COSA FAI NELLA VITA? (3 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Un ‘palmares’ (di condanne) di tutto rispetto quello di Denise Di Sipio, classe 1987,
giunta secondo i calcoli degli addetti ai lavori del tribunale alla sua sentenza n. 34.

In questo caso la truffatrice on line aveva “lavorato” sulla vendita illecita su internet di un computer, venendo beccata per l’ennesima volta.

Nello specifico, la donna ha patteggiato una pena di due anni e mezzo,
che va ad aggiungersi a svariati altri anni di reclusione
sempre per raggiri su web con, di volta in volta, pc, cellulari e altri oggetti mai consegnati a fronte di soldi incassati da malcapitati truffati.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Io riporto. Sono dati reali.

Nella giornata di mercoledì il comunicato della Corte dei Conti ha certificato quanto la Lega denuncia da tempo:
la spesa per la prima accoglienza dei richiedenti asilo è ormai fuori controllo, ed il sistema non può più reggere.


A dichiararlo è il Senatore Paolo Arrigoni, già componente del Comitato Schengen per la vigilanza sull’immigrazione,
che commenta la deliberazione del 7 marzo scorso della Corte dei Conti sulla “prima accoglienza” nel quadriennio 2013 – 2016.

Senza considerare i costi indiretti, nel 2016 il Fondo nazionale per le politiche e i servizi d’asilo, gestito dal Ministero dell’Interno,
ha registrato un impegno finanziario di 1,7 miliardi di euro per l’accoglienza degli immigrati sul territorio italiano!
Inoltre per il nostro Paese il costo delle mancate ricollocazioni di migranti negli altri stati europei,
al 15 ottobre 2017, ammonta a non meno di 762,5 milioni.
Per quanto riguarda l’Unione Europea, nel 2016, il suo contributo è stato di appena 46,8 milioni di euro
ed ha rappresentato soltanto il 2,7% degli oneri gravanti sul bilancio dello Stato e dunque sugli italiani!


Che la situazione sia allarmante lo certificano i numeri:
ad esempio nel 2016 delle circa 91mila richieste esaminate sulle 123.600 presentate ben il 56% è stato respinto!


La maggior parte dei presunti “profughi” altro non sono che migranti economici!”.
“Ma c’è di più: soltanto al 13% delle persone che hanno visto accolta la loro domanda è stato riconosciuto lo status di rifugiato,
per gli altri si parla di protezione sussidiaria e umanitaria, condizione quest’ultima introdotta in Italia dal governo Prodi nel 2008
e che non ha corrispondenze negli altri paesi europei. I clandestini che invece non hanno ottenuto alcuna forma di protezione
diventano sostanzialmente irregolari, per la maggior parte restano sul territorio e vanno ad ingrossare le fila della criminalità.


Questo quadro desolante descritto dalla Corte dei Conti rivela non solo una gestione scellerata delle politiche migratorie
da parte dei governi PD che si sono succeduti in questi anni ma anche un disordine contabile grazie al quale
hanno potuto banchettare e fare business cooperative e albergatori falliti, a cui è necessario rimediare al più presto
con maggiore rigore e celerità nell’esame delle domande d’asilo, con la precisa osservanza delle regole
e con procedure più severe di vigilanza sulle attività dei privati destinatari dei contributi pubblici.
 

Val

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Vorrei sapere chi pagherà questo intervento ?
Bastava prendere una barchetta dalla riva ........
Questo è il livello di demenza che stiamo anche superando...siamo oltre.

LECCO – Stava facendo delle riprese sul lungo lago con il suo drone quando,
probabilmente a causa di un guasto, il velivolo è caduto nelle acqua del lago, lontano dalla riva.


E’ la disavventura capitata ad un ragazzo venerdì pomeriggio in Piazza Cermenati.
Il giovane stava effettuando alcune riprese della città quando ha perso il controllo del drone, proprio mentre era in volo sulle acque del lago.

