Marco Casario :
La pausa di 90 giorni sui dazi annunciato da Trump potrebbe sembrare una buona notizia per i mercati ma in realtà è solo il miglior peggior scenario possibile per gli asset rischiosi. Il motivo? Fino a ieri, la Fed era a un passo da un intervento di emergenza per evitare un collasso nei mercati della liquidità.

I segnali di tensione erano già evidenti:
- Powell aveva rallentato il ritmo del QT all’ultimo FOMC.
- Il Tesoro USA ha quasi esaurito il TGA, e dovrà a breve ricostruire la liquidità drenando riserve dal sistema.
- Il rischio di uno shock stile 2023 (quando il rimpiazzo del TGA post-debt ceiling causò turbolenze) è ancora vivo.

FED: RALLENTA IL QT MA RESTA FERMA SUI TASSI. INFLAZIONE E TARIFFE SOTTO OSSERVAZIONE
Dal suo ultimo FOMC Minutes pubblicato due giorni fa emerge che la FED da aprile ridotto il deflusso mensile di Treasury da $25 a $5 miliardi. Decisione motivata dal rischio di scarsità di riserve in un
contesto di TGA in rialzo e ON RRP quasi esaurito.

Punti chiave dai Minutes:

Inflazione ancora elevata (PCE 2.5%, Core 2.8%) e con rischi al rialzo, soprattutto a causa delle nuove tariffe Trump

Crescita solida ma in rallentamento, segnali di stanchezza nei consumi e nei margini di profitto delle aziende

Occupazione stabile, ma i tagli alla spesa pubblica iniziano a pesare sull’occupazione pubblica e non-profit

Alta incertezza su politica fiscale e commerciale → la Fed non si fida abbastanza dei dati per tagliare

Fed in attesa: la strategia è wait and see, ma pronta ad agire se inflazione o lavoro dovessero cambiare traiettoria.

Powell resta cauto: “non c’è urgenza di muoversi”, ma la Fed riconosce che l’equilibrio tra rischi inflattivi e recessivi è fragile.

Mercato obbligazionario? Il rallentamento del QT è un segnale accomodante. Ma la Fed è lontana da un ciclo di tagli deciso.
Conclusione: la Fed rallenta il bilancio, ma non la prudenza. I tagli arriveranno solo se i dati peggiorano. E le tariffe restano un grosso punto interrogativo.