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L'ITALIA NELLE MANI DEGLI ADEPTI SERVILISSIMI DEL MONDIALISMO E DELL'UE
Postato il Venerdì, 21 febbraio @ 14:31:19 GMT di
DI IDA MAGLI
italianiliberi.it

Sembra incredibile che perfino un uomo come Berlusconi, esperto di ogni tipo di comunicazione e da sempre nemico del comunismo, non si sia reso conto di ciò che è avvenuto in Italia nel giorno dell’avvento di Matteo Renzi. Anzi, ha affermato che Renzi gli è simpatico perché, oltre ad essere un uomo del fare, non è un comunista. Errore gravissimo da parte di Berlusconi. La scena più pubblica, più “democratica” possibile del lupo che afferra e divora un appartenente alla propria specie, è tipica dell’avvento del dittatore comunista. È stato così che Lenin ha preso il potere. Dopo essersi assicurato il consenso di tutti, Lenin ha baldamente comandato: si voti. E tutti hanno obbedito. Soltanto un piccolo episodio ha indicato quale sarebbe stato il successivo svolgersi degli avvenimenti. Una guardia si è avvicinata a Lenin e gli ha chiesto: “Cosa ne faccio di questo poeta che non vuole votare?” e Lenin sbuffando ha risposto: “Cosa ne vuoi fare, cretino? Fucilalo”. Il poeta è stato fucilato.


Non sono metafore, questa è la realtà. L’Italia vive già da anni fuori da ogni regola democratica e dal dettato della Costituzione perché i suoi governi non ne hanno bisogno. È il Centro del potere mondialista, quale che sia il nome dietro il quale opera: Rockfeller, Rothschild, Obama, Bilderberg, Trilateral Commission, Aspen Institut, Council of Foreign Relation, Consiglio d’Europa, le monarchie di Gran Bretagna, del Belgio, d’Olanda, che sono a capo della Massoneria mondiale e proprietarie di tutte le banche centrali, Bce inclusa, a nominarli. È da lì che sono spuntati e spuntano i nomi degli entusiasti distruttori degli Stati europei attraverso la costruzione dell’Ue e, per la zona Italia, i nomi di Ciampi, Amato, Prodi, Napolitano, Draghi, Monti, Bonino, Letta, Renzi. È per questo stesso motivo che gli attuali parlamentari si sono addirittura dimenticati, così come se n’ è dimenticato il Presidente della Repubblica, di essere illegittimi. “Completeremo la legislatura”, affermano tutti con orgoglio. Già: la delibera della Consulta sull’incostituzionalità della legge elettorale vale quanto la carta straccia, il che significa che anche il potere della magistratura, in Italia e in Europa, è in funzione del potere mondialista.

Il Laboratorio per la Distruzione degli Stati (questo il vero nome del Centro mondialista), ha devastato soprattutto l’Italia, la cultura, la società, la sovranità dell’Italia (l’azzeramento dell’economia ne è soltanto una conseguenza) perché i politici italiani sono degli adepti servilissimi del mondialismo e dell’Ue, tanto che la sua bandiera sventola ovunque e accanto a loro sebbene il Trattato di Lisbona l’abbia in pratica abolita. La fedeltà assoluta ai voleri dell’Europa è data così per scontata che nei programmi politici di questi giorni non se n’è neanche discusso. L’accenno fatto da Berlusconi alla necessità di ridurne il rigore non è soltanto debole ma inutile visto che nessuno parla di denunciare i parametri di Maastricht, che sono il vero cappio al collo dell’economia europea. I nomi dei possibili ministri del governo Renzi, infatti, sono tutti rigorosamente bilderberghiano-bruxelliani, il che significa che lavoreranno, come in precedenza hanno fatto i ministri dei governi Monti e Letta, per ammazzare gli italiani, per distruggerne l’identità, la creatività, la libertà e subordinarli ai voleri mondialisti. Si sente perfino dire che sarà confermata Emma Bonino come ministro degli esteri.

Nessuna scelta più stupida di questa: non tener conto del fatto che soltanto nell’Occidente europeo (e anche qui da pochissimo tempo), è riconosciuta la parità del sesso femminile. Nel resto del mondo, ossia nel 90% degli Stati esistenti, le donne sono considerate inferiori, impure, adatte alla casa e alla prole, e mandare quindi una donna a trattare con le autorità di questi Stati significa essere considerati deboli, ridicoli, sconfitti in partenza.

Ida Magli
Fonte: ItalianiLiberi
Link: http://www.italianiliberi.it/Edito14/l-Italia-nelle-mani-degli-adepti-servilissimi-del-mondialismo-e-dell-ue.html
20.02.2014
 
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Renzi sputtanato dalla telefonata del finto Vendola: i ministri li sceglie De Benedetti

by Laura Caselli 0 Comments 17.feb 2014

17 febbr – “Ho ricevuto pressioni da De Benedetti, ma io il ministro non lo faccio”. Parola di Fabrizio Barca. L’ex ministro di Monti è entrato nel toto-nomi per un dicastero nel governo Renzi, in particolare per il ministero dell’Economia in cui non verrà riconfermato Fabrizio Saccomanni. Intercettato dal finto Vendola de La Zanzara, al telefono, Barca si lascia andare a rivelazioni che imbarazzeranno tanto Renzi quanto l’Ingegnere ed editore di Repubblica. Di fatto sulla lista dei ministri del nuovo governo del rottamatore ci sarebbe la mano di Carlo De Benedetti. Quella lista, stando a quel che dice Barca, la vorrebbe compilare lui in persona.
De Benedetti e la lista dei ministri - Cadendo nel tranello de La Zanzara, Barca rivela al finto Vendola: “Il padrone della Repubblica, con un forcing diretto di sms, attraverso un suo giornalista, con una cosa che hanno lanciato sul sito ‘chi vorresti come ministro dell’Economia’ dove ho metà dei consensi, ha cercato di convincermi ad accettare il ministero. Questi sono i metodi. Legittimi, per carità. Questo è il modo di forzare, di scegliere, di discutere. Non una volta chiedendomi: ma se lo fai cosa fai?. Se io dico che voglio fare una patrimoniale da 400 miliardi di euro, cosa che secondo me va fatta, tu cosa rispondi? Mi dici che va bene?”. Insomma l‘Ing, penna in mano, si mette a fare la lista dei ministri per il “suo” Matteo. Non a caso De Benedetti vorrebbe Barca, uomo dell’ala più a sinistra del Pd, un “rosso”, insomma, come “rossa” è Repubblica.

“Renzi non ha un piano” -
Barca, ex ministro della Coesione Territoriale nel governo Monti, nella telefonata col finto Vendola è un fiume in piena. Ne ha pure per Renzi: “Nichi – dice ancora Barca – è una cosa che è priva…non c’è un’idea, c’è un livello di avventurismo. Non essendoci un’idea, siamo agli slogan…Questo mi rattrista, sto male, sono preoccupatissimo perché vedo uno sfarinamento veramente impressionante, Nichi”. Dunque hai rifiutato, insiste il finto Vendola, interpretato da Andro Merkù: “Ho rifiutato secco – risponde -, ma secco in un modo…Ieri ho dovuto scrivere un messaggio..attraverso la Annunziata mi è arrivato un messaggio: ma se ti chiama il presidente? Ho dovuto mandare un sms scritto così:…vi prego di non farmi arrivare nessuna telefonata”.
“Avventurismo senza idee” - Barca è inarrestabile. Dopo aver sbugiardato De Benedetti, smonta pure Renzi, che ha le idee ben poco chiare: “Sono colpito – continua – dall’insistenza, il segno della loro confusione e disperazione… e poi in tutto questo ovviamente io dovrei essere quello tuo…e ovviamente c’è pure la copertura a sinistra…sono fuori, sono fuori, sono fuori di testa!”. Ma Matteo ti ha detto qualcosa in particolare?, chiede il finto Vendola. La risposta: “No, lui no. Tutto questo non capendo, Nichi, neanche le persone. Se mi chiami, vengo, ci vediamo mezz’ora, ti spiego in cinque minuti e ti do anche qualche consiglio perché io sono fatto così. No, invece tutto questo attraverso terzi, quarti, quinti, un imprenditore…”.
Picche all’Ing - Infine l’ex ministro ritorna ancora sulle insistenze di De Benedetti, e spiega ancora le ragioni del suo secco rifiuto: “Lui non si rende conto che io più vedo un imprenditore dietro un’operazione politica più ho conferma di tutte le mie preoccupazioni. Un imprenditore che si fa sentire…”. Una brutta grana, per Renzi, questa telefonata: rischia di apparire come un burattino mosso dalle esperte mani dell’Ingegnere, che non a caso, con Repubblica e col resto del suo impero mediatico, da tempo tira la volata a Matteo.
liberoquotidiano
Tratto da: Fonte
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Bancaria e il Signoraggio
22 ore fahttps://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#
UCRAINA COME LIBIA E SIRIA

