E' NECESSARIO, A VOLTE, CHE IL VOLUME DELLA MUSICA SUPERI IL RUMORE DEI PENSIERI.

Oggi al TG ne ho visto uno proprio furbo...ma furbo furbo

carriola piena di rami lasciati in strada dal fiume e dove va a buttarli ? .......nel fiume ancora ..........
Poi andatelo a dire a quelli a valle del perchè ci sono le esondazioni.

Dragare fiumi e torrenti, questo bisogna fare, non gli ecologisti.....e ripulire i boschi e gli argini.....
Ne abbiamo 100000 e più che si fanno mantenere. Che stanno a giocare con il telefono e le cuffie nelle orecchie.
Utilizzateli per qualcosa di utile.
 
NAPOLI – Casa, una storia recente, ambientata a Napoli, racconta che puoi sfondare la parte divisoria e prenderti l’appartamento di un altro. Puoi farlo, la polizia non ti caccia.

Sembra un paradosso ma è esattamente quel che sta succedendo ad un architetto napoletano
che si è visto letteralmente ‘scippare’ dal vicino pregiudicato una parte del suo appartamento a Forcella.
In un Paese normale l’abusivo, dopo la denuncia, verrebbe cacciato a calci nel sedere in tempi record, ma non in Italia.
In Italia l’abusivo dorme sereno nella casa occupata, mentre il proprietario (con tanto di mamma anziana e malata) ha avuto bisogno dell’ospitalità di un amico.

La storia di Umberto Liberti la raccontano le cronache di questi giorni, ma non è che l’ultimo, e forse più evidente,
esempio di quello che può accadere nel folle Paese che abitiamo.
Siamo, come detto, nel quartiere storico di Forcella a Napoli.
Qui un’intera famiglia è stata di fatto sfrattata per il sopruso del vicino che, uscito da poco dal carcere,
ha pensato di sfondare un tramezzo e di impossessarsi di un’ala della casa accanto con annesso terrazzino.

“Non credevamo ai nostri occhi ma tornati a casa, abbiamo ritrovato parte della nostra casa occupata.
Tra l’altro, il cancelletto del terrazzino fungeva da ingresso al nostro appartamento, e non siamo potuti entrare più a casa”.

Così, da circa un mese, Umberto è costretto a vivere con la madre a casa di un amico nella palazzina a fianco.
“La nostra fortuna – aggiunge Umberto – è stata la generosità e disponibilità di un mio amico che ha ospitato me e mia madre a casa sua;
per ora restiamo in attesa del giudizio del Magistrato, ma i tempi sono lunghi e noi abbiamo necessità di tornare a casa, questa vicenda è stata per noi un fulmine a ciel sereno”.
 
Buongiorno
everton.jpg
 
BRESCIA – Le parole del camorrista pentito Nunzio Perella riecheggiano nelle stanze della Procura di Brescia.
Perrella, collaboratore di giustizia dal 1992, nel corso della trasmissione Nemo, su Rai 2,
ha raccontato del traffico illecito di rifiuti che per decenni ha coinvolto anche la Lombardia e non solo:
“Fino a Mantova siamo arrivati”.

“Il quartiere Isola a Napoli è tutto pieno. Ma anche il Raccordo Anulare a Roma”.
E la Lombardia: “Ah, il Nord è davvero molto rovinato. I rifiuti li abbiamo portati solo in Lombardia, fino al 1987.
Poi stava tutto pieno, e abbiamo cominciato a portarli anche al Sud”.

“Ho cominciato negli anni ’60 – ha raccontato – ma sono stati subito chiaro:
io non faccio droga e omicidi, io faccio la monnezza. Perché la monnezza è oro”.
 

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