Consigli x investimento a media durata

Giuppy ha scritto:
6 flessibili non sono meglio di 4!
6 flessibili sono meglio di 4 se quei 6 flessibili hanno comportamenti differenti e tecniche di gestione differenti, hanno stili omogenei e sono decorrelati fra di loro....altrimenti si fan danni!
Hai ragione! Ma davo per scontato fondi con basso livello di correlazione con stile di gestione diversa, efficienti ed il piu' possibile complementari. In tal senso, spingendo al paradosso, 6 e' meglio di 4, 8 è meglio di 6, ecc. fino a saturare l'universo degli strumenti finanziari decorellati.
Giuppy ha scritto:
E come coloro che comprano materie prime, latin america e emerging europe dicendo che hanno fatto una buona diversificazione! Niente di più falso!
Anche qui hai ragione. Ma cosa cosa c'entra con quanto ho scritto? Non mi pare di aver mai scritto di acquistare titoli emergenti ed energetici!
Giuppy ha scritto:
Cmq mi sembra di capire da questo confronto che non riesco a trasmetterti il mio punto di vista. E ognuno di noi mantiene le proprie posizioni.
Fa nulla. Penso che quello che avevamo da dirti ce lo siamo detto.
Non condivido. Credo di aver acquisito molto da questo scambio di opinioni e te ne sono molto grato. :)
Giuppy ha scritto:
Il mio suggerimento riguardo a Carmignac era solo un esempio. Un esempio per farti capire che un flessibile è certamente molto meglio di due EFT (un'obbligazionario e un azionario).
Come ti ho scritto sopra non è sempre vero. Dipende dal tempo disponibile, competenza e strumenti a disposizione.
Giuppy ha scritto:
Se poi tu giudichi male Carmignac solo perchè a maggio si è difeso male allora abbiamo modi diversi di giudicare i gestori.
E' lapalissiano che un bravo gestore tende a privilegiare i mercati e i settori forti che sono i primi a stornare pesantemente nelle correzioni impulsive come quella di maggio. E certo un gestore non può di certo liquidare un portafoglio di MLD di EUR dalla sera alla mattina!
Carmignac è un ottimo fondo, uno dei pochi a gestione veramente attiva, che nella gestione tende sempre a privilegiare i mercati forti e immette nel proprio portafoglio quote non trascurabili di materie prime (utili nella gestione di un portafoglio per garantirsi quella componente filo-inflattiva necessaria ad avere rendimenti REALI positivi).
Il crollo di maggio ha riiguardato tutte le asset class interessando pesantemente i mercati forti e le materie prime. Ecco spiegato il cattivo comportamento di Carmignac e degli altri Flessibili.
Non ho parlato male dei Carmignac, anzi! Ho solo sintetetizzato con un aggettivo il comportamento dei fondi a fronte dello storno iniziato il 9 maggio. Altri fondi flessibili, con caratteristiche più difensive, hanno fatto di meglio in tale fase il che non significa che hanno sempre fatto di meglio rispetto alla suite dei Carmignac. Questo non l'ho mai scritto.
Giuppy ha scritto:
Anima FondoAttivo? Un fondo che usa uno stile efficiente ma è passivo!
I fondi Anima malgrado quello che vogliono far intendere loro sono passivi giocano solo con il benchmark (dichiarandone uno e operando con un altro) usando semplicemente stili efficienti e investendo tipicamente in titoli value coperti in valuta.

