Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

Se FMI e UE/BCE non lanciano qualche scialuppa ad est Europa,
l'avvitamento potrebbe divenire inarrestabile :

17.02.09 11:32 - Borsa Praga: indice Px aumenta perdite
(-5,14%), Erste -10,19%

MILANO (MF-DJ)--Aumenta le perdite l'indice Px di Praga che cede il 5,14% a 663,1 punti.
Erste Group Bank sta segnando -10,19% e Komercni Banka -8,71%.
 
I governi navigano a vista
Alfonso Tuor
La crisi finanziaria ed economica diventa ogni giorno più grave, ma mai un vertice dei ministri delle finanze e dell’economia del G7 è stato così dimesso e così irrilevante come quello tenutosi questo fine settimana a Roma.

I motivi sono numerosi, ma ve n’è uno che spicca fra tutti.

Stati Uniti e Paesi europei non hanno alcuna strategia chiara, procedono a tentoni, cercando di turare le falle che continuano ad aprirsi, ma non sanno se le centinaia di miliardi che finora hanno già speso serviranno solo per guadagnare tempo oppure se saranno effettivamente utili per risolvere questa crisi.

Questo modo caotico di procedere è sicuramente dovuto al fatto che non vi sono terapie certe per un marasma economico provocato dall’esplosione di un’enorme bolla del credito, che ha travolto il sistema bancario e che ora sta provocando una pesante recessione mondiale.

Questa spiegazione non è però esaustiva.


La mancanza di ricette e l’accavallarsi degli avvenimenti hanno spinto i governi in un vicolo cieco da cui ora è difficile uscire.

Questa strada senza uscita si fonda sulla convinzione oramai diffusa che la premessa indispensabile per poter uscire dalla crisi è il salvataggio del sistema bancario.

Per perseguire questo obiettivo, tutti i Paesi occidentali, seppure con modalità diverse, hanno speso somme enormi di denaro per turare le voragini dei conti delle banche, con il deludente risultato di giungere alla prevedibile scoperta che esse sono talmente grandi da essere paragonabili ad un buco nero che rischia di risucchiare tutto e tutti.


Gli aspetti negativi di questo modo di procedere sono molteplici. In primo luogo, solo una quantità minima dei soldi finora spesi sono stati indirizzati al rilancio dell’economia, mentre la quasi totalità è stata data alle banche, per di più in modo molto caotico.

In secondo luogo, il tentativo di salvare gli istituti di credito senza porre alcuna condizione (dalla ripresa dell’erogazione del credito alla fine delle operazioni di trading sui mercati con il capitale proprio) ha fatto passare in secondo piano l’obiettivo di rivedere le regole del mondo della finanza e di ridefinire l’architettura del sistema monetario internazionale.

In altre parole, l’oligarchia finanziaria, responsabile dell’attuale disastro, è riuscita ad avvinghiare ai propri destini anche i governi e in questo modo ne ha ridotto le aspirazioni di rivedere le regole del gioco.

Questa carenza di visioni nuove è confermata dal piano salvabanche della nuova amministrazione americana. Si può dire che la montagna ha partorito un topolino.

Il piano di Obama costerà 2.000 miliardi di dollari, ma tutti concordano che non basterà per salvare le grandi banche a stelle e strisce.

La trappola in cui sono finiti i governi è paradossalmente illustrata dallo stesso piano americano.

Esso prevede che le banche americane con una cifra di bilancio superiore ai 100 miliardi di dollari (sono una ventina) vengano sottoposte ad uno «stress test» per verificare se sono in grado di sopravvivere: non è però stato detto che cosa farà l’amministrazione se questo test non dovesse essere superato, come è probabile, da molti istituti.


Gli stessi banchieri si domandano: le banche che non supereranno l’esame riceveranno altro denaro pubblico, verranno nazionalizzate oppure sono previste altre varianti?


L’attuale successo dell’oligarchia finanziaria di coinvolgere i governi nella battaglia per la loro sopravvivenza e di far perdere slancio al cambiamento delle regole del mondo della finanza è comunque destinato a risultare effimero.

Il motivo è semplice: queste politiche sono fallimentari. Non miglioreranno né le condizioni di salute delle banche né quelle dell’economia reale.

Faranno però esplodere i debiti pubblici, incrinando prima o poi la fiducia dei risparmiatori nei titoli con cui gli Stati finanziano i loro debiti.

