Eni (ENI) ENI (2 lettori)

tontolina

Forumer storico
Gas Putin/ Ancora riduzioni dei rifornimenti di metano: -8%
Martedí 24.01.2006 16:22
Un'altra giornata in cui l'Italia sconta la chiusura dei rubinetti del gas dalla Russia. Anche se dalla Gazprom puntano il dito contro l'Ucraina, colpevole di ritirare, durante il transito del metano, più gas di quanto le sia destinato, le consegne di gas dalla Russia calano ulteriormente.

Per oggi, l'Eni, a fronte di una richiesta costante di 74 milioni di metri cubi, prevede che vengano a mancare consegne dalla Russia per 6 milioni di metri cubi, pari a un calo dell'8,1% con un impatto sui consumi italiani dell'1,4%.

La riduzione, le cui previsioni sono tendenzialmente in aumento, viene compensata tramite gli stoccaggi di modulazione. Lunedì, (durante la cosiddetta giornata gas, dalle ore 6 del 22 gennaio alle ore 6 di oggi) a fronte appunto di 74 milioni di metri cubi richiesti non sono stati consegnati 4 milioni di metri cubi, pari a una riduzione del 5,4% per un impatto dell'1% sui consumi italiani di gas.


Nonostante l'approvvigionamento energetico dall'ex Urss, continui a registrare dei cali, l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha tranquillizzato gli animi, ricordando che "le riserve strategiche di gas
dell'Italia saranno intaccate da metà febbraio. Una situazione per cui ''non c'è nessun problema, visto che è stato già fatto nel passato''. L'amministratore delegato del gruppo del cane a sei zampe, che ha partecipato alla firma per la nascita della nuova società Toscana Energia a Firenze, ha precisato, inoltre, che i consumi delle famiglie non saranno intaccati dalle riduzioni dell'import di gas".

Per Scaroni, "i problemi nell'approvvigionamento ci saranno ancora fino al 2007-2008. Certamente - ha spiegato- sono problemi con cui dobbiamo convivere, tanto più in occasione di inverni particolarmente freddi''.
Su un possibile cambio di strategia aziendale di fronte all'attuale crisi
dell'approvvigionamento del gas, Scaroni ha risposto che l'azienda ''la
strategia l'ha già cambiata'', agendo in particolare in tre direzioni. Secondo Scaroni ''i rigassificatori sono l'unica vera forma di liberalizzazione'', e, ha ricordato, in parallelo ''sono stati annunciati grossi investimenti negli stoccaggi''.


Inoltre ha ricordato ancora che ''l'Eni anticiperà gli sbottigliamenti di due pipeline''. Della questione dell'energia, si è occupato anche l'Ecofin, in corso a Bruxelles.

Il ministro dell'Economia francese, Thierry Breton, ha presentato ai partner Ue un 'memorandum' sull'energia, all'Ecofin in corso a Bruxelles. I cui punti chiave sono "una gestione coordinata delle interconnessioni energetiche, programmi pluriennali di investimenti in produzione e trasporti finanziati con l'aiuto della Bei. Importanti sono anche il rafforzamento del dialogo con Russia, Ucraina, l'Opec, la Cina e l'India ma, soprattutto, 'tenere in conto' il contributo del nucleare sulla sicurezza degli approvvigionamenti".

Il suo omologo italiano, Giulio Tremonti ha ricordato che "essendo il problema dell'energia su scala europea, le soluzioni devono essere europee". Sottolineando che "la competenza sull'energia non è devoluta (all'Europa, ndr), ma condivisa e, forse, è ancora troppo nazionale".

"L'Europa deve fare molto di più come Europa", ha rimarcato il ministro, sottolineando che il documento dell'Italia "é all'interno delle competenze dell'Ecofin e del G7 e non intende sottrarre competenze ad altri". "E' fondamentale che il prossimo G7 si occupi di energia", ha proseguito Tremonti, dicendo che nei prossimi giorni potrebbe incontrare il ministro dell'Economia russo.

