Domani sarà l'ultimo giorno di quotazione, dopo tanti decenni, per il titolo Dalmine.
Ieri ha chiuso a - 13.76%, mentre oggi non ha ancora aperto per via di un prezzo teorico enormemente basso: al momento addirittura 0.06 con un calo del 60% rispetto a ieri.
Cosa sta accadendo? In vista del delisting, i ritardatari dell'opa residuale (a 0.172) escono per non trovarsi con un titolo non quotato in portafoglio.
Il calo del titolo, già ai prezzi di ieri, appare però esagerato: Tenaris non ha raggiunto il 98% per effettuare l'acquisto del residuo (si è fermata al 96.8%), pertanto lo scenario più probabile è la fusione per incorporazione di Dalmine (del residuo, quindi) in Tenaris.
Con quale concambio? L'offerta dello scorso dicembre prevedeva 1 azione Tenaris ogni 12.0267 azioni Dalmine. Non è illogico supporre che l'eventuale rapporto di fusione non si discosti molto dal precedente.
Tenaris, al momento, quota 2.26, pertanto il valore teorico di Dalmine (seguendo il vecchio rapporto di concambio) è di 0.1879, mentre l'opa residuale, come detto, prevedeva un corrispettivo di 0.172.
Pertanto, comprare a questi prezzi (presumibilmente il titolo aprirà più alto, ma comunque con un prezzo molto più basso rispetto a ieri) rappresenta una sorta di scommessa, ma molto ragionata, sul futuro di Dalmine, a patto che si sia disposti a tenere il titolo in portafoglio per qualche mese, anche dopo la revoca dal listino (senza, quindi, poterlo vendere).
Inoltre, non è escluso che la stessa Tenaris si presenti a spazzolare la lettera, tra oggi e domani: in tal caso, bisogna farsi "trovare pronti" nel book in vendita.