COSA FAI NELLA VITA?

Ci sono un italiano un francese e un libico. L'italiano dà 5 mld al libico per fermare gli immigrati. Il libico dà 5 milioni al francese per farsi eleggere, il francese eletto bombarda il libico e ci lascia gli immigrati sugli scogli in Italia. Risate con la tedesca.

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Veramente senza fine. Esiste anche questa categoria di dementi .......chissà dove toccheremo il fondo.

Il leader della Lega, impegnato in questi giorni a sbrogliare la matassa sulle presidenze della camere e della nascita del governo,
era andato a comprare un gelato in una gelateria in piazzale Siena a Milano.

Una delle commesse, però, si è rifiutata di creare un cono al segretario del Carroccio.

E da lì è scoppiata la polemica.

Su Facebook, infatti, una signora che si è presentata come la madre della ragazza ha accusato Salvini
di aver telefonato alla gelateria per far licenziare la commessa.
"Signor Matteo Salvini - si legge nel post di Cristina, ora cancellato - sono la mamma della ragazza che serviva al banco
di Piazzale Siena a Milano in cui lei si è recato nel pomeriggio del 20 marzo. Desidero informarla che a seguito che lei ha fatto
alla titolare del negozio in quanto non soddisfatto del servizio da parte di mia figlia, mia figlia ha perso il lavoro".

Visto il "polverone" che si tava alzando, la gelateria Baci Sottozero è stata costretta a rispondere sulla sua pagina Facebook.

"Non capisco questo accanimento - si legge nel post - i fatti sono i seguenti:
la ragazza (in prova) si è rifiutata di servire un cliente (Salvini in questo caso) per ideologie politiche,
dunque è stata ripresa dalla direzione come giusto che sia credo.
Il suo comportamento ci é stato riferito dai colleghi in turno con lei.
Durante la discussione si è tolta la divisa e se n'è andata abbandonando il posto di lavoro a metà turno
esclamando cose che poco hanno a che vedere con il nostro lavoro".

Smentita la telefonata del leader del carroccio:
"Nessuna chiamata di Salvini ma scherziamo!", si legge su Facebook (telefonata smentita anche dal diretto interessato).
Non solo. Perché secondo quanto scrive Baci Sottozero su Facebook, "non c'è stato nessun licenziamento.
Da noi può essere servito chiunque con qualunque ideologia politica o culturale e quando la cosa cosa è stata fatta notare alla signorina,
lei se n'è andata lasciando i suoi colleghi e il posto di lavoro".
 
Mia idea, per carità. Personale.
Ma perchè - invece che cercare le streghe di 70 anni fa, che poi valgono sì e no lo 0,5% - non si fa una bella pulizia
nei centri sociali ? ......Ah, dici che non si può fare. Allora - soluzione due - perchè
dare voce a chi fu partecipe di stragi ? .....Ah dici che non si può fare. Sono dalla parte del popolo. Ah ?

Le iniziali BR sono state scritte con della vernice rossa sulla lapide che ricorda le vittime di Via Fani, dove il 16 marzo 1978 fu rapito Aldo Moro
 
Social network, ci si fanno un sacco di soldi, montagne di soldi.

E ci si fa politica, tanta e tosta politica. Ma senza dirlo, men che mai facendolo vedere.
E come si fa a far politica, a smuovere la politica, a cambiare i connotati della politica
senza neanche dar mostra di parlar di politica? Ecco, più o meno, come si fa.

Metti che un’intera nazione sia una sola strada, una gigantesca main street con i suoi edifici ai lati:
il supermercato, i palazzi residenziali, il parcheggio, il parco verde, il centro pubblico, i negozi, i bar, i ristoranti, la pompa di benzina, la chiesa…

E metti che un gruppo di abitanti della grande main street, non importa quanto grande sia il gruppo,
decida di far fuori per via politica ed elettorale lo sceriffo o il prete o anche solo il gestore del parking o il direttore del supermarket.

Metti che tu ci abiti e ci vivi in quella gigantesca main street.
A al mattino, quasi ogni mattina che esci di casa, trovi al parabrezza dell’auto o infilato tra finestrino e sportello un bigliettino con sopra scritto:
questo parcheggio è fatto con asfalto pagato a una ditta mafiosa, ricordatelo.