L'Europa oggi, riguardo all'energia, secondo Tremonti "si trova in una fase non diversa dall'inizio degli anni '50, quando nacquero i problemi del costo e della sicurezza energetica, e vennero varate la Ceca ed Euratom. Sono formule politiche che ci si stanno ripresentando: allora furono trovate situazioni efficaci, oggi dobbiamo trovarne altrettante''
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tontolina

Forumer storico
Crisi Gas, l’attenzione si sposta sull’export di energia (06/02/2006)
http://www.miaeconomia.com/HOMEPAGE/Inprimopiano/10/496/82716/articolo.html

Continuano a scendere le importazioni di gas dalla Russia: anche oggi l’Eni ha infatti registrato una diminuzione nelle forniture da Mosca per l’8,1%, in linea con la flessione verificata anche ieri, con un impatto del 2% sui consumi italiani. Riduzione che si registra nonostante le rassicurazioni arrivate dal ministro all’Economia russo Alexei Kudrin, che ha incontrato il suo collega italiano Giulio Tremonti in questi giorni.
Sul fronte dei consumi poi, dopo le forte contrazioni nei giorni che hanno seguito l’approvazione del decreto ‘taglia temperature’, si avverte tuttavia una ripresa della domanda: la Snam registra per oggi un aumento dello 0,7% rispetto a ieri. In particolare è salito in modo consistente il consumo civile (+9%, pari a 187 milioni di metri cubi), mentre si registrano cali sia per quello industriale (-1,9%, pari a 41 milioni di metri cubi) che per quello termoelettrico (-15%, pari a 70 milioni di metri cubi).

Crisi del gas che tuttavia secondo Giulio Sapelli, ricercatore della Fondazione Mattei ed ex consigliere Eni, è una grande favola. Secondo Sapelli infatti non sono tanto i cali che arrivano dalla Russia a far ricorrere alle scorte nazionali, quanto l’uso che i grandi operatori energetici hanno fatto gas italiano. "Adesso c'è questa favola che manca il gas, che i russi ci hanno interrotto il gas - ha spiegato Sapelli - non c'è nulla di vero perché i dati sono di una semplicità elementare”. Numeri alla mano, infatti, in Italia si consumano giornalmente dai 100 milioni di metri cubi nel periodo estivo ai 450 milioni di metri cubi di gas come nei giorni scorsi. Di quelli che vengono dalla Russia, spiega Sapelli, da cui giunge il 28% della produzione di gas, nei giorni in cui si gridava alla crisi sono mancati dai 2 ai 3 milioni di metri cubi dei 450 milioni totali. “Che manchino dai 2 ai 3 fino ai 5-6 milioni capita tutto l'anno perché far circolare il gas non è come far circolare l'acqua, c'è un sistema complesso”. La causa di questo calo va quindi ricercata in un altro contesto: quello della vendita all’estero di energia prodotta sul suolo italiano. “Il motivo per cui c'è stata una crisi di gas non lo ha detto nessuno - ha spiegato Sapelli - si è ricorsi anche agli stoccaggi perché 30-40 milioni di metri cubi di gas sono stati consumati per alimentare centrali termoelettriche italiane dei grandi produttori di energia che stanno esportando energia elettrica in Francia, in Germania e in Svizzera". Tradotto in altre parole, il quantitativo di gas che doveva servire ad alimentare il gas per le famiglie e le industrie italiane, sottolinea l'economista, "è stato dirottato verso l'estero. L'elettricità in Francia, in Germania, in Svizzera e il gas sono molto più cari perché lì agisce la legge della domanda e dell'offerta, c'è un sistema di Borsa elettrica che qui da noi non funziona e quindi – conclude Sapelli - gli operatori nazionali hanno più interesse a vendere l'energia all'estero che a venderla in Italia".

Pronta la replica del mondo industriale, secondo cui la crisi non dipende dalla produzione e dalla vendita di energia elettrica oltre confine. “Nel periodo compreso tra novembre 2005 e gennaio 2006 – riferiscono fonti industriali - le importazioni nette dell'Italia, cioè la differenza tra le importazioni e le esportazioni di elettricità, hanno registrato un valore medio giornaliero pari a 3.360 megawatt. Il deficit energetico dell'Italia - che era pari a circa 6.000 megawatt nel periodo precedente a quello in considerazione - è stato ridotto dall'impennata dei prezzi dell'elettricità sulle maggiori Borse europee determinato da condizioni climatiche particolarmente rigide".

Intanto il ministro alle attività produttive Claudio Scajola ha detto che il governo è pronto a intaccare le riserve strategiche di gas e a intervenire sulle esportazioni di
energia.