Un esempio di gestione attiva lo hai semplicemente guardando il comportamento di FondoAttivo e di Patrimoine negli ultimi 3 mesi caratterizzato da un mercato coralmente al rialzo tranne che per i bond. Patrimoine prima del crollo sopraperformava costantemente il benchmark mentre FondoAttivo per quasi due mesi non si è mosso con il mercato che andava su. Quando il mercato è venuto giù FondoAttivo è venuto giù!
Alla fine dei tre mesi Carmignac guadagna ugualmente di più rispetto a FondoAttivo.
Sostanzialmente vero! Tuttavia il FondoAttivo non l'ho messo in portafoglio come un esempio di efficienza, ma semplicemente per dimostare che al rendimento atteso del 6,75% circa su un orizzonte temporale >= 9 anni ci si puo' arrivare, su base statistica, con un banalissimo fondo senza lambiccarsi il cervello in 4 fondi flessibili.
Giuppy ha scritto:
Infine volevo dirti due cosette.
Tu consideri come strategia la difesa del tuo capitale in valore assoluto...infatti parli di rendimenti in modo assoluto.
Ho parlato di rendimento assoluto, ovvero di strategie indipendenti dal mercato, solo a difesa del capitale. Cio' non esclude la necessità di uno strumento complementare durante le fasi toro. Al momento, mi è parso di capire, che tale obiettivo si puo' perseguire solo accoppiando due strumenti finanziari complementari.
Giuppy ha scritto:
Per me il vero rischio è la perdita del potere d'acquisto e quindi il rendimento in maniera assoluta non mi interessa!
Se io oggi ho 100 euro a me interessa che fra 5 anni con i soldi che ho risco a comprare almeno le stesse cose di oggi!
Pertanto avere oggi il 3% non mi interessa se poi scopro che l'inflazione è più grande perchè in ogni caso ho distrutto capitale.
A mio parere qui il ragionamento si complica, poichè l'inflazione reale è probabilmente molto più elevata rispetto a quella ufficiale. Fino a qualche tempo fa, si leggeva e si parlava, di inflazione reale dell'ordine dell'8-10% (nel frattempo è cambiato qualcosa o semplicemnte non se ne parla più?). In questa ottica, tutti noi stiamo solo limitando la perdita del potere d'acquisto. Inoltre, quanto scrivi, innesca considerazioni ancor piu' complesse che ricadono nella propensione al rischio, nei comportamenti emotivi ed irrazionali ed altre considerazioni che ricadono nella cosidetta sfera della finanza comportamentale che è troppo soggettiva per essere affrontata con fondi, etf e numeri.
Giuppy ha scritto:
Parli, inoltre, di corporate... Ora gli spread sia dei corporate che degli emergenti sono minimi (o meglio un pò si sono allargati) ma secondo te cosa succederebbe se i tassi continuano a salire e l'azionario viene giù? Che fine fanno questi spread?
Quanto si perde in conto capitale?
Se i tassi continueranno a salire oltre ogni "umana" previsione (per ovvi motivi, sai benissimo che ciò non potrà accadere), paradossalmente, la situazione si semplifica... tutto obbligazionario come anni 80 fino a prima metà anni 90 quando i BOT rendevano tra l'8 ed il 12% se non oltre.
Giuppy ha scritto:
E concludo dicendo.
Quando calcoli la deviazione standard complessiva non è proprio corretto fare la somma delle deviazioni standard perchè la correlazione ti manda a pallino tutti i calcoli.

Ciao
G.
Vero! Tuttavia ho sempre parlato di calcoli approssimati (molto) per eccesso, mai in difetto. Nel generoso eccesso, credo, che l'eventuale correlazione tra le volatilità delle due asset class sia tranquillamente riassorbile in esso.
Cordialmente. :)
 
ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
6 flessibili non sono meglio di 4!
6 flessibili sono meglio di 4 se quei 6 flessibili hanno comportamenti differenti e tecniche di gestione differenti, hanno stili omogenei e sono decorrelati fra di loro....altrimenti si fan danni!
Hai ragione! Ma davo per scontato fondi con basso livello di correlazione con stile di gestione diversa, efficienti ed il piu' possibile complementari. In tal senso, spingendo al paradosso, 6 e' meglio di 4, 8 è meglio di 6, ecc. fino a saturare l'universo degli strumenti finanziari decorellati.

Si certo ma man mano che cresce il numero di fondi che metti insieme aumentano le difficoltà di assembramento.
Mi sembrava doveroso precisare il concetto anche per non indurre in errore il generico utente che leggendo il post traeva conclusioni forse non del tutto corrette.


ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
E come coloro che comprano materie prime, latin america e emerging europe dicendo che hanno fatto una buona diversificazione! Niente di più falso!
Anche qui hai ragione. Ma cosa cosa c'entra con quanto ho scritto? Non mi pare di aver mai scritto di acquistare titoli emergenti ed energetici!