E' ormai evidente che l'Europa e gli Stati Uniti perseguono lo scopo di attuare un vero e proprio colpo di stato violento. Lo fanno attraverso l'azione eversiva di squadre armate in cui estremisti nazionalisti, f...ascisti e nazisti emergono come le vere forze guida della rivolta.

La strada fatidica dell'Occidente per invadere la Russia è sempre stata l'Ucraina. E' il percorso seguito da Napoleone e poi da Hitler. La Russia è sempre stata aggredita dagli Stati Occidentali e tra il 1917 ed il 1922 ha subito la presenza di oltre un milione di soldati statunitensi, italiani, tedeschi, francesi ecc.... che avevano conquistato il novanta per cento del suo territorio poi liberato dall'armata rossa.

Ora sembra avviata verso l'annessione all'Occidente o la spaccatura etnica in due tronconi. Gli americani e la Nato con l'operazione di questi giorni hanno cominciato di fatto ad invadere la RUSSIA.

Stiamo assistendo a una delle più vergognose falsificazioni dell'intera storia dei mass media occidentali. Falsificazioni che i media italiani riproducono docilmente. E' un misto ripugnante di censura (delle immagini), di falsificazione (ove si presentano gli aggressori armati come le vittime)

Assistiamo all'esaltazione delle violenze di minoranze agguerrite e armate. E questo con la benedizione del governo italiano, oltre che delle autorità europee. Brutto segnale anche per le forze democratiche e popolari italiane.

USA ED EUROPA stanno semplicemente finanziando frange estreme di giovani neo-nazi in Ukraina per ribaltare un governo ELETTO, senza aspettare un anno per le prossime elezioni.

Che problema c'è nel finanziare e addestrare neo-nazi? E dai, nel 2014 ancora queste remore antiche; neo-nazi, mujaidin, ribelli, terroristi, Al-Qaeda, (Al-Cia-eda) vanno tutti bene, sono tutti bravi ragazzi , quando la Cia-Mossad devono buttare giù un governo che cerca di chiudere grossi affari energetici fuori dall’asse NATO-EU vanno tutti bene; che sara mai?

Che sarà mai? Ve lo dico io , che tra poco Putin manda gli spetznaz in Ukraina e saranno cavoli amari, tra poco la CIA dovrà alzare lo stipendio mensile ai giovani studenti reclutati per lanciare molotov nella capitale Kiev…

Il che aprirebbe una crisi politica e militare paragonabile, sotto molti aspetti alla "crisi di Cuba" del 1961 che portò Stati Uniti e Unione Sovietica a un passo dal confronto nucleare. Questa volta lo scenario è nel centro dell'Europa. Ci riguarda.

Invito tutti gli amici, i sostenitori, i simpatizzanti a esercitare opera di chiarificazione tra i loro amici. Questa tragedia non può vederci passivi.Altro...
— con Tatiana Stepanova Veg.





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Dentro la pirlamide: le otto famiglie che c'indebitano



The International: petrolio, droga, armi e Kissinger Associates
di Dean Henderson - 21/02/2014
Fonte: aurorasito

La recente epidemia di suicidi tra i banchieri internazionali ricorda l’intimità dell’intesa tra la finanza controllata dalle otto famiglie e la comunità d’intelligence.
Al nadir del regime di riciclaggio armi-petrodollari-droga del Consiglio di Cooperazione del Golfo/CIA sedevano tranquillamente i bankster internazionali dei quattro cavalieri.​
Attraverso ogni grande scandalo e dietro ogni regime dispotico si trova l’oligarchia finanziaria globale che si avvantaggia della dipendenza del mondo da petrolio, armi e droga. La ricchezza petrolifera generata nella regione del Golfo Persico è la principale fonte di capitali di tali banchieri. Vendono agli sceicchi del GCC buoni del tesoro 30ennali all’interesse del 5%, quindi prestano i petrodollari degli sceicchi ai governi del Terzo Mondo e dei consumatori occidentali con interessi del 15-20%. Nel processo questi signori della finanza che non producono nulla, usano il debito economico importato come leva per consolidare il controllo sull’economia globale.​