E sull’export energetico sono intervenute anche le associazioni dei consumatori. Federconsumatori e l'Adusbef hanno chiesto infatti al governo di "bloccare l'esportazione dell'elettricità in tutti i giorni in cui si registrano basse temperature nell'atmosfera come quelle di oggi". Di fatto le due sigle hanno ricordato come l'export di energia superi oggi i 50 milioni di kwh mentre alle famiglie si chiede di "ridurre il consumo di gas e sopportare l'aumento dell'inquinamento dovuto alla rimessa in produzione delle centrali ad olio combustibile, oltre che pagare il kwh a prezzi maggiorati".
 

tontolina

Forumer storico
e poi non dimentichiamo che scaroni ha ammesso di aver fatto trading sul Gas e aver perso 40 milioni di euro

e come uno di noi
vi ricordate all'inizio?

ci sentivamo i più forti del mondo con i nostri risparmi e quante perdite abbiamo subito...

mi sa che anche il Rosso è passato dalle medesime forche... ora però mi preoccupa che Scaroni faccia trading sul gas e perda i danari
dimostrando incapacità
anzi poi la fa pagare agli italiani
 

Giovanni Solinas

Nuovo forumer
Cara Tontolina mi fai venire voglia di aggiornale il post...
Commento e grafico sono di un mese fa, ma visto che è una proiezione nel lungo periodo credo che vadano bene lo stesso.
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Nell'ultimo aggiornamento del 23 ottobre affermavo che “La tenuta dei supporti a questo punto ridarebbe al titolo nuovo carburante
per proseguire nel rialzo che dovrebbe continuare fino alla primavera del 2007.”
Andiamo con ordine. Il grafico al momento si trova all'interno di una complessa ma felicissima struttura che ora cercherò di illustrare.
Sono due i canali parabolici che guidano il rialzo ma solo uno, quello rosso, è quello veramente importante. Il canale blu esaurirà la
sua influenza nell'estate del 2006 quando il titolo avrà raggiunto i 28 euro e si prenderà una pausa di riflessione di 4-5 mesi. A quel
livello saranno elevati i realizzi di tutti quegl'investitori che si considereranno soddisfatti del gain accumulato. Sarà questa corrente di
vendite che porterà il grafico definitivamente fuori dal canale parabolico blu. Le vendite seppure massicce non saranno sufficienti ad
invertire il trend che prima della fine del 2006 ricomincerà a correre grazie alla presenza del supporto del canale parabolico rosso.
Lo strappo conclusivo da 28 a 36 euro si svilupperà in circa 8 mesi ed esaurirà la sua forza nell'estate del 2007.
Il 30 dicembre ho mediato al rialzo (operazione registrata nella pagina “portafoglio”) e credo che metterò in agenda un'altra
operazione per la fine del 2006.
Tengo i titoli in portafoglio.
 

tontolina

Forumer storico
era ora anche se l'apertura di oggi è abbastanza preoccupante
però ieri il WTI è calato bene

notizia di MF che non ho ancora letto ...

Petroliferi in difficoltà in scia a Bp, anche Eni sotto la lente per caso Repsol 07-02-2006 14:25

Il calo del prezzo del petrolio e i dati inferiori alle attese del quarto trimestre 2005 di Bp pesano sui titoli petroliferi europei che a metà giornata trascinano i listini Ue sui minimi di seduta. A piazza Affari perdono in effetti terreno Erg (-1,51% a 20,86 euro), Saipem (-1% a 16,10 euro) ed Eni, in calo dell'1,09% a 24,35 euro che ieri era stata indicata dalla stampa spagnola intenta a studiare un'offerta per l'acquisizione dell'azienda petrolifera spagnola Repsol insieme a Bp.

Ma mentre quest'ultima oggi ha smentito l'ipotesi: l'Ad del colosso petrolifero britannico, John Browne, ha detto infatti di "non avere progetti di acquisizione e di non aver in programma un'offerta" per il gruppo spagnolo, Eni si è limitata a non commentare e questo la dice lunga sulla possibilità che il colosso petrolifero italiano possa essere veramente interessato a Repsol che, dopo la scadenza del termine di validità della golden share, è diventata contendibile.

