Obbligazioni perpetue e subordinate Discussioni metaperpetuali

E' interessante conoscere le critiche indirizzate dall'opposizione parlamentare tedesca alla strategia Merkel-Schaueble. In fin dei conti le prossime elezioni generali tedesche sono nel 2013. Quello riportato qui sotto è un estratto di un recente documento SPD-Verdi:

Il governo federale tedesco da mesi persegue, nell’ambito della crisi europea, ....una
strategia unidimensionale che destabilizza pesantemente i mercati finanziari europei e che,
allo stesso tempo, ha condotto l’area dell’Euro al limite della recessione. L’OECD
(Organizzazione economica di cooperazione e sviluppo,) nelle sue più recenti previsioni
economiche, mette addirittura in guardia contro “conseguenze devastanti” (devastating
outcomes). Perseverando in questa direzione il governo federale compromette il futuro
dell’Europa sia politico che economico e danneggia il prestigio della Germania.
Il problema principale della strategia tedesca ... ... è una diagnosi totalmente unilaterale della
crisi che dura ormai da più di quattro anni. Secondo il Cancelliere federale tedesco i problemi
attuali dell’area dell’Euro sono da ricondurre solamente all’indebitamento incontrollato degli
stati. Pertanto, anche la soluzione, per il Cancelliere, appare ben definita. La crisi può essere
risolta solo nel caso in cui tutti gli stati si preoccuperanno di abbattere il proprio debito il più
velocemente possibile. I futuri andamenti sfavorevoli devono essere impediti attraverso una
riforma dei trattati europei in modo che la politica di bilancio poco affidabile di un paese
membro venga sanzionata in maniera il più possibile coerente ed automatica. Con questa
ottica unidimensionale viene da sé che il governo federale rifiuta tutte le forme comuni di
garanzia così come gli acquisti di obbligazioni da parte della BCE, perché così verrebbe
indebolito l’obbligo di consolidamento considerato assolutamente necessario.
Non c’è bisogno effettivamente di un’analisi particolarmente approfondita per .... constatare
che l’attuale scossone dell’area dell’Euro è da ricondurre, non solo ad una elevata tendenza
all’indebitamento degli stati, ma soprattutto, per gran parte, all’andamento sfavorevole dei
mercati finanziari. Così l’Irlanda e la Spagna, nel 2007, erano considerati validi modelli di
finanza pubblica. I loro bilanci di stato presentavano un debito rispettivamente del 29 e del
42%, molto al di sotto del limite del 60% previsto dal trattato di Maastricht. Il problema stava
in una sfrenata concessione di crediti, che ha portato ad un gigantesca bolla immobiliare. In
seguito a ciò in quei Paesi è stato necessario, non solo stabilizzare le banche, ma, nello stesso
tempo, impegnare risorse pubbliche per fornire assistenza ai disoccupati.
I deficit risultati così alti e ... ... l’aumento ad essi correlato del debito non sono affatto
caratteristiche dell’area dell’Euro. Situazioni simili o anche più marcate, si possono riscontrare
nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Se si volesse spiegare una destabilizzazione così incisiva
come specifica dell’area dell’Euro bisognerebbe attribuirla essenzialmente alle iniziative
assunte dal governo federale tedesco, che sempre più ha fatto sì che venisse messa in dubbio
la sicurezza del credito degli stati europei. Ma è esattamente questa affidabilità dei prestiti di
stato in Europa e all’interno dell’Euro-zona che era considerata una categoria di investimento
assolutamente sicura in tutte le regolazioni per banche e assicurazioni. Sul lungo periodo la
sicurezza principale dei prestiti degli stati è stata messa in discussione soprattutto dal governo
federale e questo ha portato ad una incertezza in tutta la zona dell’Euro. Reagire alla sfida
europea, unicamente con la pretesa di un programma di risparmio, è una delle più rilevanti
cause del drammatico sviluppo della crisi. Questo sviluppo per gli stati membri dell’unione
monetaria è innanzitutto pericoloso, in quanto essi, diversamente dal Giappone, dal Regno
Unito oppure dagli Stati Uniti, non possono contare sul sostegno della banca centrale, che in
caso di necessità è disposta, ed è nelle condizioni, di garantire il rimborso dei crediti in
scadenza sempre al valore nominale e collegando la politica monetaria ad una politica fiscale
comune basata sulla stabilità. Inoltre, è stata minata la fiducia nel sostegno al debito dell’area
dell’Euro introdotto dal Fondo Salva-Stati (EFSF – European Financial Stability Facility), nel
