DOMANI SARA' UN GIORNO SPECIALE, O MAGARi DOPODOMANI, O FRA QUALCHE GIORNO,

Fondi per l'editoria. Nel provvedimento che domani sarà sul tavolo del Cdm "è istituito un fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria con dotazione di 50 milioni di euro per il 2014, 40 milioni di euro per il 2015 e 30 milioni di euro per il 2016". E' quanto si legge nella bozza della legge di Stabilità. Il è destinato: "All'incentivazione all'avvio di nuove imprese editoriali attribuendo 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016; al sostengo alle ristrutturazioni aziendali e agli ammortizzatori sociali attribuendo 30 milioni di euro per il 2014, 20 milioni di euro per il 2015 e 10 milioni di euro per il 2016".

w l'editoria...basta che nessuno si ammali... :(
 
Dicono che la bellezza salverà il mondo.........e io ne sono certo!!!;):D
 

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Aveva detto 2basta tasse" il denden...mi pare che ne arrivino una vagonata.

Secondo me a novembre ci sono il falò accesi e non son quelli delle castagne.

Vado a magnà e mando un profondo fangulo a quelli che stanno nei palazzi dorati.
 
Secondo De Rita, il potere in Italia non s’irradia più verticalmente dalle istituzioni verso i cittadini ma si diffonde orizzontalmente per relazione da e verso nuovi, piccoli principati.

Quali?

Si va da Confindustria alla Cisl, dalla Rcs a Repubblica, dal Forum Ambrosetti a Mediobanca passando per l’Inps e lo stesso Censis. Non è invece più un dominio la Fiat. Una vera novità.


In poche parole, l’Italia immersa nella crisi fatale di questo scorcio di inizio millennio sembra fatalmente rinculare verso una condizione che le è purtroppo nota, quella che per secoli l’ha vista come una mera espressione geografica, vivacissima culturalmente ma politicamente accartocciata ed in balìa delle grandi monarchie europee già munite presso il sovrano del proprio baricentro decisionale.
 
Leggo e riporto.

Negli anni Settanta si diceva che i veri ricchi votavano Pci perché così mettevano al sicuro il loro capitale in caso di una nuova rivoluzione d’ottobre in salsa italiana.
Oggi i veri ricchi continuano a dichiararsi di sinistra, per convinzione e perché fa comodo: se infatti si scopre che si tuffano nelle monete d’oro imitando Paperon de’ Paperoni, nessuno si scandalizza. Anzi, vengono difesi e coccolati.
È accaduto quando il governo Berlusconi voleva “tassare” i milionari del calcio e dello spettacolo(la famosa “legge Ibrahimovic”) e ci fu una sollevazione, come se fossero stati toccati i santi al posto dei fanti.
Accade adesso nel momento in cui è stata fatta luce sul compenso di Fabio Fazio, ultimo regalo di Mamma Rai ai soldatini della sinistra.
E lui ne ha approfittato perché, in diretta tv, non ha voluto “svelare” il mistero per “contratto”, una precisazione smentita dal Codacons: «Quanto dichiarato da Fazio è assolutamente assurdo e falso: nessuno può impedire per contratto di rendere pubblici i compensi, soprattutto se chi riceve il cachet decide di dare comunicazione di quanto percepito».
Fazio non è quello che ogni domenica fa prediche moralistiche?
Che ipocrisia! 6 milioni di euro da un’azienda pubblica e non privata, soldi nostri e non secondo le regole del mercato e della concorrenza visto che la Rai è piena di debiti milionari»
 
Il ruolo delle banche è da sempre quello di ricevere denaro e di farlo fruttare prestandolo. Oggi, come sa chiunque ci abbia provato a chiederglielo, le banche il denaro non lo prestano più. Senza credito non ci può essere sviluppo. Senza credito le imprese soccombono e licenziano. Senza credito è impossibile per chiunque non sia “ricco di suo” creare un’attività. E siccome chi oggi è ricco di suo tra il rischio di un investimento e il comodo porto dei Bot preferisce certamente la seconda attività, comprendiamo perché la disoccupazione sia raddoppiata in soli 4 anni. Le banche non sono l’unico problema, però sono uno snodo centrale e sono una metafora dellacrisi Italiana dovuta alla capacità della classe politica di occupare lo spazio che dovrebbe essere di quella civile. Non importa se non funziona, l’importante è mantenere la poltrona.
Il Fmi (non sarà il Vangelo, però i numeri li sanno leggere) ci dice che la causa di ciò è la sottocapitalizzazione delle nostre banche. In parole povere, vuol dire che se non hanno soldi non li possono prestare. Una banca che si trova in questa situazione ha una sola soluzione se vuole continuare a operare: chiedere ai suoi azionisti nuovi soldi. In Italia questo non è possibile. Non lo è perché, per quanto formalmente “privati”, tutti i maggiori istituti italiani sono propaggini del sistema politico. Quando 20 anni orsono il Tesoro decise di vendere la maggioranza delle azioni, per mantenere il controllo i politici italiani inventarono il trucco delle fondazioni bancarie, che mantennero la quota di controllo (sufficiente a nominare i manager). Fu una finta privatizzazione, perché a decidere chi comandava restava sempre lapolitica. E’ questo il motivo per cui le banche sono rimaste senza soldi; perché li hanno prestati non a chi li meritava, ma a chi il politico di riferimento ordinava.
 
L’unica soluzione sarebbe, appunto, di chiedere ai soci di tirare fuori il grano. Ma se ciò avvenisse, le fondazioni perderebbero il controllo degli istituti perché non avrebbero il denaro sufficiente per coprire la loro parte, e la perdita del controllo significherebbe che i partiti non potrebbero più nominare i manager e questo il sistema non lo potrebbe accettare. Quindi preferiscono tirare a campare continuando a evitare di dirci che i soldi che hanno prestato non esistono più perché li hanno prestati agli amici degli amici, che se li sono pappati. Se si facesse pulizia nei conti, la quasi totalità delle nostre banche sarebbe fallita. Allora si preferisce prendere i soldi dei cittadini e “prestarli” alle banche; ma un prestito è un prestito quando esiste la possibilità che venga rimborsato, altrimenti si chiama regalo. I cosiddetti “Monti bond” che hanno salvato l’Mps appartengono a questa categoria. Non è questione di essere di destra o di sinistra per rendersi conto che ciò è assurdo.
 

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