Non c'entra nulla. Questa frase era una continuazione della precedente (infatti inizia per "E come coloro....") proprio per dar maggior forza al concetto che avevo illustrato nel periodo precedente.



ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
Cmq mi sembra di capire da questo confronto che non riesco a trasmetterti il mio punto di vista. E ognuno di noi mantiene le proprie posizioni.
Fa nulla. Penso che quello che avevamo da dirti ce lo siamo detto.
Non condivido. Credo di aver acquisito molto da questo scambio di opinioni e te ne sono molto grato. :)

Beh allora sono contento di essermi sbagliato.
Io ho provato a studiare il tuo punto di vista. L'ho guardato sotto mille luci ma come lo guardo lo guardo la cosa fa sempre acqua!
Ecco perchè, in un certo senso, insisto cercando di farti comprendere in tutti i modi i concetti che ho in mente. E bada bene con questo non voglio dire che io ho ragione e tu hai torto...voglio solo farti riflettere.


ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
Il mio suggerimento riguardo a Carmignac era solo un esempio. Un esempio per farti capire che un flessibile è certamente molto meglio di due EFT (un'obbligazionario e un azionario).
Come ti ho scritto sopra non è sempre vero. Dipende dal tempo disponibile, competenza e strumenti a disposizione.

Mi sembra, invece, di averti dimostrato il contrario.
Carmignac Patrimoine su un arco temporale di molti anni ha battuto con una certa costanza il benchmark. Quindi....


ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
Se poi tu giudichi male Carmignac solo perchè a maggio si è difeso male allora abbiamo modi diversi di giudicare i gestori.
E' lapalissiano che un bravo gestore tende a privilegiare i mercati e i settori forti che sono i primi a stornare pesantemente nelle correzioni impulsive come quella di maggio. E certo un gestore non può di certo liquidare un portafoglio di MLD di EUR dalla sera alla mattina!
Carmignac è un ottimo fondo, uno dei pochi a gestione veramente attiva, che nella gestione tende sempre a privilegiare i mercati forti e immette nel proprio portafoglio quote non trascurabili di materie prime (utili nella gestione di un portafoglio per garantirsi quella componente filo-inflattiva necessaria ad avere rendimenti REALI positivi).
Il crollo di maggio ha riiguardato tutte le asset class interessando pesantemente i mercati forti e le materie prime. Ecco spiegato il cattivo comportamento di Carmignac e degli altri Flessibili.
Non ho parlato male dei Carmignac, anzi! Ho solo sintetetizzato con un aggettivo il comportamento dei fondi a fronte dello storno iniziato il 9 maggio. Altri fondi flessibili, con caratteristiche più difensive, hanno fatto di meglio in tale fase il che non significa che hanno sempre fatto di meglio rispetto alla suite dei Carmignac. Questo non l'ho mai scritto.

Un fondo con le caratteristiche di Carmignac non poteva comportarsi in modo diverso nel "crollo" del 9 maggio.
Alpha ha retto meglio il crollo perchè ha caratteristiche molto diverse.
MC Best Fund, altro flessibile, per esempio ha avuto anch'esso un risultato poco felice nell'ultimo mese e mezzo.

Cmq non giudico mai un fondo su come si comporta in uno storno. Ci vuole un periodo più lungo dove si nota come affronta il mercato.


ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
Anima FondoAttivo? Un fondo che usa uno stile efficiente ma è passivo!
I fondi Anima malgrado quello che vogliono far intendere loro sono passivi giocano solo con il benchmark (dichiarandone uno e operando con un altro) usando semplicemente stili efficienti e investendo tipicamente in titoli value coperti in valuta.

Un esempio di gestione attiva lo hai semplicemente guardando il comportamento di FondoAttivo e di Patrimoine negli ultimi 3 mesi caratterizzato da un mercato coralmente al rialzo tranne che per i bond. Patrimoine prima del crollo sopraperformava costantemente il benchmark mentre FondoAttivo per quasi due mesi non si è mosso con il mercato che andava su. Quando il mercato è venuto giù FondoAttivo è venuto giù!
Alla fine dei tre mesi Carmignac guadagna ugualmente di più rispetto a FondoAttivo.
Sostanzialmente vero! Tuttavia il FondoAttivo non l'ho messo in portafoglio come un esempio di efficienza, ma semplicemente per dimostare che al rendimento atteso del 6,75% circa su un orizzonte temporale >= 9 anni ci si puo' arrivare, su base statistica, con un banalissimo fondo senza lambiccarsi il cervello in 4 fondi flessibili.