momento in cui è stato dato ai mercati il chiaro segnale che, per quanto riguarda i prestiti di
Italia e Spagna, essi sarebbero stati presi in considerazione con un taglio del debito del 20% o
più.
La mancanza di sicurezza dei mercati così innescata ... ... era così rilevante che, negli anni
2010 e 2011, l’imponente sforzo di risparmio intrapreso dai paesi con problemi non è stato
affatto percepito. Nonostante una congiuntura di estrema debolezza, in Grecia, Spagna,
Irlanda e Portogallo si è riuscito a portare il deficit del bilancio di stato, nell’anno 2011, fino al
6,8% al di sotto del livello dell’anno 2009. Grave mancanza è stata da parte del governo
federale quella di avere quasi completamente nascosto alla opinione pubblica tedesca questi
sforzi efficaci e molto dolorosi per i paesi coinvolti. Gli sforzi dei paesi con problemi appaiono
ancora molto chiari soprattutto se si paragonano agli sviluppi del bilancio dello Stato nel
Regno Unito, negli Stati Uniti e in Giappone, che, nella stessa fase, hanno fatto rilevare solo un
leggero miglioramento; in Giappone il deficit è addirittura aumentato.
E’ quindi molto ingenuo ... ... credere che la situazione dei mercati finanziari, come anche lo
sviluppo dell’economia reale, potrebbe trovare stabilità solo e definitivamente con misure di
consolidamento nei paesi con problemi. Le misure per il consolidamento sono giuste e
importanti. L’equilibrio delle dichiarazioni condiziona tuttavia in maniera decisiva il futuro
della zona euro e l’efficacia della garanzia collettiva offerta all’interno di una unione
monetaria. Puntare sul consolidamento in periodi incerti, dal punto di vista della congiuntura,
è sempre come camminare sulla lama di un rasoio. Ciò vale soprattutto per l’Italia. In seguito
agli attuali piani, il deficit di questo paese nell’anno 2012 migliorerà di 2 punti percentuale. In
contemporanea, secondo le previsioni dell’OECD, in Italia, nei prossimi anni, si arriverà ad una
riduzione del prodotto interno lordo. Se, in una tale situazione, vengono realizzati ulteriori
risparmi nel settore pubblico, il grande pericolo sarà che la situazione congiunturale
continuerà a peggiorare. Dal momento che ciò influisce in maniera negativa sul deficit e sullo
stato del debito, c’è da aspettarsi che i problemi finanziari del paese continueranno ad
aumentare. In ogni caso, sarebbe assolutamente ragionevole in Italia una tassa patrimoniale di
rilevante importo, per legare il patrimonio privato molto elevato nel paese alla riduzione del
debito dello stato. Ciò farebbe aumentare l’accettazione delle ulteriori misure di risparmio e
dell’eventuale assistenza al credito.
In una diagnosi obiettiva ..... ... dei problemi dell’area dell’Euro appare chiaro che questi sono
da ricondurre in gran parte allo sviluppo squilibrato dei mercati finanziari nel secolo scorso.
Infatti l’aggravarsi della crisi economica non si spiega solo con il carente sforzo di risparmio dei
paesi con problemi, ma soprattutto con la mancanza di garanzie di cui possano disporre
banche, assicurazioni ed altri investitori, come conseguenza di scelte politiche errate e fonte di
equivoci. Ciò ha portato ad un circolo vizioso in cui gli stati si trovano ad affrontare non solo
problemi di liquidità, ma anche di solvibilità in relazione agli interessi in aumento per i debiti
statali. Per cui, mettendo in discussione la caratteristica dei debiti sovrani, quale essenza del
sistema finanziario, si mette in pericolo la stabilità stessa delle banche e delle assicurazioni.
Quindi, dal momento che ciò comporta la diminuzione della erogazione del credito, vengono
causati ulteriori reazioni negative sulla economia reale.
Se il governo federale in una tale situazione invoca e ... ... pretende sempre più misure di
consolidamento e, in contemporanea, rifiuta categoricamente tutte le misure che potrebbero
concorrere a calmierare i mercati finanziari. Vengono così minate la stabilità dell’unione
monetaria europea e dell’intero sistema finanziario europeo. Allo stesso tempo il governo
federale diventa responsabile del rischio di provocare una grave recessione nell’area dell’Euro.
Nei paesi con problemi, con una disoccupazione giovanile comunque allarmante, ciò potrebbe
mettere in pericolo anche il consolidamento del bilancio pubblico, come anche la stabilità
politica. Dal momento che la responsabilità per un tale sviluppo verrebbe attribuita a buon
diritto alla Germania, verrebbe danneggiata notevolmente l’immagine del nostro paese
all’estero.
Per la soluzione della grave crisi ... ... è necessario muoversi in maniera simile all’autunno
2008, quando si è proceduto con grande successo a stabilizzare il sistema bancario. Dapprima
è stato stabilizzato il sistema e, solo in un secondo momento, sono stati effettuati tutti i passi
necessari per cambiare le regole indispensabili ad impedire il futuro andamento sfavorevole.
Al tempo fu evitata una incombente corsa alle banche, in quanto il governo ha garantito la
sicurezza di tutti i depositi bancari. Oggi da questo dipende la ricostruzione della fiducia nei
debiti sovrani dei paesi membri dell’area dell’Euro. La proposta comune del Consiglio degli
esperti del governo federale dell’istituzione di un fondo d’ammortamento comune europeo è
la strada giusta verso la soluzione. Una veloce realizzazione di questo fondo di ammortamento
– collegato ad una vera unione fiscale europea nella zona Euro - è l’ultima possibilità, per
ricreare un clima di fiducia nel credito di stato dell’area dell’Euro. Al fondo di ammortamento
si collega una chiara scelta politica nei confronti della comune zona dell’Euro e ad una comune
responsabilità con sforzi necessari di solidarietà dei paesi con più solidi bilanci statali. Noi
vogliamo estendere l’unione fiscale del governo federale fino all’unione solidale. Con la
solidarietà tra gli stati dell’Euro possiamo garantire stabilità della valuta. A breve, deve essere
utilizzato anche lo scudo di salvezza temporaneo, così come il meccanismo di stabilità
permanente deve essere reso stabile. Il Meccanismo di Stabilità Europeo (ESM) potrebbe
diventare il nucleo di un fondo di garanzia europeo. Senza un tale strumento la banca centrale
europea viene costretta nel ruolo di dover impedire una incombente fusione nucleare del
sistema finanziario. Invece di una gestione politicamente responsabile e legittimata, retta e
democratica, il consiglio di amministrazione della BCE si sostituirebbe al ruolo della politica.
Questo aumenterebbe anche per i contribuenti tedeschi il rischio derivante da un ulteriore
acquisto dei prestiti degli stati in crisi da parte della BCE. Ciò deve essere evitato.
Abbiamo bisogno ora di un programma europeo di costruzione....... che abbia chiare priorità
di investimenti nella economia reale. Abbiamo bisogno in Europa di una trasformazione sociale
ed ecologica con l’istituzione di una nuova catena di creazione di valori nei mercati pilota del
futuro. Abbiamo bisogno di una iniziativa europea per combattere la disoccupazione giovanile.
Abbiamo bisogno di una tassazione dei mercati finanziari. Coloro che hanno causato la crisi
devono contribuire con proprie soluzioni. Se ciò non è possibile con l’Europa dei 27, l’Euro-
gruppo deve fare da capofila.
Si pretende in egual misura la solidità e la solidarietà. Quindi, fondamentalmente, gli sforzi
del governo federale, di vincolare con un trattato maggiore disciplina fiscale sono da
accogliere con favore. Soprattutto perché non è sufficiente la pura accettazione delle regole
del bilancio pubblico e della stabilità dell’Unione Europea già in vigore nel trattato europeo.
L’Unione monetaria deve diventare una vera unione politica con una comune politica fiscale e
finanziaria e con obiettivi di sviluppo comuni per lo sviluppo economico, sociale e culturale
dell’area monetaria. Tutto ciò deve andare di pari passo con la disponibilità a porre su una
base comune il finanziamento statale degli stati membri. Solo in questo modo si potrà evitare
il panico nei mercati finanziari e solo così può essere ricostruita la stabilità dei debiti sovrani
dell’area dell’euro, che rappresenta un presupposto centrale per il funzionamento e la
competitiva internazionale del sistema finanziario europeo.
Questa strada fa presupporre ... ... che noi potremmo fidarci dei nostri partner. Che la Grecia
abbia falsificato le statistiche, è fuori discussione. Tutti i paesi in crisi hanno mostrato negli
ultimi mesi che sono pronti ad attivarsi in modo impegnativo per assicurare il proprio
contributo per la stabilità della unione monetaria. Nella storia dell’attuale Europa – ricostruita
dalle macerie della seconda guerra mondiale - c’è la possibilità solidale di un nuovo inizio. La
Germania oggi ha nelle proprie mani le chiavi del futuro della integrazione europea come
anche il benessere di 330 milioni di cittadini dell’area dell’Euro. Sarebbe fatale se l’Europa
fallisse per le ristrettezze di vedute di un governo tedesco.
 
