Eni...Dogs and Horses, for pussy's lovers only - Cap. 3 (8 lettori)

Comoduca

co-founder
66 precisi
mi sto rompendo le balle, vedo le cose ma non posso entrare per lavoro ...
dovrei farlo al buio lasciando ordini e poi tornando dopo ma di questi tempi rischi le scoppole

te l'ho detto sempre.......sei il nuovo curus :up::up::D
uno smartfonino noooo?
cmq chiusa sotto 84 sembra scritta sulla bibbia
 

charlie_bepop

Forumer attivo
66 precisi
mi sto rompendo le balle, vedo le cose ma non posso entrare per lavoro ...
dovrei farlo al buio lasciando ordini e poi tornando dopo ma di questi tempi rischi le scoppole

Stessa identica situazione per me.
Mi sono perso oggi short per chiusura buco a 72-73 e l'altro giorno il goal di apertura=max (minimo a 42 e ritorno a 50 e oltre)
mi sto inc.ando:wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall::wall:
 

menpres

Nuovo forumer
Buon pomeriggio a tutti

Lo stop della produzione in Libia e Nigeria indebolirà la trimestrale di Eni. Gli analisti di Equita, in una nota datata ieri, hanno sottolineato che le perdite nella produzione libica, causate dall'incertezza politica nel Paese, e il peggioramento delle condizioni in Nigeria, con il blocco degli impianti per l'export per l'intero mese di luglio, influenzeranno negativamente i numeri del terzi trimestre della società (29 ottobre).

Gli esperti si attendono dei risultati deboli per la divisione Gas&Power (perdita attesa di 400 milioni) per il ritardo nella rinegoziazione dei contratti gas con Gas Terra e Statoil, nonché una domanda ancora debole in Italia (-9% annuo). Non si salvano nemmeno le divisioni Esporazione&Produzione (-10% annuo) e Raffinazione&Marketing (perdita stimata a 150 milioni dopo il risultato positivo riportato un anno fa con margini in forte recupero).

Nel dettaglio, nel terzo trimestre la produzione dovrebbe calare del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a 1,631 milioni di barili al giorno, mentre l'ebitda dovrebbe scendere a 3,1 miliardi di euro con una riduzione del 28% su base annua. Sempre Equita ha stimato che l'utile netto sarà quasi dimezzato (-44%) a 1 miliardo con un debito netto che potrebbe però migliorare a 12,7 miliardi in caso di incasso di 4,2 miliardi di dollari dal Mozambico.

Dopo aver già ridotto le aspettative su Eni lo scorso 9 settembre, anticipando i sopracitati effetti, oggi Equita ha ulteriormente ridotto del 5% la previsione di utile, ora a 4,3 miliardi rispetto ai 4,8 miliardi del consenso, a causa del prolungarsi delle difficoltà in Libia. "L'environment rimane negativo per il gruppo nel breve anche alla luce del miglioramento dell'outlook sul prezzo del petrolio dalle negoziazioni in corso tra Usa e Iran", hanno concluso gli esperti che comunque sul titolo Eni hanno confermato il rating buy e il target price a 20,9 euro.

Intermonte concorda pienamente con la visione di Equita. Oggi ha aggiornato le stime 2013 e 2014 sulla base di proiezioni più caute sulla produzione, con l'utile per azione abbassato del 15% a 1,238 euro e del 5% a 1,553 euro per ciascun anno. Gli analisti hanno confermato la raccomandazione neutral ma il target price è stato alzato da 17 a 18 euro in scia alla possibile cessione del 29,4% che Eni possiede in SeverEnergia


Secondo quanto riportato oggi da MF, dopo la recente cessione di Enel a Rosneft del suo 19,6% per un valore di 1,8 miliardi di dollari, Eni potrebbe a sua volta vendere la sua quota a Novatek o a Gazpromneft, che con quote del 25,5% ciascuna possiedono già il 51%, con un incasso che potrebbe aggirarsi sui 2,7 milairdi di dollari. Il passo indietro di Eni in Russia permetterebbe di riportare la pace tra gli azionisti di SeverEnergia dato che Novatek (che si era fatta avanti con Gazpromneft) non aveva gradito il passaggio della quota di Enel alla new entry Rosneft.

Intanto a Piazza Affari Eni sta calando dello 0,50% a 17,76 euro nonostanto le condizioni favorevoli che il governo ucraino intende fornire per l'estrazione di petrolio e gas dai fondali del Mar Nero. "Oggi esamineremo una bozza di direttiva che dà il via libera alla produzione di petrolio e gas dai fondali del Mar Nero coinvolgendo le due grandi società energetiche internazionali, l'italiana Eni e la francese Edf", avrebbe detto il premier Azarov.
 