I padroni dei petrodollari e dei narcodollari
I banchieri internazionali sorvegliano la ricchezza petrolifera del Golfo Persico generata dai tentacoli di Big Oil. La Chase Manhattan colpì la Banca centrale Markazi dell’Iran, poi saccheggiò il Tesoro iraniano con gli insiders di Rockefeller, Kissinger e McCloy quando lo Shah loro fantoccio fu cacciato. Chase aveva stretti legami con la banca centrale saudita SAMA e la banca centrale del Venezuela, dove la Exxon-Mobil di Rockefeller “è la CIA”. Chase lanciò il Fondo per lo sviluppo industriale saudita, che diede alle multinazionali di proprietà della Chase i contratti per la modernizzazione saudita, poi acquistò la Saudi Investment Banking Corporation, che fece esattamente la stessa cosa. [1] I presidenti della Banca Mondiale Eugene Black e John McCloy provenivano dalla Chase. Morgan Guaranty Trust presiedeva il petrolio dei Saud. SAMA, divenuta Banca Centrale del regno quando si stava ancora asciugando l’inchiostro dell’accordo sulla sicurezza USA/Arabia Saudita, era guidata da Goon Anwar Ali del FMI, e gestita dai “tre saggi” o “padri bianchi”, il più potente dei quali era John Meyer, presidente della divisione internazionale di Morgan Guaranty Trust e successivamente presidente della Morgan Guaranty. Meyer trasferì le royalties in petrodollari della SAMA alla Morgan, essendo consigliere per gli investimenti della SAMA. [2] Morgan era il banchiere di Bechtel e Aramco. Stephen Bechtel sedette nel CdA della Morgan Guaranty, come fecero alla Chevron-Texaco gli insider del CFR George Schultz e Sulayman Olayan, l’uomo di paglia della Bechtel, cruciale nel riciclaggio dei petrodollari del Golfo Persico nelle banche internazionali. Olayan possedeva metà Saudi Bechtel e molte azioni di Chase Manhattan, Occidental Petroleum e CS First Boston, dove fu direttore fino al 1995. Olayan fondò la Saudi-British Bank, un grande attore occulto nel mercato degli eurodollari. Aveva un’oscura partnership caraibica con Barclays e Jardine Matheson, che controllano la finanza israeliana ed HSBC rispettivamente. Fu membro della direzione di American Express insieme a Henry Kissinger e Edmund Safra, la cui fallimentare Republic Bank finì nel pozzo nero della HSBC. Il gruppo bancario di Olayan comprende CS First Boston, Saudi-British Bank, Saudi Holland Bank (controllata dalla ABN Amro, ora Royal Bank of Scotland) e Chase. [3] Attraverso queste relazioni Olayan fu il collante tra i Saud e i loro padroni delle famiglie dei Quattro Cavalieri statunitensi, inglesi e olandesi.
Nel 1975 Morgan Guaranty ebbe una partecipazione del 20% nella Saudi International Bank di Londra, il cui direttore esecutivo era il direttore di Morgan Guaranty Trust Peter de Roos. SAMA possedeva una quota del 50%, mentreBank of Tokyo, Deutsche Bank, Banque de Nationale de Paris, National Westminster Bank e Union Bank of Switzerland avevano ognuna una proprietà del 5%. [4] Citibank acquistò il 33% della Saudi American Bank. SAMA era assistita da Merrill Lynch e Baring Brothers (ora della Royal Bank of Scotland), garantendo a New York e a Londra il controllo sui proventi del petrolio. I Padri Bianchi avevano saldamente le redini dei proventi petroliferi dell’Aramco dei Saud. Di Morgan Guaranty era il consigliere per gli investimenti dell’Abu Dhabi Investment Authority, la banca centrale degli Emirati Arabi Uniti, dove il monarca e principale azionista della BCCI, shayq Zayad detiene i cordoni della borsa.Morgan Grenfell, il braccio londinese della Morgan, è consulente dei governi della GCC del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti, e del mercato dell’oro dell’emirato di Dubai. Grenfell ora della Deutsche Bank, controllava una larga fetta della Banca Centrale della Giordania e finanziava la vendita di armi a Oman, Giordania e Arabia Saudita. Quando il trafficante d’armi saudita della Lockheed Adnan Khasshoggi comprò l’Arizona-Colorado Land & Cattle Company, nel 1974, il ramo degli investimenti statunitense Morgan Stanley fece un affare. Quando Khasshoggi comprò un caseificio di 17000 ettari e un ranch da un milione di acri per il bestiame in Sudan, Morgan Stanley l’aiutò di nuovo.​
Nel 1984 Morgan Grenfell spinse per l’esplorazione petrolifera nel Mare del Nord. Sir John Stevens della Grenfell consigliava la Banca Markazi dell’Iran. Stevens era un insider della Banca d’Inghilterra, dove il presidente della Royal Dutch/ShellSir Robert Clark era membro del consiglio. Morgan Stanley occupava i primi 16 piani dell’edificio della Exxon a New York. Gestì nel 1977 la vendita delle azioni della BP da parte del governo inglese al clan al-Sabah del Quwayt. [5]​
Il presidente della Jardine Matheson David Newbigging siede nel consiglio consultivo internazionale di Morgan Guaranty ed è probabilmente l’uomo più potente di Hong Kong. Il presidente di Morgan et Cie, divisione internazionale della banca, era Lord Cairncatto, che sedeva nel Comitato di Londra della HSBC, era presidente della Morgan Grenfell e membro del Consiglio interno del Royal Institute of International Affairs. [6] HSBC e Kleinwort Benson hanno il controllo del monopolio dell’oro Sharps Pixley Ward di Hong Kong. HSBC Bank possiede laBritish Bank of the Middle East, che monopolizza il fiorente mercato dell’oro di Dubai, la Republic Bank of New York di Edmund Safra, che dominava i vecchi mercati dell’oro libanesi e Midland Bank, agente di compensazione del narco-governo panamense. Fino a poco prima Sharps Pixley e Samuel Montagu, filiali della HSBC, si fusero con la Mocatta Metals della Standard Chartered, fondata da Cecil Rhodes, Johnson Matthey e NM Rothschild & Sons di Londra per fissare ogni giorno unilateralmente il prezzo dell’oro. Gli ultimi due monopoli hanno CdA che s’intrecciano sia con la HSBC che con il conglomerato Anglo-American controllato da Oppenheimer, la cui controllata Engelhardt monopolizza la raffinazione mondiale dell’oro. [7] Gli Oppenheimer controllano anche Rio Tinto e DeBeers,fondata da Cecil Rhodes, che monopolizza il commercio mondiale dei diamanti. La controllata Anglo-American delle Bermuda, Minorco, gioca un ruolo importante nel ciclo oro/diamanti/droga della Silver Triangle. Il taglio dei diamanti è finanziato dalla famiglia belga Lambert, cugini dei Rothschild, e dalla Barclays Bank, nel cui CdA siedono Sir Harry Oppenheimer e altri quattro membri dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme della Regina Elisabetta, più che in qualsiasi azienda nel mondo. [8] I giganti bancari canadesi Bank of Nova Scotia, Bank of Montreal, Royal Bank of Canada, Toronto Dominion Bank e Canadian Imperial Bank of Commerce, si sono uniti ai giganti inglesi National Westminster, Barclays, Lloyds e HSBC, nel presiedere la Silver Triangle dei Caraibi che ricicla narcodollari. Bank of Nova Scotia è il rivenditore d’oro più grande dei Caraibi e possiede 200 tonnellate di oro recuperate dai depositi sotto le macerie del World Trade Center nel 2001. La banca d’investimento più grande dei Caraibi è nota come ITCO, una joint venture tra Anglo-american, Barclays, NM Rothschild e Royal Bank of Canada. Il direttore della Lloyds, ADF Lloyd, è cognato del 10° conte di Airlie, presidente della Banca Schroeder della Warburg, che finanziò Hitler. La moglie di Earl è nipote di Otto Kahn, partner di primo piano di Kuhn Loeb. La suocera di Winston Churchill era una Airlie. Il cugino di Churchill, il visconte Cowdray, ha una grande partecipazione nella Lazard, usata dalla famiglia Kennedy. [9] Lazard controlla Financial Times, The Economist e Penguin Books.​
La Citigroup dei sauditi e la Texas Commerce della Baker, ora JP Morgan Chase, aiutaron Raul Salinas a derubare il Tesoro messicano. Bank of America dei Rothschild fondò la Banca d’Italia sotto il paravento della Transamerica di Amadeo Giannini, con una joint venture da 3 miliardi di dollari con il Banco Ambrosiano, che acquistò la saccheggiata Continental Bank, finanziando la BCCI ed ripulendo gli affari della BNL. All’epoca Bank of America era la maggiore banca del mondo. [776] Secondo il ricercatore di Chicago Sherman Skolnick, Bank of America incanalava il denaro sporco generato dal finanziere latitante svizzero-israeliano del Mossad Marc Rich, e il cui denaro facile scomparve nel pozzo nero della Enron. Skolnick aggiunge che la Nugan Hand Bank divenne Household International, un prestatore di sub-prime di Chicago, il cui avvocato, fino al suo misterioso incidente in canoa, era l’ex-direttore della CIA Bill Colby. [10]Household è ora una controllata di HSBC. La Banque de Credit Internationale di Ginevra di Tibor Rosenbaum (BCI) predette la BCCI, ricevendo i profitti dei casinò di Meyer Lansky e i proventi della droga per finanziare gli imbrogli di MI6 eMossad, tra cui la Permindex. [11] Lansky avviò i suo crimine organizzato con l’aiuto finanziario della famiglia Rothschild. Robert Vesco decollò con la Mary Carter Paint Company finanziata dai Rockefeller. Santos Trafficante è il loro successore. La CS First Boston fu fondata dalla famiglia Perkins di Boston con i proventi dell’oppio e finanziò sia l’omicidio di JFK che il tentativo di assassinio del presidente francese Charles de Gaulle. Richard Holbrooke, l’inviato di Obama in Afghanistan e capo architetto degli accordi di Dayton, e Dick Thornburgh, procuratore generale di Bush durante il cover-up della BNL, lavorarono per la CS First Boston al fianco di Sulayman Olayan. La banca collaborò con BP Amoco per arraffare il 20% della russa Lukoil.​