Repsol capitalizza ora circa 28 miliardi di euro. "In via del tutto preliminare, riteniamo che un'eventuale acquisizione con un premio anche del 20% (33,6 miliardi di euro, ndr) sugli attuali prezzi sarebbe da giudicare positivamente", sostiene Roberto Ranieri di Caboto. "Secondo le nostre stime, infatti, con tale premio Repsol sarebbe valutata a multipli non elevati: P/E 2005 pari a 10,4 volte per un EV/Ebitda 2005 di circa 4,6 volte e una valutazione delle riserve provate di circa 10,8 dollari/boe".

A meno di una sopravvalutazione degli asset, quindi, per Eni l'acquisizione sarebbe da giudicare positivamente da un punto di vista strategico e avrebbe effetto positivo sull'utilizzo della leva finanziaria (D/E ratio attualmente pari a 0,2 volte). "Manteniamo il rating di add su Eni e il target a 27,4 euro", aggiunge Ranieri.

Tuttavia non manca chi ritiene l'evento improbabile alla luce della forte esposizione di Repsol in Sud America, dell'incertezza relativa alle sue riserve oltre che alla mancanza di forti sinergie nella divisione upstream. Eni potrebbe sì migliorare notevolmente il proprio gearing e quindi la valorizzazione del gruppo, ma la localizzazione degli asset di Repsol, appunto concentrati in Sud America dove Eni è poco presente, è tale per cui il conseguimento delle sinergie industriali potrebbe essere limitato.

"In secondo luogo", osservano gli esperti di Centrosim (buy su Eni con un target price a 30,1 euro), "il fatto che Repsol abbia al momento una partecipazione di maggioranza relativa all'interno di Gas Natural, che in seguito all'Opa su Endesa si appresta a diventare il principale gruppo utility spagnolo, potrebbe creare diversi ostacoli politici all'operazione".

Francesca Gerosa
 

tontolina

Forumer storico
"Energia, Eni sotto accusa". E' Il Sole 24 Ore a prendere in mano la bandiera delle proteste contro la gestione del gas in Italia, con un titolone di prima pagina che apre il giornale della Confindustria. "La commissione della Camera critica l'operatore dominante per la scarsità dell'offerta". Il presidente dell'Eni Paolo Scaroni non sarà certo contento di questa prima pagina del più importante quotidiano economico italiano.
http://canali.libero.it/affaritaliani/Rubriche/Tra_le_righe/tralerighe10febbraio.html

il tipo sta facendo di tutto per scaricare i suoi errori sulla precedente gestione ed incolpare MINCATO


ma Mincato ha reso grande l'ENI

e scaroni che fa?
trading sul gas e si gioca 40 milioni di euro per poi lanciare l'allarme...


uhm mi piace sempre meno ..
SCARONI torni all'ENEL
 

sharnin

Forumer attivo
Sul gas non ce la raccontano giusta: qualcuno preleva dalle nostre riserve.
di Pietro Cambi *

