Leggete questo delizioso racconto. “3 ottobre Torino. Tram 13. Ore 18.05. Mi infilo appena tra la gente. Non ci si riesce a muovere. Sale un signore. Deve assolutamente obliterare il biglietto. In casi così di solito si evita, raggiungere la macchinetta è impossibile, e poi il controllore non si addentrerebbe mai in una tale selva di persone. Ma il suo spirito civico è più forte, come impedirglielo? La macchinetta funzionante è in fondo al tram. Una chimera. Lui agitato vuole arrivarci. Terrore generale. Io mi giro e lo fulmino con lo sguardo, poi per placare gli animi ed evitare il linciaggio, con il sorriso dico: "Senta, possiamo provare a fare una cosa, lo consideri quasi un test antropologico, mi dia il biglietto, io lo passo a quelli davanti a me che a loro volta lo passeranno a quelli davanti a loro fino alla macchinetta e vediamo cosa succede. Non posso garantire che tornerà indietro, ma perchè non provare?". Il signore aguzza lo sguardo, è una sfida, "Ok". Prendo il biglietto, spiego il tutto alla ragazza di fronte, e il biglietto parte. Vola sulle teste di tutti, percorre il tram di mano in mano, gente che si sussurra "passa avanti"! Una solidale catena di montaggio. E quasi per magia, dopo alcuni istanti torna indietro obliterato. Io sorrido. "Ecco a lei". "Sa cosa le dico? Conserverò questo biglietto, magari giocherò i numeri dell'ora e della data stampati adesso al lotto, è fortunato, e lei, lei, grazie, mi ricorderò". Questo è un megagalattico momento di intrascurabile felicità!"
La storiella è frutto della penna soave di una ragazza torinese, un racconto che piace tanto al padre da indurlo a mandarla alla Stampa nella sezione dedicata alla proposte dei lettori. Dopo qualche giorno, precisamente oggi, Massimo Gramellini, nella sua rubrica "Buongiorno", la riproduce quasi fedelmente, attribuendola alla propria, magica penna di corsivista. La vicenda è stata svelata dal blog di resistenza culturale al gramellinismo, "Buongiorno un *****". E la dice lunga sul giornalismo italiano dei Fazio, dei Cazzullo e dei Gramellini, possiamo dire che è il solito “tram tram". Tenetevi forte, e buona lettura.