Scusami.
Vado sul sito di anima (www.fondianima.it) e guardo lo storico di FondoAttivo. Prendo i rendimenti annuali dal 1996 al 2005. Calcolo il rendimento medio che risulta pari al 13,68% che corrisponde a un rendimento annualizzato del 10% circa.
Quindi il contributo al rendimento totale è del 4% che sommato al 2.1% ipotizzato sui titoli a breve fanno poco più del 6%...obbiettivo quasi raggiunto.
Sempre con Excel calcolo la deviazione standard e trovo che su un arco di 10 anni ho il 15,67% (il doppio di quella da te indicata) che commisurata al peso diventa del 6,3%.
Se facciamo le ipotesi di raddoppiare la deviazione standard per compensare le correlazioni fra le componenti obbligazionarie e il fondo andiamo ben oltre il 9%.
Cmq è solo un esercizio....


ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
Infine volevo dirti due cosette.
Tu consideri come strategia la difesa del tuo capitale in valore assoluto...infatti parli di rendimenti in modo assoluto.
Ho parlato di rendimento assoluto, ovvero di strategie indipendenti dal mercato, solo a difesa del capitale. Cio' non esclude la necessità di uno strumento complementare durante le fasi toro. Al momento, mi è parso di capire, che tale obiettivo si puo' perseguire solo accoppiando due strumenti finanziari complementari.

Giuppy ha scritto:
Per me il vero rischio è la perdita del potere d'acquisto e quindi il rendimento in maniera assoluta non mi interessa!
Se io oggi ho 100 euro a me interessa che fra 5 anni con i soldi che ho risco a comprare almeno le stesse cose di oggi!
Pertanto avere oggi il 3% non mi interessa se poi scopro che l'inflazione è più grande perchè in ogni caso ho distrutto capitale.
A mio parere qui il ragionamento si complica, poichè l'inflazione reale è probabilmente molto più elevata rispetto a quella ufficiale. Fino a qualche tempo fa, si leggeva e si parlava, di inflazione reale dell'ordine dell'8-10% (nel frattempo è cambiato qualcosa o semplicemnte non se ne parla più?). In questa ottica, tutti noi stiamo solo limitando la perdita del potere d'acquisto. Inoltre, quanto scrivi, innesca considerazioni ancor piu' complesse che ricadono nella propensione al rischio, nei comportamenti emotivi ed irrazionali ed altre considerazioni che ricadono nella cosidetta sfera della finanza comportamentale che è troppo soggettiva per essere affrontata con fondi, etf e numeri.

E se i mercati dove vai a investire cominciano a comportarsi come il giappone e dopo più di 20 anni siamo a un terzo del valore come ti metti?
Come vedi se ti indicizzi rischi grosso....

La giusta ricetta non esiste. O meglio io non ce l'ho!
Sicuramente se voglio battere il mercato e avere una seppur minima speranza di trarci un vantaggio non devo certo "copiarlo".

E poi mi devi spiegare cosa te ne fai di un BOT al 10% (come nel 90 per esempio) se poi l'inflazione è superiore.
Hai guadagnato si il 10%....ma è solo virtuale in quanto il tuo capitale si è svalutato perchè non hai mantenuto il potere d'acquisto!

E questa la vera perdita per l'investitore e noto che ancora molti...forse troppi non ne hanno preso coscenza!

Non si tratta di finanza comportamentale si tratta di dura e cruda realtà!
Un anno fa la gente pensando che il ciclo delle borse fosse giunto al termine ha disinvestito e comprato BOT con interessi netti inferiori e anche non poco il 2%. Oggi scopriamo che l'inflazione è quasi al 2,5%.
Ma quei tizi sono convinti di aver fatto un buon affare...e invece non è così! E non lo dico io...lo dicono i numeri!


