Il titolo Mediaset si appresta a vivere giornate movimentate nel mese di maggio.
Il prossimo 23 del mese la società quotata a Milano offrirà ai propri azionisti un dividendo di 0,35 euro per azione, per un rendimento del 7% (dividend yeld) sul corso azionario attuale.
Lo stacco della cedola, il cui importo è superiore a quello dei 22 centesimi elargiti lo scorso anno, seguirà altri due eventi che riguardano la galassia Berlusconi: la probabile vittoria dello scudetto per il Milan, già sabato 7 maggio all’Olimpico con la Roma (alla squadra rossonera serve un punto per la matematica vittoria), e le elezioni amministrative del 15-16 maggio, che vedranno anche i milanesi andare a votare per il Sindaco della città di Milano (Berlusconi è capolista del Pdl a sostegno della candidatura del sindaco Moratti e come è suo solito, ha polarizzato il discorso elettorale ponendosi come “scelta”).
Sport e politica: due fattori che pur non avendo apparentemente alcun legame con il titolo Mediaset, possono rappresentare un elemento da considerare per risparmiatori e traders.
Le azioni Mediaset presentano un calo di circa il 25% nell’ultimo anno, a fronte di un rialzo generico degli indici italiani durante lo stesso arco temporale.
Ad incidere sulla discesa dei prezzi, le vicende giudiziarie, personali e politiche di Berlusconi. Vari analisti, in primis quelli di BofA Merrill Lynch, hanno recentemente abbassato i target sul titolo, evidenziando in particolar modo le difficoltà di Berlusconi sullo scenario politico. La crisi del governo – hanno spiegato vari esperti – ricade sul titolo Mediaset in quanto gli investitori associano la parabola politica del Premier all'azienda della sua famiglia. Un discorso che fondamentalmente si basa su aspetti di sentiment.
In effetti i piccoli risparmiatori tendono a guardare al titolo Mediaset come riflesso finanziario del personaggio Berlusconi: la costante presenza del premier nei dibattiti italiani comporta un approccio degli investitori in base al momentum politico e mediatico che attraversa in quel determinato periodo il presidente del Consiglio. Basta guardare ai forum di finanza per capire quanto le argomentazioni che spingono i piccoli risparmiatori sul titolo Mediaset siano legate alle vicende politiche di Berlusconi. Poco importa se la raccolta pubblicitaria di Mediaset aumenti o diminuisca: Mediaset segue le orme del capo famiglia dell’azionista di riferimento. Un discorso lontano da un’analisi corretta e fondamentale della società Mediaset, che tuttavia le grandi firme di analisi finanziaria non mancano di avallare (in uno degli ultimi report di BofA Merrill Lynch, le prospettive negative sul titolo Mediaset venivano appunto giustificate con la crisi di governo).
Nel novembre del 2010, in piena crisi politica per l’uscita dalla maggioranza del gruppo Fli, capeggiato da Fini, un articolo del Financial Times, firmato da Rachel Sanderson e Guy Dinmore, individuava una relazione tra il titolo Mediaset e le sorti del premier: i giornalisti coniarono la definizione del “Berlusconi discount”, con la quale legavano indissolubilmente le vicende politiche di Berlusconi all’andamento in discesa delle azioni della azienda della sua famiglia. A conferma di queste argomentazioni, i forti cali subiti dal titolo Mediaset in contemporanea alla crisi politica dell’autunno 2010 e alla richiesta di processo per il Ruby-gate nei primi mesi del 2011.
Come si può intuire, il sentiment, alimentato da un maggiore protagonismo mediatico, assunse in quei casi un ruolo fondamentale. Ciò può valere anche per l’inverso, ovvero un Berlusconi in auge potrebbe catalizzare sul titolo Mediaset i risparmi degli investitori. Sulla scia di questi, interverrebbero i traders, che fiutato il sentiment del mercato, si accoderebbero ai movimenti o li precederebbero.
