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UE: Ecco chi ci rimetterà se le banche falliscono

Pubblicato da ImolaOggi EUROPA UE, NEWS dic 13, 2013
13 dic - – Accordo tra Consiglio, Parlamento Ue e Commissione (il cosiddetto ‘trilogo’) sulla direttiva per la risoluzione delle banche (BRRD) che stabilisce regole uniche quando una banca fallisce e soprattutto fissa la gerarchia (o ‘bail-in’) di chi ci rimette in caso di default.
L’accordo politico, che dovrà ora essere approvato dall’Ecofin mercoledì prossimo, anticipa l’entrata in vigore delle nuove regole a gannaio 2016. In caso di fallimento di un istituto quindi, la BRRD prevede che paghino prima gli azionisti, poi i detentori di debito junior (strumenti ibridi), poi i detentori di debito senior ‘unsecured’, poi i prestiti delle pmi e infine i depositi sopra 100mila euro. E’ la prima volta che viene applicato uno schema di salvataggio unico per tutte le banche europee ‘sistemiche’, sulla base di quello che la Ue utilizzò nel salvataggio delle banche di Cipro.
La BRRD è un passo intermedio dell’unione bancaria, e serve ad aprire la pista al meccanismo unico di fallimento ordinato delle banche, che l’Ecofin della prossima settimana
 
Ue, Bloom: ‘Appena capiranno i vostri inganni, vi impiccheranno’



Ue, Bloom a Strasburgo: ‘Appena capiranno i vostri inganni, vi impiccheranno’

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“Quando i popoli si renderanno conto di cosa siete, non gli servirà molto tempo per prendere d’assalto questo Parlamento e impiccarvi. E avranno ragione”. Questa la dichiarazione dell’europarlamentare inglese Godfrey Bloom che ha rivolto all’Aula di Strasburgo il 21 novembre durante la discussione sulla stesura del nuovo budget dell’Unione Europea per il periodo 2014-2020. Senza troppi giri di parole, l’europarlamentare ha accusato i colleghi europarlamentari: “Voi siete i più grandi evasori di tutta Europa e sedete qui a pontificare. Scoprirete che gli euroscetticitorneranno a giugno sempre più numerosi”. Bloom è stato espulso lo scorso settembre dal Partito per l’Indipendenza del Regno Unito (UKIP), guidato da Nigel Farage, politico che più volte ha rivolto al Parlamento europeo dichiarazioni populiste apertamente euroscettiche per chiedere l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa.





13 dicembre 2013


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venerdì 13 dicembre 2013

Convegno su Sovranità monetaria.
 
Ultima modifica:
iscali d’Europa »











Se anche l’Italia uscisse dall’euro, la nuova trappola è già pronta


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15 dicembre 2013 |
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Autore Nicoletta Forcheri | Stampa articolo
Pubblicato da ImolaOggiECONOMIA, NEWSdic 15, 2013 (http://www.imolaoggi.it/2013/12/15/se-anche-litalia-uscisse-dalleuro-la-nuova-trappola-e-gia-pronta/)

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15 dic – Il motivo per cui il governo si sta prodigando a modificare a velocità supersonica lo status di Bankitalia è quello di permettere a chi ha condizionato le politiche economiche e sociali italiani tramite l’euro, di poterlo fare anche in futuro tramite la “nuova” lira.
Avviata la definitiva privatizzazione di Bankitalia nel silenzio totale
Crosetto: Visco sta regalando denaro pubblico alle banche?
La denuncia di Guido Crosetto sulla privatizzazione accelerata di Bankitalia è inquietante. Il Governo che non trova un euro per dare anche risposte parziali alle urla di disperazione che salgono dalla Nazione trova il tempo per regalare miliardi alle banche. È inaccettabile. È inaccettabile l’arroganza di fissare l’assemblea straordinaria prima della ratifica del decreto legge da parte del Parlamento. Ma è ancora più preoccupante il silenzio di tutte le forze politiche. Dov’è Grillo? Cosa ne pensa Renzi?
“Via libera del Cdm al provvedimento che «rivaluta le quote di capitale di Bankitalia secondo il documento che Bankitalia ha reso pubblico nei giorni scorsi e che chiarisce la natura dell’operazione». Lo ha detto il ministro Fabrizio Saccomanni al termine del consiglio dei ministri precisando che «la misura che riguarda il capitale della Banca d’Italia serve essenzialmente a migliorare la patrimonializzazione delle banche».
Il ministro ha spiegato che «Bankitalia si trasformerà in public company», parlando del provvedimento per la rivalutazione delle quote. Il tetto al 5% per la partecipazione, infatti, «lascia la porta aperta a investitori europei». Insomma sarà una struttura da public company «di cui nessuno avrà il controllo»
Il decreto amplia poi «il novero dei soggetti italiani ed europei che possono detenere quote del capitale della Banca d’Italia», si legge sempre nel comunicato stampa. I soggetti autorizzati saranno quindi: banche, fondazioni, assicurazioni, enti ed istituti di previdenza, inclusi fondi pensione. Per effetto di questa modifica normativa, «le banche potranno essere autorizzate ad includere le quote nel patrimonio di vigilanza, rafforzandone la base di capitale»
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La privatizzazione di Bankitalia va fermata! E va fermata la convocazione dell’assemblea straordinaria di Bankitalia che Guido Crosetto denuncia oggi. É un ulteriore prova della sudditanza di questo potere e questa maggioranza al potere finanziario e bancario. Letta sembra il facente funzione di Bazoli”. Lo dichiara Massimo Corsaro, deputato di Fratelli d’Italia.
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«Prosegue a tappe forzate la marcia verso la privatizzazione di Bankitalia. Senza attendere la conversione del decreto legge e dimostrando un disprezzo totale per il Parlamento, il Consiglio di amministrazione ha fissato per il 23 dicembre l’assemblea straordinaria che chiuderà il percorso avviato dal governo Letta in nome e per conto delle grandi banche italiane.Capisco che Unicredit ed Intesa abbiano la necessità di portarsi a capitale già quest’anno il regalo di 3,5 miliardi che gli fa il governo ma e’ vergognoso che Bankitalia possa fare un cosi grave affronto istituzionale al Parlamento nel silenzio totale di tutte le forze politiche.
Invitiamo il M5S, la Lega, Sel, Forza Italia e tutte le persone libere a far si che questa inutile ed assurda forzatura possa essere fatta. Spero che anche il neo segretario del Pd Renzi possa dare prova del suo distacco da questi poteri forti ed arroganti».
E’ quanto dichiara il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Guido
 