Giuppy ha scritto:
Parli, inoltre, di corporate... Ora gli spread sia dei corporate che degli emergenti sono minimi (o meglio un pò si sono allargati) ma secondo te cosa succederebbe se i tassi continuano a salire e l'azionario viene giù? Che fine fanno questi spread?
Quanto si perde in conto capitale?
Se i tassi continueranno a salire oltre ogni "umana" previsione (per ovvi motivi, sai benissimo che ciò non potrà accadere), paradossalmente, la situazione si semplifica... tutto obbligazionario come anni 80 fino a prima metà anni 90 quando i BOT rendevano tra l'8 ed il 12% se non oltre. [/quote]

La situazione non si semplifica affatto...leggi sopra!

Ecco un altro spunto di riflessione....
1103288742rendimenti171204.jpg


ppkey ha scritto:
Giuppy ha scritto:
E concludo dicendo.
Quando calcoli la deviazione standard complessiva non è proprio corretto fare la somma delle deviazioni standard perchè la correlazione ti manda a pallino tutti i calcoli.

Ciao
G.
Vero! Tuttavia ho sempre parlato di calcoli approssimati (molto) per eccesso, mai in difetto. Nel generoso eccesso, credo, che l'eventuale correlazione tra le volatilità delle due asset class sia tranquillamente riassorbile in esso.
Cordialmente. :)

Ciao
G.
 
Giuppy ha scritto:
Si certo ma man mano che cresce il numero di fondi che metti insieme aumentano le difficoltà di assembramento.
Certo che si. Si trattava di un paradosso solo per dimostrare che 'idealmente' la diversificazione su tutti i possibili strumenti finanziari decorellati ed efficienti, non può che aumentare il rendimento atteso e ridurre la volatilità dell'investimento.
Giuppy ha scritto:
Io ho provato a studiare il tuo punto di vista. L'ho guardato sotto mille luci ma come lo guardo lo guardo la cosa fa sempre acqua!
Ecco perchè, in un certo senso, insisto cercando di farti comprendere in tutti i modi i concetti che ho in mente. E bada bene con questo non voglio dire che io ho ragione e tu hai torto...voglio solo farti riflettere.
Questa non l'ho capita. Al netto di piccole discrepanze, tipo 4 flessibili invece che 2, e di un aspetto molto piu' importante che riprenderò a fine intervento, siamo arrivati alla stessa conclusione (***). Forse rimaniamo discordi sulla quota obbligazionaria, ma qui entrano in gioco fattori di natura troppo soggettiva per essere discussi in un forum. Per il resto non vedo cosa dovrei comprendere se stiamo dicendo le stesse cose e non vedo ragione per cui la mia composizione di flessibili decorellati fa acqua mentre la tua è ben strutturata! Mah ...
Giuppy ha scritto:
Carmignac Patrimoine su un arco temporale di molti anni ha battuto con una certa costanza il benchmark. Quindi....
Ho forse scritto il contrario? No, ho solo scritto che ha reagito "maluccio" allo storno di maggio 2006 e null'altro.
Giuppy ha scritto:
Cmq non giudico mai un fondo su come si comporta in uno storno. Ci vuole un periodo più lungo dove si nota come affronta il mercato
Concordo.
Giuppy ha scritto:
Vado sul sito di anima (www.fondianima.it) e guardo lo storico di FondoAttivo. Prendo i rendimenti annuali dal 1996 al 2005. Calcolo il rendimento medio che risulta pari al 13,68% che corrisponde a un rendimento annualizzato del 10% circa.
Quindi il contributo al rendimento totale è del 4% che sommato al 2.1% ipotizzato sui titoli a breve fanno poco più del 6%...obbiettivo quasi raggiunto.
Sempre con Excel calcolo la deviazione standard e trovo che su un arco di 10 anni ho il 15,67% (il doppio di quella da te indicata) che commisurata al peso diventa del 6,3%.
Se facciamo le ipotesi di raddoppiare la deviazione standard per compensare le correlazioni fra le componenti obbligazionarie e il fondo andiamo ben oltre il 9%.
Cmq è solo un esercizio....
Ho fatto lo stesso esercizio su un periodo più lungo di 12 anni (1994 - 2006) ottenendo un rendimento medio del 13,5% (12%) e deviazione standard del 13,5% in percentuale 4,8% e 5,4% rispettivamente. A mio parere non è ragionevole raddoppiare la deviazione standard per il fatto che la quota obbligazionaria è parzialmente correlata con la composizione di FondoAttivo. Al limite e con molta generosità, si potrebbe ipotizzare un 50% in più (ma non è eccessivo???) ottenendo una volatilità poco piu' del 9% (parlavo di raddoppiarla quando conoscevo la volatilità relativa ai soli ultimi 3 anni e non la volatilità calcolata su 12 anni). In definitiva, rendimento atteso=6,9% e deviazione standard=9,3% ... i conti quadrano (si fa per dire ... ).
Anche questo, è solo un esercizio da cinque minuti su un excel, e come tale va accolto.

