Sono stato aggredito dalle femministe, quando ho fatto “Paprika”, perché la frase di lancio diceva “Tinto Brass riapre le case chiuse”. C’era, un giorno, un dibattito a Napoli, e loro sono entrate con dei gran rotoli nascosti, che poi hanno aperto e c’era scritto “Morte a Tinto”, una cosa che avevano fatto anche con Fellini. E la Banotti era salita sul palco, dove c’ero io con la Moana Pozzi ed altri, e mi hanno rovesciato addosso un cesto di ghiande. Le ghiande sono, per essere chiari, il cibo dei porci. E poi una mi ha dato un cazzotto, mi ha fatto volare gli occhiali. Erano delle virago, le “uomine” le chiamavano a Napoli. E mentre loro mi menavano, c’era Tinta, mia moglie, in prima fila che mi diceva “Faglielo vedere, tiralo fuori, faglielo vedere che scappano…