ESSERE GENTILI NON VUOL DIRE ESSERE SCEMI. ESSERE ALLEGRI NON VUOL DIRE NON AVERE PROBLEMI. ESSERE

Non capisco che nesso ci sia con la letteratura.
E capisco i mugugni

Bob Dylan, proprio lui, vince il premio Nobel per la letteratura e le reazioni sono una letteratura del dissenso
Non per nulla, la scelta dell'Accademia svedese non è stata, diciamo così, indolore.
Ed è probabile che siano volate parole grosse, come lascia intuire la stampa svedese che è ovviamente molto informata di retroscena e indiscrezioni.
 
«per quanto mi sforzi, non riesco a capire che cosa c'entri con la letteratura.
È come se dessero un Grammy a Javier Marias perché c'è una bella musicalità nella sua narrativa.
Allora anche gli architetti possono essere considerati poeti».
 
Da qui a conferire un riconoscimento assoluto come il Nobel della Letteratura conferito nel tempo a Samuel Beckett
o Eugenio Montale il passo è così lungo che se ne discuterà per anni.

Ed è proprio questo ciò che si aspettano a Stoccolma. In fondo anche il Nobel è spesso una questione di marketing strategico.
 
Gambarie, in Aspromonte. Garibaldi vi fu ferito durante l’avanzata verso Roma. Foreste ricche di vegetazione, anche preistorica, corsi d’acqua cristallini, piste da scii.

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E migranti, tanti migranti. Scontenti e, negli ultimi giorni, violenti.
Un centinaio di giovani africani sta occupando un’ala di uno degli alberghi più grandi e confortevoli della stazione sciistica aspromontana:

"Dall'Italia pretendiamo di più, vogliamo subito più diritti"

Dopo aver alzato un muro divisorio in uno dei lunghi corridoi dell’immobile, i proprietari dell’hotel Excelsior,
considerato il grave momento di crisi del turismo in Calabria, hanno dato la disponibilità ad accogliere, pagati, gli immigrati sbarcati sulle coste reggine

 
Una cosa è certa, i proprietari dell’hotel (soprattutto la signora Elvira, ricoverata in ospedale per lo spavento)
gradirebbero un recupero della perduta tranquillità; chi vorrebbe andare a trascorrere qualche ora di relax in quell’angolo d’Aspromonte,
senza preoccupazioni di sorta, ci ha già ripensato, con grave danno per l’economia locale;
mentre gli immigrati sarebbero felicissimi di abbandonare quei luoghi per la ricca Milano,
pur non volendo rinunciare all’assistenza quasi familiare garantita dai padroni di casa meridionali.

La Caritas diocesana continua a garantire assistenza e sostegno pur ammettendo le innumerevoli difficoltà all’ordine del giorno.
Gambarie è, in realtà, uno dei tanti errori di collocamento commessi durante una frettolosa e scriteriata campagna di assistenza di popoli diversi tra loro con diverse necessità, usi e costumi.

In barba ad ogni regola, anche di natura religiosa, il gruppo di facinorosi dopo aver alzato abbondantemente il gomito ha seminato il terrore in tutto l’albergo
 
A quanto pare, la Prefettura di Milano e quella di Roma non si parlano: nemmeno su un tema assai delicato,
quale gli appalti per l'accoglienza ai migranti, dove necessità umanitarie fanno spesso da paravento a business e a truffe.

È il caso del centro di accoglienza di via Balduccio da Pisa, chiuso l'altro ieri su ordine della Prefettura a causa delle condizioni igieniche inaccettabili in cui vi venivano ospitati i profughi.

Ma ora si scopre che il centro avrebbe dovuto venire chiuso ben da prima.
Per il semplice motivo che la cooperativa che lo aveva in gestione era stata raggiunta da una misura interdittiva antimafia spiccata dalla Procura di Roma
a causa dei suoi legami con il crimine organizzato.

