Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

attenti che la (ri)discesa dei mercati azionari potrebbe essere solo all'inzio...
ovviamente nulla è sicuro e nulla è scontato...Ma quando parla questa signora qui.....

Recovery on Track, Worst Priced In: Goldman's Cohen*

di solito, negli ultimi 10 anni .....ho imparato che è sempre bene fare il contrario...:cool:


*l'unica volta che c'ha preso è stata da agosto 09 ... ma poi la crisi greca.... ha rovinato la festa
Ricordo ancora cosa predicava poco prima dello scoppio della bolla hitech.


agosto 2009?? in forte ritardo pure rispetto al trend di risalita di metà marzo 2009...
 
oltre a Stiglitz Sen e Fitoussi :) ... anche dal Bhutan vengono a Trento al festival dell'economia a spiegare che il pil non va bene

Kuensel Newspaper - PM arrives in Trento, Italy

PM arrives in Trento, Italy

10june5pm.jpg
The PM (second from left) with the Vice President of Trento province at the Milan airport Festival Of Economics 5 June, 2010 - Prime Minister Lyonchhen Jigmi Y Thinley participated in the opening ceremony of the Festival of Economics shortly after arriving in Trento province, a three-hour drive from the Italian city of Milan, on June 3.

After the inaugural, he attended a talk by Prof Robert D Putnam on the challenges and potential of immigration and ethnicity – the social capital – based on a survey conducted in the United States in 2000.
On June 4, the prime minister met the mayor of Trento, Dr Alessandro Andreatta at the town hall, and visited the university of Trento, a co-host of the festival. This was followed by a press conference at the palace of the province of Trento, and a preparatory meeting with the interpreters for the debate on GNH, scheduled to be held today.
The prime minister and his entourage return to Bhutan on June 8.


felicità nazionale lorda, come la misurano e la definiscono Gross National Happiness Web Site
 
"Ora il pericolo è la deflazione"



Crescono i timori sulle prospettive dell'economia mondiale. Fino a poco tempo fa queste paure si concentravano sull'Europa alle prese con la crisi greca e quella della moneta unica, ora si estendono agli Stati Uniti dopo la pubblicazione venerdì scorso dei dati sulla situazione del mercato del lavoro. Nel mese di maggio il numero degli occupati è salito di 431mila unità grazie all'impiego a tempo parziale di 411mila persone per realizzare il censimento, ma il settore privato statunitense ha creato solo 41mila nuovi posti di lavoro, ossia molto meno delle aspettative. Ma c'è di più. Mentre il tasso di disoccupazione ufficiale è sceso al 9,7%, quello reale, che include anche le persone occupate a tempo parziale e quelle che hanno cercato senza successo un lavoro nell'ultimo anno, si aggira attorno al 17%. Queste crude cifre confermano che anche la presunta ripresa dell'economia americana, che nel quarto trimestre dell'anno scorso ha visto il PIL crescere del 6%, sta perdendo vistosamente vigore. Il rimbalzo dell'economia a stelle e strisce non era il segnale precursore dell'uscita dalla crisi, ma il frutto delle eccezionali politiche monetarie e fiscali varate per rilanciare l'economia e della ricostituzione delle scorte da parte di aziende che le avevano drasticamente ridotte alla fine del 2008 e nei primi mesi del 2009.

Questa realtà contribuisce a spiegare le crescenti preoccupazioni dell'amministrazione Obama per la crisi dell'Europa, per l'indebolimento dell'euro e per le misure di austerità che stanno varando i Paesi europei. A Washington si teme che l'economia di Eurolandia, cresciuta di un anemico 0,2% nel primo trimestre di quest'anno, ripiombi in recessione e che il deprezzamento dell'euro incida negativamente sulle esportazioni americane. Si teme soprattutto che i segnali di crescente debolezza dell'economia a stelle e strisce, combinati con le politiche fiscali restrittive dei Paesi europei e con quelle adottate (per altri motivi) da alcuni grandi Paesi emergenti, provochino una ricaduta dell'economia mondiale nella crisi. Una simile evenienza, che appare sempre più probabile, rafforzerebbe le pressioni deflazionistiche, che stanno già corrodendo le economie occidentali, e farebbe riesplodere la crisi del debito, ossia del sistema bancario. Inoltre il livello raggiunto dall'indebitamento pubblico in Europa e negli Stati Uniti ridurrebbe le possibilità di intervento degli Stati, lasciando unicamente spazio alla stampa di moneta da parte delle banche centrali.

