La manovra doveva affrontare tre mostri. L’inflazione, il debito e l’aria da quasi-recessione.Lo sforzo maggiore è per l’aumento delle buste paga delle fasce più basse di contribuenti. Con il taglio al cuneo fiscale per 14 milioni di cittadini, arriveranno circa 100 euro in più al mese (cifra che non considera però l’impatto delle tasse perché l’aumento della retribuzione comporta un aumento dell’Irpef, nel caso di 30mila euro ad esempio il beneficio è di 146 euro, ma 64 vengono bruciate dall’aumento dell’Irpef). Per aumentare i redditi c’è anche la prima parte della riforma del fisco. Con l’accorpamento delle prime due aliquote irpef per chi ha un reddito fino a 20mila euro ci sarà un risparmio di 100 euro l’anno che diventano 260 per i redditi tra 20 e 28mila euro. Sì, avete letto bene, sono cifre annue.Quanto al debito tutto è nelle mani delle privatizzazioni che dovrebbero portare un taglio di 20 miliardi. Ambizioso si dice in queste ore. Molto ambizioso.Per ora si sa che il debito ci farà spendere 14 miliardi in più di aumento dei tassi di interesse.Il clima di declino infine si combatte con gli investimenti. Che saranno nel breve termine pari a 58,7 miliardi, cioè il 7,8% in meno di quanto annunciato in primavera. È tutta opera del Pnrr che però vede slittare in avanti il grosso della spesa. E con ciò viene rinviata anche la stagione del rilancio.
Il Sole 24 ore/Orioli