Questa politica potrebbe essere sconfessata molto presto anche perché non si preoccupa del rapido deterioramento delle condizioni di salute dei Paesi alla periferia del G7.

È infatti probabile che la prossima fase di altissima tensione della crisi sarà causata dal crack di un Paese emergente.


Nella lista dei candidati a ricoprire questo ruolo primeggiano i Paesi dell’Est europeo e in particolare Ucraina, Ungheria, Estonia e Lettonia.


In attesa della prossima grande eruzione non bisogna stancarsi di ripetere che salvare le banche è un’operazione immane, vista l’entità delle perdite nascoste nei loro bilanci.

L’obiettivo dei governi dovrebbe invece essere creare delle «good bank», che possano riprendere ad erogare crediti alle famiglie e alle imprese, varare grandi piani di rilancio dell’economia reale, rifare le regole del mondo finanziario e ripensare l’architettura del sistema finanziario internazionale.

L’esempio della Cina conferma la bontà di questa linea.

Infatti dal Paese asiatico giungono segnali positivi sempre più frequenti, per cui si può azzardare la previsione che nella seconda metà dell’anno la Cina dovrebbe imboccare la strada della ripresa, anche se lenta rispetto ai parametri del passato.

Questo fatto non è sorprendente.

Il governo ha varato un piano di rilancio di 600 miliardi di dollari, che sono destinati interamente al rilancio dell’economia.

Nemmeno un soldo è andato invece alle banche, che grazie all’inconvertibilità della valuta cinese non hanno accumulato troppe perdite nell’acquisto dei titoli tossici americani.

I segnali di ripresa della Cina non devono essere letti solo come un motivo di speranza, ma anche come un’indicazione di quale possa essere la via di uscita dalla crisi.


Il ruolo chiave della Cina è stato riconosciuto anche dallo stesso G7, che nell’unico risultato degno di nota del vertice romano ha ammorbidito il linguaggio nei confronti di Pechino sulla controversa questione del tasso di cambio del renminbi.

La svolta è principalmente della nuova amministrazione americana. Il presidente Barack Obama aveva infatti vinto le elezioni presentandosi come un paladino dei posti di lavoro statunitensi e il nuovo segretario al Tesoro Tim Geithner, nella prima audizione davanti al Congresso, aveva dichiarato che la valuta cinese è pesantemente sottovalutata


. Ma il fatto che la Cina sia il maggiore acquirente dei titoli con cui gli Stati Uniti finanziano il loro debito pubblico ha indotto la nuova amministrazione ad attuare un cambiamento radicale di linea che verrà sicuramente suggellato nei colloqui di questa settimana a Pechino del segretario di Stato Hillary Clinton.

La svolta americana non è solo dovuta a necessità di cassa, ma anche alla consapevolezza che gli Stati Uniti escono ridimensionati da questa crisi, che è destinata a cambiare i rapporti di forza a livello internazionale.


17.02.09 07:38
 
Grave impasse traspare dall'articolo del Washington Post,
dove viene ricostruita la nebbia e le contraddizioni/incertezze sul Piano Banche USA.

Se leggerete l'intero articolo c'è effettivamente da rimanere sconcertati,
e a questo punto E' SICURAMENTE MEGLIO ABBRACCIARE REALIZZARE
le tesi Roubini-Krugman e Soros dove si afferma come sia invitabile-meno costosa-meno iniqua ( per i contribuenti USA ) e più risolutiva,
LA NAZIOLIZZAZIONE STATALE ( temporanea ovviamente ) dei colossi bancari in grave difficoltà :



