e ancora...
Originariamente Scritto da
q-stode 
sei troppo intelligente e scrivi molto bene per cedere al clima di diatriba
evita, per favore, di postare un grafico sui valori salariali riferiti alle unità orarie di lavoro prestato
è fuorviante rispetto alle premesse del tuo pregevole post e se ne accorgerebbe chiunque non faccia il tifo pro o contro qualcosa che l'Euro rappresenta solo in parte: l'integrazione europea dei processi produttivi
-è per far capire che la piena occupazione (somma globale delle ore lavorate) produce una curva nominale tendente al negativo, se il salario nominale non cresce in proporzione diretta con la somma delle ore lavorate. problema emerso, per esempio, in occasione della vertenza Lufthansa. il salario nominale rimaneva invariato, pur in presenza di ore lavorate in aumento.
la richiesta mossa da più parti alla germania di aumentare i salari nominali nasce appunto dall’esigenza di trasferire sul mercato interno parte del surplus generato dalla compressione degli stessi.
i salari nominali tedeschi nascondono infatti un effetto dumping, simile a quello generato dai giapponesi all’inizio degli anni 80.
problema che questo effetto tende a generare deflazione, producendo (fuori dalla germania) disoccupazione e ricerca disperata di modelli ultraproduttivi.
in questo modo, il salario nominale dei paesi più deboli tende a crescere (più ore lavorate con meno occupati per unità di prodotto), anche se contemporaneamente la curva della disoccupazione tende drammaticamente ad aumentare.
la germania, poi, tende addirittura a finanziare il proprio surplus con valori negativi (significa che incassa dal proprio debito più di quanto spenda), generando effetti a catena devastanti sui paesi più esposti sul fronte dell’indebitamento.
insomma, la faccenda tedesca nasconde il più forte pericolo sovranista all’interno dell’area €.
tutto nasce dalla volontà di trasformare la piattaforma europea in un enorme agglomerato integrato di beni finanziari, servizi e filiere produttive, facenti capo alle regioni più forti (essenzialmente, renane).
si tratta quindi di un’operazione squisitamente postcoloniale, organizzata in modo da contrastare attivamente il polo asiatico nella nuova fase di trasformazione globale.
il progetto ha un prezzo: l’applicazione del modello renano a tutto l’impianto europeo, destinato a sovvertire completamente gli equilibri postbellici. impossibile pensare che tale integrazione non passi per un indebolimento progressivo dei margini di resistenza dei paesi più deboli.
a meno che (ovviamente, me lo auguro di cuore) questi stessi paesi non decidano di opporre modelli alternativi, in grado di contrastare la forza e la spietata autorevolezza del modello dominante
ci sono talking heads nella rete...e sono libere e alla portata di tutti...
nn chiedono niente in cambio...
nn un euro...
nulla
potete condividerne il pensiero oppure no...
cmq arricchiranno...e di molto...la vostra formazione
