ESSERE GENTILI NON VUOL DIRE ESSERE SCEMI. ESSERE ALLEGRI NON VUOL DIRE NON AVERE PROBLEMI. ESSERE

4. Vigili urbani. Tirar fuori dagli uffici gli oltre 2.000 “pizzardoni” che timbrano scartoffie e metterli in strada con precisi indirizzi operativi e priorità (la sosta selvaggia, che rallenta del 30% la velocità dei mezzi pubblici, le barriere di ogni genere che murano in casa i disabili gravi, ecc).
 
5. Festival del cinema. Inventato da Veltroni (grazie a lui abbiano anche un “ponte della musica” sempre deserto, anche perché finisce contro un rifornitore di benzina) non è mai realmente decollato, cambiando nome più volte per attenuare le giuste ire del Festival di Venezia (già in difficoltà per la potenza dei concorrenti di Cannes): “Festival”, poi “Festa”, dopo ancora “Festaval” (cose da pazzi!), infine di nuovo “Festival”. Snobbato dai grandi produttori, con un patetico red carpet per le star de noantri. Costo per il Comune (qui le notizie sono un po’ contraddittorie, secondo me sono parecchi di più): circa 5 milioni di euro l’anno (ogni tanto dovremmo tradurre mentalmente gli euro in lire: 5 milioni di euro sono 10 miliardi di vecchie lire. Alla Rai, nei primi anni Novanta, con 2 miliardi, facevamo il più importante festival di fiction televisiva del mondo: sette giorni fra Gubbio, Assisi e Perugia), spendibili molto più proficuamente per iniziative di maggiore utilità e livello culturale. Inizia il 13 ottobre e finisce il 23. Ci sarebbe tutto il tempo per abolirlo prima della prossima edizione.
 
6. Villa Borghese (discorsi simili valgono per tutte le altre ville romane). Trasferire altrove il “Concorso Ippico” (da qui a maggio c’è tutto il tempo per una soluzione alternativa) trasformato ormai da anni in un suk che per due mesi inibisce a romani e turisti la fruizione di Piazza di Siena e di un’ampia zona circostante. Come deciso per Colle Oppio (ma ci è voluto uno stupro!) chiudere di sera i cancelli su via Pinciana e in particolare quello che dà accesso alla Galleria Borghese, abbandonata di notte ai vandali e alla prostituzione di tutti i sessi possibili e immaginabili.
 
7. Tutela decoro centro storico. Due esempi clamorosi: l’apertura di due nuove hamburgherie nei pressi di piazza Navona e di San Pietro; le prime cicche spente sugli scalini di Trinità dei Monti (chiuderla la sera con una vetrata “a scomparsa” sembra la sola soluzione di buon senso, oltre a quella di far sì che i Vigili non stiano lì a fare le belle statuine). Non a caso Roma continua a scendere nella graduatoria delle città più visitate al mondo (è al 14° posto, tallonata da vicino anche da Milano). E’ il caso di dire: “C’è poco da giubilare”.

Potrei continuare con molti altri esempi, ma penso che questi bastino per una prima ondata di decisioni giuste e popolari.

di Carlo Troilo | 12 ottobre 2016
 
Visto che i 5 Stelle hanno stravinto a Roma ed io, come romano, sono interessato alla soluzione dei problemi della città,
mi permetto di suggerire – in attesa di risolvere le questioni più complesse come quelle dell’Ama o dell’Atac –
che essi affrontino subito quelle relativamente più facili, la cui soluzione darebbe alla sindaca Raggi una boccata di ossigeno dopo le iniziali e pesanti difficoltà.
 
Dobbiamo arrivare al 60% ............

Il No in vantaggio di 4 punti sul .

Lo dice un sondaggio Doxa i cui risultati sono stati resi noti da Formiche.net.
Si tratta di una rilevazione che circola nei palazzi politici ed economici e che il giornale online ha potuto leggere.

Secondo il sondaggio – al contrario di quanto dicono altri istituti – il 95 per cento degli intervistati ha comunque sentito parlare del referendum costituzionale,
mentre il 64 per cento ritiene di conoscere almeno in termini generali.
Sei su 10 “molto probabilmente” andranno a votare,
mentre due su 10 rispondono “abbastanza probabilmente”: quindi l’80 per cento degli intervistati sembra intenzionato a presentarsi ai seggi.

Una quota di partecipazione più ampia di quella che misurano altri istituti di sondaggio in queste settimane.

Secondo i dati di Doxa, dunque, alla domanda secca su Sì e No, quest’ultimo prevarrebbe, arrivando al 54 per cento.
Un dato che – sul totale, quindi comprendendo indecisi e astenuti – si scorporerebbe così:

il No è al 36 per cento, il Sì al 30, 5, gli indecisi al 24, gli astenuti al 4 e quelli che “non sanno o non rispondono” al 6.
 
Dobbiamo arrivare al 60% ............

Il No in vantaggio di 4 punti sul .

Lo dice un sondaggio Doxa i cui risultati sono stati resi noti da Formiche.net.
Si tratta di una rilevazione che circola nei palazzi politici ed economici e che il giornale online ha potuto leggere.

Secondo il sondaggio – al contrario di quanto dicono altri istituti – il 95 per cento degli intervistati ha comunque sentito parlare del referendum costituzionale,
mentre il 64 per cento ritiene di conoscere almeno in termini generali.
Sei su 10 “molto probabilmente” andranno a votare,
mentre due su 10 rispondono “abbastanza probabilmente”: quindi l’80 per cento degli intervistati sembra intenzionato a presentarsi ai seggi.

Una quota di partecipazione più ampia di quella che misurano altri istituti di sondaggio in queste settimane.

Secondo i dati di Doxa, dunque, alla domanda secca su Sì e No, quest’ultimo prevarrebbe, arrivando al 54 per cento.
Un dato che – sul totale, quindi comprendendo indecisi e astenuti – si scorporerebbe così:

il No è al 36 per cento, il Sì al 30, 5, gli indecisi al 24, gli astenuti al 4 e quelli che “non sanno o non rispondono” al 6.
se fosse 54 a 46, il vantaggio non è di 4 ma di 8:d:
 


Buongiorno. Un pensiero positivo è gradito??? :ihih:

.

QUANDOTUTTOVAMALEPOTREBBE.png
 
16400 - che facciamo ci entusiasmiamo ???



O prendiamo atto che il minimo sindacale per rimane nel NULLA e non sotto?



Evito di riproporre la solita immagine.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto