Dimmi che musica ascolti

Quest'oggi Spotify, nel suonare la mia musica in ordina casuale, mi ha ricordato questo brano strumentale che pare senza tempo, e che proviene da un tempo lontano (ovviamente gli anni '80).



C'era anche la versione "integrale", ma a me è sempre piaciuta di più quella strumentale, ad archi e balestre.
 
Se non ci fossi io, taluni/e potrebbero pensare che il miglior cantautore genovese di tutti i tempi non sia Francesco Baccini, e financo che la migliore canzone dedicata alla compianta Marilyn Monroe sia quella di Elton John.



Norma Jean si andò a sedere
ignorata da un giornalista
con il trucco da rifare
in un posto poco in vista
aveva idee, faceva schizzi
riviste a mucchi, merletti e pizzi
mentre vestita da cameriera
s'immaginava nella specchiera

Si sentiva una regina
mentre provava un valzer lento,
con quella scopa di saggina, che portamento
buttava indietro la sua chioma
a spalle nude e seno al vento,
poi si accasciava in un momento

E già pensava a un altro ballo
ad accorciare un po' la gonna
voleva diventare un mito
lei ragazza da marito

Ma già svaniva un altro sogno
dietro al rumore di una porta
la pausa era già finita
lei era solo la comparsa

Ma era sempre una regina
nella tristezza del momento
a spalle nude e seno al vento, che turbamento

Dai Norma, vieni, non andare
rimani e lascialo squillare
ma come fa, signora mia
com'è crudele

So io come van trattati
uomini e bestie van capiti
su Norma accorciami la gonna

Buttando indietro la sua chioma
a spalle nude e seno al vento
lei si accasciava in un momento
 

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