Eni...Dogs and Horses, for pussy's lovers only - Cap. 2 (14 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

snapo

the greater the truth, the greater the libel
sono entrato sull'underdog dei drillatori...
che Santa Titilla...mi protegga...:rolleyes:
è un primo passo in vista della trim del 20...
sperem...NE
se va bene :D:D:D
come al solito di venere si chiude...

...omissis for...note-zoomers...ihihihi...

maggior ragione in giornata di chiuse...
da lunes altra storia...:cool:

notte!

p.s. si lascia sempre per l'utente(aha) dalle mille operazioni tarocche corte su wally...testè dedicatosi al pentagramma e alla fotografia...:D:D:D...da stasera lo chiamerò...NOTE ZOOMATE...:lol:
 
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...... Ocio Semper ......
se va bene :D:D:D
come al solito di venere si chiude...

maggior ragione in giornata di chiuse...
da lunes altra storia...:cool:

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:up::up::up:sempre grande Snà:up::up::up:


:rolleyes:giusto per ...:rolleyes::wall:
1310795623screenhunter01jul.1607.48.jpg



La politica si fa lo sconto, sfuma
il taglio agli stipendi degli onorevoli
Correzione notturna al testo neutralizza la norma precedente che riduceva le indennità alla media degli altri Paesi europei. L'ira delle opposizioni. I rimborsi elettorali saranno ridotti solo dalla prossima legislatura, meno auto blu ma dal 2012

di CARMELO LOPAPA
La Camera dei Deputati

ROMA - Taglio alle indennità dei parlamentari addio, o quasi. Meglio equipararsi ai sei paesi più ricchi dell'Unione europea. E poi rimborsi elettorali ridotti ma dalla prossima legislatura, auto blu da ridimensionare ma dal 2012, vitalizi salvati in extremis, finanziamenti ai partiti appena sforbiciati. Doveva essere il fiore all'occhiello della manovra lacrime e sangue. Il buon esempio all'insegna dell'austerity dato dalla politica, perché - ammoniva Tremonti ancora pochi giorni fa - non si possono chiedere sacrifici agli italiani senza imporli alla classe dirigente.

E invece ecco servito il bluff. La manovra appena approvata da 70 miliardi, che si abbatterà tra ticket e superbolli su famiglie e risparmiatori, nel testo definitivo rinvia e in qualche caso annulla i buoni propositi di chi l'ha scritta. Il colpo grosso è andato in scena nel chiuso delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio al Senato sulla norma più attesa. Proprio quella che avrebbe dovuto equiparare le indennità parlamentari a quelle dei paesi Ue. Falcidiata tra la notte del 12 e il 13 mattino grazie a un paio di emendamenti targati Pdl.

Il testo originario di Tremonti prevedeva (dalla prossima legislatura) l'equiparazione delle attuali indennità parlamentari italiane a quelle dei 17 paesi dell'area euro. A conti fatti, per passare dall'attuale "trattamento economico" base (al netto delle varie voci accessorie) di quasi 12 mila euro mensili lordi dei nostri parlamentari, ai 5.339 euro della media europea, com'è

stata di recente calcolata dal Sole 24 ore. Risultato: Camera e Senato che oggi sborsano circa 144 milioni all'anno per le indennità, ne avrebbero spesi solo 62 milioni, meno della metà (il 53,5% in meno).

E invece, viene azzerato o quasi quel risparmio da 82 milioni. Come? Grazie a due colpi sottobanco. L'emendamento 1.1 del relatore in commissione, il pidiellino Picchetto, che prevede intanto un adeguamento della paga a quella non dei 17 paesi euro, ma dei "sei principali" paesi Ue, quindi dei più grandi. Infine, con l'emendamento 1.2 del duo siciliano (sempre Pdl) Fleres-Ferrara, con cui viene sancito che in futuro l'adeguamento andrà fatto in base alla "media", sì, ma "ponderata, rispetto al Pil" di quei paesi. Dovrà tener conto cioè non del numero dei cittadini, ma della ricchezza dei sei paesi. Bizantinismi. Sta di fatto, protesta il senatore Pd Francesco Sanna che si è battuto in commissione, "che con il sistema prescelto da maggioranza e governo la riduzione, se ci sarà, sarà lievissima". Anzi, con la media "ponderata al Pil", non sarà neanche detto che la decurtazione ci sarà. Il Pdl d'altronde in commissione aveva difeso a spada tratta la busta paga, contro "la deriva populista" e in difesa della "prestigio del Parlamento", con una sfilza di interventi, da Raffaele Lauro a Giuseppe Saro a Andrea Pastore. Missione compiuta.