Late Change in Course Hobbled Rollout of Geithner's Bank Plan

By Neil Irwin and Binyamin AppelbaumWashington Post Staff Writers
Tuesday, February 17, 2009; Page D01
Just days before Treasury Secretary Timothy F. Geithner was scheduled to lay out his much-anticipated plan to deal with the toxic assets imperiling the financial system, he and his team made a sudden about-face.
According to several sources involved in the deliberations, Geithner had come to the conclusion that the strategies he and his team had spent weeks working on were too expensive, too complex and too risky for taxpayers.
They needed an alternative and found it in a previously considered initiative to pair private investments and public loans to try to buy the risky assets and take them off the books of banks. There was one problem: They didn't have enough time to work out many details or consult with others before the plan was supposed to be unveiled.
The sharp course change was one of the key reasons why Geithner's plan -- his first major policy initiative as Treasury secretary -- landed with such a thud last Tuesday. Lawmakers, investors and analysts expressed dismay over the lack of specifics. Markets tanked, and fresh doubts arose about the hand now steering the country's financial policy.
Public acceptance of the plan suffered from several missteps, said sources involved in the decision-making or in close contact with those who were.
The Obama administration, they said, failed to rein in the grand expectations built for the plan on Wall Street and in Washington, concluding that they would rather disappoint the markets with vagueness than lay out a lot of details they might have to change later -- a failing they saw in the Bush administration's handling of the crisis.
Meanwhile, the sources said, Obama's senior economic advisers were hobbled in crafting the plan by a shortage of personnel. To date, the president has not nominated any assistant secretaries or undersecretaries at the Treasury, and the handful of mid-level staffers who have started work were still finding their offices and getting their building passes and BlackBerrys.
Moreover, the department made a strategic decision to limit input from the financial industry and other outsiders, aiming to prevent leaks and avoid a perception they were designing the plan for the benefit of big banks. But that also meant they were unable to vet their plan with the companies involved or set realistic expectations of what would be announced.
Though Geithner had been in his job for only two weeks, he had been thinking about the problem of troubled assets since the credit crisis erupted 19 months earlier, first as president of the Federal Reserve Bank of New York and then, since November, as Barack Obama's pick to head the Treasury.
His predecessor atop Treasury, Henry M. Paulson Jr., had drawn political fire after he unveiled the Bush administration's $700 billion bailout program in September, facing accusations that the money had been spent erratically.
Geithner, while still at the New York Fed, had been deeply involved in the discussions over crafting Paulson's program. The effort may have arrested a potentially devastating financial panic, but he sought to improve on its implementation by developing a more systemic plan for using billions of dollars, sources said.
Quickly, discussions got underway. Geithner set a Feb. 9 date to release a plan, creating an artificial deadline meant to focus internal debate and prevent an overly

prolonged period of what might come across publicly as indecisiveness.
At the center of the deliberations with Geithner were Lawrence H. Summers, chief White House economic adviser; Lee Sachs, a Clinton administration official likely to be named undersecretary for domestic finance; and Gene Sperling, another former Clinton aide. The debates among them were long and vigorous as they thrashed countless proposals and variations. Sometimes, Fed Chairman Ben S. Bernanke, Federal Deposit Insurance Corp. Chairman Sheila C. Bair and Comptroller of the Currency John C. Dugan joined in.
The team concluded that the financial rescue effort would have to include several components. None would be more vital than an initiative for either removing or neutralizing the distressed assets on the banks of books -- many related to troubled mortgages -- so the banks would be freed to resume lending.
Senior economic officials had several approaches in mind, according to officials involved in the discussions. One would be to create an "aggregator bank," or bad bank, that would take government capital and use it to buy up the risky assets on banks' books. Another approach would be to offer banks a government guarantee against extreme losses on their assets, an approach already used to bolster Citigroup and Bank of America.
As the first week of February progressed, however, the problems with both approaches were becoming clearer to Geithner, said people involved in the talks. For one thing, the government would likely have to put trillions of dollars in taxpayer money at risk, a sum so huge it would anger members of Congress. Officials were also concerned that the program would be criticized as a pure giveaway to bank shareholders. And, finally, there continued to be the problem that had bedeviled the Bush administration's efforts to tackle toxic assets: There was little reason to believe government officials would be able to price these assets in a way that gave taxpayers a good deal.
By Wednesday, Feb. 4, Geithner was leaning toward a different approach that his former colleagues at the Federal Reserve had developed months earlier, the source said. This involved a joint public-private fund to buy up the assets. Private investors, likely hedge funds and private-equity funds, would put up capital, and the government would loan money to the fund. If the private investors made wise decisions about which assets they bought, they would be able to pay back the government and make money for themselves
For the policymakers, the chief appeal of the public-private partnership is that it solves the problem of how to price assets. The private money managers who provide capital for the fund would decide which assets to buy, and at what price, taking government bureaucrats out of that difficult task.
Moreover, the private contribution lowers the total amount of money the government would need to put at risk. Also, the government would require private investors to incur any losses before the government does, reducing taxpayers' exposure to potential losses (but also potentially depriving them of any windfall profits).
But there were multiple complications: How much government financing would be needed? What other incentives would be needed to get private firms on board? Where would the government get the money? What assets would the fund buy? Would the government have a say in which banks they're bought from? Might there be more than one fund?
The clock was ticking. But Geithner wasn't ready to share his thoughts with senior government officials outside his narrow circle. He and his team worked on the plan through the weekend, with some of his staff working until 4 a.m. The team grew to about 20 officials, including lawyers, finance experts and public affairs staff.
One key element of the Treasury's new plan was to conduct "stress tests" of the 20 or so largest banks, figuring out what would happen to them if the economy worsens significantly more than most analysts forecast.
The information gathered from that process could help shape the public-private fund, said an administration source. But many in the banking industry are unclear what information the government could access beyond that already available to bank regulators or to Geithner himself, who until recently had been the chief regulator of the country's largest banks as the head of the New York Fed.
On Saturday, Feb. 7, the officials won a slight reprieve when the White House asked that Geithner's speech be postponed from Monday to Tuesday to allow Congress to focus a little longer on the on the massive economic stimulus package still pending.
But there still was not enough time to sculpt the detailed plan that the financial markets expected. In the end, Geithner and his colleagues decided that it would be better to take flak for being vague than publicly offer half-formed details that might later have to be revised. And ambiguity, the officials concluded, would make the plan an easier sell on Capitol Hill, as congressional leaders could be brought into the discussions of details rather than be presented a detailed plan as fait accompli.
 