Giuppy ha scritto:
E se i mercati dove vai a investire cominciano a comportarsi come il giappone e dopo più di 20 anni siamo a un terzo del valore come ti metti?
Come vedi se ti indicizzi rischi grosso....
Sul Nikkei 225? Mi sembra di aver sempre parlato di alta diversificazione geografica e settoriale, non a caso sono partito dal MSCI World + MSCI EM/Commodity... piu' diversificati di così!

Giuppy ha scritto:
E poi mi devi spiegare cosa te ne fai di un BOT al 10% (come nel 90 per esempio) se poi l'inflazione è superiore.
Hai guadagnato si il 10%....ma è solo virtuale in quanto il tuo capitale si è svalutato perchè non hai mantenuto il potere d'acquisto!
E questa la vera perdita per l'investitore e noto che ancora molti...forse troppi non ne hanno preso coscenza!
Ragionamento corretto, ma l'esempio è fuorviante. I Bot people, tra metà degli anni 80 fino a metà degli anni 90, per molti anni, hanno incassato rendimenti dal 10% al 20% dai BOT con inflazione anche sotto il 5%. Questa, peraltro, è una delle ragioni storiche per cui lo stato italiano si è tanto indebitato durante quel periodo. Questo oggi non può più accadere, come non accadrà mai più di avere inflazione al 5% e rendimento dei titoli di stato al 20%! Ergo i tassi Bce non potranno crescere esponenazialmente, come accennavi nel post precedente, pena l'affossamento di tutti i mercati finanziari e questo, credo, che non sia nell'interesse di nessuno.
Giuppy ha scritto:
Non si tratta di finanza comportamentale si tratta di dura e cruda realtà!
Non condivido!
Giuppy ha scritto:
Un anno fa la gente pensando che il ciclo delle borse fosse giunto al termine ha disinvestito e comprato BOT con interessi netti inferiori e anche non poco il 2%. Oggi scopriamo che l'inflazione è quasi al 2,5%.
Ma quei tizi sono convinti di aver fatto un buon affare...e invece non è così! E non lo dico io...lo dicono i numeri!
La forte correzione di maggio nessuno poteva prevederla anche se un pò tutti sapevano che presto o tardi sarebbe arrivata. I vari guru della finanza mondiale ne parlavano con insistenza da oltre un anno... alla fine e' arrivata! Qui stai facendo dietrologia: è facile affermare a consuntivo che è stato da "fessi" o da sprovveduti uscire lo scorso anno, come è altrettanto facile dire oggi che è da fessi non essere usciti a fine aprile 2006. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, ed in assenza di certezze valgono le solite considerazioni di buon senso basate sulla propensione al rischio del risparmiatore.
Giuppy ha scritto:
Ecco un altro spunto di riflessione....
Qui mi riaggancio al punto (***) lasciato in sospeso sopra. Questa tabella (come peraltro buona parte delle pubblicazioni di Siegel) già la conoscevo molto bene. Sebbene sia realizzata su base statistica e come tale potrebbe non aver alcun valore (parte dal 1802!?!), appare evidente che l'investimento azionario 'puro e semplice' ha statisticamente ritorno reale dopo circa 20 anni (nel caso peggiore mentre per l'obbligazionario a breve/indicizzato rimane qualche dubbio anche dopo 20 anni. Partendo da questa tabella e da molte altre considerazioni statistiche di Siegel, mi sono fatto l'idea che investire su un indice a largo spettro (msci world), lasciarlo nel cassetto reinvestendo i dividendi, alla lunga, dovrebbe avere ritorni reali molto elevati. Sulla base di queste considerazioni ed avendo un orizzonte temporale molto lungo, avevo pensato al portfolio descritto nel primo intervento. Come vedi, non era realizzato a caso, ma aveva come basi strutturali i risultati dell'analisi di Siegel & soci.
Cordialmente.
 
