se nn sei imbecille nn potrai mai diventare piddino...è una roba genetica...ci si nasce...
orlando vuole far tornare allo stato la competenza sulla sanita' e crimi e' d'accordo (auguri)
direte...era ora...
lo si scrive da nn meno di otto anni che è stata una follia...
ora però ricordiamo il vulnus...
la riforma scellerata del titolo V per inseguire i legaioli...gli stessi legaioli che oggi si mettono alla berlina perchè sovranisti...ieri amici perchè federalisti
la merdosa pèolitica italiana...
1Introduzione Il presente dossier si propone di fornire un supporto alla lettura della legge 18 ottobre 2001, n. 3, intitolata alle modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione. Come è noto, queste norme sono state “confermate” dal primo referendum "costituzionale" della storia della Repubblica, svolto il 7 ottobre. Lungi dal costituire commento organico, le annotazioni che seguono – presentate articolo per articolo - intendono offrire prevalentemente elementi di raffronto del testo in esame con il testo vigente e con i testi via via prodotti nella lunga e discontinua stagione delle riforme istituzionali che ha caratterizzato la XIII legislatura. Solo talvolta, e senza pretesa di esaustività, sono compiute alcune prime riflessioni su un testo che, per complessità e per ampiezza, non si pretende commentare compiutamente in questa sede.L’iter del disegno di legge Il 30 giugno 1997 la Commissione parlamentare per le riforme costituzionali presentò alle Camere il testo, approvato dalla Commissione stessa, di un progetto di legge costituzionale dal titolo: " Revisione della parte seconda della Costituzione" (Atto Camera n. 3931 e Senato n. 2583). Il dibattito alla Camera, iniziato in Assemblea il 26 gennaio 1998, si interruppe dopo circa sei mesi, tanto che il Presidente della Commissione bicamerale, rilevata l’assenza di margini di intesa per il proseguimento della discussione, nella seduta del 2 giugno 1998 propose di chiedere alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari di togliere dall’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea il progetto di riforma costituzionale. Poco meno di un anno dopo, il 18 marzo 1999, il Presidente del Consiglio dei Ministri D’Alema, già Presidente della Commissione bicamerale, presentò al Parlamento, insieme al Ministro per le riforme istituzionali, una nuova proposta di legge costituzionale (Atto Camera n. 5830) dal titolo: "Ordinamento federale della Repubblica". Quel testo, come si legge nel Comunicato n. 27 del Consiglio dei Ministri e come dichiarato nella relazione, fu formulato tenendo conto degli esiti dei lavori della Commissione bicamerale e del dibattito che ne era scaturito e che aveva coinvolto tutte le forze politiche. 1-2 Insieme ad esso, la Camera esaminò altre 19 proposte di legge costituzionale di iniziativa parlamentare .3La 1^ Commissione Affari Costituzionali della Camera, in sede referente, iniziò l’esame della p.d.l. 5830 e delle altre ad essa congiunte nella seduta del 14 aprile 1999. Nella seduta del 2 giugno 1999 la Commissione, dopo aver concluso la discussione di 1 Vedi: Consiglio dei Ministri, Comunicato n. 27 del 9 marzo 1999: “ Il testo riprende i lavori della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali della Camera dei deputati sulla riforma della forma dello Stato in senso federale e tiene conto sia del generale dibattito che ne è seguito....”. 2Vedi: XIII Legislatura: pdl n. C.5830 , Relazione:” Il testo proposto muove dagli esiti dei lavori della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali e tiene conto sia del generale dibattito che ne è seguito ...”. 3 C. 4462, C. 4995, C. 5017, C. 5036, C. 5181, C. 5467, C. 5671, C. 5695, C. 5856, C. 5874, C. 5888, C. 5918, C. 5919, C. 5947, C. 5948, C. 5949, C. 6044, C. 6327, C. 6376. Al Senato, il testo pervenuto dalla Camera (A.S. 4809) ha assorbito il ddl S. 3632 di iniziativa parlamentare.