KissAss
 
KissAss
Tra i clienti di Kissinger Associates vi erano la Banca nazionale della Georgia della BCCI di proprietà della BNL, che collaborò con la Banca centrale irachena armando l’Iraq attraverso i conti cifrati presso Bank of America, Bank of New York, Chase Manhattan e Manufacturers Hanover Trust. Agente di compensazione della BNL in tali operazioni era Morgan Guaranty Trust. Il Consiglio di Amministrazione della Chase Manhattan Bank rifletteva il Consiglio di Amministrazione Consultivo internazionale della BNL. Henry Kissinger era legato a Chase Manhattan e a Goldman Sachs, aiutando le narco-banche Bank of New York e CS First Boston a saccheggiare il Tesoro della Russia. Quando la banda della CIA saccheggiò le S&L (cassa depositi e prestiti. NdT), Goldman Sachs spazzolò via miliardi di attività in un colpo. Il Comitato consultivo internazionale della Chase Manhattan comprendeva Y. K. Pao della Hong Kong Worldwide Shipping, Ian Sinclair della narcotrafficante Canadian Pacific e GA Wagner della Royal Dutch/Shell. [12] Pao fu vicepresidente di HSBC.
Il CdA della Kissinger Associates è ancora più oscuro e potente, il lapsus freudiano massonico della KissAss è espresso dal vecchio denaro. Il co-fondatore Lord Carrington, membro del consiglio di Barclays e Hambros, presiede il Gruppo Bilderberg e l’Istituto Reale per gli Affari Internazionali. Il membro del CdA della KissAss è Mario d’Urso della dinastia dei banchieri Kuhn Loeb, è a capo della Jefferson Insurance, la joint venture tra Assicurazioni Generali (AG) e Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS) negli Stati Uniti. L’AG di Venezia custodisce le immense fortune delle antiche famiglie di banchieri veneziani che finanziarono le crociate e il Sacro Romano Impero. Il suo CdA includeva Elie de Rothschild, il barone August von Finck, l’uomo più ricco della Germania, il barone Pierre Lambert, cugino dei Rothschild e finanziatore della Drexel Burnham Lambert, Jocelyn Hambro, la cui famiglia possiede Hambros Bank, che possedeva la metà della Banca Privata di Michele Sindona; Pierpaolo Luzzato Fegiz della potente famiglia italiana dei Luzzato che aveva legami con il Banco Ambrosiano di Sindona e Franco Orsini Bonacossi della potente famiglia Orsini, i cui membri sedevano nell’antico senato dell’impero romano. I maggiori azionisti di AG sono Lazard Freres e Banque Paribas. [13] Paribas, ora la maggiore banca del mondo, è controllata dalla famiglia Warburg, mentre Lazard è dominata dalle famiglie Lazard e David-Weill. I Lazard inglesi fanno ora parte del conglomerato Pearson, che possiede Financial Times, Economist, Penguin e Viking Books, Madame Tussaud e ampi interessi negli Stati Uniti. La francese Lazard Freres è occultata nell’holding denominata Eurafrance. Lazard gestisce il denaro dell’élite globale come gli Agnelli italiani, i Boels belgi, gli inglesi Pearson e gli statunitensi Kennedy. Membri del consiglio della RAS sono i membri della famiglia Giustiniani, discendenti dall’imperatore romano Giustiniano, della famiglia Doria, finanzieri genovesi dei sovrani asburgici spagnoli, e il duca d’Alba, che discende dalla monarchia asburgica spagnola.
Un altro potente elemento del CdA della KissAss era Nathaniel Samuels, altro vecchio sgherro della Kuhn Loeb del clan di Samuel, che controlla gran parte di Royal Dutch/Shell e Rio Tinto. Samuel fu presidente della Banque Louis-Dreyfus Holding Company di Parigi, derivante dalla dinastia di commercianti in granaglie Louis Dreyfus, uno dei Quattro Cavalieri del Grano. Lord Eric Roll è un altro membro della KissAss. Roll è presidente della banca d’investimento della famiglia Warburg, la SG Warburg. Il potente membro asiatico del consiglio della KissAss è Sir Y. K. Kan di Hong Kong, che rappresenta quattro vecchie famiglie bancarie cinesi che controllano la Bank of East Asia. Le radici massoniche del cliente piduista BNL della KissAss risalgono alla Banca Commerciale d’Italia, dove fu fondata la P-2. La filiale svizzera della banca, la Banca della Svizzera, acquistò il 7% di Lehman Brothers nel 1970. La famiglia Lehman fece fortuna vendendo armi alle forze confederate mentre contrabbandava l’oppio inglese nell’Unione dalle piantagioni di cotone di famiglia. Quando il cliente della Lehman Brothers, Enron, crollò, l’UBS Warburg piombò per comprarsi Enron OnLine per 0 dollari. Quando Lehman fallì nel 2008, Barclays banchettò con la sua carcassa.
Note
[767] The Chase: The Chase Manhattan Bank N. A.: 1945-1985. Harvard Business School Press. Boston. 1986. p.231
[768] The House of Morgan. Ron Chernow. Atlantic Monthly Press. New York. 1990. p.606
[769] “The Olayan Group: Fifty Years of Forging Business Partnership”. Advertisement. Forbes. 7-7-97
[770] “Now the Desert Kingdom’s are Thirsty for Cash”. John Rossant. Business Week. 3-18-91. p.32
[771] Chernow. p.612
[772] Dope Inc.: The Book that Drove Kissinger Crazy. The Editors of Executive Intelligence Review. Washington, DC. 1992. p.125
[773] Ibid. p.194
[774] Ibid. p.200
[775] Ibid. p.445
[776] “A System out of Control, Not Just One Bank”. George Winslow. In These Times. October 23-29, 1991. p.8
[777] “The Enron Black Magic: Part III”. Sherman Skolnick. 1999.
[778] Hot Money and the Politics of Debt. R.T. Naylor. The Linden Press/Simon & Schuster. New York. 1987. p.22
[779] The Editors of Executive Intelligence Review. p.339
 