Contrariamente a quanto pensano in molti (vedo che anche tu la pensi in questo modo) effetturare una diversificazione, intendendo per diversificazione l'acquisto di prodotti fra loro decorrelati, non vuol dire aumentare il rendimento del portafoglio ma semplicemente avere un portafoglio meno rischioso.
Effettuando una cattiva diversificazione, cioè acquistando prodotti fra loro molto correlati o assemblati a caso, porta certamente un aumento del rischio.

Giuppy ha scritto:
E se i mercati dove vai a investire cominciano a comportarsi come il giappone e dopo più di 20 anni siamo a un terzo del valore come ti metti?
Come vedi se ti indicizzi rischi grosso....

Io non ho detto che tu vai a investire sul Nikkey.
Ho detto che se i mercati dove vai a investire si comportano come il giappone.
In altre parole se investi in obbligazioni europee e nell'MSCI e il mondo occidentale si comporterà per 20 anni come il Nikkey che fai?
In fondo gli elementi di crisi sono sotto gli occhi di tutti.

Se conoscevi gli studi di Siegel e hai interpretato correttamente la tabella hai capito che investendo in obbligazioni non hai mai la certezza, qualunque SIA L'ORIZZONTE temporale, di avere un ritorno positivo.

Se è vero che hai strutturato il tuo portafoglio sulla base di questi studi non capisco il criterio...
Un portafoglio 60% obbligazioni a breve e 40% azioni, a 20 anni, ha una forchetta pari a 10.02 -1.4 pertanto non hai la certezza che investendo in un portafoglio 60/40 ottieni dopo 20 anni un rendimento positivo! E ti pare poco?

Ripeto ancora una volta quello che cerco di dire dal primo post.
Se ti indicizzi al mercato potrai al massimo fare come il mercato o peggio.

Usando un approccio più efficiente facendo uso di strategie dinamiche o total return ti puoi aspettare di far meglio del mercato.
E se ben assembli il tutto puoi attenderti rendimenti reali positivi assumendoti un rischio molto controllato su un orizzonte temporale più breve rispetto all'orizzonte temporale lunghissimo e all'alta volatilità tipici dei mercati azionari affrontati con strategia buy&Hold.

Ciao
G.
 
Giuppy ha scritto:
Io non ho detto che tu vai a investire sul Nikkey.
Ho detto che se i mercati dove vai a investire si comportano come il giappone.
In altre parole se investi in obbligazioni europee e nell'MSCI e il mondo occidentale si comporterà per 20 anni come il Nikkey che fai?
In fondo gli elementi di crisi sono sotto gli occhi di tutti.
Certamente, ma gli indici MSCI World + l'indice MSCI EM e/o commodity (aggiungo inoltre anche una % di fondi immobiliari per completare il quadro) sono il top della diversificazione settoriale/geografica. Di questo ho sempre parlato fin dall'inizio del thread e non per aumentare il rendimento quanto per ridurre il rischio.
Giuppy ha scritto:
Se conoscevi gli studi di Siegel e hai interpretato correttamente la tabella hai capito che investendo in obbligazioni non hai mai la certezza, qualunque SIA L'ORIZZONTE temporale, di avere un ritorno positivo.

Se è vero che hai strutturato il tuo portafoglio sulla base di questi studi non capisco il criterio...
Un portafoglio 60% obbligazioni a breve e 40% azioni, a 20 anni, ha una forchetta pari a 10.02 -1.4 pertanto non hai la certezza che investendo in un portafoglio 60/40 ottieni dopo 20 anni un rendimento positivo! E ti pare poco?
Non ho strutturato l'asset allocation in base a quanto ho ipotizzato nel primo intervento. Anche a fronte di questo confronto, ritengo che un approccio basato su un portafoglio diversificato in obbligazioni + una coppia di flessibili ben assortiti ed effienti, sia piu' adatta alle mie esigenze (era l'alternativa che avevo in mente per la parte azionaria o presunta tale).