Per recuperare il drone, caduto a circa 5 metri di distanza dalla riva, sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco.
 

Val

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Se la notte porterà consiglio lo sapremo di buon ora, visto che la terza votazione per eleggere il presidente del Senato
- decisiva, dato che l'eventuale quarto scrutinio è un ballottaggio tra i due più votati - dovrebbe iniziare già questa mattina alle 10.30.

Comunque vada, però, non c'è dubbio che la rottura che si è consumata ieri nel centrodestra è traumatica, senza precedenti recenti e avrà lunghi strascichi.

Che quello tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sia qualcosa di più di un semplice braccio di ferr
o lo si capisce già a tarda mattina, quando nei tam tam dei capannelli in Transatlantico
i deputati di Forza Italia e quelli della Lega veicolano due linee diametralmente opposte.

Secondo gli azzurri, infatti, dal nome di Paolo Romani come candidato alla presidenza del Senato non ci si sposta.
Seppure con una certa prudenza, lo dice anche una accorta come Mariastella Gelmini.
«Non mi pare - ragiona - ci siano margini per andare su altri nomi».

I leghisti, invece, sostengono il contrario. «Non ho dubbi, alla fine Salvini convincerà Berlusconi a cambiare candidato»,
spiega Guglielmo Picchi, ex Forza Italia passato al Carroccio già la scorsa legislatura.

La trattativa in corso, però, non va a buon fine
 

Val

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Il leader della Lega, infatti, è sì disposto a lasciare la seconda carica dello Stato a Forza Italia, ma vuole un nome a lui gradito.

Per due ragioni.
In primo luogo perché su Romani c'è il veto del M5s e Salvini non ha intenzione di rompere il canale che ha aperto con Luigi Di Maio,
un dialogo nel quale si è anche ipotizzato un'intesa per un governo che cambi la legge elettorale in pochi mesi e ci riporti al voto entro le Europee della primavera 2018.

La seconda ragione è invece solo in parte politica, perché se da un lato Salvini vuole mettere in chiaro che è lui oramai a dare le carte,
dall'altro ci tiene a levarsi la soddisfazione personale di umiliare un Berlusconi che non l'ha mai amato.

Così, alla seconda votazione per eleggere il presidente del Senato la Lega indica Anna Maria Bernini, vicecapogruppo di Forza Italia.
Con un dettaglio. Lo fa contro il volere di Berlusconi. Di fatto, uno sfregio.
Politicamente un modo per certificare nero su bianco che Salvini non solo comanda sul centrodestra ma anche dentro Forza Italia.

Che lo show down sia ad un passo lo si capisce dalla faccia terrea di Mara Carfagna
quando ormai a tarda sera mostra il suo cellulare ad un collega di partito.
Sul display c'è la nota di Berlusconi, durissima:
«I voti alla Bernini, strumentalmente utilizzata, sono un atto di ostilità a freddo della Lega
che da un lato rompe l'unità del centrodestra e dall'altro smaschera il progetto per un governo Lega-M5s».

Insomma, muro contro muro.
 

Val

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La rottura è violenta al punto che persino gli ambasciatori più diligenti fanno un passo indietro.

Solo a notte i contatti riprendono e si prova a ragionare su come uscire da quello che sembra un vero e proprio cul de sac.

L'ipotesi che inizia a farsi strada a Palazzo Grazioli è quella di provare a lanciare un quarto nome.

Dunque, cedere su Romani ma mettere da parte sia la Bernini che Maria Elisabetta Casellati, nome circolato come eventuale terza scelta.

Il profilo dovrebbe essere quello di una persona molto vicina a Berlusconi.
Che troverebbe anche la sponda del Pd.