Su Mediaset non vi è dubbio che incomba una visione pessimistica che coinvolge l’intero settore dei media, dovuta soprattutto al crescente uso dei media online e alla globalizzazione del comparto, tra i più competitivi. Tuttavia, la convergenza dei due elementi sopracitati (elezioni e sport) sul personaggio Berlusconi potrebbe innescare un importante rally al rialzo sul corso azionario del titolo. Se l’approccio negativo nei confronti del titolo Mediaset è stato causato dalle difficoltà del personaggio Berlusconi, un periodo di auge potrebbe generare l’effetto opposto.
Le tre chiavi di lettura del dossier sono consequenziali e interrelate. La vittoria dello scudetto da parte del Milan offrirà al personaggio politico Berlusconi un ampio riscontro mediatico, che il premier sfrutterà a fini propagandistici (il calcio, come da più parti riconosciuto, è stato fondamentale nella sua ascesa politica; lo dimostra il fatto che nell’anno delle amministrative e di una crisi di governo che stava per sfociare in nuove elezioni generali, il Milan abbia acquistato nomi altisonanti del calcio internazionale come Ibrahimovic, Robinho e Cassano. Lo stesso ad del club sportivo, Galliani, non manca occasione per rimarcare che lo scudetto sia un nuovo trionfo del proprietario).
Un successo della sua coalizione nelle amministrative di città come Milano e Napoli può rafforzarne l’ascendente politico, indebolito dagli scandali personali e dalle vicende giudiziarie.
Sulla base del Berlusconi discount, si può affermare che una migliore e positiva posizione mediatica del personaggio pubblico possa dare origine a un Berlusconi increase. A ciò vi si aggiunge il dividend yeld del 7%, che potrebbe fungere da faro per i movimenti speculativi. Inoltre, a differenza di altre blue chip, il titolo Mediaset non ha un flottante esteso (su un totale di capitalizzazione di circa 5.000 milioni di euro, solo poco più del 14% delle azioni è detenuto da azionisti con meno del 2%), il che può tradursi in significativi sbalzi dei prezzi in corrispondenza di un aumento dei volumi provocato da un maggior sentiment.
Il prossimo 23 del mese la società quotata a Milano offrirà ai propri azionisti un dividendo di 0,35 euro per azione, per un rendimento del 7% (dividend yeld) sul corso azionario attuale.
Lo stacco della cedola, il cui importo è superiore a quello dei 22 centesimi elargiti lo scorso anno, seguirà altri due eventi che riguardano la galassia Berlusconi: la probabile vittoria dello scudetto per il Milan, già sabato 7 maggio all’Olimpico con la Roma (alla squadra rossonera serve un punto per la matematica vittoria), e le elezioni amministrative del 15-16 maggio, che vedranno anche i milanesi andare a votare per il Sindaco della città di Milano (Berlusconi è capolista del Pdl a sostegno della candidatura del sindaco Moratti e come è suo solito, ha polarizzato il discorso elettorale ponendosi come “scelta”).
Sport e politica: due fattori che pur non avendo apparentemente alcun legame con il titolo Mediaset, possono rappresentare un elemento da considerare per risparmiatori e traders.
Le azioni Mediaset presentano un calo di circa il 25% nell’ultimo anno, a fronte di un rialzo generico degli indici italiani durante lo stesso arco temporale.
Ad incidere sulla discesa dei prezzi, le vicende giudiziarie, personali e politiche di Berlusconi. Vari analisti, in primis quelli di BofA Merrill Lynch, hanno recentemente abbassato i target sul titolo, evidenziando in particolar modo le difficoltà di Berlusconi sullo scenario politico. La crisi del governo – hanno spiegato vari esperti – ricade sul titolo Mediaset in quanto gli investitori associano la parabola politica del Premier all'azienda della sua famiglia. Un discorso che fondamentalmente si basa su aspetti di sentiment.