I segnali poco incoraggianti che provengono dall'economia reale si aggiungono al forte aumento delle tensioni per il settore bancario europeo. Gli istituti di credito hanno ricominciato a non fidarsi l'uno dell'altro e quindi non si prestano i soldi, ma li depositano presso la Banca centrale europea: venerdì scorso è stata raggiunta la cifra primato di 351 miliardi di euro. In queste condizioni non sorprende che per gli istituti di credito costi sempre più finanziarsi sul mercato interbancario. Anche sul mercato dei capitali per le banche europee è difficile rifinanziarsi: stando a quanto ha comunicato la BCE, ancora nello scorso mese di aprile il 45% delle obbligazioni emesse dalle banche beneficiava di una garanzia statale. Il problema del rifinanziamento delle banche europee è talmente grave che Germania, Olanda, Grecia e Svezia hanno già chiesto a Bruxelles di poter continuare a garantire le obbligazioni emesse dalle banche dopo la fine di giugno (che sarebbe dovuta essere la scadenza ultima di questo programma varato nell'autuno del 2008 nel pieno della crisi finanziaria). Questa sfiducia è fondata, poiché la stessa Banca centrale europea stima che gli istituti di credito di Eurolandia, che non riescono più a guadagnare con le attività bancarie tradizionali, siano costretti a far emergere almeno altri 195 miliardi di euro di perdite nascoste nei loro bilanci. Insomma si è ritornati al clima che aveva preceduto il fallimento della Lehman Brothers. Anche perché la crisi fiscale degli Stati europei deboli è lungi dall'essere superata e i forzieri delle banche europee straripano di titoli pubblici. In Spagna e in altri Paesi rischia di prodursi il paradosso di un debito pubblico che continua a crescere nonostante le misure di risparmio. E' quanto già è previsto da Bruxelles e dal Fondo Monetario Internazionale per la Grecia, il cui debito pubblico salirà nel giro di tre anni dall'attuale 120% al 150% del PIL.

La ricaduta dell'economia e il rischio della deflazione in recessione non faranno altro che esaltare la causa di questa crisi, che è un eccesso di indebitamento sia del settore pubblico sia di quello privato. E una crisi del debito può essere risolta solo in due modi: con una forte inflazione, che erode il valore reale del debito (che oggi appare altamente improbabile) oppure con una sua ristrutturazione. In pratica seguendo gli insegnamenti di un detto napoletano, che suona così: «Chi ha dato, ha dato; chi ha avuto ha avuto. Scordiamoci il passato».

Alfonso Tuor


(Ticinonews.ch)
 
ma insomma, io ci capisco sempre meno

alla luce di quel che dice tuor, qui sopra,

gli usa per LA PRIMA VOLTA SI PREOCCUPANO DEL LORO CAMBIO ESTERNO
e si smentirebbe il complotto per affossare euro

(a chi inneggia sull export italia -usa, ieri sera porta porta parlava di un 6% la quota italiota verso usa)

grazie per altre interpretazioni per illuminare un vecchietto rinco
 
ma insomma, io ci capisco sempre meno

alla luce di quel che dice tuor, qui sopra,

gli usa per LA PRIMA VOLTA SI PREOCCUPANO DEL LORO CAMBIO ESTERNO
e si smentirebbe il complotto per affossare euro

(a chi inneggia sull export italia -usa, ieri sera porta porta parlava di un 6% la quota italiota verso usa)

grazie per altre interpretazioni per illuminare un vecchietto rinco

Secondo me Tuor la dice giusta... non credo proprio che gli USA vogliano affossare l'euro... si preoccupano del loro cambio esterno perché l'export fa una discreta fetta di ricavi della big corporate USA ed inoltre l'euro alto ne amplificava i profitti per la quota di fatturato realizzata all'estero.
 