Uniche spiegazioni possibili: o la Prefettura di Milano non era al corrente della interdittiva, o l'ha ritenuta irrilevante.
In ogni caso, un esempio non positivo di sintonia tra istituzioni.

La cooperativa in questione si chiama InOpera, è specializzata negli appalti per l'accoglienza e l'assistenza ai profughi,
ed è da mesi sotto tiro a Roma per come ha gestito un grosso centro di accoglienza, «Best House», all'angolo tra via Visso e via Tiburtina:
 
La legge promossa dal deputato dem Khalid Chaouki, vuole concedere la cittadinanza agli immigrati di seconda generazione attraverso il principio dello ‘ius soli’ mitigato.
Il Pd vorrebbe, cioè, dare la cittadinanza agli immigrati che sono nati in Italia e che hanno frequentato un ciclo scolastico completo.

La verità scomoda sfuggita a Dambruoso
Una proposta ineccepibile dal punto di vista del Pd, ma all’interno della maggioranza c’è chi, anche se involontariamente,
mette nero su bianco i rischi dell’approvazione di una simile.

Il deputato Stefano Dambruoso di Scelta Civica (da ieri Civici e Innovatori), nel corso della presentazione del libro
“La galassia fondamentalista tra jihad armato e partecipazione politica”, tenutasi pochi giorni fa alla Camera,
ha fatto un illuminante confronto tra la situazione italiana e quella francese.

In Francia, di fronte ai cittadini d’origine nordafricana sospettati di simpatie jihadiste, c’è
“l’impossibilità di contrastarli con misure che noi ancora possiamo permetterci perché non abbiamo una cittadinanza italiana di seconda e terza generazione così diffusa”.

Cosa significa esattamente? Dambruoso, ex magistrato che si è occupato a lungo di terrorismo, spiega:
“Noi possiamo usare lo strumento dell’espulsione perché ci riferiamo a soggetti stanziali nel nostro territorio, ma non cittadini italiani, per cui possiamo espellerli verso i loro Paesi"

In sostanza se si approva la legge sulla cittadinanza che vorrebbe Chaouki, noi saremo costretti a tenerci in Italia dei presunti terroristi.
 
Dato che mi occupo da 15 anni dei problemi di Roma in diverse realtà associative, mi viene in mente una lunga serie di problemi “facili”. Ne scelgo alcun:

1. Farmacap. E’ una società che raggruppa circa 45 farmacie, con 340 dipendenti, fra cui diversi parenti di assessori o dirigenti comunali assunti senza concorso. Non solo non ha alcuna utilità (Roma pullula di farmacie) ma è la sola società che riesce ad avere pesanti perdite in questo settore dorato. Ora, un importante gruppo industriale si è offerto di acquisire Farmacap, garantendo (miracolo !) tutta l’attuale occupazione. Da vendere subito.
 
2. AdiR. Nel 1971 il Comune di Roma ha creato una propria società di assicurazioni (caso credo unico in Italia). Marino aveva deciso di liquidarla per poi stipulare polizze con le normali società assicuratrici. Tronca (alla faccia del decisionismo milanese) ha invece prorogato di due anni il contratto del Comune con AdiR, pur sapendo che il costo dei sinistri dei mezzi pubblici romani, con AdiR, è il quadruplo di quello sopportato dal Comune di Milano. Da liquidare subito.
 
3. Affittopoli. Merito di Tronca è stato invece quello di “riscoprire” (la cosa era nota ma in termini non così puntuali come lo è oggi) uno dei maggiori scandali romani: 500 case di proprietà del Comune con affitti irrisori (esempio: 100 euro al mese per 70 mq di fronte al Colosseo). Anche in questo caso la sola soluzione sensata sarebbe la vendita all’asta, dato che il Comune di Roma non è ne mai sarà in grado di fare l’amministratore di condominio (e comunque non avrebbe senso il farlo)
 

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