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Pianeta Cina :
Fonte : AGIChina24
Pechino, 16 luglio -
La Cina accelera: il tasso di crescita del prodotto interno lordo registrato dall’Ufficio Nazionale di Statistica nel secondo trimestre 2009 è del +7.9%,
un balzo in avanti rispetto al +6.1% dei primi tre mesi dell’anno, il peggiore risultato in più di un decennio.
Il merito del miglioramento, secondo i funzionari del Bureau,
va attribuito alle aggressive politiche fiscali e monetarie lanciate dal governo alla fine del 2008,
sostenute soprattutto grazie a un aumento senza precedenti dei prestiti concessi dalle banche statali.
"Nonostante i nuovi dati mostrino cambiamenti incoraggianti,
ci sono ancora numerosi fattori volatili e incerti che stanno agendo sull’economia cinese.
Inoltre, questa crescita appare sbilanciata,con differenze consistenti tra provincia e provincia" ha commentato il portavoce dell’Ufficio Nazionale di Statistica Li Xiaochaoù.
Le statistiche del Bureau mostrano anche una Cina in cui aumentano vendite al dettaglio
(+15% rispetto allo stesso periodo del 2008)
e investimenti in immobilizzazioni
(addirittura +33.5% rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso).
Sotto controllo anche l’inflazione, che fino al giugno 2008 costituiva una spina nel fianco per il governo di Pechino:
l’indice dei prezzi al consumatore ha registrato un -1.1% rispetto all’anno scorso ed è sceso dell’1.7% solo nel mese di giugno.
Ma se i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica hanno spesso attirato le critiche di analisti indipendenti come la CLSA di Hong Kong,
il fattore che causa preoccupazione sia all’estero che sul fronte interno è quello dell’accesso facile al credito.
Solo nei primi sei mesi di quest’anno le nuove linee di credito aperte dalle banche cinesi hanno raggiunto quota 7.36mila miliardi di yuan
(circa 770 miliardi di euro)
contro i 2.45mila miliardi
(circa 256 miliardi di euro) dello stesso periodo dell’anno scorso.
"I dati di oggi mostrano che il governo cinese ha avuto successo nel sostenere la crescita,
ma il quesito principale,
adesso, è per quanto sarà possibile mantenere politiche così espansive" ha dichiarato al Wall Street Journal Brian Jackson, della Royal Bank of Canada.
"Sul breve periodo riteniamo che l’obiettivo continuerà ad essere il sostegno,
ma presto bisognerà fare i conti coi problemi causati dalla liquidità facile.
L’acceleratore sta chiaramente funzionando, ma ad un certo punto sarà necessario tirare il freno".
In una nota pubblicata lunedì scorso la People’s Bank of China raccomanda a tutte le banche di "calcolare attentamente i rischi dei prestiti"
e "assicurare la stabilità del sistema finanziario".
Quella dell’8% è la soglia minima annua di crescita che comunemente viene indicata da analisti e osservatori per mantenere un tasso accettabile di disoccupazione e quindi la stabilità nel paese.
Fonte : AGIChina24
Pechino, 16 luglio -
La Cina accelera: il tasso di crescita del prodotto interno lordo registrato dall’Ufficio Nazionale di Statistica nel secondo trimestre 2009 è del +7.9%,
un balzo in avanti rispetto al +6.1% dei primi tre mesi dell’anno, il peggiore risultato in più di un decennio.
Il merito del miglioramento, secondo i funzionari del Bureau,
va attribuito alle aggressive politiche fiscali e monetarie lanciate dal governo alla fine del 2008,
sostenute soprattutto grazie a un aumento senza precedenti dei prestiti concessi dalle banche statali.
"Nonostante i nuovi dati mostrino cambiamenti incoraggianti,
ci sono ancora numerosi fattori volatili e incerti che stanno agendo sull’economia cinese.
Inoltre, questa crescita appare sbilanciata,con differenze consistenti tra provincia e provincia" ha commentato il portavoce dell’Ufficio Nazionale di Statistica Li Xiaochaoù.
Le statistiche del Bureau mostrano anche una Cina in cui aumentano vendite al dettaglio
(+15% rispetto allo stesso periodo del 2008)
e investimenti in immobilizzazioni
(addirittura +33.5% rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso).
Sotto controllo anche l’inflazione, che fino al giugno 2008 costituiva una spina nel fianco per il governo di Pechino:
l’indice dei prezzi al consumatore ha registrato un -1.1% rispetto all’anno scorso ed è sceso dell’1.7% solo nel mese di giugno.
Ma se i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica hanno spesso attirato le critiche di analisti indipendenti come la CLSA di Hong Kong,
il fattore che causa preoccupazione sia all’estero che sul fronte interno è quello dell’accesso facile al credito.
Solo nei primi sei mesi di quest’anno le nuove linee di credito aperte dalle banche cinesi hanno raggiunto quota 7.36mila miliardi di yuan
(circa 770 miliardi di euro)
contro i 2.45mila miliardi
(circa 256 miliardi di euro) dello stesso periodo dell’anno scorso.
"I dati di oggi mostrano che il governo cinese ha avuto successo nel sostenere la crescita,
ma il quesito principale,
adesso, è per quanto sarà possibile mantenere politiche così espansive" ha dichiarato al Wall Street Journal Brian Jackson, della Royal Bank of Canada.
"Sul breve periodo riteniamo che l’obiettivo continuerà ad essere il sostegno,
ma presto bisognerà fare i conti coi problemi causati dalla liquidità facile.
L’acceleratore sta chiaramente funzionando, ma ad un certo punto sarà necessario tirare il freno".
In una nota pubblicata lunedì scorso la People’s Bank of China raccomanda a tutte le banche di "calcolare attentamente i rischi dei prestiti"
e "assicurare la stabilità del sistema finanziario".
Quella dell’8% è la soglia minima annua di crescita che comunemente viene indicata da analisti e osservatori per mantenere un tasso accettabile di disoccupazione e quindi la stabilità nel paese.