stiamo entrando in una nuova fase della crisi...quelle delle armi spuntate... non vorrei che si ripetessero prossimamente le giornate di panico o di selloff che abbiamo avuto tra settembre ed ottobre.
Gli HF, le banche stesse potrebbero aver bisogno di monetizzare prima della chiusa del I trimestre ...per presentare qualche straccio di risultato...
 
Intanto lo ZEW fa un inaspettato balzo in avanti, bur restando su valori molto bassi, negativi.... da -31 a -5,8...

German Investor Confidence Rises Most in 15 Years (Update3)

By Simone Meier


Feb. 17 (Bloomberg) -- German investor confidence jumped the most in more than 15 years in February after the government stepped up efforts to bolster the economy and the European Central Bank signaled it will cut interest rates to a record low.

The ZEW Center for European Economic Research in Mannheim said its index of investor and analyst expectations rose to minus 5.8 from minus 31 in January. That’s the biggest gain since July 1993 and the highest level since July 2007. Economists surveyed by Bloomberg News expected an increase to minus 25.

ECB policy makers say they have room to cut borrowing costs further as the euro area battles its worst recession since World War II and retreating energy costs push down inflation. Chancellor Angela Merkel’s coalition on Jan. 12 agreed to spend about 80 billion euros ($102 billion) over two years to boost the German economy, the largest in the 16-nation bloc.
“We expected a significant improvement but the outcome is even better,” said Ralph Solveen, an economist at Commerzbank AG in Frankfurt.

“Analysts see that the current situation is catastrophic, that it can’t get any worse, and more and more people are expecting an improvement.”
ZEW said its gauge of current conditions fell to minus 86.2, the lowest reading in five years, from minus 77.1.

‘Substantial Burdens’

“The economy isn’t past the trough,” ZEW economist Sandra Schmidt said in a Bloomberg Television interview. “Developments will remain very weak for a couple of months.”

German gross domestic product slumped 2.1 percent in the fourth quarter of 2008 from the third, the biggest drop in 22 years. The economy will shrink 2.5 percent this year, according to the International Monetary Fund.

Daimler AG, the world’s second-largest maker of luxury cars, today reported its first quarterly loss since 2007. The Stuttgart, Germany-based company said it expects a global recession to erode sales this year and impose “further substantial burdens” on earnings.

Infineon Technologies AG Chief Executive Officer Peter Bauer said on Feb. 12 Europe’s second-largest maker of semiconductors faces “many tough challenges” this year.

Germany’s benchmark DAX stock index declined as much as 2.3 percent today, bringing losses to 10.8 percent this year.

ECB Rates

“We don’t expect to see much more than an economic stabilization in the second half,” said Alexander Koch, an economist at UniCredit MIB in Munich. “The first quarter will still show an ugly economic performance. It’s clear that the ECB will continue to cut interest rates.”