Chi siamo
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« NON C’E’ NIENTA DA PRIVATIZZARE MA TUTTO DA NAZIONALIZZARE

















La proposta di Saccomanni, ovvero la svendita definitiva della sovranità italiana


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15 dicembre 2013 |
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Autore Nicoletta Forcheri | Stampa articolo
di Alberto Barsi
Pubblicato da ImolaOggiNEWS, POLITICAdic 15, 2013
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15 dic – Signori miei è davvero finita, se passa la proposta di Saccomanni, contenuta nel decreto IMU Banca d’ Italia, l’ Italia non avrà mai più una banca sovrana e con la possibilità di tornare al matrimonio tra Tesoro e Banca Centrale, come avviene in UK, USA e BoJ.
Il ministro Saccomanni, nel decreto IMU Bankitalia qui nel documento di audizione al Senato del 13 dicembre 2013
(sorvolo sul fatto che riguarda il pagamento a Gennaio di parte dell’ IMU, che dovrà essere dovuta per la 2^ rata 2013 con le seguenti modalità (pagg. 3/4):
Lo sgravio introdotto con il decreto legge è sostanzialmente commisurato all’aliquota base dell’IMU prevista per ciascuna tipologia di immobile. Infatti è stabilito che i contribuenti che beneficiano dell’abolizione della seconda rata dell’IMU versino a gennaio un importo pari al 40 per cento della differenza (se positiva) tra l’ammontare risultante dall’applicazione delle aliquote e delle detrazioni deliberate dai Comuni per il 2013 per ciascuna tipologia di immobile e quello risultante dall’applicazione dell’aliquota e della detrazione di base.ed ancora senza vergogna, Saccomanni (come ulteriore presa per i fondelli):
In base alle informazioni disponibili il versamento dovuto dai contribuenti a gennaio determinerebbe entrate dell’ordine di 400 milioni. Va ricordato che qualora ai Comuni venga assegnato, mediante il meccanismo previsto dal decreto legge, un ammontare di risorse superiore a quanto necessario in base alle aliquote e detrazioni in vigore nel 2013, l’eccedenza verrà restituita dai Comuni ai contribuenti nel 2014.
Passando alla questione Bankitalia.
Da pag. 8/11 del documento (badate bene al contenuto delle parole di Saccomanni, che in sostanza dicono, se si tornasse alla lira, sarebbe necessario modificare radicalmente l’ ordinamento dell’ Istituto per tutelarne l’ impossibilità di tornare al matrimonio tra Banca d’ Italia ed il Tesoro, come avviene per le altre banche sovrane ed allora per allontanare definitivamente questo rischio, si abroga l’ unica possibilità che ciò possa accadere):
In terzo luogo, nel nostro ordinamento esiste una norma – mai applicata – che prefigura un possibile trasferimento della proprietà del capitale della Banca allo Stato. L’attuazione di tale norma avrebbe richiesto una radicale riforma dell’ordinamento dell’Istituto per tutelarne l’indipendenza. Si è pertanto preferito mantenere l’assetto attuale proponendo l’abrogazione della norma in discorso
Da pag. 9/11 del documento (questa è una ulteriore zeppa che aumenta la certezza che la Banca D’ Italia, nel caso di ritorno alla lira, non acquisti titoli del Tesoro, nel caso che lo Stato ripristini la norma di cui sopra, perchè diventando di proprietà anche di istituti stranieri, il deterrente sarebbe esiziale per lo Stato, che sarebbe soggetto a penalità spaventose):
Anche banche, assicurazioni e fondi pensione aventi sede legale e amministrazione centrale in un paese dell’Unione diverso dall’Italia avranno la possibilità di partecipare al capitale della Banca. L’estensione ad altri intermediari operanti in Europa è coerente con l’accresciuta negoziabilità delle quote in un contesto di libera circolazione dei capitali.
Chiunque abbia un minimo di cervello, tra la classe politica, pensi bene a ciò che si sta perpetrando sul futuro del Paese, si sta eliminando ciò che di più sacro possiedono i cittadini, cioè la possibilità di avere una moneta sovrana, a fronte di un debito sovrano, prima ancora che sia definitivamente fatta l’ unione politica, fiscale e del debito sovrano italiano fuso con quello dell’ intera UEM; gli altri paesi UEM non faranno questo prima che si arrivi alla completa fusione e questa fusione, è ancora del tutto in predicato.
ATTENZIONE!!!
Alberto Barsi
 

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