Ma è solo il bluff più macroscopico, tra quelli che vengono a galla in queste ore in cui enti locali e sindacati denunciano la mannaia da 500 euro l'anno a famiglia in arrivo con la manovra. Scomparsa la norma che cancellava i vitalizi dei parlamentari che - grazie ai 2.238 assegni staccati ogni mese da Camera e Senato per gli "ex" - comportano un esborso annuo da 218,3 milioni di euro: ben più che per gli onorevoli in servizio. Mai messa nero su bianco quella annunciata sull'azzeramento delle indennità da 2.243 euro dei ministri (che si somma a quella da parlamentare) che avrebbe consentito di risparmiare 100 mila euro al mese, dunque un milione e 200 mila euro l'anno. Ha vissuto solo un paio di giorni sui giornali. Le auto blu - che sono oltre 15 mila e costano 1 miliardo di euro l'anno - non potranno avere in futuro una cilindrata superiore a 1.600, ma quelle in servizio saranno tenute fino alla rottamazione. I rimborsi elettorali ai partiti per le elezioni, che pesano per 180 milioni di euro, saranno ridotti, ma solo "dalla prossima legislatura" e solo del 10 per cento: 18 milioni appena di risparmio. Il voto di ogni tedesco oggi viene ripagato ai partiti con 38 centesimi, in Italia continuiamo a viaggiare sui 3,5 euro. Il rigore sulla politica può attendere.


:rolleyes::rolleyes::rolleyes: :rolleyes:... vado ...

Buon week end a tutti!
 
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snapo

the greater the truth, the greater the libel
:up::up::up:sempre grande Snà:up::up::up:


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La politica si fa lo sconto, sfuma
il taglio agli stipendi degli onorevoli
Correzione notturna al testo neutralizza la norma precedente che riduceva le indennità alla media degli altri Paesi europei. L'ira delle opposizioni. I rimborsi elettorali saranno ridotti solo dalla prossima legislatura, meno auto blu ma dal 2012

di CARMELO LOPAPA
La Camera dei Deputati

ROMA - Taglio alle indennità dei parlamentari addio, o quasi. Meglio equipararsi ai sei paesi più ricchi dell'Unione europea. E poi rimborsi elettorali ridotti ma dalla prossima legislatura, auto blu da ridimensionare ma dal 2012, vitalizi salvati in extremis, finanziamenti ai partiti appena sforbiciati. Doveva essere il fiore all'occhiello della manovra lacrime e sangue. Il buon esempio all'insegna dell'austerity dato dalla politica, perché - ammoniva Tremonti ancora pochi giorni fa - non si possono chiedere sacrifici agli italiani senza imporli alla classe dirigente.

E invece ecco servito il bluff. La manovra appena approvata da 70 miliardi, che si abbatterà tra ticket e superbolli su famiglie e risparmiatori, nel testo definitivo rinvia e in qualche caso annulla i buoni propositi di chi l'ha scritta. Il colpo grosso è andato in scena nel chiuso delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio al Senato sulla norma più attesa. Proprio quella che avrebbe dovuto equiparare le indennità parlamentari a quelle dei paesi Ue. Falcidiata tra la notte del 12 e il 13 mattino grazie a un paio di emendamenti targati Pdl.

Il testo originario di Tremonti prevedeva (dalla prossima legislatura) l'equiparazione delle attuali indennità parlamentari italiane a quelle dei 17 paesi dell'area euro. A conti fatti, per passare dall'attuale "trattamento economico" base (al netto delle varie voci accessorie) di quasi 12 mila euro mensili lordi dei nostri parlamentari, ai 5.339 euro della media europea, com'è

stata di recente calcolata dal Sole 24 ore. Risultato: Camera e Senato che oggi sborsano circa 144 milioni all'anno per le indennità, ne avrebbero spesi solo 62 milioni, meno della metà (il 53,5% in meno).


E invece, viene azzerato o quasi quel risparmio da 82 milioni. Come? Grazie a due colpi sottobanco. L'emendamento 1.1 del relatore in commissione, il pidiellino Picchetto, che prevede intanto un adeguamento della paga a quella non dei 17 paesi euro, ma dei "sei principali" paesi Ue, quindi dei più grandi. Infine, con l'emendamento 1.2 del duo siciliano (sempre Pdl) Fleres-Ferrara, con cui viene sancito che in futuro l'adeguamento andrà fatto in base alla "media", sì, ma "ponderata, rispetto al Pil" di quei paesi. Dovrà tener conto cioè non del numero dei cittadini, ma della ricchezza dei sei paesi. Bizantinismi. Sta di fatto, protesta il senatore Pd Francesco Sanna che si è battuto in commissione, "che con il sistema prescelto da maggioranza e governo la riduzione, se ci sarà, sarà lievissima". Anzi, con la media "ponderata al Pil", non sarà neanche detto che la decurtazione ci sarà. Il Pdl d'altronde in commissione aveva difeso a spada tratta la busta paga, contro "la deriva populista" e in difesa della "prestigio del Parlamento", con una sfilza di interventi, da Raffaele Lauro a Giuseppe Saro a Andrea Pastore. Missione compiuta.

