stesso pensiero eh ...
Tassi BCE: oggi aumento ma la guerra è aperta
Scritto il
7 luglio 2011 alle 12:00 da
Dream Theater
Oggi è giorno di tassi BCE: REPO a +0.25% e rischio stagflazione
Per carità, il mercato non si aspetta nulla fuorchè
un rialzo di 25 bp, ampiamente scontato ed atteso.
Come sempre faranno la differenza le parole di
Trichet post aumento, parole con cui dirà, tra le righe, quali sono le intenzione della
BCE per i prossimi mesi.
Il mercato sconta sul mercato dei future ulteriori rialzi, ma lo scenario macroeconomico non è certo ideale per ulteriori manovre restrittive. Il rischio è il tremendo mix
inflazione+recessione, quella brutta bestia che si chiama
stagflazione che da sempre è l’incubo delle
banche centrali.
Bloomberg ha fatto un sondaggi e su 55 analisti, ben 55 (en plein) sono concordi sul fatto che i tassi oggi verranno ritoccati al rialzo.

Ma la questione è molto complessa.
Trichet deve mantenere ciò che il mandato
BCE prevede, ovvero
un forte controllo sull’inflazione.
Ma dall’altra parte è palese che in tutto il mondo, Europa in primis, la ripresa economica perde slancio (facciamo la media, visto che non tutti i paesi sono cresciuti allo stesso modo).
La produzione manifatturiera è scemata e anche in Germania il sentiment ha perso terreno.
CPI vs REPO

Se poi andiamo a vedere il
confronto CPI stimato per l’area Euro e il
tasso di riferimento REPO.
Lo spread tra i due è ancora di
1.45 (oggi diventerà 1.20) però già ora assistiamo ad una stabilizzazione. Quindi, non mi sorprenderei affatto che oggi,
Trichet, mi venga a dire che
l’inflazione è sempre molto monitorata ma per fortuna la pressione inflattiva sta scemando e quindi solo in caso di impennata delle materie prime, ci potrebbero essere nuovi rialzi in futuro.
Già, le materie prime. La causa dell’
inflazione. Quindi attenzione: l’
inflazione attuale NON è strutturale, legata ad aumento dei salari e della produttività. Ma è legata ai costi delle materie prime. Motivo in più per cui
Trichet DEVE SMETTERLA di alzare i tassi.
Sennò seppellirà definitivamente quel po’ di ripresa economica che ci rimane.
Una guerra aperta tra divergenti visioni di
politica monetaria.