EURO sempre piu' forte: interverrà la BCE ad un certo punto ?
All’interno della BCE, il clima si sta scaldando. I verbali pubblicati della riunione di giugno mostrano che, anche se la maggior parte dei membri era favorevole a un nuovo taglio dei tassi, non tutti erano d’accordo. E le ragioni alla base della decisione fanno capire quanto la situazione economica europea sia delicata.
Il tema centrale è stato il rischio che l’inflazione resti troppo bassa troppo a lungo. Dopo le ultime stime della BCE, infatti, l’inflazione attesa per il 2025 e il 2026 rimarrebbe sotto il target del 2% per circa 18 mesi. Questo per alcuni è un problema serio: significa che il motore dei prezzi – e quindi della crescita – sta rallentando. Per altri, invece, non è un vero rischio, a meno che non peggiori bruscamente il mercato del lavoro.
Ma non è tutto. Un altro punto discusso è se la politica monetaria sia ancora “neutrale” o già “espansiva”. In parole semplici: i tassi sono ancora in zona di equilibrio oppure iniziano già a stimolare l’economia? Dopo sette tagli consecutivi, è probabile che si sia già passati alla fase “accomodante” – e questo si vede anche dal fatto che i prestiti stanno riprendendo forza.
C’è poi chi non era convinto del taglio dei tassi a giugno. Alcuni membri avrebbero preferito lasciare tutto com’era, sostenendo che l’attuale inflazione bassa è solo temporanea, dovuta a fattori come l’energia o il cambio più forte, e potrebbe invertire rotta in fretta.
Ed è proprio l’euro forte che sta cambiando le carte in tavola. Perché una valuta più forte funziona come una tassa implicita sulle esportazioni europee, frenando l’inflazione e la crescita. E questo potrebbe costringere la BCE a tornare in azione, con un nuovo taglio dei tassi già a settembre.
Insomma, la BCE si trova in un “posto buono”, come ha detto Lagarde – ma questo posto sta diventando meno comodo. Se le tensioni commerciali dovessero esplodere di nuovo, o se l’euro continuasse a salire, è molto probabile che i tagli ai tassi non siano finiti. E in quel caso, non sarà più una questione di “se”, ma di “quando” e “quanto”.