E' da un pezzo che tengo d'occhio la sarabanda di numeri e volumi che si susseguono sui media sulla presunta scarsità delle forniture russe, ho visto un bel po' di imprecisioni e contraddizioni, ma oggi due lanci di agenzia hanno davvero superato il livello di guardia.
Il primo riporta:
Secondo Scaroni, per la questione del gas 'non e' il caso di drammatizzare anche perche' le famiglie italiane sono comunque tutelate ma - spiega - si tratta di valutare le mosse da compiere per risolvere i problemi sia nel breve che nel lungo periodo'. Il numero uno dell'Eni aggiunge che la societa' 'sta costruendo rigassificatori ovunque, dagli Usa alla Spagna, tranne che nel nostro territorio'. Oggi, continua, 'ci troviamo con 3,5 mld di metri cubi di gas in meno negli stoccaggi, rispetto a quanti ne avremmo avuti in un anno normale', mentre per il prossimo anno assicura che l'Italia avra' 'piu'gas dalla Libia con il Green stream: qualcosa come 4 mld di metri cubi inpiu', il 5% dei nostri consumi'.
Allora: se 4 mld di mc sono il 5% abbiamo un consumo, secondo quanto dice Scaroni, di 80 mld di mc/anno. Ovvero (mediamente) di 80/365 cioe' circa 220 milioni di mc/giorno.
Finora ci era stato comunicato che il calo delle forniture di gas provenienti dalla Russia era nel peggiore dei casi, di una quindicina di milioni di metri cubi, (ad esempio per oggi giovedi 9 Febbraio e' previsto un ammanco di 12 milioni di metri cubi come riportato qui) pari al 5% del consumo giornaliero medio (in realta' ai consumi attuali, pu' alti a causa delle temperature, contano anche meno). Nasce spontanea una prima domanda:
Come è stato possibile arrivare ad un ammanco di 3,5 miliardi di metri cubi di gas per le nostre riserve?
Ci sarebbero voluti infatti piu' di 200 giorni di mancate consegne consecutive e sempre ai livelli di ammanco massimi (dichiarati) toccati negli ultimi giorni, livelli che per altro non sono stati raggiunti che per pochi giorni durante le massime punte di gelo Siberiano di due settimane fa'.
E'evidente che il buco non dipende solo da mancate consegne russe. E allora?
Veniamo al secondo lancio: Gas: Scaroni, tra 2/3 giorni scorte strategiche, tra 15 allarme rosso
Radiocor - Roma, 09 feb - L'Eni rilancia l'allarme gas. 'Se rimane questo freddo per altri quindici giorni e se non cambiano le altre condizioni generali, ovvero il calo delle forniture e l'aumento dei consumi, ci troveremo effettivamente in una situazione difficile, di seria preoccupazione', di allarme rosso, avverte l'a.d. Paolo Scaroni, in un Forum al 'Messaggero'. A preoccupare Scaroni non e' tanto la necessita' di intaccare, gia' 'tra due o tre giorni', le riserve strategiche: 'Mi preoccupa che tiriamo fuori dagli stoccaggi tra i 100 e i 140 milioni di metri cubi al giorno, con questo freddo. Siccome le scorte strategiche sono 5 miliardi di metri cubi, in 20 giorni a queste condizioni scendiamo a 2 miliardi di metri cubi. E nessuno c'e' mai andato; quindi non si sa bene cosa succederebbe. In quelle condizioni non sappiamo quanto gas si puo' estrarre, per unita' di tempo, di fronte ad un'improvvisa richiesta elevata'.
100-140 milioni di metri cubi/giorno, secondo i numeri forniti dallo stesso Scaroni, costituiscono il 50% del fabbisogno italiano!
Le richieste del mercato non coperte dalle consegne, russe, algerine o libiche che siano, quindi, sono circa il 50% del totale e non il 2-3 % come finora dichiarato!
La seconda domanda e' quindi la seguente: Perche' si continua a dichiarare tramite tutti i media che le mancate forniture sono del 2-5% del totale del fabbisogno quando invece stiamo attingendo alle riserve per quasi il 50% del nostro fabbisogno?
A questa se ne deve aggiungere immediatamente una terza: Cosa c'entrano le mancate consegne da parte della Russia, visto che spiegano al massimo un 10-15% delle mancate forniture?
Decisamente URGE che qualcuno spieghi cosa sta succedendo.
Colpisce come la cosa sia passata completamente sotto silenzio sui media, pur essendo, come si vede, autoevidente nelle stesse dichiarazioni dell' Amministratore Delegato di ENI. Nemmeno un giornale o "esperto" che si sia degnato di far presente, indagare, interrogare, chiarire.
La mia personale spiegazione e' che Eni ha vuotato le riserve per vendere a man bassa la dove serviva e conveniva, l'ha fatto per lungo tempo e lo sta ancora facendo ('Mi preoccupa che tiriamo fuori dagli stoccaggi tra i 100 e i 140 milioni di metri cubi al giorno, con questo freddo").
In effetti mi risulta che il consumo di gas e' aumentato, solo in italia, del 30% nell'ultimo anno, principalmente per la conversione delle centrali ad olio combustibile.
La spiegazione "ufficiale" che i maggiori consumi sono dovuti all'ondata di freddo non sta in piedi per il banalissimo motivo che tale ondata di freddo nelle ultime due settimane non c'e' stata (anzi hanno prevalso per una settimana abbondante temperaturi piu' miti della media) e solo negli ultimi giorni e' tornato il maltempo che pero' ha colpito solo una parte della penisola.
Pare in ogni caso improbabile che il consumo possa aumentare "all'improvviso" del 30% solo a causa della maggiore richiesta da parte degli utenti
Forse, come ipotesi, l'Eni contava su nuovi contratti con la Gazprom ed ha fatto contratti di fornitura a Enel ed altri players europei allo "scoperto", trovandosi poi, costretta da enormi penali, esigibili in caso sdi mancate e/o ritardate consegne, ad intaccare le riserve (questo spiegherebbe il buco enorme formatosi nelle medesime).
Quindi nel caso ottimistico siamo di fronte alla totale incapacità di prevedere i trend della richiesta e della offerta anche su una scala temporale medio breve ( diciamo su un anno), nel peggiore potremmo trovarci di fronte ad un enorme scandalo con contorno delle solite coperture politiche di inconfessabli ed enormi interessi economici uniti a scarse capacità di management, profitti privatizzati e danni suddivisi tra i peones cittadini o piccole industrie con contratti "interrompibili" ovvero sacrificabili sull'altare della cedola secca per l'azionista di maggioranza dell ENI.
Che sia questa la spiegazione piu' semplice?
Ovviamente non e' detto che sia anche quella giusta ma, seguendo il principio del "rasoio di Occam" le soluzioni piu' semplici sono sempre quelle che vanno indagate ed approfondite per prime.