Comoduca

co-founder
Buon pomeriggio a tutti

Lo stop della produzione in Libia e Nigeria indebolirà la trimestrale di Eni. Gli analisti di Equita, in una nota datata ieri, hanno sottolineato che le perdite nella produzione libica, causate dall'incertezza politica nel Paese, e il peggioramento delle condizioni in Nigeria, con il blocco degli impianti per l'export per l'intero mese di luglio, influenzeranno negativamente i numeri del terzi trimestre della società (29 ottobre).

Gli esperti si attendono dei risultati deboli per la divisione Gas&Power (perdita attesa di 400 milioni) per il ritardo nella rinegoziazione dei contratti gas con Gas Terra e Statoil, nonché una domanda ancora debole in Italia (-9% annuo). Non si salvano nemmeno le divisioni Esporazione&Produzione (-10% annuo) e Raffinazione&Marketing (perdita stimata a 150 milioni dopo il risultato positivo riportato un anno fa con margini in forte recupero).

Nel dettaglio, nel terzo trimestre la produzione dovrebbe calare del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a 1,631 milioni di barili al giorno, mentre l'ebitda dovrebbe scendere a 3,1 miliardi di euro con una riduzione del 28% su base annua. Sempre Equita ha stimato che l'utile netto sarà quasi dimezzato (-44%) a 1 miliardo con un debito netto che potrebbe però migliorare a 12,7 miliardi in caso di incasso di 4,2 miliardi di dollari dal Mozambico.

Dopo aver già ridotto le aspettative su Eni lo scorso 9 settembre, anticipando i sopracitati effetti, oggi Equita ha ulteriormente ridotto del 5% la previsione di utile, ora a 4,3 miliardi rispetto ai 4,8 miliardi del consenso, a causa del prolungarsi delle difficoltà in Libia. "L'environment rimane negativo per il gruppo nel breve anche alla luce del miglioramento dell'outlook sul prezzo del petrolio dalle negoziazioni in corso tra Usa e Iran", hanno concluso gli esperti che comunque sul titolo Eni hanno confermato il rating buy e il target price a 20,9 euro.

Intermonte concorda pienamente con la visione di Equita. Oggi ha aggiornato le stime 2013 e 2014 sulla base di proiezioni più caute sulla produzione, con l'utile per azione abbassato del 15% a 1,238 euro e del 5% a 1,553 euro per ciascun anno. Gli analisti hanno confermato la raccomandazione neutral ma il target price è stato alzato da 17 a 18 euro in scia alla possibile cessione del 29,4% che Eni possiede in SeverEnergia


Secondo quanto riportato oggi da MF, dopo la recente cessione di Enel a Rosneft del suo 19,6% per un valore di 1,8 miliardi di dollari, Eni potrebbe a sua volta vendere la sua quota a Novatek o a Gazpromneft, che con quote del 25,5% ciascuna possiedono già il 51%, con un incasso che potrebbe aggirarsi sui 2,7 milairdi di dollari. Il passo indietro di Eni in Russia permetterebbe di riportare la pace tra gli azionisti di SeverEnergia dato che Novatek (che si era fatta avanti con Gazpromneft) non aveva gradito il passaggio della quota di Enel alla new entry Rosneft.

Intanto a Piazza Affari Eni sta calando dello 0,50% a 17,76 euro nonostanto le condizioni favorevoli che il governo ucraino intende fornire per l'estrazione di petrolio e gas dai fondali del Mar Nero. "Oggi esamineremo una bozza di direttiva che dà il via libera alla produzione di petrolio e gas dai fondali del Mar Nero coinvolgendo le due grandi società energetiche internazionali, l'italiana Eni e la francese Edf", avrebbe detto il premier Azarov.

il calo di oggi lo vedo solamente un rifiato, dal 1/10 (16.97 di minimo, al max di ieri ( 17.99 ) è un bel centavos.
tutto in controtendenza, se si ricordano i giorni in cui ha sottoperformato
io considero 7 ottobre - 16 ottobre, 90 cents bell'ebbuoni
direi che a fine anno manca ancora 1 euro bello bello.
la performance annuale è negativa, a spanne -7% , mente piazza affari sale di oltre 14 punti %
 

Users who are viewing this thread

Alto