The ECB has lowered its key rate by 2.25 percentage points since early October to 2 percent, the most aggressive easing since the bank took control of monetary policy a decade ago. ECB council member Axel Weber said on Feb. 14 that the bank may “continue to use the room to maneuver on interest rates.”

Economists expect the ECB to reduce its benchmark to a record low of 1.5 percent at its next policy meeting on March 5.
Crude oil prices have dropped more than 70 percent from a July peak of $147 a barrel, damping inflation and increasing consumers’ and companies’ purchasing power.

Merkel’s stimulus program, which includes tax cuts and infrastructure investment, may also help revive the economy later this year. The spending boost amounts to about 1.6 percent of GDP.
Deutsche Bank AG CEO Josef Ackermann said earlier this month that revenue at Germany’s largest bank rose “significantly” in January from a year earlier.

“With all the appropriate caution, this gives us confidence for 2009,” Ackermann said. “We are certain that Deutsche Bank will emerge from this crisis stronger.”
 
finalmente condivido tutto di Tuor :) ... 2000 miliardi spesi nell'economia reale sarebbe decisamente meglio
i Paesi dell'Est ... porre rimedio ad un eventuale loro dissesto non credo sarebbe onerosissimo, non farlo sarebbe cattiveria, ... in più hanno una storia comunista, si adatterebbbero ad una profonda crisi più facilmente secondo me dei Paesi ricchi nei quali in genere l'aspetto sociale è meno curato, particolarmente anglosassoni e Giappone ...
si potrebbe fare un sondaggino ... dove la prima guerra civile ?

PS .... aggiungo la traduzione http://mercato liberonews.blogspot.com/2009/02/le-banche-europee-e-la-loro-devastante.html dell'originale http://jessescrossroadscafe.blogspot.com/2009/02/european-banks-face-devastating.html
levate gli spazi tra mercato e libero
 
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si potrebbe fare un sondaggino ... dove la prima guerra civile ?

PS .... aggiungo la traduzione http://mercato liberonews.blogspot.com/2009/02/le-banche-europee-e-la-loro-devastante.html dell'originale http://jessescrossroadscafe.blogspot.com/2009/02/european-banks-face-devastating.html
levate gli spazi tra mercato e libero

:wall: In Europa !

I tempi biblici dell'Europa( per non decidere quasi nulla ),
mentre nei prossimi 30/60 giorni:devil:brucieranno aziende e posti di lavoro a go go !

Con calma ehhhhhh ::clava::clava:


(ANSA) - BRUXELLES, 17 FEB - Il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell'Ue sull'occupazione si terra' il :eek::eek::eek::eek:4 maggio, probabilmente a Praga.

Lo ha annunciato il premier ceco Mirek Topolanek, presidente di turno dell'Ue, intervenendo al Parlamento europeo.
 
Facciamo gli Oracoli

Proviamo ad immaginare gli scenari che ci si apriranno innanzi a noi nelle prossime settimane. Non dico mesi. Settimane.

La butto là

Economia reale : aumento vertiginoso dei licenziamenti, paesi dell'Est ed economie emergenti a ruota delle Occidentali si vedono costretti ad assistere a milioni di famiglie senza lavoro dipendendte.
Aumento delle richieste dei sussidi di disoccupazione in Europa dell'Ovest. problemi per la nostra Cassa Integrazione già prima che inizi la Primavera.
Anche la germania avrà dei problemi in tal senso. ma dopo di noi.
Loro hanno creato dei Fondi anche per le aziende e per l'economia reale.
Noi no.
La continua diminuzione dei prezzi delle materie prime spinge la Cina ad appoggiare altre due - tre acquisizioni importanti su scala mondiale (questo ce lo teniamo a mente per la fase 2)

Finanza : la politica monetaria alza bandiera bianca. A nulla è valso iniettare liquidità, ora anche Fed e BCE sono infettate di titoli tossici. I soldi dati alle banche non sono entrati in circolo. Al primo default importante (una nazione emergente est europea o una grande azienda magari automobilistica ?) i mercati ritoccheranno i vertici di Vixx mondiale.
Avremo di nuovo problemi sui Bond HY, mancanza di liquidità e paura tra i rispamiatori. probabile che, dopo qualche settimana, salteranno fuori casi simili a madoff. Ovvero hedge-fund che in realtà sono scatole vuote perchè sorrette dal credito bancario. Euro in caduta libera.