*ingegnere ambientale ed esperto di problemi energetici
petrolio.blogosfere.it/2006/02/energia_italia__2.html
 

sharnin

Forumer attivo
sharnin ha scritto:
Sul gas non ce la raccontano giusta: qualcuno preleva dalle nostre riserve.
di Pietro Cambi *

E' da un pezzo che tengo d'occhio la sarabanda di numeri e volumi che si susseguono sui media sulla presunta scarsità delle forniture russe, ho visto un bel po' di imprecisioni e contraddizioni, ma oggi due lanci di agenzia hanno davvero superato il livello di guardia.
Il primo riporta:
Secondo Scaroni, per la questione del gas 'non e' il caso di drammatizzare anche perche' le famiglie italiane sono comunque tutelate ma - spiega - si tratta di valutare le mosse da compiere per risolvere i problemi sia nel breve che nel lungo periodo'. Il numero uno dell'Eni aggiunge che la societa' 'sta costruendo rigassificatori ovunque, dagli Usa alla Spagna, tranne che nel nostro territorio'. Oggi, continua, 'ci troviamo con 3,5 mld di metri cubi di gas in meno negli stoccaggi, rispetto a quanti ne avremmo avuti in un anno normale', mentre per il prossimo anno assicura che l'Italia avra' 'piu'gas dalla Libia con il Green stream: qualcosa come 4 mld di metri cubi inpiu', il 5% dei nostri consumi'.
Allora: se 4 mld di mc sono il 5% abbiamo un consumo, secondo quanto dice Scaroni, di 80 mld di mc/anno. Ovvero (mediamente) di 80/365 cioe' circa 220 milioni di mc/giorno.
Finora ci era stato comunicato che il calo delle forniture di gas provenienti dalla Russia era nel peggiore dei casi, di una quindicina di milioni di metri cubi, (ad esempio per oggi giovedi 9 Febbraio e' previsto un ammanco di 12 milioni di metri cubi come riportato qui) pari al 5% del consumo giornaliero medio (in realta' ai consumi attuali, pu' alti a causa delle temperature, contano anche meno). Nasce spontanea una prima domanda:
Come è stato possibile arrivare ad un ammanco di 3,5 miliardi di metri cubi di gas per le nostre riserve?
Ci sarebbero voluti infatti piu' di 200 giorni di mancate consegne consecutive e sempre ai livelli di ammanco massimi (dichiarati) toccati negli ultimi giorni, livelli che per altro non sono stati raggiunti che per pochi giorni durante le massime punte di gelo Siberiano di due settimane fa'.
E'evidente che il buco non dipende solo da mancate consegne russe. E allora?
Veniamo al secondo lancio: Gas: Scaroni, tra 2/3 giorni scorte strategiche, tra 15 allarme rosso
Radiocor - Roma, 09 feb - L'Eni rilancia l'allarme gas. 'Se rimane questo freddo per altri quindici giorni e se non cambiano le altre condizioni generali, ovvero il calo delle forniture e l'aumento dei consumi, ci troveremo effettivamente in una situazione difficile, di seria preoccupazione', di allarme rosso, avverte l'a.d. Paolo Scaroni, in un Forum al 'Messaggero'. A preoccupare Scaroni non e' tanto la necessita' di intaccare, gia' 'tra due o tre giorni', le riserve strategiche: 'Mi preoccupa che tiriamo fuori dagli stoccaggi tra i 100 e i 140 milioni di metri cubi al giorno, con questo freddo. Siccome le scorte strategiche sono 5 miliardi di metri cubi, in 20 giorni a queste condizioni scendiamo a 2 miliardi di metri cubi. E nessuno c'e' mai andato; quindi non si sa bene cosa succederebbe. In quelle condizioni non sappiamo quanto gas si puo' estrarre, per unita' di tempo, di fronte ad un'improvvisa richiesta elevata'.