Ultima modifica:
Il Professore fa sul serio, lo spread scenderà ancora
IL CASO

Milano, nuovi controlli nei negozi in centro
boom di scontrini durante il blitz nella notte

Un altro intervento nelle strade del centro dopo quello scattato nei locali della movida
e che, secondo i primi dati, avrebbe portato a scoprire lavoratori in nero e clandestini

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I militari del comando provinciale della guardia di finanza hanno effettuato controlli antievasione in ristoranti, bar e negozi in varie zone del centro di Milano. Il nuovo blitz è scattato poche ore dopo quello effettuato nella notte lungo le vie della movida. Al setaccio locali e negozi in corso Vittorio Emanuele, corso Buenos Aires, via Paolo Sarpi e in altre zone centrali o semicentrali della città. Secondo le prime indiscrezioni, sugli oltre 120 controlli messi a segno sabato notte si sono registrate "evidenti incongruità" nell'emissione di scontrini. Numerosi anche i lavoratori in nero, riscontrati dagli accertamenti degli ispettori Inps che hanno preso parte al blitz, fra i quali figurerebbero anche alcuni clandestini.

Come a Cortina erano stati gli albergatori e i possessori di auto di lusso a essere controllati e a Roma i negozianti delle vie dello shopping, a Milano l'Agenzia delle entrate ha deciso di battere i distretti simbolo della movida, con l'aiuto dei vigili che, contemporaneamente, fermavano in strada auto di grossa cilindrata per verificare che fossero intestate ai reali utilizzatori e non, magari, a società. Duecento i locali controllati in quei quartieri dove ogni sera si ammucchiano le auto in seconda fila, dove i cocktail costano 10 euro e non sempre lo scontrino è certo.

L'operazione, scattata in simultanea alle 20,30 in tutte le zone più frequentate dai giovani, ha coinvolto più di 200 accertatori dell'Agenzia delle entrate, aiutati da decine di vigili urbani e vigili del fuoco. Al momento sono state accertate violazioni relative al mancato aggiornamento dei registri contabili, incongruità con i dati dichiarati per gli studi di settore (per esempio il numero di locali, il numero del personale e così via) ai fini della redditività presunta, irregolarità nell'emissione degli scontrini e presenza di un centinaio di dipendenti non regolari.

Il Codacons plaude all'iniziativa. "I blitz come quello a Cortina, Roma e ora a Milano non solo sono sacrosanti, ma chiediamo siano ripetuti a ogni fine settimana, a turno, nelle varie città a vocazione turistica o dove c'è la movida, per quanto riguarda ristoranti, bar e locali notturni", ha dichiarato il presidente Marco Maria Donzelli. "Inoltre vanno estesi a tutti i giorni della settimana per quanto riguarda anche le altre categorie a rischio evasione, dalle grandi imprese ai gioiellieri, che dichiarano in media 13.500 euro all'anno".

(29 gennaio 2012)

