Obbligazioni perpetue e subordinate Discussioni metaperpetuali

Piuttosto mi sembra più preoccupante l'"eterodirezione" dei grillini, cioè il fatto che il vertice politico del movimento non è in Parlamento.

Questa situazione, almeno formalmente, non mi sembra si sia mai verificata nella storia italiana (nella sostanza, invece, purtroppo si: si chiedeva permesso a Mosca, oltretevere, a Washington, a Castiglion Fibocchi, ecc).

Non mi sembra una situazione ideale per una democrazia parlamentare
 
Premesso che non sono un giurista, osserverei:

- la disciplina interna dei partiti c'è sempre stata, anche in forme più pesanti di questa (a confronto con il Migliore, Grillo è un tenerone)
- interpretando estensivamente il concetto di "atto di autonomia privata", anche il consiglio di un collega, una discussione con altri deputati, una qualunque azione volta a determinare il voto di un parlamentare potrebbe essere inteso come un vincolo al suo voto

a me sembra che tutto è lecito finchè la "disciplina" che si vuole imporre possa essere liberamente disattesa dal parlamentare, senza limitare la sua capacità di esprimersi e votare
ho scritto "atto di autonomia privata", perché non sono sicuro che un codice deontologico sia un contratto. sicuramente un contratto "ha forza di legge tra le parti" ex art. 1372 c.c..

se la disciplina contenuta nel codice deontologico può essere liberamente disattesa, il problema non si pone (di cosa si lamenta allora Grillo?).
 
Articolo 67 della Costituzione italiana - Wikipedia


Secondo alcuni studiosi, come Pietro Virga, l'appartenenza al partito, che si traduce nell'affiliazione ai gruppi parlamentari, espressione dei partiti nel Parlamento italiano, con il conseguente rispetto della relativa disciplina, si tradurrebbe, di fatto, in una violazione del principio di libertà di mandato[3].
Secondo una diversa dottrina (Manlio Mazziotti, Paolo Biscaretti, Costantino Mortati), la disciplina dei gruppi non è in grado di comprimere il diritto, dal momento che il parlamentare può sempre esprimersi (e votare) in maniera difforme alle direttive del gruppo di appartenenza[3]
Questa libertà è riconosciuta nei regolamenti parlamentari di Camera (art. 83, 1° comma del regolamento[3]) e Senato (art. 84, 1° comma del regolamento[4] da apposite disposizioni regolamentari che permettono la possibilità di autonoma iscrizione a parlare per quei parlamentari che vogliano esprimere posizioni dissenzienti rispetto al gruppo di appartenenza.
Di fatto, però, la disciplina dei gruppi parlamentari rimane un deterrente a tale libertà di espressione, visto che il comportamento "ribelle" di un eletto può essere oggetto di sanzioni disciplinari che arrivano fino all'espulsione dal partito o alla non ricandidatura alle successive elezioni[4].


Sul punto c'è discussione, bisogna trovare un bilanciamento tra le varie esigenze. Al momento, in termini pratici, la minaccia più forte all'autonomia dei parlamentari mi sembra la legge elettorale vigente.
 
Articolo 67 della Costituzione italiana - Wikipedia


Secondo alcuni studiosi, come Pietro Virga, l'appartenenza al partito, che si traduce nell'affiliazione ai gruppi parlamentari, espressione dei partiti nel Parlamento italiano, con il conseguente rispetto della relativa disciplina, si tradurrebbe, di fatto, in una violazione del principio di libertà di mandato[3].
Secondo una diversa dottrina (Manlio Mazziotti, Paolo Biscaretti, Costantino Mortati), la disciplina dei gruppi non è in grado di comprimere il diritto, dal momento che il parlamentare può sempre esprimersi (e votare) in maniera difforme alle direttive del gruppo di appartenenza[3]
Questa libertà è riconosciuta nei regolamenti parlamentari di Camera (art. 83, 1° comma del regolamento[3]) e Senato (art. 84, 1° comma del regolamento[4] da apposite disposizioni regolamentari che permettono la possibilità di autonoma iscrizione a parlare per quei parlamentari che vogliano esprimere posizioni dissenzienti rispetto al gruppo di appartenenza.
Di fatto, però, la disciplina dei gruppi parlamentari rimane un deterrente a tale libertà di espressione, visto che il comportamento "ribelle" di un eletto può essere oggetto di sanzioni disciplinari che arrivano fino all'espulsione dal partito o alla non ricandidatura alle successive elezioni[4].
:up:

codice deontologico, statuto, non-statuto, regolamento di partito (giammai), con o senza valore di contratto... chi più ne ha più ne metta... ma se non c'è chiarezza su questi concetti, come si fa ad andar lontano?
 
:up:

codice deontologico, statuto, non-statuto, regolamento di partito (giammai), con o senza valore di contratto... chi più ne ha più ne metta... ma se non c'è chiarezza su questi concetti, come si fa ad andar lontano?


per evitare il guazzabuglio i "dissidenti" entrano nel gruppo misto.
credo....
 
Beppe Grillo, spaccatura M5s dopo il voto per Grasso: almeno 7 i "dissidenti" grillini che hanno dichiarato il voto per il neo presidente del Senato

Fabrizio Bocchino dice di aver preso le distanze dalla linea del gruppo per le tante sollecitazioni in questo senso arrivategli in quelle ore dagli elettori. E parla del peso della scelta caduta sulle spalle dei neo- eletti: “Non condivido il punto di chi dice chela responsabilità della sua elezione sarebbe stata solo dei partiti. Non è così. Sarebbe stata anche mia. Magari sarà stata una trappola, ne possiamo discutere. Ma la responsabilità sarebbe stata anche mia, perché sono stato messo in condizione di impedirlo, e se non l'avessi fatto, la responsabilità sarebbe stata anche mia”.



Giarrusso parla di “infamia” nel collaborare ad un’eventuale elezione di Renato Schifani: “Sarebbe stato come tradire tutta la mia vita, tutte le mie scelte, tutto quello che ho sempre ammirato e tutto quello in cui ho sempre creduto. Votare scheda bianca era per me assolutamente impossibile”.
 
Fanno ottima figura.
Lucci grande professionista (è simpatizzante, li ha scelti bene ;) )

Indimenticabile la sua intervista a Grillo nella Serie passata.

Si è casualmente dimenticato di tanti peccatucci passati del Beppone.

Il più in ginocchio ( stile Minà-Castro) con Grillo è stato il Robespierre dei giorni nostri : M. Travaglio.

E mi si critica Bruno Vespa...almeno Vespa tiene famiglia (l'Augusta e il bimbo)
 
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