100-140 milioni di metri cubi/giorno, secondo i numeri forniti dallo stesso Scaroni, costituiscono il 50% del fabbisogno italiano!
Le richieste del mercato non coperte dalle consegne, russe, algerine o libiche che siano, quindi, sono circa il 50% del totale e non il 2-3 % come finora dichiarato!
La seconda domanda e' quindi la seguente: Perche' si continua a dichiarare tramite tutti i media che le mancate forniture sono del 2-5% del totale del fabbisogno quando invece stiamo attingendo alle riserve per quasi il 50% del nostro fabbisogno?
A questa se ne deve aggiungere immediatamente una terza: Cosa c'entrano le mancate consegne da parte della Russia, visto che spiegano al massimo un 10-15% delle mancate forniture?
Decisamente URGE che qualcuno spieghi cosa sta succedendo.
Colpisce come la cosa sia passata completamente sotto silenzio sui media, pur essendo, come si vede, autoevidente nelle stesse dichiarazioni dell' Amministratore Delegato di ENI. Nemmeno un giornale o "esperto" che si sia degnato di far presente, indagare, interrogare, chiarire.
La mia personale spiegazione e' che Eni ha vuotato le riserve per vendere a man bassa la dove serviva e conveniva, l'ha fatto per lungo tempo e lo sta ancora facendo ('Mi preoccupa che tiriamo fuori dagli stoccaggi tra i 100 e i 140 milioni di metri cubi al giorno, con questo freddo").
In effetti mi risulta che il consumo di gas e' aumentato, solo in italia, del 30% nell'ultimo anno, principalmente per la conversione delle centrali ad olio combustibile.
La spiegazione "ufficiale" che i maggiori consumi sono dovuti all'ondata di freddo non sta in piedi per il banalissimo motivo che tale ondata di freddo nelle ultime due settimane non c'e' stata (anzi hanno prevalso per una settimana abbondante temperaturi piu' miti della media) e solo negli ultimi giorni e' tornato il maltempo che pero' ha colpito solo una parte della penisola.
Pare in ogni caso improbabile che il consumo possa aumentare "all'improvviso" del 30% solo a causa della maggiore richiesta da parte degli utenti
Forse, come ipotesi, l'Eni contava su nuovi contratti con la Gazprom ed ha fatto contratti di fornitura a Enel ed altri players europei allo "scoperto", trovandosi poi, costretta da enormi penali, esigibili in caso sdi mancate e/o ritardate consegne, ad intaccare le riserve (questo spiegherebbe il buco enorme formatosi nelle medesime).
Quindi nel caso ottimistico siamo di fronte alla totale incapacità di prevedere i trend della richiesta e della offerta anche su una scala temporale medio breve ( diciamo su un anno), nel peggiore potremmo trovarci di fronte ad un enorme scandalo con contorno delle solite coperture politiche di inconfessabli ed enormi interessi economici uniti a scarse capacità di management, profitti privatizzati e danni suddivisi tra i peones cittadini o piccole industrie con contratti "interrompibili" ovvero sacrificabili sull'altare della cedola secca per l'azionista di maggioranza dell ENI.
Che sia questa la spiegazione piu' semplice?
Ovviamente non e' detto che sia anche quella giusta ma, seguendo il principio del "rasoio di Occam" le soluzioni piu' semplici sono sempre quelle che vanno indagate ed approfondite per prime.

*ingegnere ambientale ed esperto di problemi energetici
petrolio.blogosfere.it/2006/02/energia_italia__2.html

Qua i commenti
http://petrolio.blogosfere.it/2006/02/ener...2.html#comments
 

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