Ma è solo il bluff più macroscopico, tra quelli che vengono a galla in queste ore in cui enti locali e sindacati denunciano la mannaia da 500 euro l'anno a famiglia in arrivo con la manovra. Scomparsa la norma che cancellava i vitalizi dei parlamentari che - grazie ai 2.238 assegni staccati ogni mese da Camera e Senato per gli "ex" - comportano un esborso annuo da 218,3 milioni di euro: ben più che per gli onorevoli in servizio. Mai messa nero su bianco quella annunciata sull'azzeramento delle indennità da 2.243 euro dei ministri (che si somma a quella da parlamentare) che avrebbe consentito di risparmiare 100 mila euro al mese, dunque un milione e 200 mila euro l'anno. Ha vissuto solo un paio di giorni sui giornali. Le auto blu - che sono oltre 15 mila e costano 1 miliardo di euro l'anno - non potranno avere in futuro una cilindrata superiore a 1.600, ma quelle in servizio saranno tenute fino alla rottamazione. I rimborsi elettorali ai partiti per le elezioni, che pesano per 180 milioni di euro, saranno ridotti, ma solo "dalla prossima legislatura" e solo del 10 per cento: 18 milioni appena di risparmio. Il voto di ogni tedesco oggi viene ripagato ai partiti con 38 centesimi, in Italia continuiamo a viaggiare sui 3,5 euro. Il rigore sulla politica può attendere.


:rolleyes::rolleyes::rolleyes: :rolleyes:... vado ...

Buon week end a tutti!

A CALCINCULO Pres.
A CALCINCULO LI PRENDEREMO...
PASSATA A NUTTATA DELLA SPECULAZIONE CHE HANNO CHIAMATO CON COMPORTAMENTI DEMENZIALI...

A CALCINCULO PRENDEREMO TUTTI QUANTI...

O VI EQUIPARATE ALLA SOCIETA' CIVILE CHE SI FA IL CULO PER LA PAGNOTTA...
O IL CULO VE LO FACCIAMO NOI...SENZA PAGNOTTA!!!

:clava::clava::clava::cool:

p.s.quest'idioti pensano ancora di essere nell'era tv...quando una "velina" di sistema disinformava i malcapitati teledipendenti...:lol::lol::lol:;)
 
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snapo

the greater the truth, the greater the libel
:lol::lol::lol:dimenticavo...la par condicio...ihihihi...:lol::lol::lol:

La replica dei senatori Adamo e Sanna | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano

Fatti quotidiani | di Redazione Il Fatto Quotidiano
15 luglio 2011
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Commenta (6)

La replica dei senatori Adamo e Sanna
cara redazione del Fatto Quotidiano, mi spiace molto aver visto sulla vostra pagina online che riprendete tout court un articolo di Bechis su Libero che riporta una ricostruzione falsa di quanto dibattuto e votato in Commissione Affari Costituzionali al Senato, martedi e mercoledì scorso. Vi preghiamo quindi di pubblicare queste nostre righe perché ci spiacerebbe davvero che i lettori fossero tratti in inganno.

