fo64
Forumer storico
Cip1 ha scritto:eh si..le procure sono cieche....
Thyssen Krupp: responsabilità dei sindacati
Scritto da Paolo di Lautreamont
giovedì 10 gennaio 2008
Non amo seguire la demagogia delle sinistre e del socialismo di destra. Ho trovato sconveniente la speculazione sulla tragica morte di sette operai, morti in una maniera inumana e dolorosa. L’accento è stato posto sulle colpe, non sul dolore. C’è un tempo per le colpe e uno per il dolore. Chi scrive è un invalido del lavoro, scampato per miracolo alla morte, con una piccola invalidità permanente che mi valeva una mini rendita Inail, che ho abbandonato dopo un paio di anni perché non volevo “denaro dallo Stato”. Ora, a settimane dalla tragedia della Thyssen Krupp di Torino, è possibile tornare alla vicenda e cercare di capire cosa c’era di sbagliato nelle reazioni politiche e sociali e a chi si devono attribuire le responsabilità.
Se lo scrive il sig. Paolo di Lautreamont che la colpa vera è dei sindacati, che si preoccupavano dei posti di lavoro invece che delle sicurezza, allora sarà sicuramente la verità.
Leggendo qua e là in rete gli articoli sull'inchiesta risulta però qualche parere diverso, e la pensa diversamente - per fortuna aggiungo - la procura di Torino:
Dalle testimonianze dei dirigenti dell’Asl si apprende che alla Thyssen di Torino erano state contestate ben 116 violazioni alle norme di sicurezza.
Dall'inchiesta sono emersi i precedenti: due incendi nelle fabbriche del gruppo, uno a Torino nel 2003, l’altro in Germania, che pur senza fare vittime avrebbero dovuto allarmare i vertici della multinazionale. Ad allarmarsi, invece, sono state solo le compagnie assicurative, che elevarono da 30 a 100 milioni la franchigia, proprio perché Torino non si era ancora dotata dei dispositivi di sicurezza già in uso a Terni, come lo spegnimento automatico degli incendi.
«Prima dell´incidente - ha dichiarato nei giorni scorsi il capo del personale dell´acciaieria, Arturo Ferrucci - non ho mai letto comunicati sindacali sul tema della sicurezza». Esisteva invece un «libro bianco» scritto prima della tragedia, che sembra smentirlo. In cui si racconta addirittura di un´assemblea, convocata nel 2006, proprio sulla sicurezza: «Assemblea - ricorda il segretario della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - che ci era stata negata perché c´era stato un incendio in uno stabilimento Thyssen in Germania e non si poteva fermare la produzione».
Il libro bianco degli operai racconta di altre denunce cadute nel vuoto: non più tardi di novembre 2007 avevano avvisato formalmente i capiturno e il responsabile del personale che si era già verificato un problema agli estintori sia alla linea 5 sia al laminatoio 62. Per la cronaca, sono gli stessi estintori che i vigili del fuoco han trovato scarichi il giorno della tragedia.
Il quadro delle carenze emerso dall'inchiesta è allarmante.
Ai «forni di ricottura il personale viene spostato in altre aree del reparto con i forni accesi e per svolgere mansioni diverse rispetto all´incarico primario». Inoltre «è grave la mancanza di dispositivi antincendio, sia idranti che estintori, nella campata dei forni». Alla «linea 1 si verificano continue fuoriuscite di fumi dalla pallinatrice meccanica», una circostanza «più volte segnalata nel tempo all´Asl anche con testimonianze video e audio dei rappresentanti sindacali». L´incidente del 6 dicembre non era stato il primo: «Nella giornata del 15 novembre - scrivono gli operai - un analogo incidente si è verificato al reparto dei treni di laminazione». Anche in quella occasione gli estintori non avevano funzionato: «Erano presenti 8 estintori sigillati, in teoria funzionanti ma di fatto scarichi e sprovvisti di manometro». E anche quella volta, come poi sarebbe accaduto il 6 dicembre, «il sistema di allarme al servizio antincendio non aveva funzionato perché il telefono per chiamare la squadra funziona solo in ricezione».
Uno scenario da fabbrica sull´orlo della chiusura. E quando si sta per chiudere si mettono le toppe. Al «carro ponte 476 della linea 4 i comandi sono manomessi» e ci sono «crepe evidenti sulla struttura portante della carpenteria». Al carro ponte 541 della linea 5 (quella della tragedia) «la cabina è impraticabile per la rottura dei vetri dell´abitacolo e le incrostazioni di solfato di sodio sui comandi». Il carro ponte 602, quello che deve movimentare i rotoli di acciaio nel magazzino «è stato smontato nei primi giorni di novembre per essere trasferito a Terni. Ciò comporta che si è costretti a scaricare rotoli che pesano fino a 27 tonnellate con l´altro carro ponte che ha la portata massima di 22 tonnellate». La chiusura del rapporto è sconsolante: «Una notazione finale merita il fatto che lo stabilimento di Terni, omologo al nostro, è dotato su tutti gli impianti di laminazione di serbatoi di 500 litri di schiumogeno sempre collegati e pronti all´uso. Lo stabilimento di Torino è completamente sprovvisto di un impianto del genere».