Attenzione, il bigliettino non è firmato da una qualsiasi astratta entità, un comitato, un partito, qualcosa di politico di cui diffideresti per istinto.
E non è neanche anonimo il bigliettino. E’ firmato con un nome e cognome di un cittadino, un abitante della gigantesca main street, uno come te.
Non stai lì a pensare che quel nome e cognome non corrisponde in realtà a una persona in carne e ossa, hai la sensazione che a scriverlo sia stato appunto uno come te.
E il giorno dopo e l’altro ancora, ancora bigliettini di altri come te. Ti senti perfino considerato nel riceverli, considerato e consolato perché tu, proprio tu,
con un gestore di parcheggi hai avuto prima una lite e poi addirittura una causa civile in corso.

Metti che tu, nella confezione dei biscotti preferiti che acquisti al supermarket, proprio quella che compri sempre e ti piace di più,
trovi bigliettini che ti dicono che il direttore del supermarket è in amicizia e combutta con quello dell’asfalto mafioso nel parcheggio.
Fanno affari assieme, sta scritto sui bigliettini. Scritti non da un altro direttore di supermarket che non ci crederesti.
Ma scritti da gente che si firma: il primo racconta di averli visti insieme una volta nel magazzino sul retro.
Poi lo scrive un altro e un altro e un altro e un altro. Come può essere non vero se li hanno visti in tanti, se in tanti hanno visto la stessa cosa?

Metti che nella cassetta delle lettere trovi ogni giorni un foglio che ti avverte e spiega:
il palazzo è minacciato da infiltrazioni d’acqua, il sindaco e lo sceriffo fanno finta di non saperlo.
Perché tengono il sacco al costruttore e padrone del palazzo. Tu magari non ci credi,
ma arrivano fogli con sopra l’opinione di ingegneri e geometri che denunciano l’omertà di ingegneri e geometri ufficiali.

Metti che ogni giorno al telefono qualcuno ti racconta che come no, certo che li ha visti sindaco,
sceriffo e prete e padrone del parcheggio e direttore del supermarket fare baldoria e cordata in un hotel fuori main street.
E metti che subito arrivino via mai, telefonate, sms, wathsapp conferme dell’avvistamento.
Conferme da gente come te. Che fai? Non ci credi? Fai il pecorone? Non ti muovi? Li lasci fare, li lasci al potere questi delle caste e del sistema?

Ecco, si fa così a cambiare i connotati alla politica per via di social network.
Si organizza una pioggia crescente di bigliettini sul vetro dell’auto, messaggio nel pacco biscotti preferito, fogli in cassetta lettere…

Una centrale li produce ma non li firma certo.

La firma è reale ma non corrisponde ad alcun essere reale. O meglio, l’essere reale che confezione i messaggi è uno, ma produce cento, mille, diecimila firme.
Che a loro volta si moltiplicano e quindi per via di numero acquistano massa e sembianza di realtà, opinione, volontà di popolo, voto popolare.

Ecco come si fa e come si è fatto molto di recente in vari paesi e varie elezioni.
Qualcosa del genere si è sempre fatto e si è sempre provato a fare ben prima che nascesse Internet
e perfino prima che si instaurasse il sistema per cui il popolo vota a suffragio universale.
La costruzione e manipolazione della pubblica opinione e del consenso sono vecchie quanto l’umanità.
Se ne sono via via incaricati i sacerdoti di qualunque culto, anche pre cristiano, poi nobili e cavalieri, quindi giornalisti e romanzieri…

Funzionava, sono secoli e millenni che la pubblica opinione viene formata e formattata.
Però la novità, non da poco, è che, fino all’avvento e dominio dei social network, se uno voleva sapere chi formava e formattava poteva saperlo.
E se se lo domandava, se aveva ingegno e voglia di domandarselo, poteva sapere che a fare il lavoro era qualcuno o qualcosa (buono o cattivo) ma altro da sé.

Invece con il social network la grande novità è che appare che a formare e formattare l’opinione pubblica e la gente sia…l’opinione pubblica e la gente.

E’ finora nella storia della politica e delle genti la migliore e più efficace ed elaborata e potente forma
di quello che una volta con espressione rozza veniva chiamato “lavaggio del cervello”.