L’US Special Operations Command (SOCOM), svelati i segreti dell’esercito segreto

gennaio 28, 2014 1 commento

Nick Turse Global Research, 27 gennaio 2014
Agiscono nello splendore verde della visione notturna nel sud-ovest asiatico e negli agguati nelle giungle del Sud America. Strappano [1] gli uomini dalle loro case nel Maghreb [2] e attaccano militanti pesantemente armati nel Corno d’Africa. Sentono gli spruzzi salati quando volano sulle onde turchesi dei Caraibi e azzurro intenso del Pacifico, svolgono missioni nei soffocanti deserti del Medio Oriente e nella gelida Scandinavia [3]. L’amministrazione Obama ha intrapreso una guerra segreta planetaria [4] la cui ampiezza finora non è mai stata pienamente rivelata. Dall’11 settembre 2001, le forze speciali degli Stati Uniti sono cresciute in modo inimmaginabile, sia in numeri che in budget. La cosa più significativa, tuttavia, è l’aumento delle operazioni speciali a livello globale. Questa presenza, oggi in quasi il 70% delle nazioni del mondo, fornisce un’ulteriore prova della dimensione e della portata della guerra segreta che si estende dall’America Latina alle terre più remote dell’Afghanistan, dalle missioni di addestramento con i loro alleati africani alle operazioni di spionaggio nel cyberspazio. Come notato, negli ultimi giorni della presidenza Bush, le forze speciali erano dispiegate [5] in 60 Paesi nel mondo. Nel 2010 erano 75, secondo [6] Karen DeYoung e Greg Jaffe del Washington Post. Nel 2011, il portavoce del Special Operations Command (SOCOM), colonnello Tim Nye disse [7] a TomDispatch che la cifra totale era 120. Attualmente, questa cifra è ancora più elevata. Nel 2013, le forze d’elite statunitensi sono state schierate in 134 Paesi nel mondo, secondo il comandante Matthew Robert Bockholt, delle Pubbliche Relazioni del SOCOM. Tale aumento del 123% nel decennio di Obama dimostra come, oltre alla guerra convenzionale e alla campagna dei droni della CIA [8], alla diplomazia pubblica e all’ampio spionaggio elettronico [9], gli Stati Uniti siano impegnati in un’altra forma importante e crescente di proiezione di potenza all’estero. In gran parte condotte nell’ombra dalle truppe d’elite degli Stati Uniti, tali missioni avvengono lontano da occhi indiscreti, dei media e da qualsiasi tipo di controllo esterno, aumentando la possibilità di ritorsioni dalle conseguenze imprevedibili e catastrofiche.
Un settore in crescita
Formalmente istituito nel 1987, il Comando Operazioni Speciali è cresciuto rapidamente con l’11 settembre. Siamo stati informati che il SOCOM starebbe per raggiungere i 72000 effettivi nel 2014, dai 33000 nel 2001. I finanziamenti globali sono aumentati in proporzioni geometriche, tanto che il bilancio del 2001 di 2,3 miliardi di dollari ha raggiunto i 6,9 miliardi nel 2013 (10,4 se si aggiungono i finanziamenti supplementari). Lo schieramento di effettivi all’estero è esploso da 4900 uomini nel 2011 a 11500 nel 2013. In una recente indagine [10], TomDispatch, consultando i comunicati stampa del governo, documenti aperti e notizie, ha trovato le prove che le forze speciali degli Stati Uniti hanno cooperato con gli eserciti di 106 nazioni nel 2012-2013. Inoltre, durante il periodo i cui è stato preparato questo articolo, circa un mese [11], il SOCOM ha fornito statistiche precise sul numero totale di Paesi in cui ha schierato personale speciale: Berretti Verdi e Rangers, Navy SEAL e commando Delta Force. “Non l’abbiamo a portata di mano“, disse Bockholt del SOCOM in una intervista telefonica, mentre l’articolo era quasi finito. “Dobbiamo cercare tra molte altre cose. Ci vuole molto tempo“. Poche ore dopo, poco prima della pubblicazione, rispose alla domanda fattagli a novembre. “Le forze speciali sono state schierate in 134 Paesi“, nell’anno fiscale 2013, ha detto Bockholt in una e-mail.
Operazioni speciali globalizzate
L’anno scorso, il capo del Comando Operazioni Speciali, ammiraglio William McRaven, ha spiegato la sua visione della globalizzazione delle operazioni speciali. In una dichiarazione alla Commissione forze armate del Congresso, ha detto: “USSOCOM lavora a migliorare la rete globale delle forze per le operazioni speciali, supportando le nostre relazioni inter-istituzionali e i nostri partner internazionali, in modo da avere ampia conoscenza delle minacce e opportunità emergenti. La rete consente una presenza limitata e persistente nelle aree critiche e facilita l’opportunità di attuarle ove necessario e opportuno“. Anche se questa “presenza” può essere limitata, la portata e l’influenza di tali forze speciali è un’altra questione. Il salto del 12% di schieramenti, da 120 a 134, durante il periodo McRaven, ne riflette il desiderio di piazzarsi sul campo in tutto il pianeta. Il SOCOM non cita le nazioni interessate, rispettando la sensibilità delle nazioni ospiti e degli effettivi statunitensi, ma gli schieramenti che conosciamo gettano un po’ di luce sulla piena portata delle missioni segrete dell’US Army nel mondo. Ad esempio, gli scorsi aprile e maggio, il personale delle Operazioni Speciali ha partecipato ad esercitazioni a Gibuti, Malawi e isole Seychelles nell’Oceano Indiano. A giugno, i SEAL dell’US Navy si sono riuniti con forze irachene, giordane, libanesi e di altri alleati mediorientali realizzando simulazioni di guerra asimmetrica ad Aqaba, in Giordania. Il mese successivo, i Berretti Verdi si recarono a Trinidad e Tobago per avviare piccole unità tattiche con le forze locali. Ad agosto, i Berretti Verdi hanno addestrato i marinai dell’Honduras [12] nel sabotaggio. A settembre, secondo il comunicato stampa [13], le forze speciali degli Stati Uniti si sono unite alle truppe d’elite dei 10 Paesi membri dell’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico: Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Myanmar e Cambogia, così come con le loro controparti di Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Corea del Sud, Cina, India e Russia per esercitazioni antiterrorismo congiunte nel centro di addestramento di Sentul, Java occidentale. Ad ottobre, le truppe d’elite statunitensi hanno condotto raid [14] con i commando in Libia e Somalia, sequestrato [15] un sospetto di terrorismo nella prima nazione mentre i SEAL hanno ucciso almeno un militante nella seconda, prima che l’esercito li espellesse [16]. A novembre, le truppe per Operazioni Speciali hanno compiuto numerose operazioni umanitarie nelle Filippine per aiutare i sopravvissuti del tifone Hayan. Il mese successivo, i membri del 352° Gruppo Operazioni Speciali compiva [17] un’esercitazione in cui 130 piloti e sei aerei parteciparono da una base aerea in Inghilterra, e molti Navy SEAL furono feriti durante la partecipazione [18] a una missione di evacuazione in Sud Sudan. I Berretti Verdi hanno iniziato il 1° gennaio di quest’anno una missione di combattimento congiunta con le truppe d’élite afgane nel villaggio di Balhozi, provincia di Kandahar.
Tuttavia, tale schieramento in 134 Paesi non sembra sufficiente al SOCOM. Nel novembre 2013, il comando ha annunciato di avere cercato d’identificare dei partner industriali che potessero, nel quadro dell’Iniziativa della rete transregionale del SOCOM, “potenzialmente sviluppare nuovi siti internet diretti al pubblico straniero“, integrandosi alla rete globale dei dieci siti esistenti su internet dedicati alla propaganda diretta dai diversi comandi combattenti e volti ad assomigliare a media legittimi, come CentralAsiaOnline.com, Sabahi che puntano al Corno d’Africa, quello per il Medio Oriente noto come al-Shorfa.com, così come un altro per l’America Latina denominato Infosurhoy.com L’incremento di SOCOM nel cyberspazio riflette lo sforzo concertato del comando per integrarsi sempre più profondamente “nella rete.” “Ho corrispondenti in tutte le agenzie qui a Washington DC, CIA, FBI, National Security Agency, National Geo-Space Agency, Defense Intelligence Agency”, ha detto il comandante del SOCOM, ammiraglio McRaven, nel corso di una tavola rotonda al Centro Wilson di Washington, lo scorso anno. Quando parlava alla Biblioteca Ronald Reagan, a novembre, disse che il numero di dipartimenti e agenzie in cui è presente il SOCOM [19] è 38.
134 possibilità di ritorsione
Anche se eletto nel 2008 da coloro che lo vedevano come il candidato contrario alla guerra [20], il presidente Obama ha dimostrato di essere un comandante in capo risolutamente duro, le cui politiche hanno prodotto notevoli esempi di ciò che nel gergo della CIA si chiama “ritorsione” [21]. Sebbene l’amministrazione Obama abbia curato il ritiro delle truppe dall’Iraq (negoziato [22] dal suo predecessore), e la riduzione [23] delle truppe statunitensi in Afghanistan (dopo l’incremento significativo della presenza militare [24] in questi Paesi), il presidente ha deciso l’aumento della presenza militare statunitense in Africa [25], rivitalizzando [26] gli sforzi [27] in America Latina e tenendo un duro discorso sul riequilibrio o perno in Asia [28] (anche se finora poco è stato fatto in tale direzione). La Casa Bianca ha anche supervisionato la crescita esponenziale della guerra dei droni. Mentre il presidente Bush ha lanciato 51 di tali attacchi, il presidente Obama ne ha ordinato circa 330 [29], secondo un sondaggio del Bureau of Investigative Journalism di Londra. Proprio l’anno scorso, se ne contano in Afghanistan, Libia [30], Pakistan [31], Somalia [32] e Yemen [33]. Le recenti rivelazioni di Edward Snowden [34] sulla National Security Agency hanno dimostrato la terribile grandezza e portata globale della sorveglianza elettronica degli Stati Uniti negli anni di Obama. E ombra profonda, le forze speciali sono state schierate quest’anno in un numero più che doppio di nazioni che alla fine della presidenza Bush. Tuttavia, negli ultimi anni le conseguenze non intenzionali delle operazioni militari degli Stati Uniti hanno contribuito a seminare malcontento e indignazione, incendiando intere regioni. Più di 10 anni dopo la “missione compiuta” [35] degli Stati Uniti, e sette anni dopo il vantato incremento [36] di truppe dispiegate dagli Stati Uniti, l’Iraq è in fiamme [37]. Un Paese in cui non vi era alcuna presenza di al-Qaida prima dell’invasione degli Stati Uniti [38] e il cui governo si era opposto [39] ai nemici degli Stati Uniti di Teheran, ora vede il suo governo centrale allineato [40] all’Iran e in due delle sue città [41] sventolarvi la bandiera di al-Qaida.
Il recente intervento statunitense per precipitare il rovesciamento del dittatore libico Muammar Gheddafi ha contribuito a spingere nella spirale il vicino Mali, baluardo regionale filo-Stati Uniti contro il terrorismo, quando un ufficiale addestrato dagli Stati Uniti ha effettuato un colpo di Stato che finalmente ha prodotto il sanguinoso attacco terroristico contro un impianto gasifero algerino, scatenando una sorta di diaspora del terrore [42] nella regione. In questo momento, il Sud Sudan, nazione covata dagli Stati Uniti che supportano economicamente [43] e militare [44] (anche se usa bambini soldato [45]) ed è stata utilizzata come base segreta [46] per le Operazioni Speciali, è lacerata dalle violenze e scivola verso la guerra civile [47]. La presidenza Obama ha visto la forza militare degli Stati Uniti utilizzare sempre più l’élite tattica per raggiungere obiettivi strategici. Ma tenendo le missioni delle forze speciali sotto stretto riserbo, gli statunitensi “ne sanno poco su dove siano schierate le loro truppe, cosa facciano esattamente e le conseguenze che ne potrebbero derivare”. Come l’ex-colonnello Andrew Bacevish, professore di storia e relazioni internazionali alla Boston University, ha detto: “con l’uso delle forze per operazioni speciali negli anni, Obama ha ridotto la responsabilità militare, aprendo la strada alla guerra infinita e rinforzando la “presidenza imperiale“.” “In breve“, scrisse a TomDispatch [48] “assegnare la guerra ai pochi effettivi speciali spezza il sottile legame tra guerra e politica, trasformando la guerra in una guerra fine a se stessa.”
Le operazioni segrete condotte dalle forze segrete hanno la spiacevole tendenza a produrre effetti indesiderati, inattesi e del tutto disastrosi. I newyorkesi ricordano [49] anche il risultato finale [50] del supporto clandestino [51] [52] degli Stati Uniti ai militanti islamici contro l’Unione Sovietica in Afghanistan, durante gli anni ’80: l’11 settembre. Ma per quanto strano possa sembrare, coloro che quel giorno subirono invece l’attacco principale, al Pentagono [53], non sembrano aver imparato la lezione di quella rappresaglia mortale. Finora, in Afghanistan e in Pakistan, oltre 12 anni dopo l’invasione degli Stati Uniti del primo e quasi 10 anni [54] dopo essersi impegnati in attacchi segreti [55] nel secondo, gli Stati Uniti sono ancora alle prese con gli effetti collaterali della guerra fredda: ad esempio, quando i droni della CIA lanciano missili [56] contro l’organizzazione (la rete Haqqani [57]), a cui negli anni ’80 l’agenzia fornì dei missili. [58]
Senza una chiara idea su dove attualmente operino le forze armate clandestine e di ciò che fanno, gli statunitensi non possono prevedere conseguenze e ritorsioni dell’espansione delle nostre guerre segrete che inondano il mondo. Ma se la storia ci insegna qualcosa, tali conseguenze si faranno sentire dall’Asia del Sud-ovest al Nord Africa, dal Medio Oriente all’Africa Centrale e, infine, è possibile che si faranno anche sentire negli Stati Uniti. Nel suo piano d’azione per il futuro, SOCOM 2020, l’ammiraglio McRaven ha provato a spacciare la globalizzazione delle operazioni speciali degli Stati Uniti come “strumento di potenza per progettare e promuovere la stabilità e impedire i conflitti” E’ possibile che lo scorso anno sia stato dedicato dal SOCOM nel fare esattamente l’opposto in 134 posti.
Nick Turse è redattore di Tomdispatch.com e ricercatore presso l’Istituto Nation. È l’autore di The Complex: How the Military Invades Our Everyday Lives e della storia dei crimini di guerra USA in Vietnam Kill Anything That Moves: The Real American War in Vietnam (pubblicati da Metropolitant).
Bono Vox e l’ammiraglio W. McRaven

