“Queste sono le chiavi della mia attività. Con stasera ho finito. Domani i miei negozi li aprite voi.”
Con queste parole rivolte a Gianfranco Polillo, sottosegretario al Ministero dell’economia, Andrea Zucchi , lancia un appello:
“cerco un paese al mondo in cui io sia gradito. Azienda, magazzino, macchina… cedo tutto quello che ho allo stato. Mi bastano solo i vestiti che ho addosso. Voglio un passaporto nuovo, di un Paese qualsiasi, dove l’imprenditore non sia un nemico. Un Paese dove possa crescere i miei figli, perché qui non è possibile”.
Ho chiuso i bilanci in pareggio, senza debiti con le banche, anche perché a me, le banche, non hanno mai dato un soldo. Peccato che mi sia arrivata una lettera dall’INPS con minacce d’arresto perché non avrei pagato tutti i contributi, benché io sia in credito d’Iva e attenda dallo stato più soldi di quelli che mi chiede.
il problema è che in Italia c’è una cultura generalizzata che porta a considerare gli imprenditori dei ladri, mentre sono quelli che mantengono tutti, compresi gli statali. Gente che è convinta di pagare le tasse, mentre in realtà le loro tasse sono solo una partita di giro”.
“Qui in Italia siamo alla pura follia
Neanche i professori, con il loro aplomb, possono fare niente tranne fare quello che potrebbe fare qualsiasi cretino in un quarto d’ora. Hanno alzato le tasse, invece di abbassare la spesa, tutelando soprattutto gli statali, vedi riforma Fornero.
Zucchi trasecola quando pensa all’idea di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia dell’Entrate, di dotare di dotare di un bollino blu le imprese che pagano le tasse: “Li ho già visti i bollini colorati messi addosso alle persone, durante il fascismo. E non vorrei vederli più. Che poi un funzionario di stato, pagato colle mie tasse, si permetta di concepire un’idea simile è folle. ”.
Deciso ad abbandonare il Paese,:
“ In questo stato io sono perdente, quindi non mi resta che andarmene. Non nell’aldilà, come hanno fatto alcuni” conclude Zucchi, al plurale, ripercorrendo i numerosi casi di imprenditori suicidi: “io cerco un Paese che abbia bisogno di gente che sa fare e vuole lavorare. Se ci sono altri che la pensano come me, lo dicano, e scegliamo insieme la meta”.