Siegel, in qualche circostanza, si è dilettato nell'effettuare esercizi di statistica, partendo dal presupposto che i dati storici sono una base per prevedere il futuro (oltre a diverse altre considerazioni che sono alla base dell'analisi tecnica). In diverse circostanze ha anche trovato riscontri, in molti altri casi no! D'altronde confrontare i dati del 1802 con quelli del 2006 non è che abbia molto senso.
Giuppy ha scritto:
Ripeto ancora una volta quello che cerco di dire dal primo post.
Se ti indicizzi al mercato potrai al massimo fare come il mercato o peggio.
Agisco in base a ciò che leggo, studio ed acquisisco ed in funzione dei miei limiti psicologici/comportamentali. Non ho altre certezze!
Giuppy ha scritto:
Usando un approccio più efficiente facendo uso di strategie dinamiche o total return ti puoi aspettare di far meglio del mercato.
E se ben assembli il tutto puoi attenderti rendimenti reali positivi assumendoti un rischio molto controllato su un orizzonte temporale più breve rispetto all'orizzonte temporale lunghissimo e all'alta volatilità tipici dei mercati azionari affrontati con strategia buy&Hold.
In conclusione, suggerisci un mix di flessibili ben assemblati basati su Carmignac Patrimoine e cos'altro? Carmignac lo trovo su IW Bank... gli altri e quali altri li trovo sempre su IW Bank? Se si, domani mi attrezzo per aprire un conto...
Grazie per le informazioni e per il prezioso aiuto :)
 
Si, in conclusione consiglio un mix di flessibili.
Se scelti oculatamente ti permettono di non vivere passivamente il mercato.

Il mix dipende dalle tue esigenze complessive. Non so se trovi tutto su IW Bank.
Certamente su IW Bank trovi case come Alpha, Carmignac, Pharus, ecc.. ma ahime non trovi ancora prodotti come i Dynarbitrage di CAAM ovvero case come GLG, MC, Raffeinsen.

In ogni caso con quello che c'è su IW puoi fare un buon mix di flessibili...magari coprendoli anche un pò nel caso la tua avversione alla volatilità lo richiedesse.

Ciao
G.
 
Giuppy ha scritto:
Si, in conclusione consiglio un mix di flessibili.
Se scelti In ogni caso con quello che c'è su IW puoi fare un buon mix di flessibili...magari coprendoli anche un pò nel caso la tua avversione alla volatilità lo richiedesse.
Cosa intendi esattamente con: "magari coprendoli anche un pò nel caso la tua avversione alla volatilità lo richiedesse"
Grazie per le informazioni.
:)
 
Che facendo un portafoglio ben bilanciato e con un mercato di riferimento ben definito puoi vendere parte del mercato di riferimento così da abbassare il beta (e un pò il rendimento ovviamente) ottenendo così un portafoglio efficiente dalla volatilità molto controllata.

Ciao
G.
 
Giuppy ha scritto:
Che facendo un portafoglio ben bilanciato e con un mercato di riferimento ben definito puoi vendere parte del mercato di riferimento così da abbassare il beta (e un pò il rendimento ovviamente) ottenendo così un portafoglio efficiente dalla volatilità molto controllata.

Ciao
G.
Non mi è chiaro cosa intendi dire. Organizzando il portafoglio con strumenti flessibili efficienti e poco correlati, mi aspetta un beta (medio) che varia elasticamente in funzione del mercato. In altre parole, mercato in rialzo beta > 1, mercato in discesa beta < 1, mercato stabile ma con attese incerte beta = 1. La differenza mi aspetto che la faccia l'alpha dei fondi flessibili messi in portfolio... questa mi pare che sia la strategia che mi stai proponendo o no?
Realizzare un portafoglio efficiente ossia che si collochi sulla frontiera efficiente ( intendevi questo per portafoglio efficiente?) è un po' complesso con fondi "nuovi" privi di deviazione standard, rendimento medio e livello di correlazione su una serie storica significativa.
Thanks :)
 
Da assiduo frequentatore del forum di FinanzaOnLine quale tu sei sai BENISSIMO cosa intendo.

Li ci sono almeno un paio di portafogli che fanno al caso tuo.

Ciao
G.
 

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