Criptovalute, operazioni sospette cresciute del 140% in un solo anno - Il Sole 24 ORE
29 giugno 2019
Cresce l’allarme riciclaggio sulle criptovalute. Tra il 2017 e il 2018 le segnalazioni di operazioni sospette (sos) ricevute dall’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia sono aumentate del 140%, passando da 208 a 499.
Il trend registra un incremento nel tempo: nel 2013 le sos erano appena due, nel 2014 erano 13, nel 2015 sono salite a 52 e nel 2016 hanno toccato quota 124. Numeri piccoli rispetto al totale delle operazioni sospette segnalate (98.030 nel 2018) ma tali da destare le preoccupazioni degli intermediari finanziari e della stessa Uif.
Fra il 1° gennaio 2013 e il 31 dicembre 2018 sono state inoltrate alla Uif 898 segnalazioni riconducibili a impieghi sospetti di valute virtuali. Oltre la metà è giunta lo scorso anno. La maggior parte delle segnalazioni è stata trasmessa da banche e Poste (95,5%), a cui si aggiungono - con una quota residuale - gli Istituti di pagamento e quelli che emettono moneta elettronica. Le segnalizioni di operazioni sospette si riferiscono prevalentemente a transazioni per la compravendita o per attività di trading di valute virtuali.
In molti casi il sospetto segnalato riguarda le modalità di costituzione della provvista impiegata in valute virtuali o la connessione dell’operatività con attività illecite, come ad esempio truffe e frodi informatiche.
I sospetti di finanziamento del terrorismo segnalati in connessione con l’utilizzo di valute virtuali sono stati 15 su 898.
Europol, l’agenzia per la lotta al crimine della Ue, nell’incontro del 23 maggio a Bucarest, ha risottolineato i pericoli legati alle transazioni con le criptovalute. Nel rapporto 2018 Europol afferma che «i riciclatori di denaro si sono evoluti e utilizzano le criptovalute nelle loro operazioni e sono sempre più facilitati da nuovi sviluppi come gli scambi decentrati che consentono compravendite senza alcuna necessità di conoscere il cliente».
Il ministero dell’Economia e delle finanze è al lavoro da oltre un anno per censire gli operatori del settore che, a regime, dovranno iscriversi in uno speciale registro tenuto dall’Oam (Organismo degli agenti e dei mediatori), per esercitare l’attività in Italia. A 16 mesi di distanza dal termine della consultazione pubblica dello schema di decreto, che ha raccolto le osservazioni provenienti da una trentina di operatori, il decreto non è ancora stato emanato.
Nel frattempo la Uif il 28 maggio, con una comunicazione, ha ricordato che «la crescente diffusione delle valute virtuali, il rischio di utilizzo distorto di detti strumenti e l'evoluzione del contesto normativo inducono a rinnovare la richiesta (...) di prestare massima attenzione nell’individuazione di operatività sospette connesse con valute virtuali».