Visto il rinforzarsi dell'asse Salvini-Di Maio, infatti, in queste ore si sono andati di molto intensificando
i contatti tra l'ex premier e i dem. Ieri ci sarebbe stata una telefonata direttamente con Dario Franceschini
mentre Matteo Renzi - grazie al canale tenuto aperto da Gianni Letta e Luca Lotti -
avrebbe chiuso ogni porta al M5s bocciando eventuali candidature alla presidenza del Senato sia di Luigi Zanda che di Emma Bonino.
 

Val

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Tornati protagonisti senza sforzi.
Se fino a ieri il era sempre in bilico tra la prospettiva di scontentare il proprio elettorato
e quella di rimanere fuori dai giochi, con il colpo di teatro di Matteo Salvini il Movimento 5 stelle è tornato in gioco.

«Per la Presidenza del Senato siamo disponibili a sostenere Anna Maria Bernini o un profilo simile», ha twittato ieri sera il leader Luigi Di Maio.

Il capogruppo dei senatori Danilo Toninelli all'inizio non si è sbilanciato.
«Bernini? Prima di dire se è votabile o no devono dirci se è la candidata di tutto il centrodestra».

Poi l'appoggio via social media alla candidatura decisa dal leader della Lega in solitaria.
La rottura nel centrodestra dà un po' di respiro al M5s, che già ieri mattina aveva ricominciato ad alzare ulteriormente l'asticella.

La mossa di Salvini ha quindi rimesso in gioco il M5s, che in serata si poteva appunto permettere il lusso di dire sì,
prima che la coalizione facesse un nome unico, mentre per la Camera prendeva quota il nome del presidente uscente della Vigilanza Rai Roberto Fico.

Quanto questa situazione sia comunque scomoda per i pentastellati,
lo dimostra la vicenda del murales che ritrae un bacio tra Salvini e Di Maio, comparso ieri in centro a Roma.

Una citazione del «bacio fraterno» socialista tra Honecker e Brezhnev nel 1979.

Nel pomeriggio era già stato rimosso.

Operazione di pulizia a tempo di record in una città che non ha certo il decoro tra i suoi punti di forza.
E dove campeggiano ancora graffiti degli anni Settanta.

Nella capitale governata dal Movimento 5 stelle è bene che non si sappia che la politica è fatta anche di compromessi con gli ex nemici.
 

Val

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Alla faccia della democrazia. Questo il pensiero.

Un esempio di vera democrazia, perché in democrazia non è che vale ogni opinione, ci sono posizioni che una democrazia che si rispetti ripudia.
 

Val

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:-? :mmmm: :-?
Un cadavere disteso in una brandina, quasi mummificato.
Una storia macabra questa che arriva da Calle del Cristo a Santa Marta.

Accanto al corpo un portafogli con una ricevuta di un prelievo bancario di 700 euro.
Nessuno in tutti questi anni si è accorto di nulla.
L'Inps ha continuato a versargli la pensione.
Per tutti era vivo, fino a quando il suo vicino ha deciso di entrare nell'appartamento.

L'unica che poteva sapere della morte era la sorella, ma non si parlavano da circa 10 anni.

E lei stessa, come riporta ilCorriere, ha confermato questa circostanza ai carabinieri:
"Con mio fratello non avevo rapporti da almeno dieci anni ma mai avrei immaginato che fosse morto".

Adesso, proprio quella sorella con cui non aveva contatti da tempo non aveva rapporti, erediterà il conto in banca e la casa.

A quanto pare quella porta socchiusa era stata aperta da un ladro
che dopo aver scoperto il cadavere sarebbe fuggito via lasciando anche il portafoglio del professore pieno.

La storia di questo uomo, classe 1943, morto nel silenzio e nell'indifferenza la racchiude una testimonianza di una sua alunna:
"Al ritorno dalle vacanze estive il professor Baschetti entrò in aula e ci disse “scusate se faccio fatica a parlare,
ma non ho parlato con nessuno per tutta l’estate".

Le ultime parole prima di quella morte su una brandina.
L'hanno trovato morto dopo sette anni nella sua casa a Venezia.
 

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