export statunitense ? ma che producono ancora qualcosa in patria ? :)

Euro Slide Leaves CEOs Wringing Hands With Forecasts at Risk - Bloomberg.com

è ovvio che col dollaro forte oltre a problemini per esportare le minuterie rimaste anche solo trasformare i dati delle filiali estere in dollari riduce i sorrisi :D ... e poi saltano le aspettative Euro Slide Leaves CEOs Wringing Hands With Forecasts at Risk - Bloomberg.com

ma ci sono sempre 2000 miliardi da piazzare :rolleyes:


2000...se fai il conto di quello che deve piazzare l' europa in aggregato ita francia germania ecc..non siamo lontanissimi:rolleyes:
 
un pò di sano ottimismo ComeDonChisciotte - LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI ECONOMICI PER IL RESTO DEL 2010





LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI ECONOMICI PER IL RESTO DEL 2010
Data: Martedì, 08 giugno @ 17:10:00 CDT
Argomento: Economia

FONTE: RENSE.COM

Bob Chapman

Nei primi sei mesi del 2010, gli americani continueranno a vivere nel “mondo irreale”. Il periodo che intercorre tra luglio e ottobre sarà quello dove scoppieranno i fuochi d’artificio della finanza. La Fed agirà unilateralmente per la propria sopravvivenza, senza curarsi delle implicazioni politiche (la fonte è un addetto ai lavori nel corso delle riunioni della Fed). Nell’ultimo trimestre dell’anno potremo assistere persino alla legge marziale, anche se questa è più probabile nel primo semestre del 2011. Il FDIC crollerà nel settembre 2010. Il settore immobiliare commerciale è previsto che imploda nel 2010. Wall Street crede che esiste una possibilità di tracollo del 100% nel mercato obbligazionario, soprattutto per le obbligazioni degli enti locali. Il dollaro sarà svalutato entro la fine del 2010.

Gerald Celente

Attacchi terroristici e il “crollo del 2010”. Una svalutazione iniziale del 40% = la più forte depressione, peggiore della Grande Depressione.



George Ure

Mercati in rialzo fino a metà-fine estate. Poi “tutto a rotoli” per il resto dell’anno.

Igor Panarin

Nell’estate del 1998, sulla base di dati riservati sullo stato dell’economia e della società americana fornitigli da un amico analista del FAPSI, Panarin predisse per il 2010 la probabile disintegrazione gli Stati Uniti in sei zone geografiche (alla fine di giugno-inizio di luglio 2010, come specificò meglio il 10 dicembre 2000).

Neithercorps

Hanno previsto che la terza e ultima fase del crollo economico inizierà in qualche periodo del 2010. Salvo qualche miracolo finanziario, o la completa dissoluzione della Federal Reserve, un’implosione simile ad una valanga dovrebbe essere visibile entro la fine di quest’anno. Il comportamento della Fed, oltre a quello del FMI, pare suggerire che si stiano preparando per un crollo mirato, che toccherà il picco nel giro di poche settimane o mesi, non di anni, e la fine quasi certa del dollaro.

Webbots

Da luglio in avanti le cose sembreranno molto strane. Rivoluzione. Fine del dollaro a novembre 2010.

LEAP 20/20

Le prospettive per il 2010 viste da un gruppo di 25 economisti europei con un livello di precisione del 90% - Anticipiamo un’improvvisa intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010, causata dal doppio effetto di bloccare eventi che erano stati temporaneamente “congelati” nella seconda parte del 2009 e l’impossibilità di mantenere le cure palliative degli anni scorsi. E’ in arrivo la tempesta (economica) perfetta all’interno dei mercati finanziari globali e un’inevitabile pressione sui tassi di interesse negli Stati Uniti. L’iniezione di denaro a costo zero nel sistema bancario occidentale non è riuscita a far ripartire l’economia. Nonostante il denaro a costo zero, il sistema è in stallo e si sta lentamente ribaltando verso la prossima grande ondata di ribassi che, nella terminologia dell’Elliott Wave, sarà l’Ondata Tre del Super Ciclo, o in parole più comprensibili, “Quella grossa, dove si andrà tutti assieme a gambe all’aria”.