Note
[1] US commando raids: John Kerry defends capture of Libyan terror suspect Abu Anas al-Liby in Tripoli – UK – News – The Independent
[2] U.S. Raids in Libya and Somalia Strike Terror Targets – NYTimes.com
[3] US Army special forces in Finland for winter war games | Yle Uutiset | yle.fi
[4] Tomgram: Nick Turse, Special Ops Goes Global | TomDispatch
[5] Operaciones especiales se desplegaron en 60 paises SOCOM
[6] U.S.’s secret wars; expands globally as Special Operations forces take larger role
[7] Tomgram: Nick Turse, Uncovering the Militar’s Secret Military | TomDispatch
[8] Tomgram: Engelhardt, Assassin-in-Chief | TomDispatch
[9] Tomgram: Engelhardt, You Are Our Secret | TomDispatch
[10] Tomgram: Nick Turse, Special Ops Goes Global | TomDispatch
[11] Tomgram: Nick Turse, Special Ops Goes Global | TomDispatch
[12] 130807-A-YI554-133
[13] Indonesia, US Deepen Defense Ties Amid Exercises and Arms Deals | Defense News | defensenews.com
[14] US special forces raids target Islamist militants in Libya and Somalia | World news | theguardian.com
[15] U.S. forces raid targets in Libya, Somalia, capture al Qaeda operative – CNN.com
[16] U.S. strikes al-Shabab in Somalia and capturesbombing suspect in Libya – The Washington Post
[17] 352nd SOG conducts exercise at RAF Fairford – AFSOC
[18] U.S. Mission in South Sudan Shows Limits of Military – NYTimes.com
[19] Defense.gov News Article: Socom Planning Ahead for Future Missions, McRaven Says
[20] As Candidate, Obama Carves Antiwar Stance – New York Times
[21] Best of TomDispatch: Chalmers Johnson, The CIA and a Blowback World | TomDispatch
[22] Obama living up to Bush's terms on Iraq withdrawal, spokesman says – Los Angeles Times
[23] Washington Post Washington Post
[24] How Obama Came to Plan for ‘Surge’ in Afghanistan – NYTimes.com
[25] Tomgram: Nick Turse, AFRICOM’s Gigantic “Small Footprint” | TomDispatch
[26] U.S. Turns Its Focus on Drug Smuggling in Honduras – NYTimes.com
[27] US Expands Its Presence in Mexico, Ramping Up Drug War
[28] USA upgrading in Asia, but pivot is questioned
[29] A changing drone campaign: US covert actions in 2013 | The Bureau of Investigative Journalism
[30] U.S. forces raid targets in Libya, Somalia, capture al Qaeda operative – CNN.com
[31] A changing drone campaign: US covert actions in 2013 | The Bureau of Investigative Journalism
[32] A changing drone campaign: US covert actions in 2013 | The Bureau of Investigative Journalism
[33] A changing drone campaign: US covert actions in 2013 | The Bureau of Investigative Journalism
[34] Edward Snowden: how the spy story of the age leaked out | World news | The Guardian
[35] Ten Years Ago: Bush Declared 'Mission Accomplished—and the Media Swooned | The Nation
[36] Timeline: The Iraq Surge, Before and After (washingtonpost.com)
[37] Iraq’s ‘increasingly authoritarian’ policies partly to blame for violence, says former U.S. official – Amanpour – CNN.com Blogs
[38] Bush Acknowledges Absence Of Al Qaeda In Pre-Occupation Iraq With A So What?
[39] After U.S. War in Iraq, Iran Gains Political Influence – TIME
[40] Iraq-Iran Ties Grow Stronger As Iraq Rises From The Ashes
[41] PBS
[42] Tomgram: Nick Turse, Blowback Central | TomDispatch
[43] Politics News and U.S. Elections Coverage – ABC News
[44] In South Sudan's violence, U.S.-backed army part of the problem | World | McClatchy DC
[45] U.S. Approves Military Aid For Countries With Child Soldiers | ThinkProgress
[46] Where’s Joseph Kony? US troops have yet to find him — Bangor Daily News — BDN Maine
[47] Politics News and U.S. Elections Coverage – ABC News
[48] Tomgram: Andrew Bacevich, The Golden Age of Special Operations | TomDispatch
[49] The New York Times
[50] Best of TomDispatch: Chalmers Johnson, The CIA and a Blowback World | TomDispatch
[51] Missing from 9/11 anniversary coverage: crucial context and history
[52] Ronald Reagan and King Fahd
[53] Pentagon Attack Remembered 11 Years After 9/11 Terrorist Strike
[54] Origins of C.I.A.’s Not-So-Secret Drone War in Pakistan – NYTimes.com
[55] Six-month update: US covert actions in Pakistan, Yemen and Somalia | The Bureau of Investigative Journalism
[56] U.S. Drone Strike Kills 6 in Pakistan, Fueling Anger – NYTimes.com
[57] Haqqani Network | Mapping Militant Organizations
[58] Brutal Haqqani Clan Bedevils U.S. in Afghanistan – NYTimes.
 