Convivenza Sociale : si ritorna a tensioni viste, come in Ottobre. Ma non siamo ancora al parossismo.

Cosa vedete oltre ?

Percentuale di probabilità del mio scenario ?

Pierluigi
 
Geni :(:rolleyes:europei al lavoro,
il commissario europeo dice indispensabile rimuovere asset tossic ( dopo tutti questi mesi di sangue, grazie ci siamo arrivati anche noi:wall: ),
ma la cosa strabiliante:eek: che il commissario UE auspica che le Banche dichiarino la quantità e la qualità degli asset tossic !!!!!!

Sono passati 6 SEI MESI da quando è scoppiato il bubbone,
le Banche Ue DEVONO E SONO sotto :wall:il controllo delle rispettive Banche Centrali e :wall:della BCE.

Ma fino adesso perchè gli Istituti di Vigilanza delle Banche Centrali
:wall:non L'HANNO PRETESO ?????




17.02.09 15:18 - Ue: Kroes, occorre rimuovere asset tossici da bilanci banche
BRUXELLES (MF-DJ)--La salute del settore finanziario rimane la chiave per il recupero dell'economia,
ma gli asset tossici devono essere rimossi per accelerare la ripresa del settore bancario.

E' quanto ha dichiarato il Commissario Ue per la concorrenza, Neelie Kroes, aggiungendo che i Governi devono :-ocominciare ad affrontare il problema degli asset tossici in maniera coordinata, non solo in Europa, ma a livello globale.

Secondo Kroes, sebbene sia difficile trovare un approccio appropriato,
un buon punto d'incontro potrebbe essere quello
:-ocon cui le banche dichiarano gli asset tossici che detengono ai regolatori
che cosi' potrebbero intervenire direttamente
"negli istituti di rilevanza sistemica".

L'attuale piano di garanzie e ricapitalizzazioni pubbliche :titanic:"non e' piu' sufficiente"
e l'Europa deve cominciare a ristrutturare le sue banche e una decisione in tal senso deve essere presa prima della fina del 2009.
 
Proviamo ad immaginare gli scenari che ci si apriranno innanzi a noi nelle prossime settimane. Non dico mesi. Settimane.

La butto là

Economia reale : aumento vertiginoso dei licenziamenti, paesi dell'Est ed economie emergenti a ruota delle Occidentali si vedono costretti ad assistere a milioni di famiglie senza lavoro dipendendte.
Aumento delle richieste dei sussidi di disoccupazione in Europa dell'Ovest. problemi per la nostra Cassa Integrazione già prima che inizi la Primavera.
Anche la germania avrà dei problemi in tal senso. ma dopo di noi.
Loro hanno creato dei Fondi anche per le aziende e per l'economia reale.
Noi no.
La continua diminuzione dei prezzi delle materie prime spinge la Cina ad appoggiare altre due - tre acquisizioni importanti su scala mondiale (questo ce lo teniamo a mente per la fase 2)

Finanza : la politica monetaria alza bandiera bianca. A nulla è valso iniettare liquidità, ora anche Fed e BCE sono infettate di titoli tossici. I soldi dati alle banche non sono entrati in circolo. Al primo default importante (una nazione emergente est europea o una grande azienda magari automobilistica ?) i mercati ritoccheranno i vertici di Vixx mondiale.
Avremo di nuovo problemi sui Bond HY, mancanza di liquidità e paura tra i rispamiatori. probabile che, dopo qualche settimana, salteranno fuori casi simili a madoff. Ovvero hedge-fund che in realtà sono scatole vuote perchè sorrette dal credito bancario. Euro in caduta libera.

Convivenza Sociale : si ritorna a tensioni viste, come in Ottobre. Ma non siamo ancora al parossismo.

Cosa vedete oltre ?

Percentuale di probabilità del mio scenario ?

Pierluigi

Probabilità di avveramento del tuo scenario, secondo me, piuttosto alte: non concordo tanto sulla frase in grassetto, nel senso che tu hai probabilmente ragione, IMHO, ma oramai si sono decisi a provare a buttare altre palate di soldi pubblici nelle banche (come si vedrà), ad abbassare ancora i tassi dove possibile (cioè da noi), a varare politiche di quantitative easing... sono poco convinti anche loro, ma a questo punto dovranno esaurirle prima di provare a fare altro...:cool:
 

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