Joseph Meyer

Previsioni sull’economia. Vede il continuo calo del mercato immobiliare e ha consigliato alla gente di investire in metalli preziosi e materie prime, oltre a tenere contanti in casa in un luogo sicuro nell’eventualità della chiusura degli sportelli bancari. Il mercato azionario, dopo aver raggiunto il picco a marzo o aprile (intorno a 10.850) diminuirà fortemente tra i 2.450 e 4.125 punti nel corso della prossima flessione.

Harry Dent (investitore)

Un secondo crollo molto probabile entro la fine del 2010. L’imminente depressione inizierà intorno all’estate. Dent vede che il mercato azionario, che al momento sta godendo un momento di rialzi e un’entusiasmante attività economica, sta portando in scioltezza il Dow verso i 10.700 – 11.500 punti rispetto ai livelli attuali di circa 10.090 punti. Ma poi vede una pesante battuta d’arresto, seguita da una forte discesa (dall’inizio di marzo fino a fine aprile) che potrebbe portare il Dow, alla fine di quest’anno, a 3.000-5.000 punti, ipoteticamente intorno ai 3.800.

Richard Russell (esperto di mercati)

A partire dal 3 febbraio 2010, vede che il mercato al rialzo è sul punto di spezzarsi e sta arrivando il panico. Prevede un aggiustamento della salita dai minimi del 2002 di 7.286 fino ai massimi del mercato in rialzo di 14.164,53 registrati il 9 ottobre 2007. Il punto mediano del rintracciamento era 10.725. Il rintracciamento totale era 6.547,05 il 9 marzo 2009. Russell ora prevede che il Down scenda a 7.286 e se quel livello non viene mantenuto, “prevedo che che sprofondi fino ai minimi di 1.000 punti del periodo 1980-82”. Le azioni attuali sono le peggiori che abbia mai visto (Bob Chapman sostiene che è insolito per Russell uscirsene con queste sconcertanti dichiarazioni perché non si fa mai prendere dall’allarmismo e quasi mai sbaglia).

Niño Becerra (docente di economia)

Previsto nel luglio 2007, quello che stava per accadere era che alla metà del 2010 ci sarebbe stata una crisi paragonabile solo a quella del 1929. Dall’ottobre 2009 al maggio 2010, la gente inizierà a vedere che le cose non stanno andando nella direzione che credeva il governo. Nel maggio 2010, la crisi inizierà con tutta la sua forza e continuerà ad intensificarsi per tutto il corso del 2011. Becerra aveva previsto con esattezza l’attuale recessione e il crollo dei mercati.

Lyndon Larouche

La crisi sta accelerando e peggiorerà settimana dopo settimana fino a che il sistema si sgretolerà fino a crollare, probabilmente quest’anno. E quando accadrà, sarà il crollo più imponente dalla caduta dell’Impero Romano.

Wall Street Journal (febbraio 2010)

“State assistendo ad un crollo epocale del sogno americano, un crollo sistemico della nostra democrazia e del nostro capitalismo, un crollo trainato dall’insaziabile e cieca avidità di Wall Street: un governo con molti problemi, mercati dissennati, un’economia sull’orlo del precipizio. Moltiplicate queste cose di tre, quattro, cinque volte e vedrete un mondo nello scompiglio più totale. Facciamo finta di niente o domani sarà troppo tardi”.