Banchieri svizzeri, BRI e i Rockefeller

gennaio 25, 2014 Lascia un commento

Dean Henderson 23 gennaio 2014
Tre anni fa Rudolf M. Elmer, l’ex-capo dell’ufficio Isole Cayman dell’importante banca svizzera Julius Baer, annunciava di aver consegnato a Wikileaks informazioni su 2000 individui e aziende di primo piano impegnati in evasioni fiscali e altre attività criminali. Elmer li descrisse come “pilastri della società”.
L’utilizzo di eurodollari nei conti bancari off-shore per le costose ragalie dei super-ricchi a governi a corto di liquidi nel mondo, fattura ogni anno migliaia di miliardi di dollari. Nel 1963 il mercato degli eurodollari era di circa 148000000 di dollari. Nel 1982 ne valeva quasi 2000 miliardi dollari, mentre l’offerta monetaria M-1 degli Stati Uniti era pari a 442 miliardi dollari. Nel 1950 le società statunitensi coprivano il 26% della fattura fiscale totale degli Stati Uniti. Nel 1990 era solo il 9%, contribuendo al massiccio deficit del bilancio e agli attuali 14000 miliardi dollari di debito degli Stati Uniti. Nel 2009 i leviatani aziendali Bank of America, General Electric e Exxon Mobil non pagavano le tasse federali degli Stati Uniti. L’utile netto di Exxon per quell’anno fu di oltre 45 miliardi di dollari. Ed utilizzavano le filiali nelle Bahamas, Bermuda e isole Cayman controllate dalla corona inglese per schivare l’IRS. Questi opachi mercati off-shore degli eurodollari riciclano anche i petrodollari sauditi, i narcodollari e i profitti sulle vendite di armi della CIA e del Mossad. Fondi illeciti escono pulitissimi sui bilanci delle mega-banche globale. Le discrete banche svizzere giocano un ruolo chiave. La più potente è la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). BRI fu fondata a Basilea, in Svizzera, nel 1930. E’ la banca più potente del mondo, la banca centrale globale delle otto famiglie che controllano le banche centrali private di quasi ogni nazione. Il primo presidente della BRI era il banchiere dei Rockefeller Gates McGarrah, funzionario presso la Chase Manhattan e la Federal Reserve. McGarrah era il nonno dell’ex-direttore della CIA Richard Helms. Rockefeller e Morgan avevano stretti legami con la City di Londra. David Icke afferma in Children of the Matrix che i Rockefeller e i Morgan erano solo le “controfigure” statunitensi dei Rothschild europei. La BRI è di proprietà di Federal Reserve, Bank of England, Banca d’Italia, Banca del Canada, Banca nazionale svizzera, Nederlandsche Bank, Bundesbank e Banca di Francia. Lo storico Carroll Quigley dice che BRI fa parte di un piano “per creare un sistema mondiale di controllo finanziario privato in grado di dominare il sistema politico di ogni Paese e l’economia del mondo intero… controllato in modo feudale dalle banche centrali del mondo che agiscono di concerto con accordi segreti.”
Il governo degli Stati Uniti storicamente diffidava della BRI, facendo vanamente lobbying per la sua scomparsa nella Conferenza di Bretton Woods del 1944. Invece il potere delle otto famiglie “aumentò con la creazione a Bretton Woods del FMI e della Banca mondiale”. La Federal Reserve ebbe le azioni della BRI solo nel settembre 1994. La BRI detiene almeno il 10% delle riserve monetarie di almeno 80 banche centrali, del Fondo monetario internazionale e di altre istituzioni multilaterali. È l’agente finanziario degli accordi internazionali, raccoglie informazioni sull’economia globale ed è prestatore di ultima istanza per evitare il collasso finanziario globale. La BRI promuove l’agenda fascista del monopolio capitalista. Diede un prestito ponte all’Ungheria nel 1990 per garantirne la privatizzazione dell’economia. Fu il tramite del finanziamento degli Illuminati di Adolf Hitler, guidati da J. Henry Schroeder della Warburg e dalla Mendelsohn Bank di Amsterdam. Molti ricercatori sostengono che la BRI è il nadir del riciclaggio mondiale di narcodollari. Non è un caso che la BRI abbia sede in Svizzera, nascondiglio favorito delle ricchezze dell’aristocrazia mondiale e quartier generale della P-2, della loggia massonica Alpina e del nazismo internazionale. Bretton Woods fu una manna per le otto famiglie. FMI e Banca Mondiale sono al centro di tale “nuovo ordine mondiale”. Nel 1944 le prime obbligazioni della Banca Mondiale furono quotate da Morgan Stanley e First Boston. La famiglia francese Lazard venne coinvolta negli interessi dei Morgan. La Banca è il maggiore investimento di Lazard Freres-France, di proprietà delle famiglie Lazard e David-Weill, vecchi rampolli bancari genovesi rappresentati da Michelle Davive. Un recente presidente e CEO di Citigroup era Sanford Weill. Nel 1968 Morgan Guaranty lanciò Euro-Clear, un sistema di compensazione bancario di Bruxelles per i titoli in eurodollari. Fu il primo tentativo automatizzato. Alcuni presero a chiamare Euro-Clear “La Bestia”. Bruxelles funge da quartier generale della nuova Banca centrale europea e della NATO. Nel 1973 i funzionari della Morgan s’incontravano segretamente alle Bermuda per far risorgere illegalmente la vecchia casa dei Morgan, 20 anni prima che la legge Glass-Steagal venisse abrogata. Morgan e Rockefeller finanziarono Merrill Lynch, aumentando gli investimenti bancari dei Big 5 degli USA. Merrill oggi fa parte di Bank of America.
John D. Rockefeller impiegò la sua ricchezza petrolifera per l’acquisizione di Equitable Trust, che aveva inghiottito alcune grandi banche e multinazionali dagli anni ’20. La Grande Depressione ha contribuito a consolidare il potere dei Rockefeller. La loro Chase Bank si fuse con Manhattan Bank di Kuhn Loeb formando Chase Manhattan, cementando un rapporto familiare di lunga data. Kuhn-Loebs e Rothschild finanziarono i tentativi di Rockefeller di diventare il re del petrolio. La National City Bank di Cleveland diede a John D. i soldi necessari per intraprendere la monopolizzazione dell’industria petrolifera statunitense. La banca fu identificata nelle udienze del Congresso come una delle tre banche negli Stati Uniti di proprietà dei Rothschild, negli anni 1870, quando Rockefeller creò la Standard Oil of Ohio. Un partner della Standard Oil di Rockefeller era Edward Harkness, la cui famiglia controllava la Chemical Bank. Un altro era James Stillman, la cui famiglia controllava la Manufacturers Hanover Trust. Entrambe le banche fanno oggi parte di JP Morgan Chase. Due delle figlie di James Stillman sposarono due dei figli di William Rockefeller. Queste due famiglie controllano Citigroup. Nel settore assicurativo, i Rockefeller controllano Metropolitan Life, Equitable Life, Prudential e New York Life. Le banche dei Rockefeller controllano il 25% di tutte le attività delle 50 maggiori banche commerciali degli Stati Uniti e il 30% di tutte le attività delle 50 maggiori compagnie di assicurazione. La prima Compagnia di assicurazione degli Stati Uniti fu avviata da dei massoni con la Woodman di of America, che svolge un ruolo chiave nella lavanderia dei narcodollari alle Bermuda. Mentre la ricchezza petrolifera si accumulava la famiglia passò ad investimenti a valle, acquistando aziende che fabbricavano prodotti a base di petrolio. Ad esempio, secondo la rivista Nexus New Times, i Rockefeller controllano il 40% del settore farmaceutico globale. Altre aziende sotto controllo dei Rockefeller sono Exxon Mobil, Chevron Texaco, BP Amoco, Marathon Oil, Freeport McMoRan, Quaker Oats, ASARCO, United, Delta, Northwest, ITT, International Harvester, Xerox, Boeing, Westinghouse, Hewlett-Packard, Honeywell, International Paper, Pfizer, Motorola, Monsanto, Union Carbide e General Foods. La Fondazione Rockefeller ha stretti legami finanziari con le fondazioni Ford e Carnegie. Altre opere filantropiche di famiglia: Rockefeller Brothers Fund, Rockefeller Institute for Medical Research, General Education Board, Rockefeller University e University of Chicago, che sfornano di continuo economisti di estrema destra come Milton Friedman, apologeti del capitale internazionale. La famiglia possiede il Rockefeller Plaza 30, dove l’albero di Natale nazionale è illuminata ogni anno, e il Rockefeller Center. David Rockefeller fu decisivo nella costruzione del World Trade Center. La principale residenza della famiglia Rockefeller è un complesso nello Stato di New York, conosciuto come Pocantico Hills. Possiede anche un appartamento di 32 camere al 5th Avenue di Manhattan, una villa a Washington DC, il Monte Sacro Ranch in Venezuela, piantagioni di caffè in Ecuador, diverse aziende in Brasile, una tenuta a Seal Harbor, nel Maine e resort nei Caraibi, Hawaii e Puerto Rico.
Le famiglie Dulles e Rockefeller sono cugine. Allen Dulles ha creato la CIA, ha assistito i nazisti, coperto l’omicidio Kennedy dal suo trespolo nella Commissione Warren e raggiunto un accordo con i Fratelli musulmani per creare assassini mentalmente controllati. Il fratello John Foster Dulles presiedette i falsi fondi della Goldman Sachs prima del crollo del mercato azionario nel 1929 ed ha aiutato il fratello a rovesciare governi di sinistra in Iran e Guatemala. Entrambi erano Skull&Bones, membri del CFR e massoni di 33.mo grado. I Rockefeller contribuirono a formare il Club di Roma volto a spopolare il pianeta, nella loro tenuta di famiglia a Bellagio, Italia. Nella loro tenuta di Pocantico Hills diedero vita alla Commissione Trilaterale. La famiglia è uno dei principali finanziatori del movimento eugenetico che produsse Hitler, la clonazione umana e l’ossessione attuale per il DNA negli ambienti scientifici statunitensi. John Rockefeller Jr. ha diretto il Population Council fino alla morte. Il suo figlio omonimo è senatore del West Virginia. Il fratello Winthrop Rockefeller era Governatore dell’Arkansas e l’uomo più potente dello Stato. Nell’ottobre 1975 nell’intervista alla rivista Playboy, il vice-presidente Nelson Rockefeller, che fu anche governatore di New York, diede un’articolata visione paternalistica della famiglia, “Sono un grande credente nella pianificazione economica, militare, sociale, politica e totale mondiale.” Ma di tutti i fratelli Rockefeller, è il fondatore della Commissione Trilaterale (TC) e presidente della Chase Manhattan, David che ha guidato l’agenda fascista globale della famiglia. Difese lo Scià di Persia, l’apartheid sudafricano e la giunta cilena di Pinochet. Fu il più grande finanziatore di CFR, TC e (durante la guerra del Vietnam) del Comitato per la pace effettiva e duratura in Asia, una miniera d’oro di contratti per i profittatori di guerra. Nixon gli chiese di essere il segretario del Tesoro, ma Rockefeller rifiutò sapendo che il suo potere era assai maggiore al timone della Chase. Secondo l’autore Gary Allen, nel 1973 “David Rockefeller incontrò ventisette capi di Stato, tra cui i governanti della Russia e della Cina rossa.” Dopo il 1975 il colpo di Stato della Nugan Hand/CIA contro il Primo ministro nazionalista australiano Gough Whitlam, il successore designato dalla corona inglese Malcolm Fraser schizzò negli Stati Uniti, incontrando il presidente Gerald Ford solo dopo aver conferito con David Rockefeller.
I documenti che Elmer ha dato a Wikileaks faranno luce su alcuni “pilastri della società”. Ma non stupitevi sei i pesci grossissimi nuoteranno via con l’esca.
Dean Henderson è autore di Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve e Stickin’ it to the Matrix. Potete iscrivervi al suo settimanale Left Hook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 
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Padoan, l’uomo che scaraventò l’Argentina nell’abisso