2carattere generale e dopo aver ascoltato il Presidente del Consiglio sul tema delle riforme istituzionali nel corso dell'audizione informale svoltasi il 1o giugno 1999, nell'ambito degli Uffici di Presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite affari costituzionali della Camera e del Senato, costituì un Comitato ristretto, tenuto anche conto che la Conferenza dei presidenti di gruppo decideva di rinviare ad altra data l'inizio della discussione in assemblea dei progetti di legge costituzionale. Il Comitato ristretto iniziava pertanto i suoi lavori, giungendo quindi nella seduta del 13 ottobre 1999 alla presentazione di un testo unificato. A seguito di un nuovo rinvio dell’inizio della discussione in sede plenaria, la Commissione decise di approfondire l’esame del comitato ristretto. Nelle sedute del 9, 10 e 11 novembre il plenum della 1^ Commissione della Camera riprese l’esame del Testo unificato, dando vita ad un dibattito politico riportato da molti organi di informazione in termini di vivacità ed avvertita contrapposizione, in ampia parte dedicato ad alcune questioni di rilievo politico, quali la c.d. "sussidiarietà orizzontale" e la "Camera delle Regioni". L’11 novembre 1999, la Commissione concluse l’esame del provvedimento e lo rimise all’Assemblea, nonostante alcuni parlamentari lamentassero l’assenza del raggiungimento delle necessarie intese politiche. L’Assemblea dei Deputati esaminò la p.d.l. costituzionale, nelle linee generali, dal 12 al 26 novembre 1999. Dopo una lunga interruzione, l’esame degli articoli ebbe inizio il 19 settembre 2000 e si concluse, con l’approvazione, il 26 settembre 2000. In particolare, nella seduta del 12 novembre si svolsero le relazioni di maggioranza e di minoranza. Il dibattito su quelli che sono stati chiamati i "confini" della proposta riforma, si è soffermato anche sulle ragioni della compiuta o meno trattazione - nel testo - oltreché dei grandi temi istituzionali sopra ricordati, anche di altri, come ad esempio quello della rappresentanza delle autonomie nella composizione della Corte Costituzionale. Il provvedimento fu trasmesso al Senato (ove divenne l'atto Senato n. 4809) e, il 29 settembre, assegnato all’esame della Commissione Affari costituzionali, in sede referente. Il 3 ottobre 2000 la Commissione ne iniziò l’esame, congiuntamente al d.d.l. S. 3632, assorbito, e lo concluse il 9 novembre 2000. Il 10 novembre 2000, l’Assemblea del Senato iniziò la discussione del provvedimento, sebbene la Commissione non ne avesse concluso l’esame4. Il 17 novembre 2000 il Senato lo approvò, senza modifiche. Il testo di riforma, quindi, è stato interamente definito alla Camera dei deputati. Il testo del provvedimento fu trasmesso alla Camera dei Deputati, per la seconda deliberazione, il 20 novembre 2000, ed assegnato alla 1^ Commissione, in sede referente il 27 novembre 2000. L’esame del provvedimento (Atto Camera n. 4462-B) fu iniziato il 6 febbraio 2001 e concluso in quella stessa seduta. L’Assemblea della Camera, dopo le sedute del 23 e del 28 febbraio 2001, lo approvò a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Il giorno 1 marzo 2001 venne trasmesso al Senato (Atto Senato n. 4809-b) ed assegnato nello stesso giorno alla I^ Commissione, in sede referente, che ne iniziò l’esame nella seduta pomeridiana del 6 marzo 2001 e lo concluse nella seduta 4 Vedi Resoconto della seduta di venerdì 10 novembre 2000. 3pomeridiana del giorno successivo, 7 marzo 2001. L’Assemblea del Senato lo approvò definitivamente nella seduta antimeridiana dell’8 marzo 2001, a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Il testo della legge costituzionale è stato pubblicato sulla G.U. n. 59 del 12 marzo 2001, ai fini di cui all’art. 1385 della Costituzione. Il 13 marzo 2001 sono state depositate nella cancelleria della Corte di Cassazione due richieste di referendum, sottoscritte la prima da 102 Senatori dell’opposizione e la seconda da 77 Senatori della maggioranza. L’Ufficio Centrale per il Referendum lo ha dichiarato ammissibile, con ordinanza emessa il 22 marzo 2001. Il referendum popolare confermativo della legge costituzionale è stato infine indetto con D.P.R. 3 agosto 2001, pubblicato sulla G.U. n. 181/2001, per il 7 ottobre 2001. 10.438.419 voti, pari al 64,2 per cento dei votanti, si sono espressi a favore della legge costituzionale, a fronte di 5.819.187, pari al 35,8 per cento, di voti contrari. Ha votato il 34,4% del corpo elettorale (per la validità del referendum non è richiesto il quorum)
qui avete i nomi e i cognomi di questa follia