Non arriva.
Proprio non parte il travaglio e tutto quell'ambiente, le manipolazioni, l'attività ospedaliera non aiutano mia sorella.
Mi sento sulla mia pelle le mani che la toccano, la tastano, la frugano e la stimolano laddove non sarebbe necessario se si potesse evitare l'ospedalizzazione.
Ora che ha il sacco rotto da quasi 38 ore, ci sono rischi di infezioni, visto che il bimbo non sta più in ambiente sterile e chiuso.
Quindi via con flebo di antibiotico ogni 8 ore e monitoraggi vari.
Io la lascerei andare a casa, tra una flebo e l'altra, con una brava ostetrica che magari utilizzi qualche sistema rispettoso, non invasivo e naturale e in modo che lei, poverina, possa riposare. Dopo due giorni in reparto, in che condizioni di stanchezza arriverà al momento del parto? E magari anche sfiduciata e demotivata e, forse, impaurita.
Conosco molti sistemi per stimolare con gentilezza e in piena natura il travaglio di parto. Metodi che non prevedano immobilità per ore, gel da inserire, scavandole dentro, manipolazioni della pancia per far muovere il bambino durante il monitoraggio (quando magari fino ad un quarto d'ora prima lui scalciava!).
Quante mani fredde e inutili che la toccano!
L'atteggiamento psicologico è indispensabile.