ricpast ha scritto:
mi interessa inoltrarmi nell'argomento in quanto mia sorella soffre di disturbi psichiatrici dai primi mesi del 2001.
stiamo parlando di una ragazza di 32 anni che nel 1998 si è laureata in giurisprudenza e che, dopo i primi sintomi dell'inizio 2001, ha subìto numerosi ricoveri in ospedale.
Raccontare tutto quello che io e mia madre abbiamo vissuto in questi mesi sarebbe troppo lunga da raccontare.
Non troverei nemmeno le parole per descrivere il fortissimo malessere che ha provato invece mia sorella durante i periodi + bui.
Le è stato inizialmente diagnosticato un disturbo di tipo schizoaffettivo ma alcuni medici che l'avevano in cura parlavano invece di disturbo bipolare.
I sintomi e le cure paiono essere praticamente identici.
Da inizio dicembre 2004 (quando è finito l'ultimo ricovero durato 2 mesi e mezzo...) sta bene, molto bene.Attualmente è in vacanza con delle amiche ed è ospite residente presso una comunità.
Più che soffermarmi su aspetti puramente teorici quali le differenti vedute in ambito psichiatrico preferirei schematicamente apportare il mio contributo su quella che è stata la mia esperienza diretta e l'idea che mi sono fatto di questo tipo di problemi.
1- i disturbi psichiatrici possono colpire chiunque in qualsiasi momento della vita;
2- è davvero arduo (anche a posteriori) dire se incida maggiormente la componente biologica (predisposizione personale per intenderci) o la componente ambientale (un brutto rapporto con i familiari o gli amici ad esempio);
3- i familiari e gli amici che assistono persone affette da questo tipo di disturbo necessitano in modo assoluto di sostegno da parte di persone che hanno avuto esperienze simili.Questo vale ancora di + per le persone con livelli di studio bassi o situazioni economiche non particolarmente agevoli.
Dico questo perchè vi è una bassissima capacità generale di saper distinguere tra i differenti problemi psichiatrici, unita ad una naturale ed ancestrale non accettazione del disturbo psichiatrico in sè e quest'ultima componente diventa ancora + accentuata nelle persone con livelli di istruzione bassi.
4- per i fenomeni gravi e/o cronici di disturbo psichico è attualmente assai difficile poter pensare di prescindere dall'utilizzo di farmaci;
5- le strutture ospedaliere (anche nel ricco nordest..) adibite alla cura dei disturbi psichiatrici sono ASSOLUTAMENTE INADEGUATE e scandalosamente fatiscenti.
In un reparto (io l'ho visto con i miei occhi ogni giorno per mesi) di psichiatria vengono ricoverati: schizofrenici cronici dalla nascita, depressioni post-partum, disturbi bipolari e schizoaffettivi, depressioni generiche + o meno croniche,tossicodipendenti con disturbi mentali provocati principalmente dall'uso di sostenze stupefacenti PESANTI.
Tutte questo porta spesso ad accentuare le problematiche dei singoli che, invece, richiederebbero un'accurata distinzione tra i disturbi con apposite strutture separate.
Per lo stato (o meglio: le regioni) questo determina ricoveri lunghi, persone non riabilitate che tendono a cronicizzare il loro problema impedendogli di fatto un reinserimento nella società e una vita dignitosa; in una parola soldi che tutti i contribuenti devono spendere e che non risolvono strutturalmente il problema.
6- mancanza di aggiornamento da parte dei medici curanti, in termini di attività riabilitative e di farmacologia utilizzata;
7- mancanza di un reale coordinamento tra le numerose associazioni di parenti che impediscono la formazione di una voce unica che possa far valere le proprie ragioni ai decisori politici ed istituzionali;
8- totale disinformazione dell'opinione pubblica riguardo il disturbo psichiatrico, il quale viene automaticamente associato al "matto".Questo ovviamente rende ancora + complesso il processo di accettazione del problema (che tra l'altro è in crescita esponenziale nei paesi occidentali e ancora di + tra i gioveni compresi tra i 17 ed i 35 anni) da parte del malato e dei parenti i quali si ritrovano di colpo proiettati in un nuovo mondo totalmente estraneo e sconosciuto che fino a quel momento avevano solo immaginato guardando film come "A beautiful mind" o "Qualcuno volò sul nido del cuculo".
Sarei interessato a sentire le vs opinioni ed esperienze.
grazie
Sono commossa per il tuo contributo. La tua testimonianza è forte perchè denota il tuo coinvolgimento reale. E' vero : in Italia le strutture sono spesso totalmente inadeguate. Ma c'è qualcosa di più. E' vero che l'approccio alle varie malattie è differente da una scuola di pensiero all'altra : questo crea molti danni alle famiglie (e a volte anche agli operatori seri, che si trovano in difficoltà con colleghi e superiori).
Da quando fu istituita la c.d. legge 180, nata da quel forte movimento creato su impulso di Franco Basaglia, la riforma psichiatrica è allo sbando.
Alla chiusura del manicomio (lager in cui il malato, che a volte non era neanche tale, veniva privato di ogni dignità umana) avrebbe dovuto seguire l'istituzione di una serie di strutture diversificate : comunità terapeutiche, case famiglia, case protette, centri diurni, centri riabilitativi, pronto intervento psichiatrico. Operatori poco onesti ne hanno approfittato per scaricare letteralmente il peso del problema della malattia mentale sulla famiglia, considerata l'unico responsabile del "disagiomentale".
Ma le cose non stanno così. Solo su pesanti esposti di familiari gravemente lesi dalle mancanze del servizio sanitario, nella classe psichiatrica si è iniziato a parlare nuovamente di questi progetti abortiti, di questa legge "monca" : chiudere il manicomio era solo il primo passo. Poi bisognava fare il resto. Esistono alcune strutture, ma sono poche e sovraffolate rispetto alle esigenze reali e, spesso, come dice Ricpast, non esiste una differenziazione. Le conseguenze sono pesanti.
Cosa fare? Mi rivolgo a te, Ricpast, ma a tutti coloro che abbiano un'esperienza simile diretta o indiretta, e magari non hanno il coraggio di intervenire : li capisco. I toni di questo forum non sono certo quelli giusti.
Ma mi auguro che l'intervento di Ricpast possa costituire una sorta di "apripista" per un sereno e costruttivo confronto tra chi ha esperienze simili e chi non conosce la malattia mentale ma solo il generico termine "follia".
In Parlamento giace una bozza di riforma psichiatrica. Se Ricpast lo desidera, o chiunque altro, posso fornirgli il riferimento. La bozza è bloccata, la riforma non viene attuata, lo stato dell'assistenza psichiatrica resta invariata perchè esiste una corrente ideologica che si oppone ad una legiferazione chiara perchè questo comporterebbe il dirottamento di fondi importanti sulla malattia mentale.
Che fare? Tutte le persone coinvolte devono far sentire la loro voce. Uscite dall'ombra, pretendete, esigete risposte. Questo è il momento giusto.