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speriamo bene

Sarkozy: l'Europa non è più sull'orlo del baratro, bene le misure di Monti




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Sarkozy con la Merkel




L’Ue vicinia a chiudere l’accordo sul nuovo patto di bilancio



L’Unione europea è vicinissima a chiudere l’accordo sul nuovo patto di bilancio (il cosiddetto ’Fiscal compact’) e ad aprire una nuova fase di politica economica di rigore e sviluppo, mentre il presidente francese Nicolas Sarkozy annuncia enfaticamente che il peggio è passato, la situazione si sta «stabilizzando» e l’Europa «non è più sull’orlo del baratro», anche grazie alle misure «forti e giuste» prese in Italia da Mario Monti. Insomma, dopo una crisi profondissima, si comincia a vedere la luce. Sarà comunque il summit di domani a Bruxelles ad indicare se i suoi leader sono davvero decisi - come sembra - a ristabilire la rotta del tormentato viaggio verso un maggiore rigore fiscale e rinnovate politiche di crescita. L’Ue ha certamente bisogno di una nuova governance economica per guardare con più serenità al futuro, ma sul tavolo rimangono questioni aperte, e sullo sfondo c’è sempre la spada di Damocle della Grecia. Nella capitale belga, i capi di Stato e di governo potranno toccare con mano gli effetti dei loro pacchetti di austerity sulla società: domani il Belgio sarà infatti paralizzato da uno sciopero generale che - al di là degli ovvi disagi - dimostrerà quanto sia delicato il tema delle misure anticrisi, tanto che uno dei principali sindacati locali, l’Fgtb, è convinto che i tagli al bilancio spingeranno il Belgio nel baratro della recessione. Ma l’Unione è decisa ad andare avanti e, quando mancano meno di 24 ore al summit, fonti vicine al negoziato indicano all’ANSA che si fa sempre più concreta la possibilità che il vertice trovi un accordo politico sul Patto di bilancio e dia segnali importanti anche sulla crescita e sull’occupazione. Il clima è «positivo», e secondo le fonti «c’è voglia di concludere, di essere concreti e di dare messaggi chiari». Di messaggi chiari hanno bisogno ovviamente i mercati, soprattutto alla luce delle recenti bordate partite dalle agenzie di rating americane contro i debiti sovrani del Vecchio Continente (incluso quello italiano e il fondo salva-Stati Efsf).

A Davos, venerdì scorso, il presidente della Bce Mario Draghi ha sottolineato che il Fiscal compact «è necessario affinchè i paesi dell’area euro tornino ad avere fiducia l’uno nell’altro». Tuttavia, nonostante l’ottimismo trapelato oggi, il successo del summit non è affatto scontato su tutti i fronti. E comunque su Bruxelles aleggia sempre lo spettro di un default della Grecia. Chi si aspettava un accordo con i creditori entro questa sera è rimasto deluso e la corsa contro il tempo continua: ora si punta a chiudere la settimana prossima. Nel frattempo, come emerso ieri, Berlino ha alzato la posta su Atene proponendo - di fatto - il commissariamento del Paese, almeno per quello che riguarda la gestione del bilancio. Nonostante l’immediato secco ’no' della Grecia, la presa di posizione della cancelliera Angela Merkel potrebbe spingere anche questo tema nell’agenda di domani e creare ulteriori complicazioni. Per il momento, sul tavolo restano i nodi delle sanzioni semi-automatiche anche sul debito chieste dall’Olanda e da altri paesi ’rigoristì come l’Austria; la questione di ’direttivè concrete in materia di crescita e occupazione posta dall’Italia, e il problema (sollevato dalla Polonia) della partecipazione ai vertici dell’Eurogruppo da parte dei paesi fuori dalla moneta unica. Da parte sua, la Svezia teme di perdere la propria autonomia nella politica di bilancio, mentre la Gran Bretagna continua a chiamarsi fuori.

C’è infine la questione ’principe' ancora irrisolta, formalmente non all’ordine del giorno del summit, ma sicuramente al centro dei colloqui tra i leader: il potenziamento del nuovo fondo salva-Stati (Esm), il ’firewall’ europeo destinato dal primo luglio 2012 a raccogliere il testimone dall’attuale European financial stability facility (Efsf). Al momento è stabilito che l’Esm possa contare su una potenza di fuoco di 500 miliardi di euro, cifra ritenuta tuttavia insufficiente da molti Paesi e istituzioni (in primis Francia, Italia, Fmi e Commissione europea) che ne chiedono con insistenza il rafforzamento (almeno fino a 750 mld), scontrandosi con le resistenze della Germania. Anche oggi la Merkel, in un’intervista alla Bild am Sonntag ha glissato sul pressing degli alleati. La posizione dei tedeschi tuttavia si starebbe pian piano ammorbidendo (come confermano le indiscrezioni trapelate ieri sul magazine finanziario Wirtschaftswoche) e, una volta incassato l’accordo sul Fiscal Compact, la cancelliera potrebbe finalmente scendere a compromessi.
 
io penso

In riferimento al 41i, dobbiamo considerare anche che l'inflazione europea è condizionata non solo dall'andamento dell'economia locale... ma anche dall'andamento della nostra moneta che influisce su quella che viene chiamata inflazione importata.
Una perdita di valore dell'€ nei confronti delle altre monete provocherebbe comunque un rincaro dei prezzi delle materie prime e dei beni prodotti o quotati all'estero.
Il recupero dell'€ che c'è stato questa settimana potrebbe aver in qualche modo influito sul fatto che il 41i non abbia perfomato come i suoi fratelli tradizionali
 
