Charles M. Cottle (1 Viewer)

tucciotrader

Trader Calabrese
Nella mia ricerca del guru Italiano delle opzioni :)D), mi sono soffermato su questo video di un personaggio, che ancora non conoscevo, che descrive un operatività meccanica caratterizzata da vendite di opzioni e copertura in sottostante, alla fine del video mostra un equity line vincente ($$$)...

Videolive - video conferenza

Se posto qua non è ovviamente per pubblicizzare, ma per un vostro commento onesto...e educato :D
 

tucciotrader

Trader Calabrese
Ma la piattaforma bloomberg quante derivate seconde terze e quarte mostra sulle opzioni? parlo di VOMMA, ZOMMA, ULTIMA, CHARM etc...stavo leggendo DdeltaDvol etc di Taleb e mi domandavo se in ambito istituzionale (dove usano la bloomberg) riescono a vedere queste variabili...credo che per il retail non ci sia niente da fare, forse qualcosa con excel...
 

Cren

Forumer storico
Ma la piattaforma bloomberg quante derivate seconde terze e quarte mostra sulle opzioni? parlo di VOMMA, ZOMMA, ULTIMA, CHARM etc...
La funzione di analisi degli scenari (OSA) non mostra nulla di quelle Greche, si ferma al Gamma; la funzione di gestione dei portafogli (MARS) permette analisi di sensitività di una posizione leggermente più sofisticate, anche se la provai quando era ancora un prototipo e da allora non l'ho più guardata.

Se non ricordo male, consentiva qualche derivata seconda in più, non so adesso come l'hanno aggiornata; lunedì, se mi ricordo, guardo e ti so dire.

Per la mia personale esperienza ad un retail servono solo il Delta e sì e no il Vega (ma giusto a livello qualitativo), mentre il Gamma a mio avviso si intuisce meglio dalla convessità del P&L attuale osservata sul grafico rispetto al numerino in sè.
 

tucciotrader

Trader Calabrese
Per la mia personale esperienza ad un retail servono solo il Delta e sì e no il Vega (ma giusto a livello qualitativo), mentre il Gamma a mio avviso si intuisce meglio dalla convessità del P&L attuale osservata sul grafico rispetto al numerino in sè.

Ok :bow:

La domandina dopo cena ci sta tutta, anche perché sto rileggendo "IL" libro per l'ennesima volta: ma secondo te, il semplice delta e vega derivati dalla famosa formula, quando si mischiano diverse call e put (rimaniamo su stessa scadenza per amor del vega) ci raccontano la realtà o sono solo valori campati per aria*?

(*) come potrebbe essere questa stessa mia domanda...
 

Cren

Forumer storico
...ma secondo te, il semplice delta e vega derivati dalla famosa formula, quando si mischiano diverse call e put (rimaniamo su stessa scadenza per amor del vega) ci raccontano la realtà o sono solo valori campati per aria*?
Raccontano «la verità» se e solo se il modello di pricing con cui sono determinati è il medesimo usato dal mercato.

Poichè questo è estremamente difficile (mi azzarderei a dire impossibile) che accada, va da sè che si tratta di valori sempre indicativi.

Per quanto riguarda l'algebra delle Greche, rimando a nozioni di analisi matematica: la derivata della somma è la somma delle derivate, quindi, se ammettessimo per assurdo di conoscere il vero modello di pricing che il mercato usa, saremmo autorizzati a sommare i Delta, i Gamma etc.

Perchè col Vega non funziona?

Per un problema di questo tipo: si "forza" in una sola derivata quella misura che invece andrebbe ulteriormente separata in (almeno) due derivate parziali: la derivata del prezzo rispetto al livello della volatilità e la derivata del prezzo rispetto all'inclinazione della struttura a termine; poichè però in BMS la volatilità è costante, ecco che noi imponiamo al limite del rapporto incrementale un unico denominatore buono per tutto.