By admin / 22 febbraio, 2014 / No Comments
















di
Franco Fracassi

Il neo ministro dell’Economia è stato dirigente del Fmi e dell’Ocse. Ha contribuito alla crisi di Grecia e Portogallo. Il Nobel Krugman lo definì: «L’uomo dai cattivi consigli».
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Il neo ministro dell’Economia del governo Renzi, Pier Carlo Padoan.
«La riforma Fornero è stato un passo importante per la risoluzione dei problemi dell’Italia», dichiarò un anno fa il neo ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ex dirigente del Fondo monetario internazionale, ex consulente della Bce ed ex vice segretario dell’Ocse, Padoan è di casa tra i potenti del mondo.
Scelto personalmente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e osannato dai grandi media italiani, il neo ministro non è stimato da tutti gli economisti, soprattutto da quelli non liberisti. Sentite cosa scrisse di lui sul “New York Times” il premio Nobel per l’economia Paul Krugman: «Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse».
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Padoan era responsabile dell’Argentina per conto del Fondo monetario internazionale nell’anno in cui il Paese sudamericano fece default.
A cosa si riferiva Krugman? Padoan è stato l’uomo che ha gestito per conto del Fondo monetario internazionale la crisi argentina. Nel 2001, Buenos Aires fu costretta a dichiarare fallimento dopo che le politiche liberiste e monetariste imposte dal Fmi (quindi, suggerite da Padoan) distrussero il tessuto sociale del Paese. In quegli anni il neo ministro si occupò anche di Grecia e Portogallo. Krugman scrisse in un altro articolo che furono proprio le ricette economiche «suggerite da Padoan a favorire la successiva crisi economica nei due Paesi».
Ecco cosa dichiarò Padoan a proposito della crisi greca: «La Grecia si deve aiutare da sola, a noi spetta controllare che lo faccia e concederle il tempo necessario. La Grecia deve riformarsi, nell’amministrazione pubblica e nel lavoro». In altre parole, Atene avrebbe dovuto rendere il lavoro molto più flessibile, alleggerendo (licenziando) la macchina della pubblica amministrazione. Nel marzo del 2013, quando la Grecia era sull’orlo del collasso, l’allora numero due dell’Ocse suggerì più esplicitamente: «C’è necessità che il governo greco adotti una disciplina di bilancio rigorosa e di un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per il varo di misure a sostegno dello sviluppo».
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Padoan è stato per quattro anni responsabile per conto del Fmi della Grecia. Successivamente, ha influenzato le politiche economiche di Atene in qualità di vice presidente dell’Osce. Fonte Popoff
 

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