Eric deCarbonnel

Non c’è alcuna priorità per il panico e il caos che ci saranno nel 2010. Il quadro globale per l’offerta/domanda di generi alimentari non è MAI stato così sbilanciato. La crisi alimentare del 2010 ristabilirà l’ordine economico, finanziario e politico del mondo, e coloro che non saranno preparati soffriranno perdite terribili. Mentre il dollaro perderà buona parte del proprio valore, i risparmi americani saranno spazzati via. L’economia dei servizi degli Stati Uniti si disintegrerà mentre la spesa dei consumatori in termini reali (vale a dire, oro e altre monete stabili) colerà a picco, portando la disoccupazione a livelli superiori a quelli della Grande Depressione. I servizi e i programmi sanitari saranno tagliati poiché le persone non avranno più risparmi/credito/entrate per pagare le cure mediche. Il valore degli investimenti verrà azzerato. I mercati del debito degli Stati Uniti si congeleranno di nuovo, questa volta in modo permanente. Non ci saranno acquirenti se non ai prezzi più stracciati, e l’inflazione ne azzererà il valore prima ancora che i mercati del credito abbiano una qualche possibilità di ripresa. Il panico nel 2010 renderà senza più alcun valore la maggior parte dei derivati. Poiché il mercato dei derivati opera sull’assunzione della continua stabilità del dollaro e del debito americano nel breve termine, l’utilizzo dei derivati per scommettere contro il dollaro NON è una buona idea. Il crollo del dollaro priverà i consumatori americani di tutto il potere d’acquisto, e qualsiasi investimento che dipende dai consumi americani perderà buona parte del proprio valore.

Rapporto Alpha-Omega (previsione sugli andamenti)

Entrando nel 2010, gli andamenti sembravano non portare a nulla, se non all’oblio. Geopoliticamente il Medioriente era ed è diretto verso un qualche genere di conflitto militare, più probabile nella metà dell’anno, forse prima. Al momento, sembra che il 2010 si stia sviluppando come un anno di caos assoluto. Vediamo aria di guerra tra Israele e i suoi paesi vicini che destabilizzerà ogni aspetto delle attività umane. In caso di guerra, vedremo una forte disgregazione di tutti gli altri andamenti sociali. L’Iran molto probabilmente chiuderà i flussi di petrolio dal Golfo Persico e questo avrà conseguenze pesantissime per l’economia mondiale. Il prezzo del petrolio schizzerà alle stelle e sarà così caro che le economie del mondo andranno in rovina. Oltre alle linee economiche, ci sono anche degli indicatori di andamento che indicano un potenziale tracollo totale del sistema finanziario mondiale seguito dallo sviluppo di una grossa crisi in ogni trimestre dell’anno. Il 2010 potrebbe essere l’anno del tracollo per l’economia mondiale, indipendentemente da quello che accadrà in Medioriente.

Robin Laundry (esperto di mercati)

Credo che ci stiamo dirigendo verso nuovi massimi di mercato tra i 10.780-11.241 punti nei prossimi mesi. Il periodo più probabile per il massimo è aprile-maggio. Da tenere presente, secondo me, gli indizi secondo cui ci troviamo in un mercato in salita a cui seguirà una decisa diminuzione quando terminerà questo rialzo.

John P. Hussman

Secondo le mie stime, siamo ancora vicini all’80% di probabilità (regola di Bayes) che nel corso del 2010 avvenga un secondo crollo dei mercati e una flessione economica.

Robert Prechter

Fondator di Elliott Wave International, implora gli investitori “al dettaglio” di rimanere lontani dai mercati per il momento. Prechter, che era ottimista quando i mercati erano ai minimi nel marzo 2009, ora sostiene che il mercato azionario “si trova in una zona vicina ai massimi” e prevede ”un altro crollo nel 2010 che porterà le azioni sotto ai minimi del 2009”. A buon intenditor poche parole: “essere pazienti, non avere fretta”, conservare i propri soldi in contanti e in beni equivalenti ai contanti.

Richard Mogey

Attuale direttore di ricerca presso la Fondazione per lo Studio dei Cicli. A causa della convergenza contemporanea di numerosi cicli, il mercato azionario potrebbe salire per un po’ di tempo ma crollerà nel 2010 e raggiungerà i minimi di tutti i tempi alla fine del 2012. Mogey sostiene che il crollo del 2008 non è stato nulla in confronto al crollo imminente. L’oro potrebbe regolarsi nel 2009, risalire nel 2010 e toccare il picco nel 2011. L’argento seguirà l’andamento dell’oro.