Non è un problema facile da gestire: se ho una superficie di volatilità che influenza grandemente il prezzo della mia opzione, non posso usare una formulazione analitica di una derivata in cui si assume che nella funzione derivanda la volatilità sia costante, eppure questo è quello che si fa quando si usa il Vega BMS; gli istituzionali pagano gruppi di quantitativi per gestire modelli di pricing molto più sofisticati, e da questi modelli si presume di ricavare Greche più attendibili perchè a quel punto il prezzo di un'opzione è funzione di un insieme di variabili più ampio; questo, tuttavia, può rappresentare una problematica in più da gestire, perchè maggiore è il numero di variabili inserite in una funzione più le singole derivate parziali della stessa rischiano di avere comportamenti ballerini di difficile gestione.
 
Ultima modifica:

tucciotrader

Trader Calabrese
Poichè questo è estremamente difficile (mi azzarderei a dire impossibile) che accada, va da sè che si tratta di valori sempre indicativi.

Quindi la formula attuale che si studia nel mondo accademico per le opzioni stile europeo non è detto che sia il pricer usato da tutti gli operatori?

Ne deduco quindi che fare il percorso inverso per ottenere la vola implicità dai prezzi del book, possa riportare valori fuovianti, così come il VIX e VSTOXX?
 

Cren

Forumer storico
Quindi la formula attuale che si studia nel mondo accademico per le opzioni stile europeo non è detto che sia il pricer usato da tutti gli operatori?
Nel mondo accademico si studiano molti modelli; uno dei più semplici è quello proposto da Black, Merton e Scholes, ed è quello da cui solitamente si ricava la formulazione chiusa delle Greche.

Questo modello ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma sarebbe quantomeno ingenuo pensare che si tratti di un modello il cui output rispecchi una condizione di assoluta equità tra compratore e venditore in ogni istante di tempo.

Il prezzo lo fa sempre la legge della domanda e dell'offerta, non un modello matematico.

In ogni caso una ragionevole certezza è che difficilmente troverai operatori che si mettono a fare trading usando il modello BMS come riferimento, sarebbero spazzati via subito.

Ad oggi il BMS più che un modello è una raffinata forma di interpolazione per scambiarsi aspettative sulla volatilità.
 

Cren

Forumer storico
La Bloomberg Terminal però si basa sulla formula classica, immagino quindi che le relative analisi di scenario, siano solo pura immaginazione, che coincidono con la realtà magari solo per caso?*
In realtà puoi scegliere tra diversi modelli di calcolo delle Greche: BMS classico, CRR per opzioni americane e CRR per opzioni europee.

Ancora oggi, con tutti i suoi limiti, il modello binomiale è probabilmente il più robusto, oltre che l'unico nella categoria dei modelli "semplici" a consentire di tenere d'occhio la possibilità di esercizio anticipato.

Per modelli di pricing più sofisticati si può fare riferimento ad altre funzioni più orientate ad includere nel prezzo IVTS, salti etc. ma OSA si basa fondamentalmente sulla costruzione di un portafoglio di opzioni su diversi sottostanti per poi consentirti di simulare quello che *dovrebbe* (...potrebbe?) accadere con movimenti di sottostante e volatilità nell'arco del tempo per tutta la tua posizione.

Con un po' di pazienza ce lo si può fare anche con Hoadley o con Fiuto Beta, pur con colori meno belli :D

Questo non toglie che, pur con tutti i suoi limiti, il modello BMS utilizzato per le Greche in forma chiusa è il più semplice da usare per fare delle simulazioni del valore futuro di un portafoglio, perchè ha una sola variabile aleatoria: la volatilità.

Questo trade off tra completezza e facilità d'uso è messo in evidenza da diversi autori, tra cui Natenberg, i quali spiegano bene che questo è stato risolto privilegiando la semplicità: per fare un esempio, il modello con salti (jump diffusion) è in grado di generare prezzi più realistici e smile più simile a quello osservato; eppure, stando a quanto si legge, la consuetudine oggi come allora è ugualmente quella di scambiarsi aspettative sulla volatilità estraendola dai prezzi mediante la BMS classica piuttosto che con il jump diffusion.

