grazie stato ladrone
previdenza pubblica fa affondare quella privata. Sembra questo il risultato della fusione dell'
Inpdap, l'ente previdenziale dei 
dipendenti pubblici, con l'
Inps, avvenuta con la 
manovra salva-Italia del 2011. Pare che l'ente dei lavoratori privati abbia ereditato dalla gestione pubblica un 
buco di 23 miliardi di euro dovuto al fatto che 
lo Stato non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Come il titolare di un'impresa familiare qualunque (con tutto il rispetto per le imprese familiari che i contributi li versano regolarmente). Il rischio è quello di 
non poter più pagare le pensioni a tutti i lavoratori.
Pensioni sicure solo per tre anni
L'allarme viene dal presidente dell'Inps, Antonio 
Mastrapasqua, che ha scritto un messaggio ai ministri 
Grilli e 
Fornero perché si prendano provvedimenti urgenti prima che la situazione giunga al collasso. "Il patrimonio netto (…) è sufficiente a sostenere una perdita per 
non oltre tre esercizi", scrive Mastrapasqua, secondo quanto riportato da 
il Fatto Quotidiano. In pratica 
fino al 2015, se non ci sono interventi radicali.
"Ulteriori problemi di liquidità" potrebbero incidere "sulla stessa correntezza delle prestazioni”. Cioè a dire: sul 
pagamento delle pensioni. Solo sei mesi fa lo stesso presidente dell'Inps cercava di rassicurare i lavoratori privati dichiarando: "
l'Inpdap non devasterà l'Inps".
Lo Stato, un evasore contributivo
Questa situazione è frutto dell'azione congiunta di 
diversi fattori. Uno è sicuramente la
 crisi economica e il drastico 
calo dell'occupazione (e di conseguenza della contribuzione). Le 
riserve dell'Inps che all'inizio del 2011 ammontavano a 41 miliardi di euro si sono ridotte a 15 miliardi, il 
64% in meno in due anni.
Ma un altro motivo - il più paradossale - è l'inadempimento di molte 
amministrazioni pubbliche che negli ultimi anni 
non hanno pagato i contributi previdenziali per il loro dipendenti. Con l'accorpamento avvenuto nel 2012, l'Inps ha 
ereditato dall'Ipdap un 
buco di bilancio spaventoso: 23,7 miliardi di euro di disavanzo. Una bomba a orologeria - già denunciata dall'Unione sindacale di base - che se esplodesse potrebbe far crollare l'intero sistema previdenziale italiano. 
(A.D.M.)