Allora è ufficiale, l'ITALIA non è più una Repubblica Parlamentare e neppure una democrazia. Velo pietoso sull'ambasciatore di turno, eletto come contro sistema anni fa !
questo messaggio accorato di Puzzer mi ha fatto venire in mente una famosa frase del nemico... «Whatever it takes»....e soprattutto la frase in grassetto mi fece paura al tempo e mi fa paura traslata ora.....quel
"credetemi sarà abbastanza" è davvero nefasto come passaggio
copio/incollo da wiki...
Nella sua introduzione,
[4] il governatore utilizzò una curiosa metafora per indicare la necessità di cambiamento, paragonando l'euro a un
bombo (
bumblebee): «Anni fa la gente diceva che l'euro è come un bombo. Si tratta di un miracolo della natura, perché [il bombo] non dovrebbe essere in grado di volare, eppure ci riesce. Per molti anni l'euro, questo bombo, ha volato bene senza che si sapesse come. [...] Ora qualcosa deve essere cambiato nell'aria, e sappiamo cosa, dopo la crisi finanziaria. Ora è venuto il momento di evolversi e il bombo deve diventare una vera
ape».
[5]
Draghi, inoltre, proseguì con due puntualizzazioni, a supporto del proprio discorso:
«Il primo messaggio che vorrei mandare è che l'euro è molto, molto più forte, l'eurozona è molto, molto più forte di quanto la gente non riconosca oggi. Non solo se la si considera nell'arco degli ultimi 10 anni, ma anche se la si guarda ora, si vede che per quanto riguarda inflazione, occupazione e produttività l'eurozona ha fatto gli stessi progressi degli Stati Uniti o del Giappone, se non di meglio. Il contrasto poi diventa ancora più forte quando si parla di deficit e di debito. L'eurozona ha un deficit molto più basso e un debito molto più basso di quei due paesi. E, cosa non meno importante, ha un conto corrente equilibrato, non ha deficit e ha un grado di coesione sociale che, anche quello, manca negli altri due paesi.» |
Con la seconda puntualizzazione, volle rappresentare che negli ultimi sei mesi i progressi delle singole economie erano stati straordinari e che le differenze tra le stesse erano diminuite molto più degli ultimi anni. Notevoli erano stati anche i progressi nell'intraprendere il controllo del
disavanzo e le riforme strutturali.
[5]
Queste considerazioni lo spinsero ad affermare che:
(EN)
«The only way out of this present crisis is to have more Europe, not less Europe.» | (IT)
«L'unica via d'uscita da questa crisi attuale è avere più Europa, non meno Europa.» |
Di conseguenza, secondo Draghi:
«Pensiamo che l'euro sia irreversibile. E non è una parola vuota ora, perché nella mia premessa ho esattamente detto quali azioni sono state fatte ed esse sono state fatte per renderlo irreversibile.» |
A questo punto il governatore della Banca Centrale Europea disse testualmente che:
(EN)
«But there is another message I want to tell you. Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough.» | (IT)
«Ho un messaggio chiaro da darvi: nell'ambito del nostro mandato la BCE è pronta a fare tutto il necessario a preservare l'euro. E credetemi: sarà abbastanza.» |
Una frase solenne, composta di poche parole rivoluzionarie, che modificarono radicalmente l'orientamento della
politica monetaria della BCE. Non vi sarebbero più state severe condizioni da rispettare da parte degli Stati membri dell'
Eurozona per accedere ai programmi di acquisto dei loro titoli pubblici ma un impegno incondizionato della BCE di sostegno all'euro.
[3]
Le sfide individuate da Draghi per l'immediato futuro avrebbero compreso il superamento della frammentazione finanziaria, perché gli
investitori si erano ritirati all'interno dei propri paesi. Poiché, secondo il governatore, le attuali normative sulla
liquidità rendevano antieconomico prestare ad altre banche o prendere in prestito da altre
banche, era necessario ricalibrare completamente la loro regolamentazione.
[4]
Secondo Draghi, in tal modo lo scudo anti
speculazione sarebbe stato pronto a funzionare meglio che in passato. La soluzione del problema degli
spread, e quindi di rendimenti troppo elevati sul debito sovrano di alcuni Paesi dell'Eurozona, «rientra nel mandato della BCE, nella misura in cui il livello di questi premi di rischio impedisce la giusta trasmissione delle decisioni di politica monetaria», prese dalla Banca centrale.
[5]