Che ovviamente lavaggio del cervello non era ma solo appunto formazione, manipolazione, creazione,
formattazione centralizzata del sentir comune e quindi della volontà popolare
Una volta era attività intensa ma in fondo artigianale. Anche se praticata su scala di massa in molti regimi,
pur sempre con mezzi artigianali rispetto ai social network. Praticata dai regimi e anche nelle democrazie.

Scioccamente lo si chiamava lavaggio del cervello.
Ad avercelo…un cervello sociale.


Un italiano su quattro è “analfabeta funzionale”.

Cioè è in grado di leggere un testo ma non lo capisce. Uno su quattro.

E allora? Allora la potenza, la grandiosa e nuova potenza dei social network è che qui, sui social network,
si dice sereni e fieri che non sapere e capire è un diritto, che l’ignoranza è una virtù civile
che l’analfabetismo funzionale è niente meno che genuinità e autenticità.

Nessuna piattaforma di formazione e formattazione del cervello sociale della gente era mai arrivata nei secoli a simili perfezione e traguardi.
 
Non capisco perchè incancrenirsi su di un nome, che "il problema" ce l'ha avuto.

E fonti grilline fanno sapere che, se Forza Italia insisterà con il nome di Romani come candidato alla presidenza del Senato
e il Pd indicherà il nome di Luigi Zanda, voteranno per l'esponente dem.
"Un po' come accadde nel 2013 - spiega una fonte autorevole del M5s - quando si doveva scegliere tra Renato Schifani e Pietro Grasso".
 
Mia visione. Salvini si tira da parte. Perchè ?

La vedo così.
Zanda viene eletto.
F.I perde il Senato

E lui ha la scusa valida per fare il governo con i 5stelle ed uscire dal centro destra.
E' un rischio per il futuro. Ma io me lo giocherei......il rischio.
 
Tutti i partiti decidono di votare scheda bianca alle prime votazioni.

"Il tango si balla in due. È basato sull'improvvisazione, caratterizzato da eleganza e signoria.
Se non lo si balla bene si risulta sgraziati e fuori luogo. Il passo base del tango è il passo verso di sé e la...".
 
Giachetti e cravatta.

Scoppia la prima polemica della nuova legislatura.
Neppure il tempo di eleggere i presidenti delle Camere che, oltre alle liti tra partiti e le schede bianche, si abbatte la prima bufera su Roberto Giachetti.
Colpevole di aver presieduto la prima seduta della Camera dei Deputati senza indossare la cravatta.

Ai tempi di Sandro Pertini ... e di Nilde Iotti ...non si entrava in Aula senza cravatta e mai dando le spalle alla Presidenza

Suvvia, però la cravatta se la poteva mettere.... Siamo proprio in un tempo di decostruzione progressiva del simbolismo nelle istituzioni politiche. Anche l'apparenza ha il suo significato

Presiedere la prima seduta della Camera dei Deputati senza la cravatta non è rispettoso delle istituzioni nè di buon auspicio per la legislatura che sta iniziando

“Presidente senza cravatta, Parlamento senza speranza”

Non sono un formalista, non mi interessa. Però il primo giorno il presidente dell'Aula dovrebbe avere oltre la giacca anche la cravatta.
Non sta lavorando a Tgcom o a un sito, sta rappresentando in questo momento le istituzioni italiani. Se non lo ha capito ora, non lo capirà mai più
 
Come cambia l'Italia.
I miei nonni abitavano a 50 metri dalla chiesa.
Il suone delle campane era felicità. Scandiva il tempo della giornata.
Non dovevi guardare l'orologio. Ogni suono indicava già l'ora.

La vicenda sembra tratta dalle avventure di Don Camillo e Pepppone.
I cittadini protestano perché il suono delle campane è troppo forte, il parroco resiste ma finisce prima multato e poi indagato.

Questa storia non nasce dalla penna di Giovannino Guareschi e non arriva da Brescello ma da Majano, in provincia di Udine.
Dove il parroco Don Emmanuel Runditse è stato messo sotto indagine per colpa del suono troppo alto di ben 3,5 decibel
oltre il consentito che proviene dal campanile della sua chiesa.

Per legge infatti dal 1998 è stata fissata una quota di 60 decibel,
che però la chiesa di Majano - stando alle rilevazioni dell'Arpa -ha sforato.

Già quest'estate gli abitanti della zona avevano presentato un esposto
e don Emmanuel era stato multato con una sanzione di 3800 euro
per "disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone".
 

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