Schematicamente:
1. Il parere della Commissione è appunto un parere, essendo la manovra materia della V Commissione-Bilancio
2. Non si sono svolte riunioni segrete e notturne, ma una martedì pomeriggio e l’altra mercoledì mattina
3. Gli interventi compiuti sulla manovra di Adamo e Sanna li trovate sul resoconto di martedì: in questi interventi, come in quelli degli altri senatori PD, le nostre proposte sono state chiarissime su: tagli degli emolumenti e proposte di modifica delle pensioni, richiesta di anticipare le decisioni al 1 gennaio 2012, che la manovra rinvia a dopo il 2013, in quanto hanno fatto esplicito riferimento all’emendamento presentato dal PD con le altre opposizioni e respinto dalla maggioranza in Commissione Bilancio;
4. Nella seduta di mercoledì le frasi da voi citate si riferiscono solo ad una richiesta di modifica venuta dal senatore Pastore al testo del Parere presentato dal relatore che non condivevamo: cioè i parametri da usare per calcolare la media europea degli emolumenti. Tra l’altro facciamo notare che la decisione assunta poi dalla maggioranza nel suo maxi emendamento, cioè nel testo definitivo, va esattamente nel senso opposto da quello da noi indicato: cioè si fa la media solo con i paesi più ricchi e con gli emolumenti più alti.
5. La questione poi è rintracciabile nella prima parte del parere, quella a cui noi abbiamo votato contro,mentre abbiamo votato a favore delle cosiddette “osservazioni”, cioè suggerimenti dati alla commissione bilancio, che non ne ha tenuto conto, perché riprendevano le nostre proposte: anticipare i tagli dei “costi della politica”, accorpare le province, rivedere scelte sulla scuola perché anticostituzionali ecc. Insomma se Libero si affanna a cercare di dimostrare l’indimostrabile, ci aspettiamo che Il Fatto dia conto, appunto dei fatti.Fatti che potrete facilmente trovare sul parere votato e sui due resoconti, quello del 12 e quello del 13, con preghiera di dare ai lettori i link giusti perche, sicuramente per una svista, se si apre il vostro link “apri il resoconto del Senato” si apre invece l’articolo di Libero.

Grazie per la cortese ospitalità
Marilena Adamo e Francesco Sanna, senatori e lettori.

Gentili Adamo e Sanna,
non abbiamo commesso nessuna scorrettezza riportando una notizia scovata da Libero. Perché una notizia è una notizia, chiunque la scriva. Dal documento della Commissione Affari costituzionale che abbiamo correttamente linkato, emerge come nel nostro articolo siano state riportate testualmente il contenuto del verbale della seduta. Tutti possono controllare. Il senatore Sanna ha proposto che per lo stipendio dei parlamentari “in riferimento alla media europea si tenesse conto secondo il criterio di ragionevolezza dei necessari fattori di ponderazione con particolare riguardo alla consistenza demografica dei diversi Paesi”. La senatrice Adamo, ha invece ritenuto, secondo il verbale, “che la definizione del trattamento economico” dovesse “tenere conto del costo della vita che è diversa da un Paese all’altro dell’area Euro”:wall::wall::wall::clava::clava::clava:. Certo, questi interventi impallidiscono di fronte a quanto dichiarto da alcuni esponenti del Pdl, ma questa è una valutazione, non un fatto. E’ invece vero che la Commissione Affari costituzionali si è riunita di giorno, ma quella Bilancio che proprio come voi scrivete, si occupava della manovra e quindi anche dei costi della politica lo ha fatto di notte. Nella Commissione Affari costituzionali poi, il Pd ha votato contro il dispositivo di nullaosta, ma a favore delle osservazioni – insieme alla maggioranza e ai rappresentanti degli altri partiti.
Cordialmente

e poi l'ottuagenario si complimenta per il miracolo di velocità d'approvazione...
e te credo...
quando si parla di sghei...TUTTI FEDELI ALLA PATRIA!!!

BUFFONI!!!
 
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snapo

the greater the truth, the greater the libel
Incredibile ma vero...:eek::eek::eek:
Hanno reintrodotto, nella sostanza, la "contingenza"...collegando il loro stipendio alla crescita del pil...:wall::wall::wall:
Vomito!!!
http://www.libero-news.it/news/784858/Casta-secondo-colpo-gobbo-pi%C3%B9-lavoriamo-pi%C3%B9-guadagna.html