In riferimento al 41i, dobbiamo considerare anche che l'inflazione europea è condizionata non solo dall'andamento dell'economia locale... ma anche dall'andamento della nostra moneta che influisce su quella che viene chiamata inflazione importata.
Una perdita di valore dell'€ nei confronti delle altre monete provocherebbe comunque un rincaro dei prezzi delle materie prime e dei beni prodotti o quotati all'estero.
Il recupero dell'€ che c'è stato questa settimana potrebbe aver in qualche modo influito sul fatto che il 41i non abbia perfomato come i suoi fratelli tradizionali

Ciao Otti(Spermatozoo impazzito)
x il calcolo del 41i vai qua
http://www.ecb.europa.eu/home/html/404.en.html
la mia intelligenza non arriva a tanto magari tu lo puoi calcolare

Sarkozy: la Francia applicherà la Tobin Tax ad agosto
-l'Italia farà da apripista: al via una commissione bipartisan per attuare da subito tassa sulle transazioni fianziarie.

M5S ci saremo anche NOI
:ciao::ciao::ciao:
belli&brutti
 
Mi sono recato stamane in filiale intesa per il buy back delle 663 a 88: come al solito nn sapevano NULLA ...

Ma il colmo è stato: Dottore, posso farle delle proposte per impiegare la liquidità?

L' ho guardato sorridendo, in modo credo ben eloquente ... ha abbassato lo sguardo ...:-o


:)
 
banca popolare .........

oggi ho chiamato una potenziale cliente a cui piu' volte ho evidenziato i rischi connessi alle obbligazioni bancarie di solito poco liquide e con rendimenti inferiori ai titoli di stato.gli ho offerto anche una cena.
gli avevo proposto un conto deposito e detto piu' volte e specificato la garanzia sui depositi vincolati ben diversa dal rischio della obbligazione bancaria non quotata.mi risponde al tel e mi dice "ho fatto 100000 euro di obbligazioni bancarie e non ti ho chiesto di specificarmi niente".son davvero senza parole ed e' davvero dura di questi tempi vivere e fare la professione del consulente e promotore finanziario e lo e' sempre stato per chi lavora onestamente e in modo trasparente e serio.io purtroppo non son abituato a dare sicurezze alla gente.preferisco perderlo un cliente che essere poco corretto con lui.

p,s. i tassi sui conti deposito da 3 a 24 mesi eran rispettivamente

4,2 4,50 4,8 e 5,20% .mi ha detto che l ha fatto perche la banca gli ha detto che gli ha promesso sicuro il 5,50% :wall::wall::wall::wall::wall::wall:
 
Ma come si fa a chimarle liberalizzazioni?

Ormai non c'è più da meravigliarsi se le aziende italiane (e i capitali) fuggono all'estero. Questo è il coronamento del fallimento del nostro bel paese lasciato andare alla deriva in mezzo all'oceano come la "Costa Allegra".

Liberalizzazioni/ Nuovo balzello per le imprese
Martedì, 28 febbraio 2012 - 11:30:00

In arrivo un nuovo balzello per le societa' di capitale all'Antitrust. Per il funzionamento dell'Autorità garante della concorrenza viene infatti istituito a partire dal 2013 un contributo da parte delle grandi imprese con ricavi totali superiori a 50 milioni di euro pari allo 0,08 per mille del fatturato risultante dall'ultimo bilancio approvato.

Lo prevede un emendamento al decreto liberalizzazioni approvato ieri notte dalla commissione Industria del Senato. Il testo prevede comunque che "la soglia massima di contribuzione a carico di ciascuna impresa non può essere superiore a cento volte la misura minima".

Dal 2014 sarà versato entro il 31 luglio ed "eventuali variazioni" della misura e delle modalità di contribuzione "possono essere adottate dall`Autorità medesima con propria deliberazione, nel limite massimo dello 0,5 per mille del fatturato risultante dal bilancio approvato precedentemente all`adozione della delibera". Resta tuttavia ferma la soglia massima di contribuzione che non può essere superiore a cento volte la misura minima.

Intanto, si apprende che saranno 20 i tribunali delle imprese su tutto il territorio. E' quanto prevede l'emendamento del governo. Dodici le sezioni specializzate esistenti alle quali si aggiungeranno altre 8. I tribunali delle imprese avranno sede nel capoluogo di regione. La Lombardia ne avra' due, a Milano e a Brescia. Per Valle D'Aosta e Trentino Alto Adige saranno competenti rispettivamente Torino e Venezia. (AG
 

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