James Howard Kunstler (gennaio 2010)

L’economia, per come la conosciamo, non può semplicemente più andare avanti così, e questo James Howard Kunstler lo sta dicendo fin dal principio. Buffonate come incentivi e salvataggi peggioreranno soltanto il problema cruciale aggiungendo altro debito. Non ci sarà da attendere molto prima che tutto crolli e vada in rovina. Per l’economia, intendo. Specialmente la parte che consiste nello scambiarsi certificati di carta. Sono queste le voci che ho percepito nelle prime due settimane del 2010.

Peter Schiff (13 marzo 2010)

“Secondo me il mercato si trova ora nella posizione migliore per un’enorme svendita di dollari. Nel 2010 i fondamentali per il dollaro sono ben peggiori di quanto lo erano nel 2008 ed è difficile immaginare un qualche motivo per cui la gente debba continuare a comprare una volta che verrà ristabilito un briciolo di stabilità politica e monetaria in Europa. In effetti, l’Euro recentemente si è stabilizzato. La mia sensazione è che la svendita del dollaro sarà rapida e improvvisa. Una volta che il dollaro sarà nettamente sotto ai minimi dello scorso anno, molti operatori che avevano abbandonato la nave nell’ultimo recupero cercheranno di ristabiliare le loro posizioni. E questo accelererà la diminuzione del dollaro e sposterà di nuovo l’attenzione di tutti sul disastro finanziario che si sta sviluppando negli Stati Uniti. Qualsiasi dubbio sul futuro del dollaro americano dovrebbe essere sepolto con l’annuncio di oggi da parte del presidente della Federal Reserve di San Francisco Janet Yellen che è stata nominata vicepresidente del consiglio di amministrazione della Fed, e quindi con poteri di voto nella Commissione sui Mercati Aperti che stabilisce i tassi di interesse. La Yellen si è guadagnata la fama di essere, tra le alte sfere della Fed, la più accanita nel sostenere che l’inflazione non è una cosa negativa e ha un impatto minimo sull’economia”. Schiff è noto per le sue puntuali previsioni degli eventi economici del 2008.

Lindsey Williams

Dollaro svalutato del 30-50% entro la fine dell’anno. Sarà molto difficile per l’americano medio potersi permettersi anche il cibo. Queste informazioni gli sono state fornite da un membro interno agli Illuminati.

Economista anonimo che lavora per il governo degli Stati Uniti

Quello a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni non è niente in confronto a quello a cui assisteremo quest’anno. Se adesso avete un lavoro, potrete non averlo più tra tre mesi o tra sei mesi (agosto 2010). Il mercato azionario diminuirà = grande depressione. Gli investitori stranieri cessano di finanziare il debito = crollo. 6,2 milioni di persone stanno per perdere il loro posto di lavoro.

Jimmy “Doomsday”

Il Dow scenderà sotto i 7.000 prima di metà estate 2010 – il dollaro supererà 95 nel dollar index prima di metà estate 2010 – l’oro scenderà sotto gli 800 dollari prima di metà estate 2010 – l’argento scenderà sotto i 10 dollari prima di metà estate 2010 – l’implosione del debito della California avrà una prima forte svolta entro metà estate ed entrerà in modalità crisi prima del quarto trimestre 2010 – il dollar index sprofonderà sotto 65 tra il terzo e quarto trimestre 2010 – l’immobiliare commerciale entrerà in modalità crisi nel quarto trimestre 2010 – più di 35 stati saranno salvati entro il quarto trimestre 2010 dai contribuenti americani – alla fine del quarto trimestre 2010 l’oro toccherà i 1.600 dollari e l’argento balzerà a 35 dollari l’oncia.

Fonte: Jeff Rense Program
Link: Predictions For The Rest Of 2010
25.05.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di JJULES
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto