Un'ultima, credo, osservazione, questa sì di critica d'arte alla lettera.
Domanda: con quali mezzi pittorici Hopper riesce a dare il senso di quelle individualità (compresi gli elementi inanimati) chiuse in quei tempi differenti? La risposta è già stata evidenziata. Non certo nel trattamento pittorico, nell'insieme buono, ma non insistito né particolarmente raffinato (nessuna "pennellata" compiaciuta). L'effetto viene ottenuto soprattutto ponendo continuamente, quasi ossessivamente (ed è un miracolo che non ce ne accorgiamo) proprio quel senso del limite di cui ho detto. Che quindi non è un effetto dell'isolamento, ma proprio lo strumento con cui esso viene fatto percepire. La frequente lontananza della luce, le finestre, i vetri, le balconate: apparentemente sono strumenti compositivi normali. In realtà è proprio la composizione delle opere, che abbondano di "limiti" espressi o subliminalmente percepiti, ad impostare questa comunicazione. La freddezza dei colori, la poca comunicazione tra personaggi sono certo strumenti complementari, ma il principale rimane quello, il porre limiti, barriere, confini, tanto più efficacemente tanto meno consciamente percepiti come tali. Anche per questo è possibile ricreare discretamente l'effetto dei suoi quadri con lo strumento della fotografia (un esempio è stato postato qui sopra), in cui può bastare un buon senso della composizione, unito ad adeguata imitazione della scena, per rendere alcune delle principali sensazioni dateci dall'originale.
Forse non è un caso che il quadro più famoso di Hopper, la scena notturna nel bar, veda nei tre personaggi sullo sfondo, incorniciati e imprigionati da barriere di ogni specie, un primo timidissimo tentativo di comunicazione, di uscita dalla prigione. E neppure è un caso se oggi, imprigionati come siamo nelle nostre case, pronti a frapporre limiti fisici verso coloro che incontriamo quando usciamo, ci troviamo rispecchiati nelle composizioni del mago Hopper. Dove la separazione è dovuta al vivere tempi diversi, motivazione altra da quella odierna: per questo credo sia opportuno aver evidenziato le differenze tra, appunto, le rispettive motivazioni, quelle del genio e quelle, ahimè tristissime, dell'oggi..