In effetti i piccoli risparmiatori tendono a guardare al titolo Mediaset come riflesso finanziario del personaggio Berlusconi: la costante presenza del premier nei dibattiti italiani comporta un approccio degli investitori in base al momentum politico e mediatico che attraversa in quel determinato periodo il presidente del Consiglio. Basta guardare ai forum di finanza per capire quanto le argomentazioni che spingono i piccoli risparmiatori sul titolo Mediaset siano legate alle vicende politiche di Berlusconi. Poco importa se la raccolta pubblicitaria di Mediaset aumenti o diminuisca: Mediaset segue le orme del capo famiglia dell’azionista di riferimento. Un discorso lontano da un’analisi corretta e fondamentale della società Mediaset, che tuttavia le grandi firme di analisi finanziaria non mancano di avallare (in uno degli ultimi report di BofA Merrill Lynch, le prospettive negative sul titolo Mediaset venivano appunto giustificate con la crisi di governo).
Nel novembre del 2010, in piena crisi politica per l’uscita dalla maggioranza del gruppo Fli, capeggiato da Fini, un articolo del Financial Times, firmato da Rachel Sanderson e Guy Dinmore, individuava una relazione tra il titolo Mediaset e le sorti del premier: i giornalisti coniarono la definizione del “Berlusconi discount”, con la quale legavano indissolubilmente le vicende politiche di Berlusconi all’andamento in discesa delle azioni della azienda della sua famiglia. A conferma di queste argomentazioni, i forti cali subiti dal titolo Mediaset in contemporanea alla crisi politica dell’autunno 2010 e alla richiesta di processo per il Ruby-gate nei primi mesi del 2011.
Come si può intuire, il sentiment, alimentato da un maggiore protagonismo mediatico, assunse in quei casi un ruolo fondamentale. Ciò può valere anche per l’inverso, ovvero un Berlusconi in auge potrebbe catalizzare sul titolo Mediaset i risparmi degli investitori. Sulla scia di questi, interverrebbero i traders, che fiutato il sentiment del mercato, si accoderebbero ai movimenti o li precederebbero.
Su Mediaset non vi è dubbio che incomba una visione pessimistica che coinvolge l’intero settore dei media, dovuta soprattutto al crescente uso dei media online e alla globalizzazione del comparto, tra i più competitivi. Tuttavia, la convergenza dei due elementi sopracitati (elezioni e sport) sul personaggio Berlusconi potrebbe innescare un importante rally al rialzo sul corso azionario del titolo. Se l’approccio negativo nei confronti del titolo Mediaset è stato causato dalle difficoltà del personaggio Berlusconi, un periodo di auge potrebbe generare l’effetto opposto.
Le tre chiavi di lettura del dossier sono consequenziali e interrelate. La vittoria dello scudetto da parte del Milan offrirà al personaggio politico Berlusconi un ampio riscontro mediatico, che il premier sfrutterà a fini propagandistici (il calcio, come da più parti riconosciuto, è stato fondamentale nella sua ascesa politica; lo dimostra il fatto che nell’anno delle amministrative e di una crisi di governo che stava per sfociare in nuove elezioni generali, il Milan abbia acquistato nomi altisonanti del calcio internazionale come Ibrahimovic, Robinho e Cassano. Lo stesso ad del club sportivo, Galliani, non manca occasione per rimarcare che lo scudetto sia un nuovo trionfo del proprietario).
Un successo della sua coalizione nelle amministrative di città come Milano e Napoli può rafforzarne l’ascendente politico, indebolito dagli scandali personali e dalle vicende giudiziarie.
Sulla base del Berlusconi discount, si può affermare che una migliore e positiva posizione mediatica del personaggio pubblico possa dare origine a un Berlusconi increase. A ciò vi si aggiunge il dividend yeld del 7%, che potrebbe fungere da faro per i movimenti speculativi. Inoltre, a differenza di altre blue chip, il titolo Mediaset non ha un flottante esteso (su un totale di capitalizzazione di circa 5.000 milioni di euro, solo poco più del 14% delle azioni è detenuto da azionisti con meno del 2%), il che può tradursi in significativi sbalzi dei prezzi in corrispondenza di un aumento dei volumi provocato da un maggior sentiment.