Ogni tanto qualcuno esce fuori dal coro degli appecoronati di fronte alla domina fustigatrice delle loro debolezze e viltà:
Suppongo che tutti, anche i suoi critici più feroci, osserveranno il canonico minuto di silenzio, si spremeranno le meningi per trovare qualcosa di carino da dire su questa vecchia, finalmente schiattata dopo un lustro di sofferenze inflitte alla comunità musulmana ed alla comunità nera.
Verranno scritti chilometri di coccodrilli che tenteranno di minimizzare l’odio e ricordare la mediocre scrittrice, nota soprattutto per la promiscuità nella quale indulgeva con i suoi intervistati. Quando ancora se la poteva permettere.
Ma siccome il coccodrillo era lei, e tra i più feroci, per me che tifavo “tumore” è una gran bella giornata.
Solitamente dei morti non si dicono cose antipatiche, soprattutto perché è scortese criticare qualcuno che non ha la possibilità di rispondere o di difendersi.
Ma nel caso della nostra new entry tombale, questo era il suo sport preferito: quanti somali potevano risponderle mentre lei prometteva di "bruciarli vivi nelle loro tende" dalle pagine del Corriere? E dov'era il diritto di difesa delle "minchione musulmane" ai suoi insulti lanciati dalle prime pagine della corazzata mediatica d'Italia? E quanti "fottuti-figli-di-Allah" godevano di diritto di replica alle minchiate che prima De Bortolis e poi Mieli amavano pubblicare?
A chi mi ha odiato fino all’ultimo respiro - come nera, comunista, musulmana e somala -, a chi ha insegnato ad altri l’odio per la gente come noi per via della nostra religione, del nostro colore, della nostra fede politica e la nostra origine nazionale, posso solo augurare una crudele strada in discesa e un eternità di fiamme e dolore. Stikazzi.