Sono riusciti a mettere al sicuro il portafoglio della casta per legge. Deputati e senatori hanno blindato nella notte fra il 13 e il 14 luglio scorso le loro indennità parlamentari messe a rischio da Giulio Tremonti grazie a un geniale emendamentino approvato in commissione bilancio del Senato verso le due del mattino e poi ripreso dal maxi-emendamento su cui ieri anche la Camera ha votato la fiducia. Il blitz è servito a legare le proprie indennità, gli unici stipendi italiani che non vengono toccati dalla finanziaria, al Pil del Paese e alla media ponderata degli altri Pil europei. L’emendamento porta la firma di due senatori del Pdl.
Il primo è un ingegnere palermitano, Mario Ferrara. Il secondo è un giornalista catanese, Salvo Fleres. Grazie alla loro trovata gli stipendi dei parlamentari italiani sono stati legati a doppia mandata con il Prodotto interno lordo. Il risultato è una doppia beffa: in questo modo i parlamentari italiani non faranno alcun sacrificio, come invece aveva chiesto Tremonti e loro stessi avevano promesso agli italiani. Ma soprattutto se gli altri italiani si rimboccheranno le maniche e lavoreranno sodo facendo crescere il Pil del Paese, i primi a beneficiarne diventeranno deputati e senatori che potranno starsene in panciolle ad aspettare le fatiche altrui: alla fine con il Pil cresceranno i loro stipendi.
Nell’attesa comunque l’indennità parlamentare non rischierà alcuna sforbiciata. Tremonti infatti aveva scritto: paragoniamola, aggiungendoci tutti i benefit goduti, a quella della media dei parlamentari degli altri paesi. Siccome sarà superiore, la tagliamo di quel che c’è in più. Legandola al Pil invece questo non avverrà. Perché con il trucco approvato di notte e in poche ore trasformato in legge lo stipendio-base (senza benefit che sono stati esclusi) degli onorevoli italiani potrà essere inferiore a quello di Francia, Germania e Gran Bretagna (e lo è sia pure di poco), perché quei paesi hanno Pil più alti. Dovrà essere superiore e di molto a tutti gli altri membri della Ue che hanno Pil inferiori a quelli italiani. Con questo criterio lo stipendio degli italiani potrà essere superiore alla media Ue e va a finire pure che dovrà essere aggiustato verso l’alto.
Una scelta che rischia di provocare roventi polemiche e acuire ancora di più il distacco fra elettori ed eletti. Ieri avevamo pizzicato i senatori mettere paletti interpretativi ai tagli dei costi della politica. Una bella presa in giro già in quella formula soft. Ma cristallizzare la propria immunità economica per legge proprio quando si fa tirare la cinghia a tutti gli altri italiani, verrà vissuto come una prepotenza difficile da digerire. Non a caso quell’emendamento che era sfuggito ieri a noi di Libero (il testo della seduta notturna della commissione bilancio della Camera non era ancora stampato), ieri mattina è stato scovato proprio da un nostro lettore, Filippo Salone, che ce lo ha inviato per posta elettronica con un amaro post scriptum: «Da elettore del centro destra storico, direi che è arrivata l’ora di un sano passo indietro».
Non osando parlare agli elettori maggioranza e opposizione si sono sfogati nel chiuso delle commissioni durante le sedute notturne in cui è stata approvata la legge finanziaria. Si sentono vittime perfino dei loro elettori, che pure dovrebbero essere la risorsa principale per un uomo politico. Ce l’hanno con i giornali e con quella che chiamano “antipolitica” e banalmente è la reazione degli elettori alla evidente incapacità degli eletti di fare il mestiere per cui sono stati votati e vengono pagati più che bene. Nella migliore delle ipotesi si nascondono dietro fili d’erba, come fa oggi il senatore Pd Francesco Sanna che scrive a Libero per dire che lui certo è favorevole a tagliare i costi della politica, ma che l’idea di legare al Pil è solo del Pdl. Sanna aveva di fatto proposto la stessa formula: legare l’indennità alla popolazione dei paesi. Il risultato sarebbe stato identico.
Quel che i politici di centrodestra e centrosinistra non capiscono è che i loro stipendi appaiono agli italiani eccessivi non solo in sé, ma in rapporto alla qualità e alla quantità del lavoro che stanno remunerando. Il Parlamento da anni fa poco o nulla. E quel che poco che riesce a fare, normalmente peggiora la vita degli altri italiani. Con questi risultati lo stipendio dovrebbero darlo i politici a tutti gli italiani che li sopportano, e guardarsi bene dal chiederlo a loro. Non è antipolitica, questa. È la giusta protesta di un datore di lavoro (il popolo italiano) che vede i suoi dipendenti (i parlamentari) starsene con le mani in mano e combinare un pasticcio dopo l’altro. O li licenzia - e ci siamo assai vicini - o almeno spera di risparmiare qualcosa sugli stipendi che così butta via.

di Franco Bechis

16/07/2011
 
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oniloc

Forumer storico
azz, ho mancato snappo che parlava da solo di un soffio!!!!

Io tornerò a milano il 1 agosto, se sarete già in ferie....buone vacanze a tutti!

Fate li bravi vaglioni!
 

yaba

Trader in erba
ciao

guardando ... vedo che dj sp e nas hanno passato up mm5 segnale long di breve se non lo negano subito
 

Onaocn

Forumer attivo
FTSE MIB Index-ENI

ENI, ha chiuso la cinquina con Spinning top. Per tornare positivo deve andare al test di 15,80 circa, solo al suo break out confermato, possibile tgI 16 circa, ha bottom 15, questo nel brevissimo.

FTSE MIB Index, aggiornato con chart weekly-daily con operatività di breve-brevissimo, qui:
onaocn-finanzaetica
 
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