(MF-NW)--Nessun disimpegno del Tesoro da Montepaschi dopo la scalata di Rocca Salimbeni a Mediobanca. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il Mef, ancora titolare dell'11,7% della banca senese, resterà azionista anche dopo l'integrazione di Piazzetta Cuccia. Una posizione che può essere letta come un presidio politico in vista della creazione del terzo polo bancario nascente da un'integrazione fra una Mps, rafforzata dalle nozze con Mediobanca, e Banco Bpm. Le nozze controbilancerebbero il duopolio formato da Intesa Sanpaolo e Unicredit. Senza contare che l'investimento iniziale per il salvataggio di Siena - con il Tesoro che mise in portafoglio il 64% di Rocca Salimbeni - è stato solo in parte ripagato dalla riprivatizzazione dell'istituto. Al termine della vendita della terza tranche del gruppo guidato da Luigi Lovaglio a novembre 2024, il Mef aveva messo in portafoglio un totale di 2,6 miliardi di euro a fronte di un esborso complessivo (fra ricapitalizzazione precauzionale del 2017 e nuovo aumento di capitale di fine 2022) di 7 miliardi, con una minusvalenza potenziale di 4,4 miliardi. La consistenza finale della partecipazione targata Mef dipenderà dalle adesioni raggiunte con l'ops. Nel caso in cui Siena si fermi al 35%, soglia minima a cui è condizionata l'offerta, la quota del Tesoro sarà del 7,2%. Se l'asticella salisse invece al 50% com'è ragionevole attendersi dopo un rilancio, Via XX Settembre si diluirebbe al 6,2%. Con un'adesione al 100% sarebbe del 4,22%.