FOMC: La Fed resta ferma, ma il mercato no
La Fed ha lasciato i tassi invariati (4,25%-4,50%) per la quinta volta consecutiva, segnalando che l’inflazione resta troppo alta e l’economia ancora incerta. Powell non ha offerto alcuna guida su settembre: la Fed è in modalità “wait and see”.
Due dissensi storici: Waller e Bowman volevano tagliare già ora, primo doppio dissenso tra governatori dal 1993. Questo evidenzia un FOMC spaccato.

Inflazione "ancora elevata" e dazi sotto osservazione. Powell ammette che alcuni effetti tariffari stanno iniziando a farsi sentire sui prezzi dei beni. Ma al momento la Fed non reagisce, sta osservando.

Il mercato ha reagito con una rotazione difensiva: S&P500 -0,5%,

dollaro +0,8% (massimo dell’anno),

rendimenti a 2 anni a 3,94%.

Powell ha confermato che l’effetto dei dazi si sta facendo sentire sui prezzi dei beni, ma per ora la Fed non interviene: vuole prima vedere i dati di luglio/agosto.
Taglio a settembre? Sempre meno probabile. Le probabilità sono scese dal 68% al 45% in 24h. Powell ha detto: “nessuna decisione presa”.
Il mercato ora prezza 1-2 tagli entro dicembre, ma serviranno segnali chiari di rallentamento dell’economia o peggioramento del lavoro. Tutto ruota attorno a PCE (oggi) e NFP (venerdì).

Powell: "Non vogliamo tagliare troppo presto. Ma se inflazione e lavoro si riequilibrano, saremo pronti."

Trump preme, i dazi pesano, le pressioni politiche aumentano. Ma Powell, per ora, resiste.
Per gli investitori: è il momento di restare flessibili e prepararsi a una Fed più politica nei prossimi mesi. Il vero rischio? Che la guerra dei dazi si trasformi in inflazione strutturale.