M5S aveva il dovere di provare a formare un governo, cosa che ha fatto. ma non a qualsiasi condizione. tant'è che ha chiesto a salvini di affrancarsi da berlusconi. e salvini ha detto di no. così come ha provato a chiedere al piddì di affrancarsi da renzi, ma anche questa votla la risposta è stata no. infine Di Maio ha fatto l'ultima proposta a salvini: se il problema per la formazione di un governo sono io, allora mi faccio da parte e va bene un premier terzo. ma anche questa volta salvini ha risposto picche perché - è evidente - da berlusconi non può o non vuole affrancarsi.
epperò rilevo che si continua a scrivere che il tutto è naufragato per le manie di grandezza di Di Maio, e questa la considero disonestà intellettuale per non dire di peggio.
Probabilmente una mania di grandezza non c'è, ma sicuramente c'è una scarsa comprensione del fatto che non c'è né una legge elettorale che premia le maggioranze relative, né un bipolarismo nella mente degli elettori (la stessa cosa vale per Salvini, naturalmente).
Ai bei tempi (quando c'era la lira, si svalutava, non c'erano Uber, Google, Facebook, E-Bay e Amazon, le auto andavano a carburatore, i vecchi solo raramente si ostinavano a vivere oltre gli 80 anni, le donne non si depilavano la ciuffina), pensi che De Mita adorasse Craxi e viceversa?
Io penso di no, eppure sapevano che, essendoci "due poli e mezzo", per avere una maggioranza parlamentare era necessario che uno dei due poli si alleasse con il mezzo.
E quindi i pentapartiti nascevano, e il PSI riusciva addirittura a sostenere governi di centro a livello nazionale e comuni di sinistra a livello locale!
Salvini e Di Maio, dopo aver proclamato la loro vittoria, non sono stati capaci di parlare
concretamente con degli interlocutori, altrimenti non saremmo qui.
Dal mio trascurabile punto di vista, in un sistema non bipolare, Di Maio non può permettersi di fare lo schizzinoso con B., così come B. non può permettersi di fare lo schizzinoso con Di Maio, così come Salvini non può permettersi di fare lo schizzinoso con il PD: occorre avere il coraggio di fare alleanze nelle quali si sa che
- non si realizzerà compiutamente il proprio programma (il che ha anche senso, visto che tale programma è stato scelto dal 32 al 37% degli elettori)
- si eviterà, in compenso, che l'alleato realizzi quei punti del proprio programma che risultano più insopportabili.
Un compromesso, insomma, nel bene e nel male, per difendere "il più possibile" gli interessi dei propri elettori.
Peraltro rimane nell'aria da sempre più tempo la mia domanda: ma dove NON c'era nemmeno da fare un compromesso, bensì solo realizzare dei punti in comune tra la maggioranza dei partiti eletti (abolizione del vincolo di pareggio dalla Costituzione, abolizione della legge sui vaccini, una legge elettorale non scritta "coi piedi"), chemminghia ha fatto la maggioranza parlamentare (che ci costa 20.000 euro al mese moltiplicato per circa mille persone)?
Votare una semplice frase costituita da 24 (ventiquattro) parole: "Il decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, coordinato con la legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119, è abolito con effetto immediato" era troppo difficile?