ricordo molti altri hanno fatto la corsa all'acquisto sopra i 1.000 euro hanno fatto male i conti o i ragionamenti. Io, cmq, ho incrementato a prezzi più bassi nei giorni scorsi.

Direi che non andava comprato sopra la parità. Anch'io ne avevo una prima quota sopra, poi, sulla discesa del titolo, ho incrementando abbassando il pmc. E' una questione da tener presente per i prossimi acquisti. Comunque ricordo che in un seminario tempo addietro di Leonteq, i tecnici confermarono di aver confezionato il prodotto con un tasso cedole buono proprio grazie alla formulazione di rimborso discrezionale.
Come già detto può andar bene e può andar male a seconda del mercato. In ogni caso non conviene comprare questi titoli oltre la parità, meglio attendere che scendano un po'...
Stesso problema ce l'ho con XS2443098012 in cui sono sotto prezzo a causa della mancata garanzia di rimborso a maggio (nonostante sia oltre lo strike)
 
(Reuters) - Il valore del portafoglio di investimenti finanziari della Banca d'Italia si è ridotto alla fine del 2022 a 133,7 miliardi dai 159,5 dell'anno precedente, prevalentemente per l'effetto del rialzo dei tassi sui titoli di Stato.
Lo si legge nel rapporto annuale sugli investimenti sostenibili e sui rischi ambientali di Bankitalia per il 2022.
"Al 31 dicembre 2022 il portafoglio finanziario aveva un valore di mercato di 133,7 miliardi di euro ed era composto per l’86%, in prevalenza della Repubblica italiana", dice il rapporto, sottolineando che tra gli investimenti erano presenti anche titoli di Stato di altri paesi dell’area dell’euro e di emittenti sovranazionali equiparabili a quelli pubblici.
"Nel 2022 la riduzione di valore è dipesa principalmente dal rialzo dei tassi di interesse sui titoli di Stato e in misura minore dal calo dei mercati azionari".
In un grafico nella stessa pagina del rapporto si mostra come il dato di 133,7 miliardi si raffronti con 159,5 miliardi del 2021 e 161,7 del 2020.
 
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