In parole povere è bastato aggiungere un solo parametro in più al pricing (i salti) per allontanarsi dall'optimum di cui i trader sentono di aver bisogno, cioè un linguaggio condiviso col quale negoziare le proprie idee.

E questo anche se ci si è avvicinati di più al prezzo battuto a mercato.

In ogni caso, come ha fatto notare Imar non ricordo più se in questa discussione o nell'altra, un modo per cercare di stare il più possibili aderenti alle Greche "di mercato" è quello di monitorare nel tempo il prezzo battuto a book di un'opzione per poi osservarne il Delta come semplice differenza del prezzo per unità di sottostante (Delta), di tempo (Theta), di volatilità implicita (Vega) e di fare lo stesso giochino col quadrato delle differenze per quadrato dell'unità di sottostante (Gamma).

Queste derivate numeriche sono più laboriose da calcolare perchè richiedono storicizzazione ma sicuramente più aderenti al mercato rispetto a BMS.

Poi ripeto che, secondo me, per un retail il Delta BMS come riferimento per l'hedging è più che sufficiente... Mai letto o sentito di nessuno che abbia ottenuto performance sensibilmente differenti passando da BMS alle differenze finite (forse a due giorni dalla scadenza? :rolleyes:).
 

Imar

Forumer attivo
Nel mondo accademico si studiano molti modelli; uno dei più semplici è quello proposto da Black, Merton e Scholes, ed è quello da cui solitamente si ricava la formulazione chiusa delle Greche.

Questo modello ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma sarebbe quantomeno ingenuo pensare che si tratti di un modello il cui output rispecchi una condizione di assoluta equità tra compratore e venditore in ogni istante di tempo.

Il prezzo lo fa sempre la legge della domanda e dell'offerta, non un modello matematico.

In ogni caso una ragionevole certezza è che difficilmente troverai operatori che si mettono a fare trading usando il modello BMS come riferimento, sarebbero spazzati via subito.

Ad oggi il BMS più che un modello è una raffinata forma di interpolazione per scambiarsi aspettative sulla volatilità.


Ottimo Cren, magari se ho tempo ci torniamo su (più che un modello, BSM è uno "schema").

Il problema che vedo io: normalmente si chiede a BSM quello che non può dare. Scontenti del risultato, si imputa la colpa al "modello" invece che a se stessi.... si cominicia a chiedersi se incoprporando le greche di 7° ordine si potrebbe diventare più precisi nella valutazione .... e - dulcis in fundo - si va sui forum a dire che le greche possono interessare solo agli studenti.... :D:D:D

Intanto, copio ed incollo da Skew .... una ottima provicazione.

Se si risponde a questa sua innocente domanda, in realtà, si è capito quasi tutto sul pricing di opzioni.

Skew qui sotto sta volutamente generico per far vedere che il 99,9% degli intervistati (prof compresi :D) trova la domanda banale e ci casca dentro dando in un attimo la risposta sbagliata.

Io - che sono notoriamente generoso :D - vi invito a distinguere sulla differenza tra "fair value" e "market price".
Dato che dopo questo suggerimento la risposta è ovvia, vi invito anche a motivarla (Cren,dai almeno mezza giornata agli altri..... aspettiamo contributi numerosi.... :D:D)


Skew bi dou ha scritto:
Un'azione scambiata sul mercato ha oggi un prezzo di 100.
Su questa azione esiste un'opzione call strike 100 con scadenza 1 anno.
Il tasso di interesse è lo 0% (ed in effetti non ci siamo molto lontani )

La probabilità dello stock di andare a 101 è 0.6
La probabilità dello stock di andare a 99 è 0.4

Quanto vale la call?
 

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