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La Spagna blocca la fusione BBVA–Sabadell per almeno tre anni: lo Stato impone condizioni rigide al takeover
Il governo spagnolo ha comunicato a BBVA che, qualora proseguisse con l'acquisizione non sollecitata di Banco Sabadell, non potrà integrare operativamente le due banche per un periodo minimo di tre anni e potenzialmente fino a cinque. Lo ha annunciato il Ministro dell’Economia Carlos Cuerpo, spiegando che si tratta di una condizione vincolante per l’autorizzazione alla fusione da parte dell’esecutivo di Madrid.

Le azioni di BBVA e Sabadell sono state sospese temporaneamente dalle contrattazioni per l’annuncio. BBVA ha in passato dichiarato che potrebbe rinunciare all’operazione qualora le condizioni risultassero troppo penalizzanti.
L'operazione, dal valore stimato di 14 miliardi di euro, porterebbe alla nascita di un nuovo colosso bancario iberico, riducendo la dipendenza di BBVA dai mercati emergenti (in particolare dal Messico, da cui proviene circa la metà degli utili), mentre Sabadell vanta un forte radicamento tra le PMI spagnole.
La proposta ha suscitato forte opposizione politica, in particolare in Catalogna, dove Sabadell è una delle principali aziende locali: una fusione con una banca di fuori regione viene percepita anche come un tema culturale e di identità.

Il caso BBVA–Sabadell si inserisce in un quadro europeo complesso, in cui diverse fusioni bancarie sono ostacolate da governi nazionali. È il caso di UniCredit in Italia (con Banco BPM) e in Germania (Commerzbank), mentre altri accordi — come l’acquisto di Novo Banco da parte di BPCE in Portogallo o l’aumento di capitale di UniCredit in Alpha Bank in Grecia — hanno ricevuto il via libera politico.
La decisione di Madrid rappresenta un freno significativo per BBVA, che ora dovrà valutare se proseguire con l’OPA ostile o ritirare l’offerta di fronte a vincoli così stringenti.